Viviamo in una realtà videoludica dove l’industria è sempre più impegnata a sfornare nel minor tempo possibile prodotti AA o AAA, nel tentativo di competere con i colossi del settore e soddisfare le sempre più crescenti aspettative del pubblico.
Questo approccio tuttavia non solo causa un rallentamento significativo nella produzione di nuovi giochi, che richiedono tempi di sviluppo sempre maggiori, ma mette anche in ombra quei titoli più piccoli e meno appariscenti che nonostante tutto possono offrire ancora molto ai videogiocatori.
In questa categoria troviamo No Case Should Remain Unsolved, un modesto gioco investigativo che non mancherà di farci completamente immergere in un’emozionante storia familiare, con un gameplay semplice ma intrigante che riesce a catturare l’attenzione senza mai annoiare.
Con la speranza di suscitare la vostra curiosità e farvi scoprire quella che consideriamo una piccola gemma da non perdere, analizzeremo nel dettaglio l’ultima opera dello sviluppatore sudcoreano Somi, che attualmente vanta una valutazione “estremamente positiva” su Steam.
TRAMA
In No Case Should Remain Unsolved ci immergeremo nella complessa mente della detective Jeon Gyeong che, dopo il suo ritiro e seguente discesa in un vortice di depressione, viene contattata da un ufficiale di polizia che la esorta a riesumare il suo passato ormai sepolto.
Accompagnati da questa figura dall’identità inizialmente misteriosa, ricostruiremo gli eventi che hanno segnato l’unico caso che la nostra protagonista non è mai riuscita a risolvere: la scomparsa di Seowon, una giovane bambina sparita nel nulla e mai ritrovata.
Rivivremo così le numerose discussioni con le varie figure coinvolte nel caso, dai testimoni alle vittime e persino ai presunti sospettati, dove ogni incontro ci costringerà a ricostruire pazientemente gli eventi nella nostra mente, pezzo dopo pezzo, per svelare la verità.
Ogni personaggio avrà una personalità ben definita che ci coinvolgerà profondamente nelle loro storie, creando una forte connessione emotiva che ci travolge con i loro sentimenti ed emozioni e portandoci a voler scoprire sempre di più sulle loro vite.
Abbiamo trovato anche la trama davvero ben scritta, con una narrativa che pur non essendo eccessivamente complessa, riesce a nascondere colpi di scena sorprendenti e inaspettati che riteniamo fondamentali per un’esperienza investigativa che si rispetti.
Non esageriamo nel dire che siamo stati completamente assorbiti dal gioco, perdendo la cognizione del tempo e concentrandoci unicamente sulla verità dietro questo irregolare quanto intrigante caso.
Bisogna tuttavia ammettere che non tutto risulta sempre completamente fluido dato che, potendo scegliere l’ordine in cui sbloccare o leggere determinati dialoghi, l’esperienza risulterà di fatto unica per ogni giocatore.
Sebbene questo sia apparentemente un punto positivo, rischia di creare situazioni in cui alcuni indizi o dialoghi rivelano elementi della trama prematuramente, rovinando in parte la sorpresa e l’effetto dei colpi di scena.
Al contrario, potrebbe anche capitare che un determinato ordine di lettura confonda e renda la storia più complessa di quanto sia realmente, creando difficoltà nel comprendere la situazione nel suo insieme.
Nella nostra esperienza, siamo sempre riusciti a capire la maggior parte dei punti della trama senza bisogno di guide online o altri mezzi secondari, ma non possiamo ignorare che la narrativa diventa effettivamente più intricata verso la fine, richiedendo maggiore attenzione per seguire tutti i dettagli.
No Case Should Remain Unsolved dura in ogni caso dalle due alle tre ore e, sebbene possa sembrare poco, dobbiamo ammettere che riesce ad offrire un’esperienza narrativa straordinaria senza punti morti e che invoglia ad esplorarla nella sua complessità totale.
GAMEPLAY
Come anticipato, No Case Should Remain Unsolved presenta una formula di gameplay semplice e completamente incentrata sull’investigazione, caratterizzata da lunghe letture e riflessioni sugli eventi del gioco, senza alcuna componente action.
Si potrebbe considerare quindi una sorta di avventura punta e clicca con enigmi, in cui il giocatore deve analizzare le testimonianze delle varie figure centrali del caso e cercare informazioni utili per aiutare la detective a ricordare ulteriori dettagli e a ricostruire gli eventi.
Entrando nel dettaglio, ogni dialogo sarà un portale verso nuove possibilità grazie alla presenza di specifiche parole evidenziate in blu e precedute da un hashtag che, se cliccate, sbloccheranno nuove conversazioni da esplorare in base alle priorità scelte.
Ma non è tutto: alcuni intere testimonianze speciali saranno evidenziate in rosa, richiedendo ulteriori indizi per essere svelate, mentre altre ancora saranno in viola, necessitando l’inserimento di un numero specifico per permetterne l’accesso.
Tuttavia la memoria, si sa, non è sempre così affidabile come crediamo, e questo vale ancor di più per l’ex detective Gyeong che si troverà ad affrontare una confusione mentale maggiore di quanto avesse immaginato.
Ed è qui che entra in gioco l’aspetto secondo noi più intrigante e coinvolgente dell’esperienza: sarà infatti il giocatore a dover mettere ordine nei vari dialoghi, decidendo con chi avvengono e in quale sequenza temporale, ricostruendo la trama pezzo dopo pezzo.
Questo processo ci farà sentire parte integrante della narrazione, che si evolverà in base alle nostre scoperte e riflessioni piuttosto che essere guidata da una forza invisibile.
In particolare, mettere al loro posto i vari dialoghi permetterà anche di costruire delle chiavi gialle, consentendo di aprire testimonianze chiuse che rivelano dettagli fondamentali della trama.
Saremo noi a collegare gli eventi e a dare loro un senso, in una storia dove ogni passo avanti sarà una conquista personale e un tassello in più verso la verità.
Il gameplay nella sua semplicità riesce quindi ugualmente a conquistare, anche grazie alla trama avvincente su cui si basa che cattura fin dai primi momenti, non risultando mai ripetitivo né frustrante o troppo difficile da comprendere, e mantenendo sempre vivo l’interesse del giocatore.
Tuttavia, non possiamo affermare che sia completamente privo di difetti, con la criticità più grande che risiede nel movimento all’interno del menù principale tra una testimonianza e l’altra, soprattutto nelle fasi più avanzate del gioco.
Nonostante la presenza di una piccola mappa sempre visibile sullo schermo e il fatto che alcuni dialoghi si illuminino quando interagibili, navigare per lo schermo può risultare l’aspetto più confusionario e lento dell’esperienza.
Sarebbe stato utile aggiungere dei comandi appositi per muoversi più velocemente o per raggiungere immediatamente determinati punti, che avrebbe sicuramente contribuito a creare una visione più compatta e ordinata di tutte le testimonianze.
COMPARTO GRAFICO E SONORO
Il gioco, per quanto si mantenga semplice e minimalista per la maggior parte della sua durata, presenta occasionalmente alcune illustrazioni che accompagnano i dialoghi, raffiguranti i diversi personaggi o scene della trama.
Questa piccola ma significativa aggiunta aiuta il giocatore ad immergersi ancora di più nella storia, fungendo anche da indizi per comprendere a quale personaggio appartenga un determinato dialogo e arricchendo così l’esperienza complessiva.
Lo stile in pixel art si abbina perfettamente all’atmosfera del gioco, e la scelta di mantenere una palette di colori minima non solo si adatta magnificamente al contesto della storia, ma contribuisce anche ad evidenziare e rendere più impattanti le rare scene in cui i colori vengono utilizzati.
Per quanto riguarda l’aspetto sonoro, questo si mantiene piacevole e apprezzabile per tutta la durata dell’esperienza, con melodie ben progettate per aiutare il giocatore a rilassarsi e a riflettere senza mai diventare fastidiose o ripetitive.
Tuttavia, dobbiamo riconoscere che nessuna di queste tracce ha brillato particolarmente, non riuscendo a lasciare un’impronta duratura o a colpire particolarmente.
Seguiteci sul nostro curatore e sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.