Con le scorse collaborazioni in termini di hardware, vi abbiamo fatto conoscere Hifiman in tutte le sue migliori sfumature, dalle comodissime TWS agli eccezionali entry level planari come Sundara e 400SE. Il prodotto di cui vi parleremo oggi sta invece nel mezzo, presentandosi come un sorprendente mix fra la qualità delle cuffie open-back più rinomate e la comodità del modulo Bluetooth che rende così appetibili le opzioni auricolari.

Le Deva Pro integrano infatti un eccezionale (e costoso) modulo Bluemini R2R, che garantisce una notevole qualità di riproduzione senza cavo. Insomma, se la parola chiave delle scorse soluzioni oscillava fra fedeltà tecnica ed economicità, in questo caso parliamo nemmeno troppo velatamente di un all-in sulla versatilità.
Sarà l’ennesimo trionfo per l’azienda cinese dedita all’audiofilia?
Scopriamolo in questa recensione!
Packaging
Il packaging della Deva Pro è essenziale, non offrendo nessun accessorio aggiuntivo se non il modulo Bluemini e tutto ciò che serve per tenerlo in funzione:
- Deva Pro
- Bluemini R2R
- Cavo 3,5 mm
- Cavo USB-C
- Manuale

Essendo il Bluemini un dispositivo comunque piuttosto costoso, non ci stupisce che Hifiman non abbia lasciato spazio ad altri inserimenti opzionali, preferendo creare un bundle che contenesse l’essenziale per godersi il prodotto sin dal primo collegamento.
Design e comfort
Le Hifiman Deva Pro offrono un design simile, ma non del tutto identico, alle 400SE che avevamo già apprezzato per tutta una serie di motivi estetici. Il colore dominante è l’argento, che caratterizza sia i padiglioni che i giunti superiori, in un mix fra alluminio anodizzato e plastiche resistenti. In particolare, abbiamo gradito l’utilizzo del materiale metallico per la griglia, da cui si può anche scorgere il driver planare in tutta la sua meraviglia tecnica.
L’impatto estetico è anche in questo caso quello di un prodotto elegante e neutro, che non sfigura in un utilizzo quotidiano e che comunque non si allontana troppo dalla peculiare firma stilistica del produttore.

Per quanto riguarda la struttura, le cuffie si avvertono piuttosto solide e resistenti al tatto, facendo uso di un tradizionale archetto a molla in acciaio come abbiamo già esaminato in altri modelli.
L’impiego di tutti questi materiali si riassume in un peso importante ma non esagerato di 360 grammi, che in fin dei conti rientra negli standard di ciò che potremmo aspettarci da un soluzione magnetoplanare.
Non è quindi un caso che dai nostri test giornalieri le Deva Pro siano risultate piuttosto comode, anche grazie ad una buona distribuzione del perso da parte dell’archetto.
Gli assoluti protagonisti di questo merito sono tuttavia i padiglioni in memory foam rivestiti in similpelle, morbidi e confortevoli anche dopo lunghe sessioni di utilizzo.
L’unica pecca a conti fatti è da ritrovare nel clamping force, abbastanza deboluccio se confrontato con le soluzioni precedenti che abbiamo trovato semplicemente perfette.
Ma se fino ad ora abbiamo parlato di caratteristiche che sono comuni alle magnetoplanari che già conosciamo, non possiamo di certo dimenticare il punto forza di questo specifico modello, l’integrazione con il modulo Bluemini.
Il tradizionale ingresso jack da 3.55mm ci permetterà infatti di inserire (tramite un opportuna scanalatura presente sul padiglione) questo dispositivo dalla forma falcata, che svela l’arcano sulla presenza di un USB-C per la ricarica nella dotazione.
Il Bluemini – Un dispositivo pieno di sorprese

Il modulo Bluemini R2R, anche questo proprietario di Hifiman, trasforma le Deva Pro in cuffie wireless di alta qualità, supportando un’ampia varietà di codec fra cui gli immancabili LDAC e aptX HD. Il dispositivo integra un chip Qualcomm QCC5124, che garantisce una stabilità invidiabile ed un buon range di connessione per quelle 7-8 ore che la batteria riesce a reggere con una carica completa.
Come anticipato, la qualità dell’audio, così come il volume, è apprezzabilmente vicina a quella che avremmo con il cavo da 3.55 fornito in dotazione, seppur sia presente un leggerissimo ritardo che si avverte in alcune rare occasioni.
Volendo approfondire gli aspetti tecnici, parliamo del medesimo chip DAC “HIMALAYA” R2R che abbiamo trovato integrato nelle Svanar Wireless di fascia più alta, aspettatevi quindi un buon rapporto segnale-rumore ed un’efficienza energetica eccezionale.
Sebbene abbiamo affrontato alcuni grattacapi durante l’iniziale collegamento del dispositivo, dopo un primo test non si è più verificato alcun tipo di problema. Assicuratevi ad ogni modo che il vostro dispositivo di turno supporti un codec ad alta qualità, che renda giustizia ad un prodotto del genere prima di acquistarlo .
Abbiamo avuto modo di testare il Bluemini con un altro paio di cuffie Hifiman, la cui recensione arriverà prossimamente, è possiamo confermarvi che funziona perfettamente, a patto che i padiglioni abbiano delle forme che ne permettono il collegamento fisico.
Specifiche tecniche e prezzo
Caratteristica | Specifica |
---|---|
Tipo di cuffie | Open-back, planari magnetiche |
Driver | Planare magnetico con magneti “Stealth” e diaframma “Supernano” |
Risposta in frequenza | 20 Hz – 20 kHz |
Impedenza | 18 Ω |
Sensibilità | 93,5 dB/mW |
Peso | 360 g (senza cavo) |
Connettività | Cablata (3,5 mm TRS) e wireless (Bluemini R2R) |
Modulo Wireless | Bluemini R2R |
Codec supportati | LDAC, aptX HD, aptX, AAC, SBC |
Chip Bluetooth | Qualcomm QCC5124 |
Autonomia batteria | 6-8 ore (con Bluemini R2R) |
Tempo di ricarica | Circa 2 ore (USB-C) |
Ingresso cablato | Jack 3,5 mm TRS (single-ended) |
Cavo incluso | 1,5 m (3,5 mm TRS), cavo USB-A a USB-C |
Materiali | Alluminio anodizzato (griglie e giunti), plastica densa (pivot), pleather e memory foam (padiglioni), acciaio (archetto) |
Diametro padiglioni | Interno: circa 62 mm x 45 mm; esterno: 105 mm x 90 mm |
Accessori inclusi | Bluemini R2R, cavo 3,5 mm, cavo USB-C, manuale |
Prezzo ufficiale | 320 euro |
Se ci avete seguito nelle scorse recensioni, avrete sicuramente riconosciuto alcuni dei termini chiave di questa tabella, in particolare per quanto concerne il driver magnetoplanare predisposto da Hifiman per questo modello.
Vediamo infatti il ritorno del Neo Supernano Diaphragm, un diaframma ultrasottile (appena 0,001 mm), così realizzato per offrire una risposta rapida e una buona risoluzione. Lo stesso discorso per la tecnologia Stealth Magnets, atta a minimizzare le interferenze magnetiche contribuendo a un suono più pulito e privo di distorsioni.

Di base abbiamo a che fare con delle cuffie magnetoplanari, per loro natura proiettate verso la ricerca di una migliore resa sono a discapito di una varietà di aspetti che concernono il peso ma anche il prezzo di proposta.
Fortunatamente per noi, questa particolare carenza non sembra colpire troppo i prodotti Hifiman, che hanno invece la tendenza di presentarsi come economici o comunque convenienti se rapportati a soluzione sulla stessa fascia di prezzo.
Nel caso delle Deva Pro, vendute attorno ai 320 euro, la convenienza va cercata nell’insieme, poiché difficilmente riuscireste a portarvi a casa delle cuffie wireless paragonabili allo stesso budget (e lo stesso Bluemini costa da solo 130 euro).
Analizzate in questo senso, è chiaro che abbiamo a fare con un prodotto abbastanza “di nicchia”, ma che mantiene comunque una grande dignità anche quando utilizzato all’infuori della sua natura di bundle. Cercando di individuare un posto per posizionare questo paio di cuffie in modalità cablata rispetto alle altre proposte, potremmo dire che la Deva Pro si piazza da qualche parte fra la HE400 e la Sundara, non reggendo assolutamente il confronto con quest’ultima ma condividendo alcuni dei suoi pregi. Ad ogni modo, se non siete interessati all’aspetto wireless fareste meglio ad acquistare una Sundara Open o una Edition XS da uno dei rivenditori ufficiali.
Qualità audio
* Per i nostri test abbiamo utilizzato un AMP-DAC Zen v3 della iFi e il modulo Bluemini fornito in dotazione.
L’esperienza di ascolto che ha portato alla stesura di questa recensione si è concentrata in una particolare playlist in FLAC contenente brani di molteplici generi musicali che spaziano dagli anni ’70 fino ad oggi (es).
A prescindere dall’inclusione di accessori e moduli wireless, la prima domanda che siamo portati a farci quando si tratta di audiofilia riguarda sempre la qualità sonora in tutte le sue varie caratteristiche.
Le Deva Pro mantengono in linea di massima la tendenza dei prodotti Hifiman, indirizzandosi ad un profilo neutrale, che tuttavia lascia spazio ad un leggero sentore di musicalità dato dall’enfasi su frequenze medio e alte.
Ma andiamo nel dettaglio:
I bassi delle Deva Pro risentono un po’ delle caratteristiche tipiche delle soluzioni magnetoplanari, facendone tuttavia un motivo di controllo piuttosto che una vera e propria limitazione. Queste sono infatti profonde, strette e mai esagerate, con un leggero punch che non arriva mai ad invadere le frequenze adiacenti. Anche i sub-bassi offrono un’esperienza d’ascolto tutto sommato positiva, seppur si riscontri un roll-off attorno ai 40hz che le rende poco ideali per gli utenti che fanno dell’enfasi su queste frequenze il principale motivo d’acquisto.
Le frequenze medie sono invece il fiore all’occhiello di questo dispositivo, distinguendosi per il suono caldo, nitido e ben bilanciato.
Come accennato in precedenza, i medi risultano leggermente enfatizzati rispetto al resto delle frequenze, il che rende anche possibile una buona separazione degli strumenti e delle voci, che mantengono sempre una certa presenza a prescindere dalla complessità della traccia.
Per quanto concerne gli alti, questi mantengono il dettaglio e l’ariosità dei modelli superiori, godendo anche di una buona estensione e risoluzione.
L’unico appunto, che potrebbe rivelarsi utile per alcuni utenti più sensibili, c’è una leggera enfasi che li rende brillanti in alcuni contesti, seppur mai sibilanti o fastidiosi.
Infine, parliamo del soundstage e l’imaging, due caratteristiche in cui i prodotti Hifiman si sono sempre dimostrati eccezionali. Non stupisce quindi concludere che anche queste Deva Pro offrono un soundstage ampio ed immersivo, con una buona localizzazione spaziale degli strumenti di cui si può godere particolarmente nell’ascolto di musica classica. Ad ogni modo è bene notare che, in quello che è l’impatto complessivo del Bluemini rispetto alle cuffie via cavo, forse l’imaging è l’aspetto più colpito.
Ringraziamo Hifiman per averci fornito un sample di queste cuffie per la recensione!
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