Oggi gli indie stanno vivendo un periodo abbastanza florido, grazie anche ai successi passati che molti loro predecessori hanno ottenuto, come abbiamo visto con Hollow Knight, The Binding of Isaac, Undertale e The Forest.
C’è quindi sempre meno paura ad affidarsi a titoli simili che, seppur non appartenenti ad enormi software house, sono comunque in grado di competere con la maggior parte delle opere Tripla A presenti ad oggi sul mercato.
Questo è anche il caso anche del gioco che andremo a recensire oggi: vi parleremo infatti di Indika, un indie dall’incredibile qualità tecnica e da una narrazione semplicemente sublime che ha saputo stupirci, meravigliarci e intrattenerci.
Nella sua qualità il titolo porta inoltre con sé tematiche profonde e controverse e, citando direttamente le parole degli sviluppatori:
“L’insolito legame tra Indika e il Maligno la porta a compiere una missione al di fuori delle mura sicure del monastero. Il mondo che si scopre può essere descritto solo come una folle commistione di commedia e tragedia, che sembra uscita dai romanzi di Dostoevskij e Bulgakov.”
Dunque abbiamo di fronte non solo un’avventura grafica già di per sé ricca di contenuto, ma anche un’avventura umana pregna di filosofia e religione in cui oggi ci immergeremo, andando a scoprire quegli stessi crismi che hanno reso ottima questa piccola perla videoludica.
TRAMA
L’inizio del nostro viaggio avverrà nei panni della suora Indika all’interno di un monastero, nel quale dovremo svolgere le solite funzioni religiose che rispecchiano il nostro ruolo di sacerdotesse.
La chiamata all’avventura non mancherà di farsi sentire però, avvenendo in modalità decisamente molto particolari: la giovane sorella inizierà infatti a sentire una strana voce che narrerà tutte le vicende che la riguardano, come i suoi pensieri e ciò che la circonda, portandola presto a dubitare della propria sanità mentale.
Scopriremo presto che questa voce non è altro che il Maligno stesso, che si farà più volte beffe di Indika e la porterà a percorrere strade inaspettate, facendola infine incontrare con Elya, un uomo con evidente bisogno di soccorso e ricercato dalla legge.
Qui, la nostra protagonista dovrà intraprendere un viaggio in una zona grigia, mettendo in dubbio tutto ciò che ha imparato al monastero e scoprendo una realtà che mai si sarebbe aspettata.
PERSONAGGI
Il titolo riesce a coinvolgere non grazie solo ad una trama interessante e inaspettata, ma possiamo trovare anche un’incredibile qualità nella scrittura degli ottimi personaggi che andremo ad incontrare durante la nostra avventura.
In particolare avremo a che fare principalmente con Elya, un uomo lungi dall’essere definibile una santo che sta provando a sopravvivere insieme a noi, con cui potremo empatizzare o disprezzarlo per le sue azioni moralmente grigie, diventando a tutti gli effetti il simbolo stesso dell’ottima scrittura del titolo.
I dialoghi sono atti non solo alla narrazione, ma metteranno anche in dubbio il giocatore rispetto alle sue credenze, creando un connubio tra filosofia e religione che non solo è convincente, ma richiede uno studio dei dialoghi non indifferente.
GAMEPLAY
Indika ci si presenta come un’avventura in terza persona totalmente priva di combattimenti di qualsiasi tipo, con un gameplay strutturato perlopiù da una serie di puzzle ambientali da risolvere grazie al nostro ingegno.
Non per questo bisogna tuttavia pensare che la componente ludica sia relegata in secondo piano presentandosi come particolarmente semplice per poter avanzare nel gioco, e infatti ci ritroveremo di fronte a sezioni ludo-narrative che cambieranno il mondo attorno a noi.
Non dovremo quindi spostare solo casse in giro per la mappa per raggiungere postazioni elevate, ma dovremo anche studiare le varie posizioni degli oggetti per capire come risolvere i puzzle ambientali nel migliore dei modi.
Quando il Maligno cercherà quindi di metterci i bastoni tra le ruote modificando la formazione delle aree, spaccandole a metà o cambiandone completamente l’aspetto, avremo a disposizione una meccanica molto particolare ma coerente con l’atmosfera proposta per riportare tutto alla normalità: pregare.
Inoltre il titolo scorre attraverso delle missioni le quali saranno intervallate da diversi minigiochi in stile Arcade che fungono da pretesto ludo-narrativo per raccontarci il passato della suora Indika, preceduti appunto sempre da un dialogo che racconta le vicende accadute alla giovane ragazza.
Questi spazieranno tra diversi generi, passando da platform alle gare di corsa, fino ad una sorta di Pac-Man un po’ rivisitato.
Sarà inoltre presente un sistema di crescita del personaggio, perseguibile tramite l’acquisizione di punti che ci verranno forniti in seguito all’esplorazione delle aree, che tuttavia riteniamo sia stato trascurato e non spiegato adeguatamente.
Vedremo quindi il nostro punteggio salire, potendolo successivamente sfruttare per aumentare il nostro livello. Tuttavia, la progressione che andremo ad eseguire sembra che non apporti alcuna modifica al gameplay e “l’albero delle abilità” sarà atto unicamente ad accumulare più punti che però non vengono mai contestualizzati all’interno del gioco, ritrovandoci così con una meccanica completamente superflua.
COMPARTO SONORO E GRAFICO
Indika ha un comparto sonoro tanto particolare quanto decisamente calzante per il titolo, che non vanterà musiche eccezionali in qualsiasi circostanza o similari, ma si avvarrà dei suoni dell’ambiente circostante per tutta la durata del viaggio.
Questa scelta ha portato il titolo ad essere veramente molto immersivo, e non c’è nemmeno bisogno di specificare che questo aspetto è notevolmente aumentato se giocato con l’ausilio di cuffie.
Tuttavia il gioco non sarà totalmente esente da soundtrack, che saranno invece presenti in delle cutscene particolari che faranno uso di una colonna sonora facilmente riconducibile allo stile musicale russo.
Saremo quindi coadiuvati da delle tonalità scanzonate, e alle volte allegre, che caratterizzeranno ulteriormente il personaggio del maligno a cui sono spesso associate.
Da un punto di vista grafico il titolo, pur essendo un indie, non solo ci ha stupiti, ma ci ha lasciato completamente a bocca aperta! infatti Indika presenta una grafica Next Gen che riesce a tener testa a numerosi titoli Tripla A che non sempre riescono ad essere all’altezza della nomea che portano.
I modelli del gioco sono molto dettagliati, presentando un notevole lavoro di attenzione che dona al titolo un livello di realismo degno di un The Last of Us Parte 2, giusto per fare un esempio non di poco conto.
La luce è studiata invece in ogni singola inquadratura, sia per quanto riguarda quella ambientale che per la nostra lanterna ad olio che avremo sempre con noi, proiettando ombre dinamiche e dando risalto agli ambienti circostanti, così ben curati da creare quasi dei quadri.
Le atmosfere del titolo, ritraenti la Russia, sono inoltre particolarmente ispirate e, grazie al duro lavoro di Odd Metter, risaltano in tutto il loro splendore, incantandoci con delle ambientazioni aperte, luminose ed innevate. Tuttavia non sarà tutto bianco e luminoso, e infatti avremo a che fare anche con luoghi bui e angusti, che non mancheranno di stupire allo stesso modo.
COMPARTO TECNICO
Indika, come già è stato detto e ribadito nel corso di questa recensione, è un titolo indie che spesso si traduce automaticamente in basso budget, che per estensione implica dei compromessi.
In questo caso siamo tuttavia rimasti colpiti dal livello qualitativo del gioco, cui però fa eccezione purtroppo proprio su alcuni aspetti del comparto tecnico.
Se infatti è vero che il titolo gode di un’ottima grafica che ha saputo ammaliarci in ogni istante del viaggio proposto, purtroppo in fase di ottimizzazione questo si fa sentire, portando a pesanti cali di frame per nel corso del gioco.
Purtroppo ciò non avviene unicamente “nelle fasi più concitate”, ma sarà infatti sufficiente mettersi a correre (anche se non sempre) o far scattare di colpo la telecamera per ottenere una picchiata da parte del frame rate.
Se togliamo questo aspetto che sicuramente influirà notevolmente sulla valutazione complessiva, il resto del comparto tecnico fa il suo dovere in maniera egregia, rispondendo in maniera corretta agli input e presentando un giusto collocamento delle collisioni.
Ringraziamo Kaymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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