Nella recensione di oggi parleremo di Kunitsu-Gami: Path of the Goddess, una nuova IP di Capcom che ha sorpreso l’industria per la sua natura inaspettatamente autoriale e per le sue tematiche culturali estremamente accattivanti.

In un mercato tripla-A dominato quasi esclusivamente da sequel e spin-off di grandi produzioni, Path of the Goddess rappresenta senza dubbio una boccata d’aria fresca per i giocatori in cerca di novità e di espressione creativa nello stato più puro.

Con un gameplay bizzarro e originale ed un comparto artistico fuori scala, riuscirà questa nuova IP a rivelarsi più di un semplice side-project?

Scopriamolo in questa recensione!


INCIPIT E TRAMA

La trama di Kunitsu-Gami si articola attorno alla figura della dea Kunitsu, una figura mitologica d’invenzione del team di sviluppo che veglia sul mondo degli uomini e degli spiriti, proteggendo i mortali dall’intervento dei demoni. La situazione precipita improvvisamente quando il monte Kafuku, un luogo sereno e di grande spiritualità, viene contaminato dalla forza malvagia delle Furie.

In qualità di guerriero scelto dalla Dea, ci affiancheremo alla sacerdotessa Yoshiro per intraprendere un viaggio di redenzione e riconquista della serenità, occupandoci durante il giorno di ricostruire i villaggi distrutti e combattendo le Furie la notte per acquisire nuovi poteri.
Armato di una spada sacra e affiancato da un numero crescente di seguaci, il nostro protagonista Soh avrà anche il compito di recuperare le dodici maschere rubate alla Dea, sfruttandone i poteri in combattimento.

Dal punto di vista narrativo, Kunitsu-Gami compie precise scelte stilistiche che potrebbero piacere o meno ai giocatori, prima fra tutte la scelta di non includere dialoghi parlati.
Questa condizione, che contribuisce in certo senso a creare un’atmosfera aulica e misteriosa, non priva il gioco di cutscenes che, seppur brevi, mostrano una regia ispirata e un buon livello di coreografia.

Certo, non si ci può aspettare dei personaggi particolarmente sviluppati o delle relazioni ben definite, ma redimere passo dopo passo il meraviglioso monte Kafuku e difendere coraggiosamente la sacerdotessa dalla forza delle Furie basterà a motivare il giocatore e ad avvicinarlo alla psicologia dei protagonisti.


GAMEPLAY

Appurata la semplicità che caratterizza la narrazione del gioco, lo stesso non si può certo dire per la formula di gameplay, molto originale e complessa anche per il genere di riferimento. Parliamo infatti di un ibrido action/strategico con elementi tower defense, allestiti all’interno di una struttura di gioco che non lascia davvero nulla al caso.

Messi di fronte alla necessità di riconquistare passo dopo passo i centri abitati della montagna, ci avventureremo in delle missioni dalla durata più o meno breve.
Completandole ed esplorando con attenzione gli scenari, avremo anche modo di ottenere una grande varietà di risorse per reclutare, curare e potenziare gli abitanti esorcizzati.

Il titolo si suddivide innanzitutto in una fase diurna molto più rilassata e in una notturna dedicata esclusivamente allo scontro con le orde demoniache.
Il nostro compito, in qualità di guerriero e guardiano, sarà quello di difendere la sacerdotessa durante la danza rituale Kagura, che, una volta raggiunto il limite della mappa, ci permetterà di scacciare le forze del male ed esorcizzare l’area in maniera definitiva.

Durante il giorno, avremo modo di esplorare il territorio ristretto della mappa in cerca di risorse e segreti, sfruttando il tempo a nostra disposizione per rivedere la composizione delle truppe, il tracciato della danza, e per sfruttare l’ambiente grazie agli interventi del falegname.
È estremamente importante in questa fase posizionare gli abitanti in modo che riescano efficacemente a bloccare i demoni prima ancora che raggiungano Yoshiro, permettendole di riprendere incolume il rituale a partire dall’alba successiva.

La selezione di classi fra cui scegliere per gli abitanti che correranno in nostro aiuto dopo l’esorcismo aumenta dopo aver sconfitto il relativo boss in uno scontro molto più corto, ma non per questo meno impegnativo.
Avremo così la possibilità di accedere ad una vasta gamma di opzioni fra taglialegna, arcieri, lancieri, lottatori di sumo, asceti, sacerdotesse e molti altri, ciascuno con una propria utilità situazionale e un albero dei potenziamenti allegato.

Sebbene alcuni abbiano delle caratteristiche simili, nessuno di questi si rivelerà veramente inutile durante lo scontro, e ottenere una buona sinergia fra le parti sarà essenziale per avere la meglio sulle Furie.

Quest’ultime, infatti, compensano le capacità del nostro esercito con una varietà ancora più sorprendente di minacce, fra esseri volanti, giganti, esplosivi, maledetti e ibridi imprevedibili in grado di lanciare maledizioni e sortilegi devastanti.
Ed è qui che mi ritrovo a volgere la prima critica al titolo, in merito al bilanciamento di alcune di queste creature, semplicemente troppo potenti per essere sconfitte se non con escamotage di una scomodità frustrante e davvero poco divertenti da mettere in pratica.
La presenza di questi particolari demoni spezza il ritmo di quello che in realtà è un titolo piuttosto semplice una volta che si è presa padronanza delle meccaniche strategiche.

Come anticipato in precedenza, il titolo può vantare di una componente action ben definita per quanto semplice sul campo. Soh sarà infatti il primo a dover dare del suo meglio contro i demoni, utilizzando in armonia la sua spada sacra e gli strumenti acquisiti durante il viaggio.

Portando a termine le missioni e ricostruendo gradualmente i villaggi messi in salvo, una particolare valuta potrà essere utilizzata per acquisire nuovi poteri per Soh e per gli abitanti in una schermata dedicata.
Per Soh, questi poteri variano da alcune semplificazioni nella gestione strategica delle unità fino all’utilizzo dell’arco e di nuovi stili di combattimento con la spada. Le maschere, invece, avranno a disposizione un tracciato di potenziamento più lineare ed in parte di tipo statistico.

Non manca neppure una sezione dedicata all’equipaggiamento di Soh, articolato in guardie tsuba e talismani manzo.
Mentre le prime serviranno a sbloccare dei particolari attacchi unici o rituali da utilizzare durante il combattimento, oltre alla danza che rappresenta le nostre tecniche di spada, i secondi garantiranno una varietà di benefici situazionali a seconda della selezione.

Il metodo principale per collezionare queste selezioni sarà l’esplorazione delle mappe di gioco, avendo la possibilità di sbloccarle sotto forma di ricompense dopo aver ripulito completamente lo scenario dalla corruzione demoniaca.
Le più potenti saranno nascoste in alcune chest segrete, sbloccabili soltanto dalla maschera del ladro, altrimenti totalmente inutile durante gli scontri.

Una volta esorcizzata la zona, diventerà possibile per Soh visitare gli abitanti e ordinargli la ricostruzione delle strutture e sentuari precedentemente distrutti dai demoni.
Questi lavori richiederanno del tempo per essere completati, chiedendo al giocatore di proseguire con la sua riconquista prima di poter coglierne i frutti. Mentre completare una struttura fornisce risorse utili al potenziamento e, in certi casi, dei collezionabili, completare la ricostruzione dell’intero villaggio garantirà una varietà di ricompense, fra cui l’aumento del limite di risorse trasportabili.

Alcuni di questi processi, tuttavia, richiederanno diversi turni, e il titolo invita il giocatore a tenersi impegnato con la risoluzione delle sfide associate alle missioni completate in precedenza. Questa importante sezione di backtracking fa parte della formula di gioco e, in tutta onestà, rappresenta il più grande difetto di Kunitsu-Gami.

Se affrontare una missione dalla durata di 30/40 minuti può essere divertente la prima volta, rifarlo una o due volte stando attenti ad una serie di fattori limitanti può risultare incredibilmente noioso e frustrante.
Avremmo preferito che questo non influenzasse così tanto la progressione del gioco, completare le sfide è infatti l’unico modo per ottenere risorse sufficienti per potenziare adeguatamente le maschere e stare al passo con il crescente livello di difficoltà delle boss fight e degli esorcismi.

In sostanza, con Kunitsu-Gami, Capcom è riuscita a costruire un sistema di gameplay originale e bizzarro ma al contempo complesso e divertente, che rimane tale finchè non viene portato all’estremo da sfide e backtracking impegnativi.

Contenutisticamente parlando, il titolo offre un’esperienza che può essere completata in circa 16 ore se si dà piena priorità al progresso nella trama, ed in oltre 30 se si vuole dar peso alle seguenze di backtracking.


Un aspetto di assoluto pregio per questa nuova produzione Capcom è senza dubbio il comparto artistico, profondamente radicato nella cultura mitologica giapponese.
Se da un lato abbiamo degli scenari di assoluta pace e tranquillità, in un perfetto equilibrio fra natura e religioso rispetto, le Furie e la corruzione demoniaca appaiono come una minaccia terrificante per quanto elegante e misteriosa.

Abbiamo apprezzato tantissimo il lavoro del team sulla realizzazione dei design dei personaggi e dei nemici, forse non troppo originali ma estremamente curati ed azzeccati nel contesto del titolo.
Contesto che non sarebbe altrettanto spettacolare se non fosse per le meravigliose animazioni e coerografie, in una costante danza che trova le medesime origini nella tradizione ritualistica del Giappone.

Altrettanto apprezzabile la soundtrack composta da Chikara Aoshima, anch’essa radicata nelle tradizioni musicali giapponesi fra concitate musiche di battaglia ed emozionanti note di serenità spirituale.
Al momento non c’è modo di recuperare legalmente la OST se non direttamente dal gioco stesso.

Da un punto di vista tecnico, il titolo fa un buon uso del motore grafico proprietario di Capcom noto come RE Engine, approfittando dell’avanzamento tecnico per inserire anche una leggera forma di Ray Tracing e il supporto alle tecnologie di upscaling come il DLSS e l’FSR.
Durante il nostro provato non abbiamo avuto particolari problemi di performance, non sono mancati tuttavia degli spiacevoli episodi di crash durante i caricamenti e gli scontri con i boss.

Ci aspettiamo in ogni caso che Capcom continui a supportare il gioco con futuri aggiornamenti e che queste instabilità vengano risolte nel breve periodo.


Ringraziamo Plaion per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Kunitsu-Gami: Path of the Goddess
In conclusione
Kunitsu-Gami: Path of the Goddess si è rivelato essere un piacevole sorpresa, portando una boccata d'aria fresca in un industria sempre più bisognosa di novità. La nuova IP di Capcom può contare su un gameplay complesso ed originale, divertente ma non esente da difetti. Impossibile non menzionare anche l'aspetto artistico, semplicemente mozzafiato e capace di stregare con il suo immaginario e coreografie ritualistiche anche i giocatori meno appassionati.
Pregi
Incipit semplice ma efficace
Gameplay originale, complesso e divertente
Contenutisticamente molto valido
Comparto artistico fuori scala
Difetti
Alcune scelte narrative non adatte a tutti
Alcuni scontri sono meno bilanciati di altri
Componente di backtracking noiosa e frustrante
8.5
Voto

Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.