All’interno della rinomata Capcom, uno tra i tanti nomi che spiccano è sicuramente quello di Shu Takumi, un geniale game director che fa parte della vasta famiglia dell’azienda giapponese sin dal lontano 1994, da molti ben noto per l’eccellente lavoro svolto nella celebre saga di Ace Attorney.
Tuttavia, nel suo catalogo di giochi vi è un’altra opera che ha ottenuto un notevole successo critico fin dai suoi esordi, pur restando sempre un titolo di nicchia, amato da un pubblico appassionato ma ristretto.

Parliamo di Ghost Trick: Detective fantasma, un’avventura investigativa punta e clicca originariamente pubblicata nel 2010 su Nintendo DS che, a nostro parere, non ha ricevuto l’attenzione e il successo che meritava.
Sembra che tale opinione sia condivisa anche da Capcom stessa, che ha deciso di ridare vita all’opera attraverso una splendida edizione rimasterizzata del gioco, disponibile su Steam e su console.

Questa riedizione permetterà sia ai nuovi fan che agli appassionati di lunga data di godersi la versione definitiva di questa perla videoludica, restando incantati da una storia straordinaria che terrà incollati allo schermo in un’esperienza senza precedenti.
Quindi, senza indugiare ulteriormente, immergiamoci immediatamente nell’analisi di questa magnifica avventura che sfida la realtà e il flusso del tempo.


INCIPIT

In un genere che pone la trama come il fulcro centrale di tutta l’esperienza, il compito più importante consiste nel conferire alla propria storia una caratterizzazione unica e inimitabile, compito decisamente arduo ma allo stesso tempo essenziale per distinguersi e risultare ineguagliabili tra i numerosi titoli simili presenti sul mercato.

A tal proposito Ghost Trick riesce in modo eccezionale nell’intento, grazie alla inusuale prospettiva attraverso cui viviamo gli eventi attraverso gli occhi di un protagonista estremamente singolare. Non ci troveremo nelle vesti del classico eroe che agisce attivamente e intorno al quale si sviluppa la trama, ma saremo invece un personaggio principale che svolge un ruolo di osservatore passivo nelle vicende altrui, con la possibilità di manipolare solo in minima parte gli avvenimenti.

Effettivamente, l’intero modo in cui entriamo in contatto con il nostro protagonista è sorprendentemente insolito. Fin da subito, scopriamo che è stato vittima di un omicidio, e ci troviamo così a interpretare un personaggio che, ancor prima di iniziare a giocare, è già morto.
Sarà nostro compito indossare i panni del suo fantasma, un’entità senza nome né identità, priva di memoria e con l’unico obiettivo di recuperare i propri ricordi e svelare il proprio passato.

Ci avventuriamo, dunque, in questo viaggio intriso di enigmi e misteri, in cui ci serviremo dei nostri poteri di natura spirituale per svelare il maggior numero di dettagli sulla nostra vita passata prima di svanire per sempre con l’arrivo dell’alba.


GAMEPLAY

Come c’era da aspettarsi da un gioco di Shu Takumi, anche in Ghost Trick è praticamente impossibile parlare della trama senza collegarla al gameplay, essendo questi due aspetti intrinsecamente legati come se fossero un unico elemento.

Ghost Trick

Il titolo si presenta in effetti come un’avventura principalmente testuale, arricchita da numerosi puzzle che ruotano principalmente attorno alle nostre limitazioni di movimento. Di fatto essendo spiriti senza corpo e gambe non possiamo camminare o spostarci liberamente, e dobbiamo invece muoverci da un oggetto all’altro, che possiamo controllare solo in minima parte per compiere azioni specifiche.

Per eseguire tali movimenti dovremo fare affidamento sui nostri poteri derivanti dal regno dei morti, noti come ghost trick, che si suddividono in due categorie che conferiscono poi il nome al gioco stesso.

  • Ghost, rappresenta la capacità di spostarsi da un oggetto all’altro sfruttando la presenza dei “nuclei”, fonti di energia visibili solo agli spiriti e presenti negli oggetti e nei corpi senza vita.
  • Trick, come suggerisce il nome stesso ci consente di manipolare gli oggetti con un nucleo, utilizzandoli in modi sempre diversi, per esempio possiamo aumentare la velocità di un’altalena o far funzionare elettrodomestici che altrimenti non sarebbero operativi.

Attraverso questi trucchi da fantasma saremo in grado di manipolare l’ambiente circostante per spostarci da un punto all’altro o per aiutare coloro che sono ancora in vita, salvandoli da situazioni altrimenti fatali o indicando loro la giusta strada da seguire.

Questi enigmi offrono un’ampia varietà di sfide che arricchiscono notevolmente il gameplay, impedendo che diventi presto monotono o privo di contenuti. La loro risoluzione non solo stimola l’attenzione del giocatore, ma lo spinge a progredire attraverso 18 intriganti capitoli ognuno con obiettivi unici, alternando in modo perfetto momenti coinvolgenti di gioco con una trama avvincente.

Detective fantasma

In un ambiente così vibrante e colorato, popolato da personaggi vivaci e affascinanti, non possono mancare quei momenti macabri di omicidio e morte che contraddistinguono le opere del padre di Ace Attorney.
È proprio in questi istanti che l’aspetto investigativo del gioco si fa predominante, grazie ad un altro dei poteri a nostra disposizione. Infatti, ci basterà collegarci al nucleo di qualsiasi cadavere, a patto che siano trascorse non più di 24 ore dalla morte, per poter rivivere gli ultimi quattro minuti precedenti al decesso.

Tuttavia, il nostro obiettivo non sarà quello di identificare il colpevole dell’omicidio (dato che nella maggior parte dei casi sarà già noto), ma piuttosto manipolare gli oggetti presenti sulla scena del futuro delitto, al fine di cambiare il destino della vittima e salvarle la vita.

Il nostro ruolo sarà quindi di importanza vitale, così come la nostra attenzione ai dettagli, che in soli quattro minuti di tempo ci spingerà a esplorare e sperimentare ogni possibile combinazione di tricks sugli oggetti, seguendo un sistema di Trial-and-Error non sempre gestito nel migliore dei modi.

È importante infatti notare che quando dovremo riavvolgere il tempo a causa di un fallimento, il gioco non offre un modo per accelerare le scene. Di conseguenza il giocatore si trova costretto a rivedere intere sequenze, provando noia e frustrazione a causa di un gameplay molto punitivo, in cui un semplice errore di tempismo può portare alla necessità di ripetere un’intera sezione di gioco.

Man mano che la trama si sviluppa, i casi diventano più impegnativi, offrendo sfide sempre più stimolanti che richiedono soluzioni di conseguenza più creative. Tuttavia il gioco offre costantemente utili consigli sotto forma di dialoghi quando il giocatore si trova in difficoltà, garantendo un’esperienza avvincente senza mai risultare troppo ardua.


PERSONAGGI

In un’avventura investigativa che si rispetti, un elemento essenziale che non può mancare è la presenza di un cast di personaggi affascinanti e vivaci in grado di coinvolgere emotivamente il giocatore, aggiungendo così più spessore all’esperienza di gioco.
Ebbene, anche in questo ambito Ghost Trick non ha deluso affatto, presentando NPC estremamente ben caratterizzati, mai banali o fastidiosi, a cui ci siamo affezionati fin dal primo istante.

Ogni individuo ha un ruolo distintivo e ben definito all’interno della trama, con un arco narrativo accuratamente strutturato che raggiunge sempre una conclusione soddisfacente.

All’interno del gioco troveremo una varietà di personalizzazioni con personaggi estremamente buffi ed eccentrici, inclusi villain che spesso ci strapperanno un sorriso con la loro goffaggine. Tuttavia, ciò non significa che manchi spazio per storie più profonde e serie, affrontate perfettamente dal gioco e caratterizzate da momenti emotivi che si distinguono dal resto dell’esperienza.


STRUTTURA NARRATIVA

Tutti gli elementi descritti finora si fondono in modo impeccabile, creando un mix perfetto che costituisce la struttura narrativa completa del gioco. Attraverso le interazioni tra il gameplay e i vari personaggi, la trama prende vita e si evolve in modo sorprendente, offrendo una storia avvincente piena di colpi di scena spettacolari.

Abbiamo semplicemente adorato la maestria con cui la narrazione è gestita.
Ogni dettaglio, anche quello apparentemente casuale, è invece attentamente studiato e ogni situazione si rivelerà significativa nel corso del gioco, tanto che renderà il giocatore desideroso di rigiocare l’avventura una volta completata in modo da riviverla con una nuova prospettiva una volta che tutti i misteri saranno stati svelati.

Inoltre, come accennato in precedenza, il nostro ruolo di semplici spettatori degli eventi ci consente di analizzare ogni scena nel suo insieme, senza lasciar sfuggire alcun dettaglio al fine di ottenere una visione completa di ogni situazione.

Tuttavia, se dobbiamo individuare un aspetto negativo nella realizzazione, dobbiamo ammettere che abbiamo trovato i capitoli finali del gioco leggermente affrettati, con alcuni punti della trama e caratterizzazioni dei personaggi che avrebbero beneficiato di un maggiore approfondimento. Sebbene la durata del gioco (in questo caso circa 10 ore) non sia un parametro determinante per valutare un’opera, non possiamo negare che questo titolo in particolare avrebbe sicuramente tratto vantaggio da alcuni capitoli aggiuntivi.


COMPONENTE TECNICA

Se la struttura narrativa rappresenta l’apice dell’esperienza, purtroppo l’esatto contrario si può dire della carente gestione del comparto tecnico che, sebbene non presenti problemi gravi, lascia comunque molto a desiderare deludendo le aspettative.

Il primo aspetto che abbiamo notato e che non abbiamo affatto apprezzato è la presenza delle bande laterali (come si può notare anche dalle immagini che abbiamo allegato), che simulano lo schermo del Nintendo DS. La mancanza di un widescreen funzionante rappresenta un’opportunità persa per migliorare ulteriormente un gioco già estremamente piacevole, che si focalizza così tanto sull’osservazione costante dell’ambiente.

Nonostante ciò, Capcom ha svolto un ottimo lavoro nella trasposizione di tutte le meccaniche touchscreen presenti nello schermo inferiore del DS in azioni gestibili tramite il mouse. Tuttavia, abbiamo riscontrato molte più difficoltà nel controllare i movimenti utilizzando un controller, soprattutto quando si richiede precisione di movimento in presenza di più nuclei.

Dal punto di vista grafico è evidente il notevole miglioramento della risoluzione, ora perfettamente in Full HD. Ciononostante è un peccato che questa migliore qualità metta in evidenza i poligoni dei modelli, dove specialmente in alcune scene evidenzia l’inadeguatezza dei personaggi rispetto all’ambiente circostante, creando un effetto visivo non particolarmente gradevole.

In ogni caso, l’ottimo stile grafico riesce a distogliere l’attenzione da queste problematiche, permettendo di vivere un’esperienza nonostante tutto estremamente piacevole, arricchita ulteriormente dalla perfetta colonna sonora del maestro Masakazu Sugimori, ora totalmente rimasterizzata.

La versione remastered offre anche una serie di aggiunte apprezzate. Oltre alla possibilità di cambiare tra la nuova collezione di OST e quelle originali per i più nostalgici, è stato introdotto un glossario che riassume tutti gli eventi del gioco fino al punto raggiunto e, una volta completata la trama principale, si può anche affrontare una serie di brevi puzzle extra da risolvere.


Ringraziamo Capcom e Plaion per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

Seguiteci sul nostro curatore per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

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