Sono passati quasi due anni dal rilascio di God of War Ragnarök, e l’impatto culturale che l’originale reboot ha avuto sull’industria videoludica non sembra ancora spegnersi, confermandosi uno dei maggiori motivi di vanto per i giocatori PlayStation.

Copertina del gioco
Data di rilascio 19/09/2024 (PC)
Publisher Sony Playstation
Piattaforma PC, PS4, PS5

L’arrivo di questo seguito su Steam non è che la scontata conferma di una Sony sempre più interessata a investire sul crescente pubblico di giocatori PC, che di recente ha rotto nuovamente il suo record di estensione con oltre 38 milioni di utenti simultanei.

L’ultima opera di Santa Monica Studio, solenne chiusura di un arc decennale che ha coinvolto non solo la trama della serie, ma anche l’impegno dell’intero team di sviluppo, è stata accolta con grande entusiasmo dalla critica internazionale e da una buona parte dei giocatori appassionati. Tuttavia, non sono mancate alcune critiche rivolte al ritmo forzatamente accelerato della trama e all’implementazione semplificata di alcune meccaniche di gameplay.

Per quanto l’intento di questa analisi sia principalmente quello di esaminare il lavoro di porting svolto assieme a Jetpack Interactive, dedicheremo un sostanzioso capitolo a riassumere quelle che sono state le nostre sensazioni sul titolo dopo averlo completato.

Siete pronti ad assediare le titaniche mura di Asgard?
Di seguito, la nostra recensione!

LA NOSTRA OPINIONE SUL GIOCO

Di base, God of War Ragnarök riprende a piene mani dalle solidissime fondamenta del capitolo del 2018, estendendole, rinnovandole e migliorando gran parte delle componenti di gameplay.
In particolare, il sistema di combattimento sembra aver raggiunto finalmente la maturità, permettendo una grande varietà di approccio grazie alla costruzione di build, e regalando un feeling ricercato di adrenalina e fluidità in ogni occasione.
Le abilità inedite, così come l’aggiunta di un’arma del tutto nuova nell’arsenale di Kratos, aprono a tantissime nuove opportunità, dando nuova linfa a un’esperienza altamente ripetitiva.
Non di meno, il combattimento nei panni di Atreus si è rivelato inaspettatamente dinamico e divertente, stravolgendo completamente i ritmi serrati del gameplay.
Contribuiscono anche la grande varietà di nemici e miniboss che incontreremo durante l’avventura, qualcosa che tendeva invece a mancare nel suo predecessore.

Sensazione che si estende senza difficoltà all’interezza dei contenuti, specialmente quelli secondari, presenti in numero talmente elevato da superare di gran lunga quelli dell’originale.
Se da un lato questo favorisce senz’altro la longevità complessiva del titolo, dall’altro l’esplorazione si è resa piuttosto pesante man mano che accompagnavamo Kratos, Mimir e il giovane Atreus verso l’inevitabile apocalisse.

Impossibile criticare gli aspetti artistici del gioco, a partire dai paesaggi ricoperti dal gelo del Fimbulvinter fino alla soundtrack incredibilmente epica composta da Bear McCreary (Battlestar Galactica, The Walking Dead, Gli Anelli del Potere).

Del resto, parliamo di un titolo dal valore produttivo immenso, che riesce a mantenere per circa 60 ore un polishing semplicemente ineccepibile.

Ma allora, quali sono le nostre critiche al gioco?

God of War Ragnarök era originariamente pensato come il secondo capitolo di una trilogia, e la scelta di accorpare 2 titoli, per quanto perfettamente sensata dal nostro punto di vista, si riflette inevitabilmente nei ritmi della trama.
Non si tratta, per intenderci, di un problema di lunghezza, bensì della mancanza di quello stupore e mordente che aveva caratterizzato il primo capitolo. Il Ragnarök, l’evento più importante dell’intera serie, si propone come un climax dal grande impatto visivo, ma dalla costruzione fin troppo affrettata.
Questo secondo capitolo porta in scena una narrazione che non potremmo neppure lontanamente definire debole ma, ahimè, non è abbastanza e rimane un gran peccato considerando i presupposti.

Anche il modo in cui la narrazione viene trasposta è radicalmente cambiato: i personaggi dialogano costantemente, talmente tanto che l’interesse nei confronti della lore rischia di lasciare spazio al fastidio quando gli scambi diventano forzati o innaturali.
Allo stesso modo, il percorso di crescita che si era delineato alla fine del primo capitolo sembra bloccarsi in questo seguito, insistendo troppo a lungo su delle riflessioni che solo nel finale trovano una pacata risoluzione.
Fortunatamente, questa condizione è stata mitigata dal DLC gratuito “Valhalla”, disponibile anche in questo porting, che ha dato una conclusione molto più riflessiva e profonda alla magnifica storia di Kratos.

In sostanza, God of War Ragnarok eccelle in quasi ogni aspetto, ma non riesce ad ergersi talmente in alto da soddisfare pienamente le aspettative immensamente alte generate dal titolo del 2018.

IL PORTING

RESA TECNICA E SCALABILITA’

Parlando nello specifico del lavoro di porting svolto da Jetpack Interactive in collaborazione con Santa Monica, c’è davvero poco di cui lamentarsi. Sebbene non ci siano enormi differenze grafiche tra la versione PlayStation 5 e quella PC, il gioco rimane uno dei più visivamente impressionanti che possiate acquistare su computer.

L’evoluzione tecnica rispetto al titolo del 2018 non è estrema, e Ragnarök continua a non raggiungere quel livello di dettaglio che ci si aspetterebbe da una next-gen che fatica ancora a decollare
Tuttavia, si tratta di una condizione raggiunta per solo merito dell’originale God of War per Ps4, e a questo sequel non manca davvero nulla.

Non ci sono enormi differenze grafiche fra la versione PS5 e quella PC, ma il gioco rimane fra i più impressionanti che possiate acquistare su computer.
L’evoluzione tecnica dal titolo del 2018 non è estrema, e Ragnarök continua a non raggiungere quel livello di dettaglio che avremmo desiderato da una next-gen che fatica tutt’ora a decollare.
Tuttavia, si tratta di una condizione non raggiunta per merito dell’originale God of War per Ps4, e a questo sequel non manca davvero nulla.

L’engine in-house di Santa Monica brilla nei più piccoli dettagli quando nella resa di scenari immensi, e il tutto è stato portato all’estreme conseguenze grazie alla modularità dell’hardware PC.
Condizione che si riflette nell’eccezionale scalabilità raggiunta dal titolo grazie alla miriade di impostazioni grafiche disponibili, dalle più classiche e scontante al DLSS, FSR, XeSS e rispettive tecnologie di frame generation.

Degno di nota è anche il supporto ai formati ultrawide 21:9 e 31:9, nonché la compatibilità sia con il controller Xbox che con il DualSense, quest’ultimo dotato di trigger aptici se collegato tramite cavo. Anche l’implementazione dell’HDR, inizialmente afflitta da qualche bug, si è rivelata strepitosa, posizionandosi di diritto tra le migliori attualmente sul mercato.

LE PERFORMANCE

Per quanto riguarda le prestazioni, ci troviamo senza dubbio di fronte al miglior porting che Sony abbia mai sfornato fino ad oggi.
Con una RTX 3080, 32 GB di RAM e un i9 di decima generazione, siamo stati in grado di far girare il titolo di Santa Monica a un framerate che oscillava tra i 75 e i 100 FPS in 4K e dettagli massimi (con DLSS disabilitato).
L’unico vero limite prestazionale è stato riscontrabile nell’utilizzo della memoria VRAM della GPU, aspetto su cui i dev avevano già messo le mani avanti.
In un primo momento, infatti, il gioco non era neppure avviabile per gli utenti con una scheda video dotata di meno di 6 GB di memoria, condizione successivamente rimossa tramite patch dopo svariate lamentele.

Fortunatamente, questo non ha impedito al port di raggiungere lo stato di “verificato” anche su console handheld Steam Deck, soprattutto grazie all’implementazione della tecnologia AMD FSR 3.2 e del Frame Gen.

L’UPDATE IN OCCASIONE DEL PORT

Oltre a contenere tutti gli update rilasciati fino a questo momento, il port PC di Ragnarok è stato rilasciato in concomitanza con un corposo aggiornamento che va a mitigare uno degli aspetti più criticati dell’avventura.
Parliamo in particolare della tendenza dei companion a guidare eccessivamente il giocatore nella risoluzione degli enigmi, talvolta non lasciando il giusto tempo per affrontarli personalmente.
È così che gli sviluppatori hanno pensato di includere un’impostazione per ridurre la frequenza con cui i compagni dispenseranno questo tipo di aiuti, levigando ulteriormente l’esperienza di gioco.

Un’altra aggiunta di questo aggiornamento è la descrizione audio delle scene di intermezzo, che va ad arricchire la già vasta sezione dedicata all’accessibilità.
Fra impostazioni dedicate al sonoro, alla leggibilità del testo e alla semplificazione dei comandi, ci troviamo di fronte a uno dei port più completi mai visti sul mercato, anche da questo punto di vista.


Ringraziamo Playstation per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

God of War Ragnarök (PC)
In conclusione
Dopo una serie di porti di qualità crescente, Sony sembra aver raggiunto una nuova vetta con questo God of War Ragnarök, la cui stabilità tecnica e prestazionale non ha nulla da invidiare ai titoli nativi meglio ottimizzati. Visivamente impressionante e mastodontico nel suo valore produttivo, l'ultima fatica di Santa Monica rimane un titolo eccezionale e che merita di essere giocato nella migliore delle sue incarnazioni.
Pregi
Un titolo mastodontico e pieno di qualità
Il port è estremamente scalabile e pieno di impostazioni
Lavoro di ottimizzazione superlativo
L'update appena rilasciato leviga alcune critiche poste alle fasi esplorative
Difetti
... mantiene gran parte dei difetti dell'originale
Non consigliabile per le configurazioni con meno di 6GB di VRAM
9
Voto

Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.