Il titolo che tratteremo oggi è un dungeon crawler in accesso anticipato dal forte carattere, già capace di attrarre una folla di appassionati che hanno saputo apprezzarne le ricercate peculiarità.
Frutto della mente creativa di un singolo sviluppatore, Mortal Sin immerge il giocatore in un mondo ostile e pieno di insidie, sempre pronto a punire il giocatore per i suoi errori e a premiarlo per le sue prodezze.
Prima di passare alla riesamina approfondita del titolo vogliamo ricordare che trattandosi di un’operazione di accesso anticipato, tutte le conclusioni tratte in questo articolo potranno variare con il rilascio dei futuri aggiornamenti.
Sarà riuscito Mortal Sin a rivelarsi l’avventura che attendevamo?
Scopriamolo in questa recensione!
Gameplay
Un roguelike che non annoia mai
Proiettati quasi immediatamente in un HUB dall’aspetto decadente, Mortal Sin non fa molto per giustificare i nostri scopi, limitandosi invece a rapportarci ad una serie di tutorial utili a comprendere le meccaniche roguelike e, ovviamente, al combattimento.
In qualità di avventurieri il nostro compito sarà quello di affrontare un percorso dalla natura mutevole ed imprevedibile, affrontabile in più modi in base alle nostre preferenze.
Il cuore pulsante di questo sistema risiede senza dubbio nella generazione procedurale degli ambienti, capace di dare un piacevole tocco di varietà ad un titolo che intende proporsi come infinitamente rigiocabile.
A questo scopo, lo sviluppatore ha pensato all’inserimento di tante piccole quest, ancora una volta generate casualmente, in grado di velocizzare la progressione e premiare il giocatore attraverso drop ed equipaggiamenti migliorati.
Su questi ultimi lo sviluppatore si è sbizzarrito, costruendo un ricco arsenale con diverse rarità ed effetti unici che verremo molto spesso portati a sostituire, soprattutto considerando che questi saranno spesso e volentieri soggetti a rottura.
Fra le ricompense accessibili nel corso della run, alcuni drop attivabili manualmente richiederanno al giocatore di accettare un malus permanenti in cambio di potenziamenti, introducendo un ulteriore layer di profondità nel gameplay e aumentando vertiginosamente il livello di sfida.
Pur essendo di fatto un roguelike, il gioco terrà conto dei progressi del giocatore tramite l’attivazione di ricompense permanenti al primo completamento di ciascuna stanza.
Inoltre, attraverso un sistema di livelli indipendente dalla run questo permetterà lo sblocco di nuove utilities permanenti nell’HUB e di nuove classi con cui riaffrontare nuovamente l’avventura.
Le classi offrono generalmente un’esperienza di gioco molto diversificata, soprattutto tenendo conto delle abilità uniche che torneranno spesso utili nei momenti più delicati della run.
Il tutto si realizza in un’esperienza che coinvolge e cattura il giocatore in un ciclo continuo di ripetizioni e sperimentazioni mai noiose, segno inconfondibile di una formula di gioco ben riuscita e sapientemente calibrata.
Rip and Tear Until It’s Done
Componente altrettanto fondamentale nel rendere il gioco così piacevole e avvincente è senza dubbio il sistema di combattimento, per nulla generico e scontato.
Dietro all’immediatezza e la frenesia di un’azione all’arma bianca piena di sangue e violenza, si nasconde infatti un aspetto molto più tattico e ragionato che richiederà al giocatore di calcolare con attenzione le sue mosse, specialmente nell’affrontare i livelli più avanzati.
In nome di questa scelta, ogni nemico, dal più piccolo al più minaccioso, sarà smembrabile in ogni sua parte.
Privare il nemico degli arti sarà in effetti il modo più veloce e sensato di adeguarsi ad una difficoltà sempre crescente.
Considerando che ciascuna delle tantissime armi droppabili dai nemici o lootabili dalle casse permetterà al giocatore di applicare un approccio diverso al combattimento, starà a lui adottare le giuste precauzioni per non venire ucciso nel giro di pochi secondi.
Sfruttare le combo, i calci e le abilità della classe e dell’equipaggiamento non sono che alcuni degli aspetti che donano al titolo una profondità inaspettata, permettendogli in effetti di raggiungere l’ambizioso obiettivo di proporsi come un’esperienza ripetibile a priori.
La meticolosa danze di sangue e decapitazioni realizzata da Nikola Todorovic vanta inoltre di una resa cinematografica non indifferente, data dall’inserimento dello slow-motion al momento dell’impatto e dell’effetto mosso sulla telecamera.
I contenuti non mancano
E’ passato ormai più di un anno da quando il gioco ha visto il suo rilascio in accesso anticipato e con l’uscita di costanti aggiornamenti mirati ad espandere e migliorare l’offerta contenutistica del gioco, Mortal Sin può reputarsi attualmente un gioco pressoché completo.
Con più di 15 classi, 40 armi e la possibilità di affrontare livelli generati proceduralmente, possiamo facilmente immaginare che un giocatore particolarmente determinato possa dedicare al titolo più di 100 ore.
Nel mentre lo sviluppatore si impegna nel dare gli ultimi ritocchi alla sua opera, possiamo sostenere di trovarci di fronte ad un titolo bilanciato, divertente e privo di sostanziali problematiche.
Comparto artistico
Il comparto artistico di Mortal Sin è senza dubbio l’aspetto che maggiormente colpisce l’utente ancora ignaro, allentandolo o incuriosendolo in base ai propri gusti personali.
L’utilizzo di uno stile grafico che ricorda da vicino una graphic novel permette al titolo di acquisire una personalità distinta ed inconfondibile pur senza strafare da un punto di vista prettamente tecnico.
Il contrapporsi dei colori sulla tavolozza dello schermo permette la creazione di scene suggestive ed al contempo estremamente chiare e definite nella resa di ciascun elemento compositivo. Il risultato è riscontrabile in un mix nostalgico fra il look di vecchi titoli come Dark Messiah e l’intramontabile estetica di opere fumettistiche come Hellboy.
Lo sviluppatore ha anche trovato un modo per espandere la scelta dei colori, permettendo al giocatore di sbloccare nuove palette con l’avanzare dei livelli, l’ennesima trovata per rendere il gioco meno ripetitivo con l’ammontare crescente delle ore.
Da un punto di vista puramente tecnico, Mortal Sin fa un uso piuttosto basilare dell’engine Unity3D, strumento non particolarmente avanzato ma sicuramente abbastanza snello da rendere l’esperienza fluida sulla maggior parte dei sistemi di fascia bassa.
Avendo testato il titolo su Steam Deck (modello LCD) possiamo confermare che questo riesce a mantenere i 60FPS quasi in ogni situazione, risultando anche molto comodo ed intuitivo da giocare.
Volendo dedicare qualche parola sul comparto audio non possiamo fare a meno di tessere le lodi della splendida soundtrack composta da Mikko Norojärvi, perfettamente adatta ad accompagnare l’estetica del gioco e reminiscente di classici intramontabili come Diablo.
Potete acquistarla su Steam come DLC al seguente link:
https://store.steampowered.com/app/2493860/Mortal_Sin_Soundtrack/
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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