Quello degli Extraction Shooter è un sottogenere degli sparatutto che ha riscosso non poco successo negli ultimi anni, grazie all’avvento di titoli multiplayer come Escape From Tarkov, che consistono nell’essere catapultati in una grande mappa esplorabile, con l’obiettivo di recuperare equipaggiamento sul campo ed “estrarre” con le risorse ottenute.
Trattandosi generalmente di sparatutto in prima persona, gli Extraction Shooter tendono a prendere vie divergenti l’uno dall’altro, con giochi che da un lato sono rappresentazioni incredibilmente accurate della realtà (Tarkov, Grayzone, etc.), mentre dall’altro pongono le proprie fondamenta nella finzione (Hunt: Showdown, Marauders, etc.), ed è esattamente in quest’ultima categoria che rientra il titolo che andremo a recensire quest’oggi.
Level Zero: Extraction è definito dagli sviluppatori come un connubio tra i più classici sparatutto d’estrazione e i survival horror asimmetrici d’altri tempi, che mescola la tensione di dover fuggire dalla mappa in tempo alla paura di essere braccati da presenze ostili e costantemente in agguato.
Con questo titolo, il team di Doghowl Games vuole offrire ai giocatori un’esperienza PvPvE completamente nuova, immersiva e imprevedibile, che vede squadre di mercenari scontrarsi con pericolosi alieni in una struttura di ricerca abbandonata e alla deriva.
Senza perderci in ulteriori preamboli, andiamo a vedere più nel dettaglio cosa questo prodotto offre e se ha le capacità di competere con gli altri colossi del suo genere.
INCIPIT
Trattandosi di un Extraction Shooter, non c’è una vera e propria trama lineare all’interno del titolo, che viene invece arricchito da lore e documenti che spiegano il ruolo di corporazioni, specie aliene ed eventi chiave in un world building più ampio.
Level Zero: Extraction si concentra molto di più sull’esperienza piuttosto che sul creare un mondo approfondito e dettagliato; tuttavia, l’universo narrativo su cui si fonda rimane comunque interessante e affascinante.
Il gioco vede dunque due gruppi di giocatori, divisi in mercenari (o “merc”) e alieni, partecipare ai raid proposti.
A differenza di altri giochi del genere, in cui solitamente si spara a vista contro le minacce, in Level Zero i mercenari avranno a disposizione delle torce come metodo principale per scacciare o eliminare i giocatori che interpretano gli alieni, un elemento decisamente originale e sorprendente.
Gli alieni, infatti, sono vulnerabili a un solo elemento: la luce. Per questo motivo, la mappa è disseminata di interruttori per accendere le plafoniere della struttura, anche se questo non sarà sufficiente a eliminare del tutto le creature mostruose.
Se avete familiarità con gli Extraction Shooter, saprete che alla morte non sarà possibile recuperare il loot e l’equipaggiamento persi in battaglia, una meccanica che rende il genere particolarmente stressante per molti giocatori. Anche Level Zero adotta questa caratteristica divisiva, con la differenza che il level design, fatto di stretti corridoi e piccole zone aperte, aumenta la frequenza delle morti in gioco.
Questa combinazione rende il ciclo di gameplay più frustrante, spingendo i giocatori a correre meno rischi, rallentando così l’azione e trasformando il gioco in una gigantesca sessione di nascondino.
GAMEPLAY
Abbiamo già accennato al dualismo dei due stili di gioco presenti, ergo non resta che approfondirli più in dettaglio.
I mercenari
Cominciamo ad introdurre proprio la classe base del gioco, i mercenari, che rispecchiano alla perfezione ciò che ci si aspetta dai canoni classici dell’Extraction Shooter. Benché siano costretti a recuperare il loro equipaggiamento da terra, i mercenari hanno a loro favore la costante disponibilità di un kit per respingere gli alieni nemici.
Come accennato in precedenza, la dicotomia tra un concept che cerca di rinnovare il genere e il rispetto dei suoi canoni può portare a un compromesso negativo. Anche se il gameplay dei mercenari risulta apparentemente ben fatto e divertente, questo si scontra con un forte squilibrio rispetto alla classe avversaria. Laddove serve un intero caricatore per abbattere un singolo alieno, i mercenari vengono eliminati con un solo colpo o quasi, e non è un’iperbole.
In un prodotto in cui l’environment può già essere considerato rischioso, sarebbe opportuno bilanciare meglio i danni inflitti e questo, come vedremo, è un problema più complesso di quanto sembri.
Non saranno solo gli alieni ad ostacolare i mercenari, che si vedranno invece costretti a lottare l’uno contro l’altro per vincere la partita. Sebbene si abbia la mera illusione di essere incoraggiati a cooperare dalla presenza, almeno su carta, delle squadre, il fattore “fuoco amico” apre le porte ad un vaso di Pandora di tradimenti e sciacallaggio. Si tratta di un problema forse fin troppo comune nelle squadre di giocatori random, ma possiamo davvero definirlo tale? Ad alcuni giocatori potrebbe intrigare il rischio di questa minaccia più umana e strategica, che aggiunge una buona dose di tensione attivando una stuzzicante meccanica di fiducia nei confronti degli altri players.
Merita una menzione il concetto stesso che dà il nome al genere di cui Level Zero fa parte: l’estrazione e i suoi requisiti. Per estrarre, ossia portare a termine il raid lasciando la mappa con successo, in alcuni casi saranno imposti limiti di peso, mentre in altri sarà richiesto di averne uno pari o superiore a quello specificato. Non si tratta di una novità assoluta nel genere, ma è sicuramente un’aggiunta non scontata che aiuta a mischiare le carte in tavola, rendendo il gioco più avvincente.
Gli alieni
Parliamo ora dell’aspetto più unico del titolo, ovvero gli alieni. Questi ultimi non solo sono opposti ai mercenari, ma offrono anche delle unicità nel gameplay, che si contraddistinguono sia in positivo che in negativo. Essi si distaccano notevolmente da quanto visto nel genere di appartenenza, a nostro avviso in maniera piacevole, presentando abilità superiori rispetto a quelle dei mercenari.
Gli alieni avranno a loro disposizione svariate possibilità di movimento, precluse alla classe opposta, come la possibilità di saltare lunghe distanze e strisciare nei condotti di ventilazione della mappa. Questo li rende forze furtive e letali, costantemente impegnate ad avvicinarsi ai loro nemici di soppiatto per coglierli di sorpresa. Inoltre, possiedono numerose abilità che permettono di attenuare la loro debolezza alla luce, consentendo loro di eliminare o quantomeno affievolire le fonti di illuminazione che li minacciano.
Un’altra grande differenza rispetto ai mercenari è la possibilità, per i giocatori che controllano queste creature, di respawnare ogni volta che vengono eliminati. Si tratta di un grande vantaggio, purtroppo non concesso alla classe dei mercenari.
L’obiettivo degli alieni, naturalmente, è quello di impedire l’estrazione di quanti più giocatori possibile. Al loro fianco troviamo l’ennesimo elemento di minaccia, stavolta non rappresentato da personaggi giocabili. Le mostruosità saranno infatti accompagnate da scienziati e membri della struttura mutati a causa dell’infestazione aliena.
Si tratta di minacce piccole e insidiose, che possono fare la differenza se sfruttate in modo subdolo dai loro alleati.
Gli alieni sono forse l’aggiunta più peculiare del gioco, caratterizzandolo in positivo, ma, come abbiamo anticipato, non solo risultano essere troppo potenti contro gli avversari se giocati con sapienza, ma anche fin troppo impotenti e sensibili alle torce nemiche.
Non è raro, infatti, che si perdano ingenti quantità di salute anche al minimo contatto con esse, se non direttamente subendo un’eliminazione.
Giudichiamo che, con una maggiore attenzione al bilanciamento del gioco, il gameplay potrebbe senza dubbio definirsi ottimo, e incoraggiamo gli sviluppatori a mantenere aggiornato il titolo a prescindere dal calo dei giocatori attivi che ha colpito la community dal rilascio.
COMPARTO GRAFICO
La grafica si presenta curata e pulita, forse un po’ troppo per un titolo del genere.
Questo è attribuibile a un’eccessiva genericità degli ambienti, che faticano a trovare una loro identità e ricadono in luoghi che, seppur ben realizzati, si attengono eccessivamente ai canoni dello sci-fi moderno. Più che la cura dell’aspetto visivo del gioco, che riteniamo tecnicamente ineccepibile, stiamo criticando invece una sensazione che permea l’intero setting: il cosiddetto “già visto”.
Per il resto, abbiamo trovato davvero piacevole l’utilizzo delle luci ed il bilanciamento cinematico del color grading, che aiuta a rendere meno marcati gli aspetti negativi discussi in precedenza.
Una menzione d’onore va fatta, senza dubbio alcuno, al creature design, elemento fondamentale per tutti i prodotti di questo genere e del quale questo gioco è un ottimo esempio. L’intero mondo di gioco è avviluppato da organismi che, come piante rampicanti, si insinuano su ogni superficie delle strutture. Ammirevole è anche la costanza e la coerenza nel design di questi ultimi, poiché è possibile ritrovare queste caratteristiche fungine e parassitarie anche all’interno degli alieni controllabili dai giocatori.
La loro mostruosità viene dunque esacerbata da crescite disumane, quasi innaturali e pantagruelicamente grottesche.
Un’estetica, quella delle creature, che riesce a contraddistinguersi, sebbene renda piacevolmente omaggio anche ai capisaldi del genere ultraterreno.
Buona partenza per un Early Access
Detto questo, siamo lieti di scoprire aspetti positivi in un titolo che è comunque soltanto in Early Access e siamo sicuri che, con la dovuta cura e attenzione da parte degli sviluppatori, Level Zero: Extraction possa diventare una piccola perla del suo genere. Il team di Doghowl Games ha sicuramente un buon concept per le mani, e saremmo curiosi di vedere come verrà esplorato nei futuri aggiornamenti, già annunciati e programmati nella roadmap presente nel menu principale del gioco.
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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