Qui nella redazione di STWGames servono poche cose per farci felici, ci basta un bel First Person Shooter old-school, ricco di orrori lovercraftiani e pestatissimo heavy metal.
Probabilmente apparteniamo a un campione statistico davvero vasto, dato che dalla release di DUSK abbiamo visto decine di fps che incorporavano questi elementi, e sostanzialmente il genere non ha mai visto un momento di declino.
Tra i videogiochi più riusciti appartenenti a questo filone rientra Forgive Me Father, sviluppato dai Byte Barrel.
Il titolo, nonostante alcune spigolosità, riuscì a colpire positivamente tanti appassionati all’epoca della sua release, ed oggi, a soli due anni di distanza, lo studio polacco ci riporta indietro nella tetra atmosfera dell’immaginaria cittadina di Pestisville.
Siete pronti a ricacciare le forze maligne nelle oscure dimensioni da cui provengono?
CULTES DES GHOULES:
LA TRAMA:
Forgive Me Father 2 inizia esattamente dove finiva il primo capitolo; dopo aver liberato la città dalle grinfie di cultisti ed orrori innominabili, Il Prete, uno dei due protagonisti del gioco precedente, si risveglia in un letto d’ospedale, o per essere più precisi, un letto di manicomio, accusato di aver massacrato buona parte della popolazione di Pestisville.
All’inizio di questo sequel dovremo tentare di fuggire dall’ospedale psichiatrico, invaso da un esercito di cadaveri posseduti dalle forze ultradimensionali al comando di Chtulu, per scoprire, alla fine del primo livello, di stare vivendo un sogno, o meglio, un incubo.
Da questo momento in poi ogni area rappresenterà un ricordo della vita del Prete, corrotta dall’influenza dei grandi antichi e invasa da ogni genere di abominio.
Sarà nostro compito ripulire queste memorie, in quella che in sostanza è una lotta per recuperare la nostra sanità mentale.
Alla fine di ogni capitolo dovremo affrontare un boss, che rappresenta un peccato compiuto dal prete nella sua vita passata, e dopo averlo sconfitto dovremo scegliere se e come fare ammenda per questi errori.
Ognuna delle scelte ci porterà più vicino a uno dei due finali possibili del gioco, e allo scontro contro il terribile emissario di Chtulu chiamato Edge Of Madness.
UNA NARRATIVA ABBASTANZA CONFUSA:
Il primo difetto percepibile di Forgive Me Father 2 è senza dubbio il fatto che non si capisce bene che direzione voglia prendere la trama.
Quanto di quello che stiamo vivendo è un ricordo? Le orde di mostri che spappoleremo sono frutto della nostra immaginazione? Cosa sta effettivamente accadendo a Pestisville? Cosa rappresentano per il nostro personaggio gli individui che vedremo nelle foto collezionabili in giro per i livelli?
Tutti dubbi che sfortunatamente rimarranno irrisolti, come irrisolte rimarranno le nostre domande su che vita Il Prete abbia effettivamente condotto sino agli eventi di Forgive Me Father.
I tanti e variegati livelli/memorie, introdotti da delle lettere anonime indirizzate al protagonista, fanno infatti intuire una vita avventurosa e davvero sfaccettata del nostro eroe, ma in moltissimi casi non c’è un vero e proprio collegamento tra un ricordo e l’altro e gli eventi rappresentati non vengono mai spiegati chiaramente.
Il minimo comun denominatore della maggior parte di essi rimane il fatto di essere chiaramente ispirati a diversi racconti di H.P. Lovecraft, rendendoli quindi fin troppo legati a dei cliché davvero scaduti.
Anche il predecessore di Forgive Me Father 2 soffriva di una narrazione fin troppo criptica e vaga (e non sappiamo quanto di questo sia stato voluto, a onor del vero) e infatti, come ciliegina sulla torta, pare che quasi tutto quello accaduto nello scorso capitolo sia stato… accantonato.
Ad esempio, non sappiamo che fine abbia fatto la Giornalista, cioè il secondo personaggio selezionabile in Forgive Me Father, che risulta totalmente assente in questo sequel.
Come se non bastasse, è praticamente sparito qualsiasi riferimento agli eventi che avevano portato scompiglio in città prima dell’inizio del primo titolo, tranne qualche vago accenno (leggibile nelle note e nei giornali trovabili all’interno di alcuni livelli) alle malefatte compiute dal sindaco Mahoney.
Anche la qualità di molti segreti e collezionabili, purtroppo, lascia un po’ il tempo che trova.
Per fare un esempio, troverete diversi bigliettini con dei numeri, che formeranno, a detta del gioco, un numero di telefono… in realtà si tratta di una data specifica, che non riveliamo per non spoilerare, ma non sprecate troppo tempo ragionandoci o cercando ulteriori segreti, per evitare delusioni.
NECRONOMICON:
IL GAMEPLAY:
Fortunatamente Forgive Me Father 2 rimane un Doom Clone, per cui tutta la parte narrativa, per quanto claudicante, rappresenta una piccola frazione dell’esperienza complessiva.
In questo senso, Byte Barrell a scelto di rendere il secondo capitolo del suo franchise ancor più vicino ai grandi classici del genere e meno more of the same, rimuovendo completamente qualsiasi meccanica vagamente rpg come lo skill tree e le differenti abilità dei personaggi.
Elementi che sicuramente contraddistinguevano il primo Forgive Me Father ma che, in fin dei conti, risultavano davvero poco bilanciati, dimenticabili e non essenziali al completamento del gioco.
Preparatevi insomma ad un classico sparatutto con pochi fronzoli e tanta, divertentissima azione.
Vero perno intorno a cui ruota tutta l’esperienza del gioco infatti è l’ottimo gunplay, reso in maniera magistrale.
I movimenti del personaggio sono fluidi, il controllo dell’azione è perfetto anche nelle situazioni più caotiche, e gli scontri con i tanti orrori che popolano il nostro subconscio sono davvero appaganti e difficili, già a un livello di difficoltà medio.
Se abbiamo notato delle hitbox dei nemici sin troppo generose è vero che rispetto al primo capitolo il gioco sfrutta in maniera molto più intelligente la gestione del numero e del tipo di avversari che ci mette dinanzi, rendendo davvero soddisfacente ogni sparatoria.
Le tante, folli e diverse armi che compongono il nostro inventario poi fanno veramente risaltare le qualità da fps old school di Forgive Me Father 2.
Durante i primi livelli troveremo tutti i sei tipi di armi che porteremo con noi per liberare i recessi della nostra mente: Melee, Pistole, Fucili, Mitragliatrici, Esplosivi ed Esotiche.
Il nostro equipaggiamento iniziale sarà abbastanza canonico, se non si considerano dei piccoli dettagli, come un revolver da cui cola del liquido misterioso o un MP40 con degli strani fregi ornamentali tentacolari.
Man mano che proseguiremo nell’avventura, ritroveremo dei Token, che ci consentiranno di sbloccare nuovi, terribili mezzi di distruzione, per un totale di 18 artefatti.
Oltre a essere davvero capace di far male, l’equipaggiamento presente in Forgive Me Father 2 si rivela davvero… fantasioso, e oltre ai grandi classici presenti in qualsiasi shoot’em up troveremo infatti delle variazioni davvero bizzarre.
Fucili che usano dei polpi al posto dei caricatori, lanciamissili che vanno ”nutriti” e non ricaricati, nemici del primo Forgive Me Father che sono diventati delle mitragliatrici.
La nostra preferita rimane però il Nasty Lenny, un braccio maledetto da usare a mo’ di mazza, capace di avvelenare e far esplodere i nostri nemici quando la loro salute raggiungerà lo zero.
Non vi neghiamo che abbiamo perso più di qualche minuto nell’osservare tutte le animazioni e i suoni emessi da questi particolari e dettagliatissimi strumenti.
Le nuove armi non saranno automaticamente migliori di quelle vecchie (il revolver base ad esempio è una pistola potentissima, capace di uccidere con un headshot la maggior parte dei nemici) ma hanno effetti radicalmente diversi, che cambieranno drasticamente il nostro modo di combattere e, di conseguenza, il nostro approccio strategico a un determinato livello, sopratutto ai livelli di difficoltà più alti, dato che potremo portare con noi una sola arma per tipo.
Oltre a questo campionario di morte, avremo un alleato nel terribile Dark Tome, un libro maledetto in stile Necronomicon che troveremo alla fine del primo livello, e che si nutrirà della nostra follia per rilasciare abilità utili alla nostra sopravvivenza (e alla sofferenza del nemico).
Ogni volta che completeremo un quadro di gioco riceveremo un punteggio in stile Doom, basato sul numero di nemici uccisi, tempo usato per completare il livello, collezionabili raccolti e segreti scoperti.
In base a questo punteggio potremo o meno ricevere un certo numero di pagine mancanti del Dark Tome, che ci daranno accesso a una vasta gamma di abilità.
Potremo equipaggiare un’abilità attiva e due passive alla volta, o tre passive.
Uccidendo i tantissimi nemici che infestano Forgive Me Father 2 faremo salire una barra della follia divisa in diversi slot, ogni utilizzo della nostra abilità attiva consumerà uno di questi.
La continua espansione del nostro arsenale e del nostro tomo maledetto danno davvero una sensazione riuscita di crescita, in senso bellico, del personaggio.
Il senso di miglioramento in Forgive Me Father 2 è veramente ben realizzato e soddisfacente.
Se all’inizio del gioco saremo intimiditi dalla composizione e quantità di nemici, acquisendo nuove armi, nuovi poteri, allenandoci a usare entrambi e ragionando sul miglior approccio strategico vedremo in poche ore la situazione completamente ribaltata, rimettendoci nei panni di terrificanti Doom Slayer.
DE VERMIS MYSTERIIS:
LE AMBIENTAZIONI E IL BESTIARIO:
Un altro degli aspetti che vi terrà incollati al gioco è l’assoluta qualità delle ambientazioni e del vasto campionario di nemici realizzati in maniera attenta e minuziosa.
Se l’enorme varietà dei livelli e la loro disposizione ci ha fatto alzare un sopracciglio in segno di dubbio per quanto riguarda la narrazione, l’effetto a livello di gameplay invece è molto riuscito e ha contribuito a farci pronunciare la classica frase ”Ancora una partita poi basta, giuro”, portandoci invece a completare il gioco in un fine settimana.
Durante le circa quattordici ore che vi serviranno a completare la campagna di Forgive Me Father 2 passeremo da visitare ambientazioni urbane in stile noir ma anche trincee della prima guerra mondiale, città preumane sepolte sotto deserti antichissimi, basi artiche e mondi da incubo, in un continuo rimando alle storie del solitario di Providence.
Tutte le ambientazioni sono visualmente appaganti in ogni loro aspetto, enormemente differenziate rispetto alle altre, vengono riciclati pochissimi asset e fanno venire davvero tanta voglia di esplorarle più volte, alla ricerca di tutti i segreti e camei.
Oltre alla varietà visiva, anche l’ottimo level design contribuisce a tenere alta l’attenzione del giocatore.
Sebbene la struttura generale delle mappe ricalchi ottimamente quanto fatto da Doom 2016, con dei corridoi e delle gradevoli sequenze di platforming che ci portano ad aree circolari più o meno vaste dove ci attendono orde di nemici, ci sono tantissime differenze sostanziali tra una zona e l’altra che fanno sembrare Forgive Me Father 2 come un collage di diversi sparatutto e che costringono il giocatore a dover ripensare radicalmente la sua strategia e il suo inventario da un ”mondo” all’altro.
Per fare degli esempi, alcuni livelli sono bui e labirintici e sembrano presi da un survival horror, con le loro curve strettissime che impediscono di vedere cosa si cela dietro gli angoli, in cui stanno acquattati dei mostri specializzati nel corpo a corpo.
Oltre a dover portare delle armi con poca gittata ma fortissimo potere d’arresto, avremo sempre a disposizione una torcia ricaricabile che dovremo stare attenti a non far spegnere.
Altre ambientazioni invece sono aperte, con tantissime possibilità di salto e ricche di aree tipiche degli arena shooter, dove combatteremo meglio con armi a lunga distanza ed esplosioni ad area.
Per quanto riguarda il bestiario invece dobbiamo segnare un altro punto a favore di Forgive Me Father 2.
Gli abomini sono tanti, variegati nell’aspetto, nel ruolo e nel comportamento (non aspettatevi una IA alla Alien Isolation ma nel complesso agiscono molto bene) e sopratutto sono dannatamente belli, con un design dettagliatissimo che denota una cura e un talento artistico fuori dal comune.
Cosa ancora più interessante, molti di loro possono subire diverse mutazioni, sia tra i nemici comuni che tra i boss.
Colpendo i primi in determinati punti li feriremo, alterando il loro aspetto fisico e in alcuni casi la loro strategia.
Ad esempio, colpendo uno zombie alla testa si limiterà a sostituirla con quella che tiene in mano, colpendo il fusto sulla schiena del Liquidator invece lo faremo esplodere, lasciando il mostro ferito ma in un pericoloso stato di furia Berserk che lo rende estremamente resistente mentre ci carica a testa bassa.
Anche quasi tutti i Boss di fine capitolo muteranno man mano che riceveranno i nostri proiettili e cambieranno strategia di attacco, ma persino a livello difficile risultano davvero troppo facili da uccidere.
Artisticamente sono abbastanza interessanti, anche se in questo senso il primo titolo dei Byte Barrel mostrava delle idee migliori, ma essi rappresentano davvero il lato ”debole” dell’esperienza da fps old school di Forgive Me Father 2.
In linea di massima, per tre su quattro di questi generali infernali, ci basterà muoverci in giro evitando facilmente i loro colpi, e anche sbagliando o arrischiandoci a prenderne qualcuno per sparare un proiettile in più, dato che non faranno troppi danni.
Se un giocatore riesce a battere un boss in un minuto e mezzo in un titolo così frenetico e complicato, significa che il livello di difficoltà di queste fasi è davvero troppo sbilanciato.
IL MANICOMIO:
Alla fine di ogni livello potremo decidere se proseguire nella nostra avventura o tornare nell’hub principale, risvegliandoci nella nostra camera in manicomio.
Dato che avremo completa libertà di movimento nella struttura, prima di lanciarci in un nuovo orrore potremo intrattenerci in tutta una serie di attività gradevoli da osservare, anche se assolutamente inutili.
Prima di tutto potremo leggere l’ennesima lettera misteriosa che ci introdurrà al nuovo livello che dovremo affrontare, in secondo luogo potremo osservare i cambiamenti appena avvenuti nella struttura.
Ad ogni nostra vittoria infatti la casa di cura subirà una sottile ma importante mutazione, a partire dalla nostra camera, dove vedremo accumularsi lettere e souvenir riportati dalle peregrinazioni all’interno dei nostri ricordi.
Fuori dalla stanza, anche il resto dell’ospedale continua a mutare missione dopo missione: si allungano sia i corridoi che contengono le celle da cui potremo rigiocare le varie aree già superate ma anche la sezione dell’edificio che ci farà accedere ai nuovi livelli, con tanti oggettini che ci ricordano le avventure appena trascorse.
All’interno dell’hub di Forgive Me Father 2 ci sono inoltre diverse aree in cui potremo interagire un minimo con l’ambiente ed osservare dei divertenti easter egg.
In bagno potremo aprire i rubinetti, nella pulitissima mensa potremo gustare un gustoso stufato di calamaro interdimensionale che ci farà perdere salute ed è presente un cortile in cui potremo provare un minigioco a tema baseball.
Una volta che ci saremo stancati di gironzolare e osservare i lobotomizzati potremo sbloccare nuove armi o equipaggiarne di già sbloccate, presso il gabbiotto del medico che ci darà una pillola blu.
Stessa cosa per le abilità del Dark Tome, ottenibili dal medico che ci offrirà invece una pillola rossa (non ci è sfuggita la citazione di Matrix).
UNAUSSPRECHLICHEN KULTEN:
ART DESIGN E MOTORE DI GIOCO:
Forgive Me Father 2 riprende e migliora l’interessante stile visivo già visto nel primo capitolo, con ambienti tridimensionali ma con nemici e oggetti di gioco (munizioni, healt e armor pack) formati da dettagliatissimi sprite in 2D, il tutto realizzato con un’ottima grafica in Cel Shading.
L’Art Design è chiaramente ispirato a un’altro grande capolavoro indie di matrice lovecraftiana, ossia Darkest Dungeon, e, esattamente come il titolo appena citato, allo stile fumettistico di uno dei più grandi disegnatori e autori americani di sempre, ossia Mike Mignola, noto ai più per essere il papà di Hellboy.
Come già accennato nei paragrafi precedenti, praticamente quasi aspetto grafico degli elementi che compongono Forgive Me Father 2 ci è piaciuto davvero tanto.
Il bestiario, le armi, gli oggetti e gli ambienti di gioco sono vari, dettagliatissimi e per i primi tre casi, le animazioni sono davvero ben realizzate.
Molto carina anche l’idea di sottolineare i colpi alla testa dei nemici con una scritta che appare sotto ai piedi o sopra la testa della figura colpita.
Ottima anche la variegatissima palette di colori, che contribuisce a rendere ogni livello di Forgive Me Father 2 davvero unico.
Molto buoni per un indie gli effetti in generale e il sistema di illuminazione, che interagisce benissimo con l’onnipresente Fog Of War che contribuisce a dare un tocco soprannaturale e horror a tutte le ambientazioni.
Gli unici difetti che abbiamo trovato sono da ricercare negli nei vari ammo pack reperibili in giro per la mappa.
Di per se sono anche carini e ben disegnati, ma tendono a somigliarsi molto nell’aspetto e nei colori, e non è semplice capire nella frenesia dell’azione quali sono le munizioni che ci servono.
Altro dettaglio che non ci è piaciuto è rappresentato dagli effetti degli attacchi a distanza dei vari nemici, dato che in questo gioco è tutto davvero dettagliatissimo ci ha fatto un pochino storcere il naso vedere dei generici laser fluo applicati a qualsiasi tipo proiettile sparato dai mostri.
Ad esempio il già citato Liquidator dovrebbe sparare in teoria un acido corrosivo, e in realtà lancia lo stesso identico proiettile verde che evoca il Cultista, mentre l’ Eternal Eye dovrebbe emettere delle spore, e invece si limita a ”spuzzettare” degli strambi cuoricini rosa.
Niente che comunque infici troppo la nostra percezione sul favoloso lavoro compiuto dai Byte Barrel sull’aspetto grafico di Forgive Me Father 2.
AUDIO E COLONNA SONORA:
Anche il settore audio è promosso a pieni voti in praticamente ogni singolo dettaglio.
I suoni sono realizzati in maniera magistrale e contribuiscono a mantenere alta la tensione, molto originali anche gli effetti audio delle nostre armi più ”esoteriche”.
Parlando del voice acting è decisamente d’obbligo sottolineare come questo sia migliorato rispetto al primo capitolo, con un narratore fuori campo davvero capace di sottolineare con enfasi gli eventi e dare gravitas alla trama spezzettata e ricucita male di Forgive Me Father 2.
Pure troppa enfasi in alcuni momenti, non abbiamo capito bene perchè continuare ad alimentare la tensione annunciando con sgomento e terrore cose che in fin dei conti non accadono.
In più di una missione ci siamo ritrovati con la voce fuori campo a fare da Cassandra e annunciarci morte e perdizione con l’apertura di quella porta o quel cancello, per poi finire semplicemente il livello senza problemi e senza nessun colpo di scena.
Molto bella la colonna sonora, nuovamente opera del compositore Tim Fialka, che alterna momenti di ambient atmosferico davvero tetro nei momenti ”tranquilli” a dei bei pezzi di buon vecchio death metal violentissimo, nelle situazioni più concitate.
ANALISI PRESTAZIONALE:
Potrà stupire qualche giocatore, ma nonostante l’utilizzo del cel shading, il motore di gioco di Forgive Me Father 2 è abbastanza pesantino, e piagato da qualche difettuccio.
Prima di tutto alla versione attuale (1.1.0) non c’è verso di sistemare le impostazioni grafiche e vedere le modifiche applicate senza riavviare il gioco, in secondo luogo il gioco non sembra andare particolarmente d’accordo col
v-sync.
A prescindere dalle impostazioni da noi utilizzate, sia a livello qualitativo che di locking di frame rate (abbiamo provato il gioco a 144,120 e 90 hertz) e nonostante il gioco sia stato provato su una 4080 Super (minimamente impattata da Forgive Me Father 2 a livello di consumi/prestazioni) abbiamo visto cali di 5/10 frame e risalite repentine ad ogni movimento del nostro personaggio.
Cali tutto sommato minimi ma che inspiegabilmente causavano un fenomeno di micro-stuttering abbastanza fastidioso.
Nota positiva, non abbiamo visto bug o crash di sorta.
Forgive Me Father 2 è attualmente disponibile per: PC, è inoltre un gioco verificato da Valve per Steam Deck.
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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