Recensione Finding Frankie – Il lato oscuro dell’intrattenimento

Di giochi horror in giro ce ne sono a bizzeffe, e ultimamente è diventato di moda creare quella che sembra apparentemente un’atmosfera amichevole e giocosa per poi sfociare in un vero e proprio incubo.
Abbiamo avuto molti esempi di giochi che nei recenti anni hanno seguito questa lunghezza d’onda, primo fra tutti Five Nights At Freddy’s che ha creato un vero e proprio genere, da cui poi sono nati altri titoli popolari come il celebre Poppy Playtime.

Finding Frankie PS5 copertina

Possiamo trovare una situazione simile anche con Finding Frankie, un gioco che prende ispirazione dalle opere che abbiamo citato poco fa per formare un grande mix di tensione, orrore e adrenalina pura in un divertente gioco con meccaniche platform.


“Benvenuto, fortunato concorrente!”

Finding Frankie si presenta con una trama molto interessante anche se semplice, al punto che si possono trovare spunti simili in altre opere famose quali, per citarne una, Squid Game: il protagonista è un uomo che vive una vita povera e misera, ma decide di stravolgerla completamente comprando quante più scatole di cereali di Frankie possibili per trovare la videocassetta vincitrice che gli permetterà di partecipare ai giochi di parkour dell’azienda.
Su un miliardo di confezioni in tutto il mondo, ogni anno ci sono solamente 4 vincitori che potranno partecipare a una sfida con in palio ben 5 milioni di dollari.

Purtroppo, però, le cose non sono così semplici come sembrano, né tantomeno sicure. Infatti il protagonista è l’unico sopravvissuto a quella che è una versione feroce, grottesca e mostruosa del simpatico coniglio Frankie.
Il “fortunato concorrente“, come viene chiamato dal conduttore del programma, dovrà quindi uscire da quell’incubo sano e salvo, scappando dalle grinfie del terrificante coniglio e da altri orrendi animatronici che vivono in quella struttura, il tutto indossando una maschera e un costume da coniglio.


Tanto divertimento, ma tanti problemi

Finding Frankie è il tipico titolo indie con una forte componente platform, come accennavamo anche precedentemente, potendo compiere azioni tipicamente ispirate all’arte del parkour quali correre, saltare, superare ostacoli, scivolare e aggrapparsi alle superfici.
Ammettiamo che durante le prime ore di gioco ci è risultato piuttosto difficile riuscire a controllare perfettamente il concorrente, che ci restituiva un feeling a dir poco macchinoso, ma una volta che ci si abitua ai comandi diventa anche molto divertente, specialmente quando ci si ritrova a dover scappare da Frankie.

Tuttavia, in particolar modo durante i momenti più frenetici, il personaggio può rimanere bloccato in alcune zone della mappa, magari dopo un salto che non era previsto dal gioco, portandoci a un’inevitabile e frustrante morte con tanto di jumpscare.
Abbiamo anche trovato fin troppa distanza tra i diversi checkpoint in cui il titolo ci permetteva di salvare la nostra partita e tirare un sospiro di sollievo, in quanto spesso ci siamo ritrovati a dover spegnere il gioco solo per poi ritrovarci decisamente troppo indietro a dove ci eravamo inizialmente fermati.

Nonostante questi problemi particolarmente fastidiosi, nel complesso il gameplay rimane divertente, con sezioni frenetiche durante gli inseguimenti, e altre più lente durante le fasi di soluzione degli enigmi, che consistono semplicemente nel trovare dei pulsanti di terminali da premere prima che il tempo scada.

Abbiamo così trovato un ottimo ritmo tra le fasi di inseguimento e parkour e quelle più calme relative alla risoluzione di puzzle.
Peccato per Deputy Duck, che aveva il potenziale per essere una meccanica di gameplay molto utile e un incentivo in più per rendere Finding Frankie ancora più ansiogeno, ma che purtroppo è risultato realmente necessario solo per una singola fase di gioco.


Tensione, paura, brividi e fascino

Trattandosi di un gioco horror, è scontato rivelarvi che dentro si trovino tanti jumpscare e momenti di tensione, e creare un’ambientazione e una storia che riescano ad affascinare e allo stesso tempo incutere timore non è affatto semplice.
Tuttavia, possiamo dire con certezza che i ragazzi di SUPERLOU ci sono riusciti alla grande.

Il team di sviluppo è riuscito a creare non solo un’ambientazione colorata, all’apparenza amichevole, giocosa e al tempo stesso inquietante, ma anche a renderla la vera narratrice del gioco. Spesso è ciò che ci circonda a darci un’idea più chiara su quello che accade nel programma di Frankie, e la lore che il team di sviluppo ha donato al gioco ci è sembrata molto accattivante e particolarmente ispirata, seppur non molto originale.


Il titolo è già disponibile per PC da diversi mesi, ma dal 15 aprile è disponibile anche per tutti i giocatori su PS5.

Ringraziamo Strange Signals per averci fornito una chiave del loro gioco per realizzare questa recensione.

Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

Finding Frankie (PS5)
In conclusione
Finding Frankie è un gioco che riesce a regalare un'esperienza di gioco piena di adrenalina, paura, brividi e molta curiosità sullo svolgimento della storia e su ciò che c'è dietro l'azienda produttrice di cereali, con un'ottimo bilanciamento tra azione e soluzione di enigmi. Speriamo che possano realizzare un sequel o perfino un franchise, poiché ha un grande potenziale che speriamo non vada sprecato e che anzi, vada a svilupparsi maggiormente in termini tecnici e di lore.
Pregi
Ambientazione molto ispirata
Ottimo bilanciamento tra fasi di enigmi e fasi action
Storia intrigante
Difetti
Gameplay un po' macchinoso che spesso porta a incastrarsi in punti della mappa
Soluzioni di gameplay interessanti ma poco sfruttate
Grossi problemi di posizionamento dei checkpoint
7.5
Voto