Monster Hunter Stories 2 è un capitolo spinoff appartenente alla celebre serie JPRG nipponica targata Capcom che intraprende un percorso molto diverso dai capitoli principali, andando a proporre un sistema interessante quanto appagante basato sul legame e sulla collaborazione con i monstie.
La trama
A sottolineare sin da subito la diversità di quest’ultimo spinoff rispetto agli altri capitoli della saga, anche la trama di Monster Hunter Stories 2 si propone in maniera del tutto alternativa, presentandosi come un’avventura lineare e dai ritmi più tradizionali.
Seppur il personaggio possa essere personalizzato nelle sue caratteristiche fisiche all’inizio della partita, il destino a cui andrà incontro ha già un’identità ben definita.
Vestiremo infatti i panni di un ragazzo deciso a far parte dei Rider, un’alternativa ai classici cacciatori che permette di avere un approccio diverso nei confronti dei mostri, stringendo un legame che permetta di combattere al loro fianco.
La pace del villaggio del protagonista è destinata ben presto ad interrompersi con l’improvvisa migrazione dei Rathalos e l’imminente avverarsi di un antica profezia.
Ed è con questo incipit che ha inizio un’avventura ricca di amicizie e di importanti responsabilità che ci porterà a salvare l’intero pianeta dalla probabile distruzione.
I personaggi che avremo modo di approfondire sono molti e perlopiù interessanti, destinati a turno ad accompagnarci per una singola tappa della nostra storia.
Le vicende scorrono abbastanza velocemente e il tutto è sempre molto piacevole da seguire, senza eccessive interruzioni o evidenti buchi di trama.
Caratteristiche sicuramente molto importanti per un titolo dalla lunga durata come questo, nel nostro caso infatti abbiamo impiegato ben 52 ore per completare la trama principale (che non è affatto la fine del gioco) tralasciando anche un discreto numero di missioni secondarie irrisolte.
In conclusione non possiamo che ritenerci soddisfatti del comparto narrativo di Mhs 2, essendo rimasti piacevolmente sorpresi da una trama fresca e ricca di una grande varietà di momenti comici ed emozionanti.
Il gameplay
– il combattimento –
Se la trama offre un eccellente contorno dal sapore avventuroso, è senza dubbio il gameplay a risultare il cuore pulsante della produzione.
Avremo infatti a che fare con un JRPG straripante di meccaniche e contenuti con il potenziale di tenerci incollati allo schermo per un numero altissimo di ore.
Il combattimento a turni, ben diverso da quello più action a cui siamo stati abituati negli altri capitoli, risulta divertente, bilanciato, intuitivo ed impegnativo allo stesso tempo.
Basandoci sulla nostra esperienza possiamo quindi affermare che difficilmente un sistema così ben congegnato sarà in grado di stancare il giocatore anche superato il centinaio di ore di gioco, merito soprattutto dell’enorme roster di mostri che dovremo imparare a conoscere e dominare negli scontri.
Avremo modo inoltre di scegliere fra le classiche tipologie di armi da sempre presenti nel brand come il corno, lo spadone, l’arco, il martello … impreziosite da abilità uniche e devastanti ma situazionali, progettate per essere utilizzate nella loro totalità in base al pericolo che ci ritroveremo ad affrontare.
Il sistema di combattimento si articola sostanzialmente nell’utilizzo di 3 tipi di attacchi, nell’utilizzo delle abilità legate all’arma del personaggio (incluso lo switch), nella scelta opzionale dell’abilità utilizzata dal monstie ed infine nella possibilità, non sempre disponibile, di fuggire dallo scontro.
Ogni mostro che affronteremo ha diverse fasi nel corso delle quali cambierà tipo di attacco, costringendoci a studiarne i comportamenti e sperimentare al fine di completare con più efficacia gli scontri successivi.
E’ anche molto comune che i mostri abbiano delle parti specifiche resistenti ad un tipo di arma e vulnerabili ad altre, anche in questo caso sarà nostra prerogativa sperimentare gli attacchi e intuire la miglior soluzione per procedere.
L’insieme di queste meccaniche rende gli scontri piuttosto difficili la prima volta ma progressivamente più facili nel caso ci si ritrovasse ad affrontare un mostro già conosciuto in precedenza.
Nel corso della trama avremo modo di portare con noi i vari personaggi che decideranno di partecipare all’avventura, aiutandoci durante gli scontri combattendo ed utilizzando sull’intero team buff e pozioni curative.
– I monstie –
Come già accennato ad inizio articolo, questo spinoff è incentrato sulla meccanica del taming e vien da se che Capcom si sia sbizzarrita nell’inserimento di un elevatissimo numero di monstie, fra originali e derivati dalle vecchie produzioni.
Per utilizzare i numeri esatti, il gioco ci metterà a disposizione ben 81 monstie (mostri cavalcabili) al fronte di 128 mostri che sarà possibile affrontare.
E’ sicuramente lodevole la presenza di varie enciclopedie in game da consultare per avere una breve descrizione comportamentale delle nostre prede e per scovarne i possibili nidi durante la fase di backtracking.
Passando all’argomento legato al taming e l’aumento di livello dei monstie (probabilmente l’elemento che più distingue lo spinoff dai titoli principali), avremo la possibilità di esplorare delle caverne generate proceduralmente, al termine delle quali verremo ricompensati con delle uova schiudibili.
Le uova che troveremo non sono tutte uguali, bensì divise per livelli di rarità che verranno espressi tramite un effetto visivo durante l’azione di raccolta. In genere avremo diverse possibilità di cambiare l’uovo raccolto, con il rischio di venire scoperti dal mostro con conseguente battaglia obbligatoria.
Il drop rate di uova speciali è legato al livello di rarità della caverna in cui andremo ad intrufolarci, ben intuibile dal colore dorato che caratterizza quelle più importanti.
Da notare anche la presenza di altri tipi di caverna, una legata alle missioni secondarie (di colore argento) e un’altra legata alla raccolta di speciali monete felyne barattabili per oggetti speciali.
Non aspettatevi una grande varietà nei nidi di mostro, che al di là di alcune differenze nella struttura e nell’identità del bioma, appaiono tutte piuttosto simili tra loro.
La possibilità di combattere utilizzando i mostri implica anche la possibilità di cavalcarli, infatti all’interno delle varie mappe non sarà raro trovare degli ostacoli superabili solo se nel team si ha un certo tipo di mostro.
Tornando a ciò che rende alcune uova più importanti di altre della stessa tipologia, i monstie più rari hanno in sé dei geni più potenti ed efficaci, meccanica che gli garantisce diverse abilità e anche degli utili bonus passivi.
Al fine di non dover cambiare i membri del team in continuazione e concentrarsi sul livellare un solo un gruppo, è possibile estrarre un gene particolare da un monstie per darlo ad un altro a nostra scelta, causando però la sparizione del donatore.
Le possibilità offerte da questo sistema sono notevoli, anche considerando i bonus attivabili utilizzando in fila più geni della stessa tipologia.
Ogni mostro ha delle affinità ad un certo tipo di elemento così come una debolezza, un po’ come accade con le armature che avremo modo di creare nello shop…
– Armi, armature, shop –
Come ci si aspetta da un buon JRPG, anche questo Monster Hunter presenta una grande quantità di equipaggiamenti ed oggetti acquistabili dallo shop e craftabili attraverso la raccolta dei materiali.
Il numero di armi ed armature disponibili è veramente notevole dal momento che ogni mostro sconfitto ci dropperà dei materiali scambiabili con il fabbro per la creazione di particolari set con statistiche e abilità particolari.
Gli equipaggiamenti possono essere potenziati fino a tre volte, dandoci così la possibilità di portare avanti un’arma/armatura di nostro gradimento senza sentirci troppo svantaggiati nelle fasi più avanzate.
Fanno la loro comparsa anche gli amuleti classici del brand che ci garantiranno dei bonus più o meno potenti in base alla loro rarità.
Altri shop sono quelli della Melnyx Inc e quelli più classici dedicati ai consumabili.
Lo shop della Melnyx Inc ci permette di scambiare particolari monete in cambio di equipaggiamenti ed oggetti di una certa rilevanza come ad esempio il progetto per aumentare il numero di slot disponibili nella “stalla” destinata ai nostri monstie.
La stalla è anche il luogo in cui avremo modo di ispezionare i nostri monstie, rinominarli, organizzare il team e compiere il rituale sciamanico per lo scambio di geni (di cui abbiamo parlato in precedenza).
Ulteriore meccanica sfruttabile attraverso la stalla è l’esplorazione automatica dei monstie, che potremo inviare in missione allo scopo di livellare gli elementi rimasti inutilizzati e di raccogliere alcuni utili materiali senza doverci sporcare le mani.
– Missioni secondarie, endgame, PvE, PvP –
Monster Hunter Stories 2 non si limita affatto alla sua quest principale, vedendo una fondamentale continuazione nel suo multiplayer e nei contenuti post-finale.
Seppur non la abbiamo approfondita abbastanza a fondo per dare una valutazione dettagliata, possiamo dire di esserci divertiti nella decina di sessioni cooperative provate, anche se non sempre i server si sono dimostrati stabili, dovendo ricorrere alla trasformazione del nostro compagno in una IA.
Il sistema di combattimento a turni si integra perfettamente con la cooperazione, limitandosi ad aggiungere un timer per evitare eccessive perdite di tempo nella decisione delle mosse.
Vi è anche una parte PvP con lo stesso funzionamento, anche in quel caso possiamo confermare le impressioni riportate per la parte PvE.
L’endgame di Mhs2 permette lo sblocco di mostri unici e potenti così come di missioni secondarie di alto livello, tanti contenuti che riusciranno a tenervi incollati allo schermo se avete gradito l’esperienza offerta nelle prime 50 ore di campagna.
Capcom ha inoltre pubblicato una roadmap dei futuri aggiornamenti, dimostrandosi pronta a rinnovare il gioco con l’aggiunta di nuovi mostri ed attività già dalle primissime settimane dal rilascio.
Le secondarie, disponibili anche durante lo svolgersi della prima fase di gioco, sono risultate poco interessanti o comunque un modo come un altro di ottenere qualche oggetto ed esperienza extra durante le varie escursioni.
– In conclusione –
Il gameplay di Monster Hunter Stories non dovrebbe essere paragonato a quello dei capitoli principali, trattandosi di un titolo che trova la sua forza nel proporre una formula del tutto alternativa a quella a cui siamo abituati, accogliente sia per i fan di Monster Hunter che per le nuove leve amanti di altri brand e generi videoludici.
Il lavoro svolto da Capcom nel cercare di impreziosire la formula di gioco e nel perfezionare le meccaniche del predecessore è notevole e quindi merita di essere premiato.
Comparto audiovisivo
– Il porting su PC –
Purtroppo il porting su PC non può essere considerato perfetto, non è stato infatti raro riscontrare problemi tecnici di diverso tipo nel corso del nostro playthrough.
Ad esempio a causa di un bug legato allo schermo intero senza bordi, ci siamo ritrovati a giocare le prime 30 ore senza poter visualizzare il counter dei danni a schermo, impedendoci in questo modo di comprendere delle meccaniche importanti come il colpo critico e l’affinità elementale.
Anche dal punto di vista estetico il porting imperfetto ha finito per limitare alcuni aspetti del titolo.
C’è infatti da segnalare una quantità fin troppo esigua di opzioni grafiche, che talvolta non ci permettono di agire su alcune criticità nel rendering degli ambienti.
Primo fra tutti il LOD, che sembra ignorare completamente la distanza di visualizzazione dell’erba, continuando ad apparire solo a pochi metri dal personaggio, vittima delle evidenti limitazioni hardware della console target.
A proposito dei problemi di origine tecnica che abbiamo segnalato, siamo abbastanza certi che questi verranno almeno in parte risolti negli aggiornamenti che Capcom ha già iniziato a rilasciare sin dalla prima settimana dal rilascio.
Del resto non possiamo minimamente lamentarci delle performance o della stabilità del software che ha sempre mantenuto ottimi livelli.
– Stile grafico e game design –
Parlando del comparto grafico di Mhs 2 non si può fare a meno di specificare le origini del titolo, destinato principalmente all’uscita sulla console portatile di Nintendo.
Se è vero che le limitazioni si vedono (ne parliamo nel paragrafo qui a fianco) non consideriamo affatto questa sua particolarità come un aspetto negativo, infatti il titolo fa parte di quella serie di giochi che concentrano la loro bellezza estetica nella vivacità dei colori e nel comparto creativo/artistico.
Alcuni monstie ci sono apparsi davvero fantastici visivamente, seppur siano per la maggior parte semplici importazioni dai capitoli precedenti, è infatti notevole la capacità dello stile grafico di non stonare nell’adattamento di creature pensate per ambientazioni meno vivaci e più realistiche.
Il game design legato alle mappe appare invece abbastanza semplice una volta scoperte le varie capacità di movimento dei monstie, e non esploderà mai in qualcosa di complesso o particolarmente originale, mantenendosi semplicemente godibile nel corso di tutta l’avventura.
Parlando invece in maniera più generica della scelta estetica delle mappe, non possiamo che essere felici nel constatare ancora una volta che Capcom si è scatenata nel proporre ogni tipo di bioma.
– Comparto sonoro –
Il comparto sonoro dei vari Monster Hunter ha sempre mantenuto una qualità molto alta e questo titolo non fa alcuna differenza in tal senso, proponendosi straripante di musiche epiche e ricco di un doppiaggio originale di tutto rispetto.
La soundtrack composta da Masahiro Ohki, Yuko Miyata e Marika Suzuki è semplicemente eccezionale, ricca di variazioni e mai esitante nel far riemergere le emozioni a cui il brand ci ha abituato.
Di seguito vi linkiamo alla sequenza iniziale del gioco, accompagnata dalla fantastica performance di The Heavens.
Come sempre vorremmo ringraziare Capcom e Koch Media per averci fornito una key del gioco per questa recensione
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