Il videogioco è un medium che ha tanto da offrire e spesso presenta storie con uno spessore tale da lasciare il segno nel cuore di migliaia di giocatori. Tuttavia, di tanto in tanto, capita che un’idea semplice, persino sciocca, venga usata come base per lo sviluppo di un titolo.
Molte volte si tratta di giochi che divertono per qualche minuto e perdono il loro poco fascino piuttosto presto, ma può succedere che, dietro alla trovata che serve solo ad attirare l’attenzione, si nasconda comunque un’opera valida.
Oggi parleremo di Gal Gun 2, una serie che ha un pubblico sorprendentemente ampio e che, nel corso degli anni, ha fatto parlare molto di sé, sia in positivo che in negativo. Ma chi avrà ragione? Scopriamolo insieme in questa recensione.
Incipit narrativo
Il gioco si apre nel più classico dei modi: il nostro protagonista maschile, senza alcuna voce o nome, si trova in classe a chiacchierare con la sua amica d’infanzia, Nanako.
Dopo le ore scolastiche, ci renderemo presto conto che sul nostro telefono è installata un’app di cui è impossibile liberarsi. Ancora più strano, però, è il pacco che troviamo sul nostro banco, contenente un visore VR e una pistola dalla forma inusuale.
Dopo averli raccolti e, ovviamente, indossati, ci apparirà davanti un angelo di nome Risu che ci metterà al corrente della gravissima situazione in cui versa il nostro liceo e del pericolo incombente che grava su tutte le sue studentesse.
In parole povere, una demonessa ha posseduto quasi tutte le ragazze del complesso scolastico, rendendole affamate e pronte a dichiararsi in massa a tutte le povere vittime che si aggirano tra le aule.
Sarà quindi nostro compito fermarle, grazie alla nostra fidata pistola spara-feromoni, e bloccare la libidinosa invasione che si è scatenata tra le povere studentesse e insegnanti.
Insomma, parliamoci chiaro: è chiaramente una di quelle trame di dubbio gusto a cui si è abituati se si consumano quei fumetti divertenti che ti aiutano a dormire. Eppure, la narrativa del gioco, nonostante abbracci appieno il suo essere giocosamente perversa, riesce comunque ad avere una trama funzionale.
Molti dei personaggi che incontreremo saranno degli stereotipi, ma si tratta comunque di stereotipi approfonditi: hanno dei motivi per fare ciò che fanno e le loro scelte hanno senso nel contesto della storia.
Ovviamente, non si parla di una trama articolata come quella di un Metal Gear, ma di un divertente stacco che, anche se è una palese scusa per darti una ragione per guardare le grazie delle signorine presenti in gioco, riesce comunque a far affezionare il giocatore a tutti i personaggi.
Una qualità particolarmente apprezzata è l’estrema rigiocabilità a livello narrativo, poiché sono presenti tre diverse route romantiche da intraprendere, che cambieranno non solo il finale del gioco, ma aggiungeranno anche una miriade di scene nuove.
Gameplay
Gal Gun 2 è uno sparatutto su binari in cui dovremmo principalmente affrontare tre tipi di missione, tra uno scenario e l’altro avremo a disposizione del tempo libero mattutino e pomeridiano, in cui potremo approfondire il nostro rapporto con una delle ragazze presenti oppure addobbare la nostra cameretta.
La pistola a ferormoni
La meccanica principe del gioco è anche il modo in cui interagiamo con l’ambiente che ci circonda: si tratta del puntatore della nostra fidata pistola. Questa stravagante arma ci permette di difenderci durante gli assalti delle studentesse del nostro liceo.
Come in tutti gli sparatutto, dobbiamo ovviamente mirare e sparare, ma in Gal Gun il nostro compito non è fare del male ai nostri nemici, anzi, la nostra pistola spara feromoni che, impattando sulle ragazze, le manda in estasi prima che possano confessarsi.
Una volta raggiunto il climax, la ragazza di turno si getterà a terra sconfitta.
Ogni personaggio del gioco ha un design solido e riconoscibile, ma non solo: ogni ragazza possiederà anche il proprio punto debole che, una volta colpito, le renderà felici in un colpo solo.
Ovviamente, questo sweet spot cambia da posseduta a posseduta, ma sono più o meno sempre gli stessi: cosce, piedi, petto e testa.
Oltre al semplice fuoco primario, avremo a disposizione anche un fuoco secondario che ci permetterà di aspirare i piccoli demoni che infestano il liceo o strappare di dosso i vestiti alle ragazze che abbiamo davanti per batterle con un colpo solo.
È un sistema di combattimento che, seppur semplice, riesce a intrattenere. Chiaramente pensato per il VR, non si adatta benissimo alle console su cui è uscito, ma riesce comunque a divertire se si supera lo straniamento iniziale del dover far ammiccare le studentesse.
L’unico vero punto dolente del combat system sono gli spostamenti, potremo infatti abbassarci o piegarci di lato con il movimento dello stick, ma risulta spesso scomodo e inutile. Inoltre, per passare da un punto all’altro, si dovrà necessariamente mirare alle icone di spostamento e non sarà possibile camminare in nessun altro modo.
È un sistema molto comune negli sparatutto su binari, ma in Gal Gun risulta pesante a causa dell’ampiezza degli spazi e della moltitudine di nemici che arriveranno da ogni direzione.
In ogni caso, però, il gioco non è particolarmente ostico: anzi, la curva della sfida è pensata in maniera discreta, senza mai risultare davvero frustrante.
Il passare del tempo
Gal Gun 2 presenta un semplice sistema di scorrimento del tempo, avremo infatti una quota mensile di demoni da battere, ma il gioco ci lascia completa libertà su come avanzare nelle nostre giornate.
Il giorno è diviso principalmente in due momenti di tempo libero e uno di azione.
Durante il periodo di azione dovremo scegliere tra missioni principali, che portano avanti la storia, o missioni secondarie, che ci permettono di aiutare delle studentesse con delle richieste.
Le missioni si dividono principalmente in tre macro gruppi: missioni di orda, di protezione di alcune studentesse o di ricerca oggetti. Sono tutte modalità di gioco che sanno di già visto e che, meccanicamente, non sono niente di eccezionale. Tuttavia, la varietà presentata fa comunque piacere e riesce a intrattenere per tutta la durata del gioco.
Durante il periodo di tempo libero, invece, dovremo usare i dolci, che riceviamo a fine missione, per ingraziarci la ragazza che ci interessa. Dopo averle dato abbastanza leccornie, partirà una scenetta che serve spesso ad approfondire il personaggio con cui stiamo parlando o a mostrarci qualcosa di piccante, ma sempre in modo divertente.
Un sistema di relazione semplice e non troppo impegnativo, che da una parte lascia parecchio a desiderare, visto che è relativamente impersonale e semplice, ma dall’altra funziona grazie alle scene che sblocca, perché si tratta indubbiamente dei punti più interessanti dell’avventura.
Incontri con le signorine
Questa è senza ombra di dubbio la meccanica di cui è più difficile parlare…
Allora, abbiamo appurato che durante le missioni secondarie ci è permesso salvare delle studentesse che sono, all’effettivo, dei personaggi secondari. Una volta salvate, però, queste ragazze non spariscono dal gioco, bensì sbloccheremo il loro numero di telefono.
Con il loro contatto a disposizione, potremo invitarle a degli incontri privati, dove si apre davanti a noi un mondo. Si possono fare le solite chiacchiere con linee di dialogo riciclate, ma la ciccia vera arriva con i menù opzionali.
In questi sottomenu è possibile cambiare i vestiti della ragazza selezionata, metterla in posa e molto altro, tra cui entrare in una modalità secondaria in cui verremo trasportati in una zona rosa e potremo sparare con la nostra magica pistola alla signorina scelta.
Più la facciamo divertire, più strati di abiti possiamo farle volare via in un tripudio di suoni e pose che lasciano poco all’immaginazione.
In ogni caso, è una sezione del gioco molto curata, forse di dubbio gusto per alcuni giocatori, ma chi conosce e gioca a Gal Gun lo fa proprio per questo tipo di meccaniche, e questo secondo capitolo della saga non delude.
La varietà di vestiti da sbloccare, di pose da provare e di ragazze da salvare è colossale: un sistema su cui ci si potrebbe effettivamente investire parecchio tempo, se è quello che cercate, e di cui è impossibile non riconoscere l’impegno.
Comparto artistico e tecnico
Il comparto artistico è solido, i modelli tridimensionali risultano abbastanza espressivi e alcuni design di angeli e demoni non possono fare a meno di lasciare con un sorriso. Inoltre, molte cutscene sono disegnate a mano in stile visual novel, ed il tratto è ben curato e piacevole.
Le OST sono orecchiabili e, anche se ci vergogniamo ad ammetterlo, abbiamo canticchiato spesso l’intro di gioco grazie al suo tono giocoso e alla composizione che non ha niente da invidiare a una sigla di un anime.
Anche per il comparto tecnico, tutto procede a gonfie vele: niente ha inficiato la nostra avventura e il frame rate si è tenuto stabile per tutto il tempo giocato.
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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