Finalmente giunti nel 2024, è tempo di continuare la nostra “degustazione sonora” parlando della versione closed delle celebri Sundara (molto presto parleremo anche della leggendaria versione open-back!).
Questo paio di cuffie, rilasciato nel 2020, rappresenta uno dei pochi tentativi dell’azienda di portare sul mercato delle cuffie closed-back, tra l’altro anche piuttosto economiche. Ciò che tuttavia ha causato maggior scalpore relativamente a questo prodotto è stata la scelta, forse azzardata, di assegnare la medesima nomenclatura destinata a uno dei modelli rinomatamente più apprezzati sul mercato.
Ebbene, riuscirà questa versione “intima” delle Sundara a conquistarci come la sua sorella maggiore? Scopriamolo in questa recensione!
Packaging
Come già anticipato nella recensione del modello HE400SE, tutte le cuffie di casa Hifiman hanno recentemente lasciato la scatola originale per essere spedite in un cartone molto più minimal ed ecologico, e questa non fa eccezione.
All’interno troveremo:
- Le cuffie
- Un cavo a doppio connettore P2 con connettore jack 3,55mm
- Un adattatore da 3,55mm a 6,35mm
- Uno stand in materiale poroso per tenere le cuffie
- Garanzia e manuale
Design e comfort
In assoluto il punto più forte di questo prodotto, il design delle Sundara Closed-back è una vera gioia per gli occhi. In particolare, i padiglioni realizzati in legno di faggio rappresentano una scelta di grande pregio, sebbene non si tratti dell’unica cuffia ad adottarla (vedasi le FiiO FT-1 e le Meze 99 Classics).
Il colore è caldo e la superficie levigata e lucidata con la massima cura, caratteristiche che donano al dispositivo una sensazione davvero premium.
La struttura in metallo è solida e si unisce, nella parte superiore, ad una comoda banda nera (che simula la pelle ma chiaramente non lo è) che si adatta alla forma della testa senza particolari fastidi. Non si tratta di certo della cuffia più leggera sul mercato; anzi, la sorella maggiore open-back ha un peso più contenuto rispetto ai 432 grammi di questa variante, ma il peso è ben distribuito e bilanciato dal resto delle sue caratteristiche strutturali.
Fra queste troviamo una clamping force abbastanza leggera, che si adatta facilmente dopo qualche minuto di utilizzo.
I veri protagonisti, tuttavia, sono i cuscinetti in memory foam rivestiti di una similpelle traforata, morbidi, resistenti e soprattutto confortevoli anche dopo un utilizzo prolungato. Fra le cuffie che abbiamo avuto il piacere di testare negli ultimi anni, queste hanno senza dubbio alcuni fra i pads più comodi ed invitanti.
Vorremmo concludere questo paragrafo parlando del cavo, lo stesso che Hifiman tende a inserire all’interno delle sue cuffie a prescindere dalla fascia di prezzo. Si tratta di una soluzione rivestita di gomma, abbastanza solida ma anche rigida e pesante, che probabilmente fareste meglio a sostituire con un’alternativa da 6.35 mm.
Specifiche tecniche, caratteristiche e prezzo
Specifica | Dettaglio |
---|---|
Tipo di driver | Planare magnetico |
Design | Over-ear (circumaurale) |
Stile dei padiglioni | Closed-back (chiuso) |
Impedenza | 20 Ω @1kHz |
Sensibilità | 98 dB/mW @1kHz |
Risposta in frequenza | 6 Hz – 50 kHz |
Peso | 432 g |
Connettività | Connettori da 3,5 mm sui padiglioni; cavo staccabile con jack da 3,5 mm |
Tecnologie | Stealth Magnets, Neo Supernano Diaphragm |
Le Hifiman Sundara Closed condividono lo stesso driver magnetoplanare della versione open, su cui è stato effettuato un tuning completamente differente. Troviamo infatti applicata la medesima tecnologia Neo-Supernano Diaphragm, che dovrebbe ridurre lo spessore del diaframma per permettere una risposta rapida e un miglior livello di dettaglio.
Si tratta anche in questo caso di cuffie magnetoplanari, pertanto tradizionalmente capaci di offrire una migliore qualità sonora a discapito della resa di alcune frequenze, nonché di un maggior peso e costo di produzione. D’altronde, anche la loro natura closed-back comporta relativi pro e contro, offrendo certamente un’esperienza sonora più intima e un isolamento decisamente migliore, perdendo tuttavia in ariosità, precisione e collocamento spaziale degli strumenti.
Le cuffie Hifiman tendono generalmente a essere piuttosto complesse da gestire in assenza di un buon AMP-DAC, ma questo non è il caso delle Sundara Closed, con cui potreste ottenere buoni risultati in termini di volume anche utilizzando un dongle economico.
Il modello Sundara analizzato in questa recensione viene venduto a circa 140 euro sugli store italiani, il che lo inserisce in diretta competizione con alternative dalla grande fama come le Beyerdynamic DT770 Pro. È anche importante notare come il modello closed costi meno della metà di quello open, ben più celebre, a riprova che forse adottare lo stesso nome non sia stata proprio una buona idea.
Crediamo che il prezzo sia giusto per le potenzialità offerte da questa soluzione, che tuttavia necessita di qualche piccolo ritocco sonoro per risultare veramente godibile. La scelta fra questa e un modello differente dovrebbe anche (e soprattutto) dipendere da una preferenza in termini di ascolto, laddove le Beyer potrebbero risultare inadatte a chi è molto sensibile alle frequenze alte.
Qualità sonora
* Per i nostri test abbiamo utilizzato un AMP-DAC Zen v3 della iFi (recensione presto in arrivo!) e un più modesto JCALLY JM6 Pro. L’esperienza di ascolto che ha portato alla stesura di questa recensione si è concentrata in una particolare playlist in FLAC contenente brani di molteplici generi musicali che spaziano dagli anni 70 fino ad oggi (es).
La qualità sonora delle Sundara Closed-back è l’aspetto più emblematico di questo modello, che a nostro avviso offre comunque una buona esperienza d’ascolto in base alle preferenze dell’ascoltatore. Il primo aspetto che appare evidente da un’iniziale riesamina è la prevalenza dei bassi rispetto alla controparte open, che comunque non sono esagerati e non finiscono per intralciare le frequenze medie.
Allo stesso tempo, queste Sundara non sono le solite “neutrali” a cui Hifiman ci ha abituato, risultando invece abbastanza musicali nel loro caratteristico timbro. Questo non è necessariamente un difetto, ma piuttosto una caratteristica che alcuni utenti potrebbero apprezzare. Le vere mancanze, a nostro avviso, sono quelle che ci si aspetterebbe da una cuffia closed di questa fascia di prezzo, in particolare nella separazione e nella spazialità del palcoscenico sonoro.
In generale, consigliamo alla nostra utenza di dare una chance all’utilizzo di un semplice equalizzatore per ottenere il massimo dal modello, oppure ancora di utilizzare un preset audio dedicato fra quelli già presenti sul catalogo di Peace.
Bassi
Le Sundara Closed di certo non mancano di bassi, sebbene il range in cui questi si estendono potrebbe presentare alcune carenze nelle frequenze più basse (sotto i 50 Hz). In generale, i bassi appaiono veloci, responsivi e ben bilanciati, senza alcun tipo di bleeding nelle frequenze medie.
Medi
I medi delle Sundara Closed sono stati fonte di tantissime discussioni fra opinioni totalmente opposte: c’è chi li considera uno degli aspetti migliori e chi, invece, individua delle mancanze evidenti. Per quanto riguarda la nostra esperienza d’ascolto, non siamo rimasti particolarmente impressionati dalla qualità, anche se ci è parsa evidente una tendenza a enfatizzare le frequenze medio-basse adiacenti. La tonalità si mantiene sempre calda, musicale e non manca neppure il dettaglio, caratteristiche che hanno reso divertente e soddisfacente il nostro ascolto in fase di test.
Gli alti
Le frequenze più alte sono accentuate, ma in maniera piuttosto piacevole, senza infastidire l’utente e consentendo lunghe sessioni d’ascolto. È possibile apprezzare un buon livello di dettaglio, sebbene chiaramente inferiore a quello del modello open-back da cui eredita il nome, rimangono comunque ottime in rapporto al loro prezzo attuale.
Soundstage e imaging
Il soundstage e l’imaging sono due aspetti in cui Hifiman si è sempre distinta, e pur non essendo al livello degli esempi più blasonati dell’azienda, anche queste closed-back si difendono piuttosto bene. C’è un buon senso di separazione fra gli strumenti che, in alcuni rarissimi casi, può risultare meno cristallino e trasparente.
La spazialità, pur comprensibilmente ridotta rispetto ai modelli open-back, resta comunque apprezzabile considerando le caratteristiche del modello.
Ringraziamo Hifiman per averci fornito un sample di queste cuffie per la recensione!
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