In questo settembre videoludico straripante di piacevoli novità, uno dei giochi più attesi dalla redazione era senza dubbio Frostpunk 2 del team polacco di 11bit Studios. Seguito dell’amatissimo Frostpunk del 2018, che seppe conquistare il cuore e la mente di una grossa fetta di pubblico, questo nuovo capitolo porta con sé aspettative decisamente gravose.
Il titolo originale è infatti uno dei city builder survival più belli di sempre, forte di un mix di generi in cui ha saputo rappresentare l’assoluta eccellenza, con un loop di gameplay rifinito, un livello di sfida elevato e un vibe semplicemente irreplicabile.
Ed è proprio di atmosfere che vive lo spirito creativo di 11bit Studios, la cui maestria pseudonarrativa è riuscita a sfornare il celebre This War of Mine, gemello di sviluppo con il quale Frostpunk condivide molto più di quanto ci si possa aspettare.
Con questo secondo capitolo, il team ha scelto di separarsi in modo piuttosto drastico e coraggioso da quanto realizzato in origine, facendo crescere le sue ambizioni di pari passo con l’aumento della scala su cui opereremo in qualità di Sovrintendente e Capitano di ciò che resta della terra.
Siete pronti a guidare il vostro popolo alla salvezza?
Scopritelo in questa recensione!
Incipit e trama
Nell’analizzare il comparto narrativo di Frostpunk 2, è importante introdurre prima il contesto generale in cui si svolgono gli eventi, per poi concentrarci nello specifico sulla modalità storia.
Nel capitolo originale venivamo introdotti in un mondo distopico e brutale in cui un improvviso cataclisma glaciale aveva completamente decimato la civiltà, portando i pochi sopravvissuti a riunirsi in una disperata lotta contro il gelo.
Deboli ma estremamente risoluti, i rimasugli dell’umanità erano riusciti a costruire una città attorno a un gigantesco generatore di calore, che facesse da ultima e tremolante luce di speranza in una vasta distesa di morte e desolazione.
Il nostro protagonista, incaricato del ruolo di leader assoluto dell’insediamento, si è trovato ben presto a prendere decisioni difficili pur di garantire la sopravvivenza del gruppo, tra legge marziale, lavoro minorile, sacrifici umani e fanatismi religiosi.
A differenza del gelo, però, il tempo non è qualcosa che può essere domato, e il Capitano muore, lasciando la comunità allo sbaraglio.
In Frostpunk 2, che riprende da quel drammatico avvenimento, la società ha tentato il passo successivo verso l’evoluzione, passando dal carbone al petrolio come nuova fonte energetica.
In qualità di Sovrintendente e potenziale erede del Capitano, avremo il compito di riunire una comunità molto più estesa e politicamente attiva, indirizzandola verso il progresso o, in alternativa, verso la più totale distruzione.
Le tematiche affrontate da questo secondo capitolo sono molte e talvolta estremamente delicate, portandoci a mettere costantemente in dubbio la moralità delle nostre scelte.
Frostpunk 2 non è più la storia di un uomo che tenta di salvare ad ogni costo la civiltà dall’estinzione, ma piuttosto il disperato tentativo di un leader di connettere e, con il tempo, piegare le volontà di una comunità costantemente divisa tra ideali e opinioni fortemente contrastanti.
Non esiste una risposta oggettivamente giusta, esiste piuttosto la necessità di adempiere a una visione di progresso che vede come più grande nemico e alleato l’insaziabile essere umano.
Nel raccontare un’incredibile tragedia corale, questo titolo sarà in grado di trasmettere paura, tristezza, sollievo, rabbia e disgusto con la brutalità e schiettezza a cui 11bit Studios ci ha abituato.
Nel caso specifico della campagna, il nostro compito sarà quello di guidare il lascito di New London, una città già ben nota nel primo Frostpunk, avanzando di capitolo in capitolo verso la creazione di un’utopia fatta di promesse ed ideali infranti.
Assieme alla crescita e sopravvivenza della città e delle colonie limitrofe, assisteremo al graduale centralizzarsi del nostro potere verso l’abolizione della democrazia, assumendo infine il tanto agognato ruolo di nuovo Capitano.
Il gameplay
Il gameplay di Frostpunk 2 differisce in maniera significativa da quello del primo capitolo, offrendo un’esperienza più complessa e profonda che si sposa perfettamente con l’espansione della portata degli insediamenti.
la componente city-builder
Il mix eterogeneo tra city building e survival fa il suo ritorno in questo seguito, con ogni componente preesistente approfondito ed espanso grazie a una varietà impressionante di meccaniche.
Innanzitutto, la costruzione degli edifici è stata sostituita dalla creazione di interi distretti, che includono abitazioni, industrie, impianti d’estrazione, di produzione del cibo e di logistica.
Ciascuno di questi distretti potrà essere ampliato in un secondo momento per ospitare uno o più edifici speciali, offrendo una varietà di utilità e azioni eseguibili per stroncare rapidamente eventuali crisi e carestie.
Ancora prima di ordinare una costruzione, sarà necessario fare i conti con la geologia del territorio, rimuovendo lo strato superficiale con gli spaccaghiaccio e prestando attenzione alla presenza di materiali utili da sfruttare attraverso gli appositi distretti, quantomeno fino al loro esaurimento. Inizieremo quindi a raccogliere i materiali necessari alla sopravvivenza, tra cui, ovviamente, i combustibili necessari per mantenere attivo il gigantesco generatore che fungerà da centro città.
Tenere costantemente soddisfatte le richieste di risorse sarà tutt’altro che semplice, costringendo il giocatore a entrare in un loop di costruzioni e miglioramenti che richiederanno a loro volta un certo quantitativo di calore e forza lavoro per essere mantenuti.
Ed è proprio questa la caratteristica chiave degli edifici speciali, che verranno studiati e successivamente costruiti grazie al centro di ricerca, l’unico assieme alla camera di consiglio ad essere già sbloccato all’inizio della partita.
Impiegando un certo quantitativo di buoni e materiali per la ricerca di una determinata legge o edificio dalla schermata dedicata, avremo modo di sbloccare gradualmente soluzioni sempre più radicali e convenienti per plasmare ogni aspetto del nostro insediamento, dall’efficienza di produzione di un determinato materiale fino alla velocità con cui la nostra comunità crescerà demograficamente.
Molte delle tecnologie disponibili, specialmente quelle più avanzate, si riveleranno essere piuttosto estreme e brutali, talvolta calpestando la libertà dei nostri cittadini in favore del controllo totale sulla vita comunitaria in ogni suo aspetto.
Sviluppando la società in una determinata direzione, otterremo accesso a delle abilità straordinariamente forti, uniche al retaggio scelto nonché fondamentali per il nostro successo.
Sfortunatamente, nulla è semplice come sembra, e quasi ogni tecnologia ricercabile presenterà delle alternative più o meno valide, preferite da una o dall’altra comunità facente parte del nostro consiglio, il nostro più grande avversario dopo il grande gelo.
La democrazia
All’inizio di ciascuna partita della modalità “Costruzione di utopie”, ci verranno assegnate tre fazioni chiave, ciascuna con idee più o meno discordanti su ogni aspetto della società, come riforme, visione del progresso e ideali vari.
Dalle personalità più radicali di queste comunità emergeranno altre due entità, generalmente destinate a dominare la vita politica e sociale dell’intero insediamento grazie al numero elevato di seggi e alle loro abilità uniche.
Ottenere il benestare di tutti i gruppi politici sarà un obiettivo costante per il nostro povero protagonista, il quale dovrà cercare in ogni modo di soddisfare le richieste dell’intera comunità, a prescindere da quanto possano contrastare fra di loro.
La fiducia può essere ottenuta in vari modi: promettendo l’approvazione di una determinata legge, lo studio di una tecnologia, o la creazione/distruzione di un edificio, oppure finanziando, promuovendo pubblicamente o concedendo la votazione ad un determinato gruppo.
Ogni 10 settimane il consiglio si riunirà per votare l’approvazione di una legge che può agire sui vari aspetti della comunità di sopravvissuti, talvolta cambiando radicalmente le sorti della partita in base al risultato.
Nel tentativo di avere il controllo sulla riuscita o fallimento di una particolare votazione, potremo negoziare con i delegati delle varie comunità concedendo loro delle promesse.
Ottenendo un buon grado di fiducia con le fazioni più radicali, avremo accesso a dei boost unici alla produzione, alla medicina o ad altri aspetti del gameplay.
Da questo aspetto del gioco tende a dipendere una buona parte della meccanica di tensione, rappresenta da un indicatore a cui bisognerà stare attenti se si vogliono evitare rivolte, crisi politiche e conseguenti game-over.
Tenere sotto controllo il livello di malattia, il freddo e il degrado sarà quindi una costante da non sottovalutare in nessun caso.
Infine, il fervore è un ulteriore aspetto critico nella prevenzione della diffusione di manifestazioni o di eccessivi accentramenti di potere, il cui risultato potrebbe essere lo scoppio di una crisi.
Stare costantemente dietro agli aspetti politici di questo gioco può rivelarsi un’esperienza estremamente frustrante, specialmente ai livelli più alti di difficoltà, e non troviamo difficile immaginare che alcuni giocatori possano sentirsi scoraggiati nel continuare la partita per questo motivo.
Dei tre playthrough (campagna esclusa) che abbiamo portato a termine prima di scrivere questa recensione, due si sono interrotti dopo molte ore di gioco a causa di crisi improvvise da cui il nostro apparentemente stabile governo non è uscito indenne.
Frostpunk 2 è un titolo difficile, ancor più del suo predecessore, e consigliamo a tutti coloro che decidessero di affrontare questa avventura di iniziare con la modalità storia, per avere una panoramica più lenta e rilassata su tutti gli aspetti dell’esperienza.
A tal proposito, il gioco offre una scala di difficoltà personalizzabile su molteplici livelli, ma nessuno di questi sarà veramente facile, quindi non abbiate timore di giocare a livello “Cittadino” e non scoraggiatevi in caso di fallimento.
Crediamo che, a prescindere da quanto possa risultare frustrante per i giocatori più inesperti, Frostpunk 2 abbia pienamente centrato i suoi obiettivi, espandendo il sistema di city-building ed integrando l’aspetto politico in modo coerente quanto intrigante. Il risultato è un’esperienza che mantiene intatta gran parte di ciò che ha reso speciale il primo capitolo, elevandolo ulterioremente grazie a una struttura di gameplay molto più profonda e stratificata.
La citta’ deve sopravvivere
Una delle esperienze più uniche e maestose offerte dall’originale Frostpunk era l’arrivo della tempesta, una furiosa e inarrestabile tormenta di ghiaccio destinata a ricoprire la città per settimane, portando al limite estremo le nostre capacità di sopravvivenza.
Nel seguito, gli sviluppatori hanno saputo amplificare questo aspetto rendendolo ancora più terrificante, con una rappresentazione visiva e sonora dall’impatto ineguagliabile.
La tempesta non solo abbasserà la temperatura ben al di sotto dei limiti sopportabili dall’essere umano, ma ci isolerà anche dal resto della zona esplorata in procedenza, il tutto mentre le nostre produzioni verranno fortemente penalizzate.
In sostanza, questo evento rappresenta un vero e proprio banco di prova per tutti gli avanzamenti sociali e tecnologici raggiunti fino a quel momento, prosciugando le nostre scorte e spezzando gli animi persino dei nostri uomini più fedeli.
Le medesime sensazioni si applicano alla risoluzione delle varie scelte morali che compiremo costantemente nel corso della partita, rispondendo a diversi pop-up e osservando come gli aspetti positivi e negativi delle nostre decisioni si riflettono nella vita di ciascun sopravvissuto.
Nonostante il gioco si focalizzi su una scala molto più ampia in qualità di gestionale, Frostpunk non ha mai smesso di colpirci fortemente sul piano personale.
La citta’ deve espandersi
Un ulteriore strato di complessità viene offerto dall’introduzione delle spedizioni nelle lande ghiacciate a carico dei distretti logistici della città.
Una volta presa visione delle diverse direzioni verso cui sarà possibile espandere i nostri orizzonti, invieremo dei gruppi di esploratori per studiare il territorio in cerca di materiali, persone o qualsivoglia punto di interesse sopravvissuto al grande gelo.
Nel caso della scoperta di un giacimento, potremo utilizzare una parte dei nostri uomini per costruire un sentiero o una teleferica per trasportare una quantità di risorse verso il nostro villaggio fino al loro esaurimento. Allo stesso modo potremo invitare i gruppi di sopravvissuti ad unirsi al nostro villaggio per aumentare la crescita demografica o ancora colonizzare alcune zone per costruire nuove colonie indipendenti con cui scambiare costantemente materiali e combustibili.
A questo si aggiunge una piccola ma sostanziosa chicca a livello narrativo attraverso la quale i vari ritrovamenti ci racconteranno le sorti del mondo perduto, dei sopravvissuti ormai deceduti e di chi, come noi, tentò di sopravvivere riunendosi in una comunità.
Si tratta di una parentesi di gameplay che abbiamo apprezzato particolarmente e che crediamo contribuisca nella creazione di un contesto più esteso ed efficace per questo secondo capitolo della saga.
Considerazioni finali
Frostpunk 2 nella sua essenzialità è un titolo che consideriamo fortemente riuscito, avendoci emozionato profondamente con gli avvenimenti della modalità storia e confermandosi come un potenziale gioco dall’altissima rigiocabilità attraverso l’introduzione di “Costruzione di utopie”.
È a tutti gli effetti il seguito ambizioso di un titolo piccolo ma per nulla penalizzato dalle sue limitazioni, e troviamo che essere coraggiosi sia stata la scelta giusta per il team di sviluppo.
Ad ogni modo, è possibile che il gioco non soddisfi pienamente tutti i fan del primo gioco in funzione delle grosse differenze che li caratterizzano, talmente calcate che non potremmo fare a meno di consigliare il recupero di entrambi i titoli a chi fosse interessato ad approcciarsi alla serie.
Comparto artistico e tecnico
Da un punto di vista puramente artistico, Frostpunk 2 mantiene l’eccellenza del suo predecessore nonostante le palesi differenze estetiche.
La spettacolare resa dei paesaggi privi di vita del mondo ghiacciato riesce a togliere il fiato, e vedere sorgere la città attorno al grande generatore è quasi un’esperienza emozionante.
I disegni che accompagnano gli avanzamenti di trama e le scelte morali sono realizzati con una cura estrema, riportando in auge l’atmosfera che aveva reso così unico l’originale del 2018. La stessa cura si riflette nella UI, che inizialmente può sembrare complessa e dispersiva, ma si rivela ben integrata con il contesto di gioco, sciogliendosi letteralmente davanti ai nostri occhi nei momenti di maggiore difficoltà.
La desolazione e il rassicurante calore della civiltà si fondono all’arrivo della tempesta, macchiando di un rosso sanguigno la nebbia nel caso il gelo riesca a prendere il sopravvento, mentre la città si accende con mille piccole luci sfavillanti allo scoppio delle ultime tensioni.
Pur essendo un gioco fortemente incentrato sull’atmosfera, Frostpunk 2 non fa a meno di un comparto grafico genuinamente impressionante, spiccando per il realismo di alcuni scenari e per la resa d’insieme dello spazio cittadino. Abbandonando l’engine proprietario per passare all’Unreal Engine 5, 11Bit Studios ha avuto accesso ad una vasta quantità di strumenti tecnici per la realizzazione del gioco, talvolta facendo meno della stabilità prestazionale, come vedremo in seguito.
Nel concludere l’analisi degli aspetti artistici, è fondamentale menzionare il comparto audio, con particolare riferimento alla strabiliante colonna sonora composta dall’unico e inimitabile Piotr Musiał.
Se il primo Frostpunk ha offerto tracce che rimarranno impresse nella storia musicale del medium (ne abbiamo parlato anche in un articolo dedicato), il seguito costruisce sull’identità di quest’ultimo per regalarci nuovi picchi di intensità mai raggiunti in precedenza.
Anche in questo caso, l’orchestra viene utilizzata in modo potente e raffinato, evocando la complessità della musica classica pur mantenendo una forte dimensione umana, intrisa di sofferenza e di un senso inesorabile di fallimento. E la musica, proprio come questa sensazioni, non smetteranno di accompagnarci neppure per un secondo nel corso del nostro playthrough.
Stabilita’ tecnica e bug
Per quanto sia importante sottolineare che abbiamo avuto modo di testare il gioco in netto anticipo rispetto al suo rilascio, il comparto tecnico di Frostpunk 2 trascina con sé un quantitativo di problematiche che difficilmente vedranno una risoluzione entro la data d’uscita.
Il più grande di questi nonché quello che colpirà una buona parte dei giocatori è senza dubbio di origine prestazionale, avendo a che fare con un titolo davvero pesante anche su una configurazione di fascia piuttosto alta. In particolare, il problema tenderà a diventare sempre più marcato man mano che la nostra città verrà espansa e con essa la conta poligonale di edifici nonché i particellari del fumo e delle attività dei nostri abitanti.
Su un PC dotato di RTX 3080, i9 di decima generazione e 32GB di RAM, il gioco non è riuscito a superare i 30/40fps con dettagli alti in 1440p e DLSS impostato su qualità. Una soluzione, onestamente più simile a un compromesso, è stata l’attivazione della tecnologia FSR 3 di AMD con Frame Gen, con cui siamo riusciti a raggiungere i 60fps, seppur decisamente poco sentiti.
Non sono mancati sporadici crash, resi particolarmente fastidiosi dall’abitudine del gioco di far passare più di mezz’ora tra un salvataggio e l’altro. Per quanto riguarda i bug, invece, abbiamo notato un frustrante reset della lingua a ogni riavvio.
Siamo fiduciosi che queste problematiche vengano risolte con le patch successive al rilascio, ma non possiamo fare a meno di considerarle come un fattore penalizzante in questa sede di recensione.
Ringraziamo Terminals.io per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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