Nella recensione di oggi tratteremo di Jusant, ultima fatica di Don’t Nod, studio ben noto per aver sviluppato la saga di Life Is Strange ed i più recenti Vampyr e Twin Mirror.
Forte di una direzione che non si è mai trattenuta dal sperimentare generi nuovi ed idee sorprendenti, Jusant è un titolo estremamente diverso da quelli a cui l’azienda ci ha abituati.
Abbandonando le tematiche adolescenziali ed i drammi morali, Jusant sembra nascondere un leggero significato ambientalista che si accompagna meravigliosamente alle capacità narrative ed emotive del team francese.
Sarà riuscita Don’t Nod a realizzare un prodotto degno dei suoi più rinomati successi?
Scopriamolo in questa recensione!
Incipit e trama
Jusant (m.): termine nautico francese che indica una marea che si ritira
– Frase d’apertura di Jusant
Proiettati in una magnifica ambientazione che congiunge la meraviglia del paesaggio alla desolazione dell’inaspettata assenza di vita umana, interpreteremo un giovane protagonista silenzioso intenzionato a scalare un imponente torre rocciosa che si staglia sul deserto.
Jusant non presenta alcun tipo di dialoghi e non si tratterrà dal mostrare spesso e volentieri una natura meditativa tipica dei giochi in terza persona dai forti intenti artistici. Ciò che tuttavia separa il titolo da questi ultimi è la presenza di un gameplay abbastanza complesso e di una forte componente di world building che si sviluppa nelle note che potremmo raccogliere durante le fasi esplorative.
Queste faranno luce sulla complessa civiltà che abitava i luoghi che attraverseremo, rivelando una serie di complessi intrecci relazionali e numerosi dettagli sulle tradizioni locali e sugli avvenimenti che portarono al collasso.
In particolare verremo a conoscenza di un particolare evento chiamato Jusant che prosciugò l’immensa distesa di acqua che circondava la torre e, continuando a salire di altitudine nel susseguirsi dei capitoli, capiremo come ciascuna famiglia e civiltà della torre ebbe modo di reagire alla improvvisa siccità che ne conseguì.
Conosciute le sorti della popolazione, il nostro obiettivo diventerà quello di guidare un misterioso companion nella scalata della torre, per permettergli di raggiungere la sua famiglia e di far tornare la pioggia sulla superficie ormai inospitale del pianeta.
Gameplay
Il gameplay di Jusant è forse la componente più sorprendente del titolo, inaspettatamente profonda ed incredibilmente divertente nel suo proporre un sistema di scalata immediato ed intuitivo.
Attraverso la nostra attrezzatura avremo modo di aggrapparci sulle superfici sporgenti, utilizzando i dorsali per comandare entrambe le mani singolarmente e dovendo prestare costante attenzione a non esaurire la stamina.
Utilizzando la corda avremo modo di creare degli appigli per salvare i nostri progressi qualora dovessimo cadere, per scendere o salire verticalmente in modo rapido e sicuro oppure per dondolarci e raggiungere distanze più elevate.
La morte non è contemplata in Jusant, lasciandoci invece a dondolare penzoloni qualora dovessimo fallire a razionare la stamina durante le fasi di scalata. Questo potrebbe portare spesso e volentieri a situazioni frustranti in cui il giocatore dovrà utilizzare con estremo raziocinio il poco di forza restante, dovendo spesso ricorrere al “rest button” e fallendo ripetutamente qualora la strada si rivelasse troppo impervia.
Il tutto unito ad un sistema di movimento che si va ad incastonare alla perfezione in un Game Design improntato totalmente alla verticalità ed in quanto tale piuttosto inusuale.
È evidente come il team di Dont’ Nod abbia impiegato una buona dose del tempo di sviluppo nel realizzare degli strumenti per andare incontro al giocatore durante le fasi esplorative, basti pensare al potere del companion per visualizzare i punti d’interessi e alle numerose shortcuts e ai punti di ricarica sparsi lungo tutto il tragitto.
Ciononostante non possiamo fare a meno di segnalare alcuni casi in cui il gioco si è rivelato piuttosto dispersivo e trovare la giusta strada verso l’obiettivo si è rivelata un’impresa fin troppo ardua.
Sfortunatamente, il titolo non gode di una lunga durata e potrà essere completato entro 4 ore, anche includendo l’esplorazione e il completamento degli achievements.
In sostanza il gameplay di Jusant si è rivelato essere uno degli aspetti più sorprendenti della produzione, rivelandosi immediato eppure complesso ed al contempo frustrante ma mai troppo punitivo.
Comparto artistico e tecnico
Un aspetto che non può che risaltare nell’analisi critica di Jusant è senza dubbio il suo stile artistico, minimale eppure meraviglioso e quasi ipnotico nella sua semplicità.
Pur presentando un mondo di gioco quasi monocromatico e non dando particolare importanza alla cura delle texture e alla conta poligonale, non c’è alcun dubbio nel constatare che il team sia riuscito a realizzare un lavoro di grande impatto estetico, specialmente quando si è assoggettati all’immensità dei paesaggi di sfondo o con i giochi di luce delle zone più interne della torre.
L’atmosfera che ne deriva è semplicemente incantevole e ricorda da vicino le sensazioni estranianti ed evocative delle opere curate da Fumito Ueda come Ico e The Last Guardian.
Un forte merito va quindi dato all’utilizzo del motore grafico, in questo caso il tanto discusso Unreal Engine 5 che ha messo a disposizione del team le tecnologie necessarie a realizzare un titolo al contempo semplice e realistico.
In particolare, l’utilizzo combinato di nanite e lumen ha permesso agli sviluppatori di ridurre il carico di lavoro e al contempo di ottenere una resa impressionante delle ombre e delle luci, trattandosi a tutti gli effetti di una forma leggermente più leggera del classico ray-tracing che si è diffuso negli ultimi anni.
Se da un lato lo sfruttamento di queste feature ha permesso al titolo di brillare (quasi letteralmente), non possiamo fare a meno di segnalare l’inevitabile risultato negativo in termini prestazionali.
Jusant è infatti uno dei pochi titoli dallo stile minimale che può definirsi davvero pesante per gli hardware di fascia medio/alta, scendendo sotto i 60fps in 1080p anche facendo utilizzo del DLSS 3 e di altre tecniche di upscaling.
Nota di grande merito per la soundtrack del gioco composta da Guillame Ferran, ricca di meraviglia ed emozione nonché un accompagnamento più che necessario per il successo del titolo.
Potete ascoltare la playlist dedicata a Jusant su Spotify:
Ringraziamo Keymailer e Don’t Nod per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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