Fin da subito, quello di Kill Knight (sviluppato e pubblicato da PlaySide) vuole essere un ritorno al passato, presentandosi con un accattivante stile tipico dei giochi di fine millennio ed un sistema pesantemente rivolto alla glorificazione degli High-Score, premiando chiunque riesca a destreggiarsi con abilità nell’arena.

Frutto di uno studio con molteplici titoli alle spalle, questo gioco rappresenta un’importante novità nel genere degli sparatutto isometrici a doppia levetta che, in questa recensione, analizzeremo nel dettaglio esponendo i principali pregi e discutendo di possibili difetti.


Un mondo condannato

Privati della luce divina derivante da ciò che una volta era considerato sacro, gli abitanti del regno si sono ritrovati in balia delle atrocità provenienti dagli abissi più profondi, decidendo di rinchiudere il Cavaliere in un’armatura tanto pesante quanto il fardello che si trascina dietro, nella speranza che possa fermare l’invasione.
Dopo essere stato punito con questa “prigione mobile”, che rappresenta al contempo anche l’unica barriera tra lui e gli artigli di ciò che dimora nei manti infernali, il Cavaliere dovrà espiare il resto della sua penitenza trovando ed uccidendo “L’Ultimo Angelo”.

“Abbandonati dai nostri guardiani celestiali,
la fortezza abissale scatena su di noi le sue orde incessanti.
Così, siamo legati, come disperati custodi di un regno oscurato,
a condannarti a un’eternità di sofferenza.”

Nonostante Kill Knight riesca a gettare da subito delle solidissime basi per quello che potrebbe essere un mondo di gioco estremamente interessante, proseguendo la nostra discesa nei manti ci siamo presto resi conto che gli elementi narrativi tendono ad essere piuttosto limitati.
Questi si concentrano per lo più nei primi ed ultimi minuti di gioco, dandoci l’impressione che gli sviluppatori abbiano preferito creare un contesto su misura per ottenere l’atmosfera desiderata, evitando alcuni elementi di “world building” che speriamo vengano introdotti nei futuri aggiornamenti.

Detto ciò, queste piccole lacune riguardanti l’aspetto narrativo non scalfiscono minimamente il vero punto di forza di Kill Knight: un gameplay frenetico e coinvolgente in grado di tenerci costantemente con il fiato sospeso.


UCCIDERE O MORIRE ?

Un quesito tanto semplice quanto il gameplay di Kill Knight, incentrato principalmente sul mantenimento di combo e l’assorbimento del sangue rilasciato dai nemici caduti per mano nostra, necessario per migliorare le nostre capacità, eseguire potenti attacchi speciali e curarci nelle frenetiche e impegnative incursioni abissali.

Cominciando dal principio, questo titolo è perfettamente descrivibile come uno sparatutto a doppia levetta hardcore (ci teniamo a sottolineare quest’ultimo aggettivo) in cui affronteremo decine di nemici alla volta, facendoci strada attraverso innumerevoli situazioni critiche e sfruttando al meglio le nostre abilità pur di aumentare il punteggio nella classifica globale.

Gli elementi che differenziano Kill Knight da altri titoli appartenenti allo stesso genere risiedono nelle numerose meccaniche e dettagli che, incastrandosi perfettamente tra loro, caratterizzano un gameplay capace di risultare al contempo sia classico che unico, evitando soprattutto di cadere nel banale o nel “già visto”.
Un esempio potrebbe essere l’intera meccanica riguardante le spade, estremamente soddisfacenti da usare per mietere molteplici avversari alla volta o parare attacchi, specialmente prendendo in considerazione l’abilità e precisione da avere per sfruttarle al meglio.

kill knight spada

Le possibilità che il gioco offre sono davvero molte, specialmente considerando tutte le diverse tipologie di equipaggiamento messe a disposizione prima di ogni livello, permettendoci di mutare sostanzialmente il gameplay per conformarlo alle nostre preferenze personali.
Proprio a proposito di quest’ultimo punto, la modalità di sblocco di armi e corazze si è rivelata occasionalmente frustrante, poiché per ottenere nuovi equipaggiamenti abbiamo dovuto completare livelli o sfide utilizzando oggetti specifici richiesti dalle missioni, che non sempre si allineavano al nostro stile di gioco preferito.

É presente anche la possibilità di comprare i singoli pezzi di equipaggiamento utilizzando le monete ottenute a fine livello (bypassando all’effettivo qualsiasi missione), fornendoci un’alternativa ma al contempo originando un inevitabile “grind” da subire prima di avere accesso alla vera e propria libertà di costruirsi una build.

Difficile e fiero di esserlo

In caso non fosse stato sufficientemente espresso in precedenza, Kill Knight è un titolo tosto, punitivo e studiato alla perfezione per rendere chiaro ai giocatori il concetto di “facile da capire ma difficile da padroneggiare“, rafforzato da un breve tutorial e comandi estremamente intuitivi.

Il gioco non consiste solo nello sparare a qualsiasi cosa si muova, bensì anche nell’accorta gestione degli spazi (piuttosto ristretti) a disposizione e agli scatti, punendo gli sbagli del giocatore più severamente rispetto ad altri titoli simili.
Oltre a questo, un sistema di “ricarica attiva espansa” premia coloro che, nel caos della battaglia, riescono comunque a prestare attenzione al contatore delle munizioni ed avere i riflessi pronti per riuscire a cliccare con tempismo una di tre diverse interazioni, a seconda delle necessità.

NB: Se questa descrizione ha suscitato in qualcuno di voi la preoccupazione di non essere all’altezza, non preoccupatevi! Sono infatti disponibili diversi livelli di difficoltà in grado di rendere l’esperienza più accessibile e conforme anche alle possibilità di chi non si definisce un giocatore hardcore.

L’ARTE NELLA DECADENZA

Sebbene il concetto di “cavaliere esiliato contro il mondonon sia qualcosa di eccezionalmente unico (vedasi Doom o Blasphemous), Kill Knight riesce ad elevarsi grazie ad un design particolare con sembianze retrò e minimaliste, facendoci vedere esclusivamente il necessario attraverso una palette di colori dai toni dark e neon.
L’estetica delle ambientazioni e dei personaggi, caratterizzata da un design volutamente “low poly”, è sicuramente uno dei punti più caratteristici del titolo, contribuendo enormemente alla personalità e all’atmosfera ricercata dal team artistico di PlaySide.

Osservare i livelli mutare in tempo reale, mentre orde di nemici emergono dai confini dell’arena, arricchito da sofisticati effetti particellari ed esplosioni di grande impatto, rimane perfettamente in linea con le premesse con cui Kill Knight si è presentato, superando ampiamente le nostre aspettative iniziali e offrendo uno spettacolo tanto coinvolgente quanto visivamente impressionante.
Inoltre, la mancanza di dettagli superflui permette al giocatore di concentrarsi sull’azione frenetica, rendendo il tutto esteticamente coerente con il gameplay rapido e dinamico, senza mai risultare ridondante o in contrasto con gli elementi effettivamente utili ai fini del gameplay (come quelli menzionati prima).

Ultimo, ma non per importanza, il comparto audio ci ha davvero lasciati a bocca aperta, grazie ad una colonna sonora che combina abilmente tonalità simil-retrò ed elettroniche riuscendo, al contempo, a conservare l’atmosfera solenne e oscura che pervade da cima a fondo l’universo di Kill Knight.
Perfettamente adatta al ritmo frenetico delle partite, la OST cresce gradualmente in intensità man mano che i livelli avanzano, mantenendo costantemente alta la tensione e andando oltre a ciò che ci si aspetterebbe da un semplice accompagnamento sonoro per uno sparatutto a doppia levetta.

A completare l’esperienza vi sono inoltre numerosissimi effetti sonori resi alla perfezione, in grado di aiutarci con la gestione degli elementi tattici (ad esempio, facilitando la ricarica attiva o facendoci sapere quando si è ricaricato lo scatto senza dovere guardare l’HUD) o semplicemente evocare sensazioni di terrore quando dovremo affrontare i nemici più temibili.

Ci sarebbe piaciuto includere un link di Spotify o YouTube ma sfortunatamente, anche al momento della stesura di questa recensione, la Soundtrack di Kill Knight non sembra essere disponibile per l’ascolto in nessuna maniera ufficiale.


Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

KILL KNIGHT (PC)
IN CONCLUSIONE:
Kill Knight si distingue come un tributo ai giochi di fine millennio, offrendo un gameplay intenso e avvincente arricchito da uno stile visivo particolare e un'atmosfera dark-retrò. Sebbene gli elementi narrativi risultino meno approfonditi rispetto alle premesse iniziali, la vera sostanza risiede nell'azione frenetica e la ricerca costante di un nuovo high-score.
Pregi
Gameplay estremamente soddisfacente e fluido
Atmosfera dark-retrò perfettamente curata e ben riuscita
Sound design eccezionale
Difetti
Mondo di gioco molto interessante ma poco approfondito
Sperimentazione più "forzata" che incentivata
8.7
Voto