L’abisso, un concetto che i videogiochi hanno saputo eviscerare con grande maestria in ogni suo aspetto, alternando il focus sull’uno o l’altro aspetto del grande vuoto per spaventare, coinvolgere ed impressionare il giocatore.
Lorn’s Lure, ultima fatica del solo dev Rubeki, riprende questo concetto per costruirvi intorno un intrigante world building fatto di miti, determinazione e soprattutto, disperazione.

Se siete disposti a farvi risucchiare da un’ambientazione impressionante che va oltre la resa tecnica, o se non vedete l’ora di vivere l’esodo in un mondo estraneo quanto familiare, questo titolo potrebbe guadagnare un posto di rilievo nel vostro cuore.

Siete pronti ad avventurarvi verso l’ignoto?
Scopritelo nella nostra recensione di Lorn’s Lure!


INCIPIT NARRATIVO E TRAMA

In Lorn’s Lure verremo catapultati nei panni di un androide che, stanco della vita sedentaria e ripetitiva della sua colonia, decide di allontanarsi verso luoghi inesplorati.
Colto da un malfunzionamento improvviso al sistema visivo, il nostro protagonista si perde all’interno di una colossale struttura sotterranea le cui origini sembrano del tutto incerte.

Dopo 253 anni di cammino inconcludente, avvistiamo un glitch che sembra volerci guidare attraverso le megalitiche rovine della struttura e, ovviamente, decidiamo di seguirlo.
Decisi a raggiungere il fondo, scopriremo la storia di chi ci aveva preceduto in questo viaggio apparentemente infinito e disperato, svelando nel frattempo le antichissime e misteriose origini del nostro mondo alla deriva.

Pur facendo leva su un incipit abbastanza basilare, Lorn’s Lure trova la sua forza nella sensazione di perdizione e piccolezza data dalla scala impressionante della struttura che ci circonda, enorme, apparentemente fine a se stessa e caratterizzata da un silenzio assordante.
Leggendo le note e accedendo ai vari terminali piazzati dagli androidi che ci hanno preceduto, l’universo narrativo di Lorn’s Lure rivelerà un susseguirsi di sorprese che hanno costantemente alimentato il nostro interesse fino alle fasi conclusive.

Troviamo che questo aspetto dell’opera sia particolarmente riuscito in funzione del potenziale spreco che si vede molto spesso manifestarsi in questo tipo di giochi, relegando all’ambientazione il semplice ruolo di mero contesto visivo atto ad impressionare il giocatore.


IL GAMEPLAY

Il gameplay di Lorn’s Lure è tanto semplice quanto raffinato, dotandoci di pochi ma efficaci strumenti per scalare la megastruttura ed attraversarla con relativa semplicità.
Ancor prima di un oggetto fisico, la possibilità di saltare, rimbalzare sui muri fino all’esaurimento della stamina e più tardi anche dashare saranno le chiavi per il superamento della maggior parte degli ostacoli che si pareranno sul nostro lungo percorso.

Ovviamente, le piccozze saranno i nostri più grandi alleati sia per superare alcuni segmenti in cui risultano obbligatorie, sia per raggiungere con più cautela e minor difficoltà alcune posizioni raggiungibili anche attraverso il parkour.
La stessa piccozza potrà in seguito essere lanciata ed attaccata ad una corda per il raggiungimento a distanza delle superfici più lontane.

Per fortuna, non dovremo mai preoccuparci troppo di cadere poiché il gioco salva costantemente l’ultima posizione in cui il giocatore ha tenuto i piedi per terra, permettendoci di raggiungerla nuovamente con facilità alla semplice pressione di un tasto.

Questa varietà di elementi di gameplay viene data al giocatore in funzione della volontà dello sviluppatore di far affrontare al giocatore il titolo secondo il proprio personalissimo ritmo, lento e ragionato o veloce ed istintivo che sia.
Condizione che non verrà rispettata in alcuni particolari frangenti di gioco in cui verrà invece richiesto il massimo livello di riflessi ed abilità di parkour, talvolta anche in maniera davvero eccessiva e frustrante.

Stessa frustrazione in cui si potrebbe incorrere nell’esplorare in libertà la vastità della megastruttura, il cui level design estremamente contorto ed al contempo geniale impone un andamento naturalmente lineare ma a volta difficile da seguire.
A semplificare questo aspetto dell’esperienza, almeno in parte, un tasto dedicato all’indicazione diretta e parziale della posizione verso cui dovremo procedere, utile ma non troppo nel caso dovessimo trovarci dispersi nella fase di traversing della mappa.

Che la si apprezzi o meno, la dispersività è un aspetto intrinseco dell’esperienza di Lorn’s Lure, che fa della grandezza e complessità della sua ambientazione un importante punto di svolta metanarrativo.
E per chi si preoccupasse dell’eventuale ripetitività della mappa e dell’esperienza, possiamo garantire che lo sviluppatore ha saputo inserire una varietà sorprendente di ambienti e situazioni molto diverse che sapranno tenere il giocatore sempre all’attenti durante le 12/13 ore necessarie al completamento.

In sostanza, il gameplay di Lorn’s Lure non si complica mai inutilmente, offrendo invece un’esperienza soddisfacente, a tratti frustrante, guidata da binari invisibili su cui sfida e funzione narrativa coesistono, mantenendo costantemente alto l’interesse del giocatore.


COMPARTO TECNICO E ARTISTICO

Un aspetto chiave della produzione indipendente di Rubeki è sicuramente l’estetica e la resa tecnica minimalista, pienamente conforme con la wave di titoli PSX diffusi negli ultimi anni.
Del resto, non servono dettagli impressionanti o particolari prodezze tecniche per trasmettere l’immensità ipnotica e disturbante di un mondo che sembra non rispettare il nostro senso di scala.

Le texture appaiono semplici e talvolta applicate con noncuranza, mentre i modelli poligonali si limitano a scolpire marginalmente il dettaglio di ciò che ci circonda.
Non di meno, Lorn’s Lure riesce ad incantare, colpendo con forza la medesima ferita aperta a cui si appellano, forse anche troppo spesso, i progetti centrati su liminal spaces e backrooms.

Anche il comparto sonoro fa del suo meglio per accompagnare il rapido diffondersi in lungo ed in largo di queste sensazioni, facendo uso di un costante ambient composto principalmente di white noises e melodie echeggianti dal ritmo lento e riflessivo.

Volendo concludere la nostra riesamina parlando della stabilità tecnica, non c’è il dubbio che il titolo possa essere tranquillamente goduto anche da chi non possiede una macchina all’avanguardia.
Opportunità che ci ha permesso di continuare la nostra avventura senza particolari problemi anche dalla comodità della nostra Steam Deck.

Non altrettanto positiva è stata la nostra esperienza relativa ai bug e glitch, fra tracce audio assordanti al riavvio, qualche fastidiosa sovrapposizione di finestra e sporadici crash che ci hanno costretto a ricominciare interi livelli (ricordatevi di non uscire mai dal gioco premendo alt+F4, tornate prima al menu principale!).


Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

Lorn's Lure (PC)
In conclusione...
Lorn's Lure è un titolo platform piuttosto unico del suo genere, forte di un'ottima resa degli ambienti e di una struttura di gameplay semplice quanto soddisfacente. Se siete alla ricerca di un'esperienza estraniante, che sia in grado di unire un buon contesto narrativo alle sensazioni tipiche dei liminal spaces, potreste trovare in questo gioco una piccola gemma che difficilmente dimenticherete.
Pregi
Incipit narrativo e world building interessante
Traversing soddisfacente e level design di pregio
Ambientazione affascinante
Difetti
Alcune sezioni presentano degli spike di difficoltà davvero esagerati
Il level design confusionario potrebbe mettere in crisi alcuni giocatori
Alcuni bug al lancio
7.5
Voto

Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.