Il panorama delle avventure grafiche è vasto e costellato di successi, con titoli del calibro degli amatissimi Detroit Become Human, Life Is Strange, Heavy Rain e molti altri che si aggiungono al sempre più ampio firmamento del genere.
Oggi siamo qui per recensire un piccolo gioiello appartenente alla categoria, che dobbiamo ammettere ci ha stupiti come mai avremmo potuto immaginarci: Nobody Wants to Die.

Il titolo sviluppato da Critical Hit Games è quanto mai spettacolare, con scene al cardio palma cariche di pathos e tensione, riuscendo non solo intrattenerci ma anche farci riflettere.
Il titolo porta con sé anche una storia piena e densa di riflessioni, ragionamenti, dilemmi morali ed etici che portano il giocatore a ragionare su ciò che ha davanti. 

Ma abbiamo detto anche troppo: andiamo ad analizzare il perché riteniamo questo titolo uno dei migliori del genere! 


TRAMA E STORYTELLING

L’opera presenta un impianto narrativo che raccoglie in sé i generi del Noir e del Cyberpunk, concentrando l’attenzione della trama sull’iper-tecnologia investigativa e rendendo di fatto il gioco un titolo pienamente incentrato sulle indagini.
In Nobody Wants to Die dovrete infatti essere sempre pronti e avere il pelo sullo stomaco, poiché verremo catapultati nella vita di James Karra, un poliziotto attualmente sospeso dal servizio che viene tuttavia “reintegrato” per un lavoretto extra da parte del suo capo.

Quella che doveva tuttavia essere una pratica semplice da archiviare come un banale incidente e che ci era stata presentata come una questione delicata e risolvibile con indiscrezione, si rivelerà invece essere un caso di omicidio.

Verremo così introiettati nella New York del 2329, dove la morte non è l’ultima destinazione e, infatti, attraverso l’icore (una sorta di corteccia esterna al cervello) sarà possibile trasferire la propria coscienza in altri corpi al momento del proprio decesso, rendendo l’essere umano concettualmente immortale.
Basti pensare che il nostro stesso protagonista, durante la sua burrascosa carriera, è andato più volte incontro alla morte ed è consequenzialmente tornato in vita in un sistema che dona nuovi corpi ai propri cittadini, regalando la vita eterna in cambio di un’assicurazione obbligatoria sottoscrivibile dai 21 anni di età.

Tuttavia, il nostro attuale corpo si rivelerà malato ed instabile, con notevoli disturbi nei movimenti e nelle azioni, evidenziando una delle tante sfaccettature negative di trasferire la propria coscienza e di come ciò non rappresenti necessariamente il passo evolutivo successivo della specie umana.

Il gioco si struttura in capitoli, concedendo al team di sviluppo di esplorare una narrazione concentrata e di operare una scenografia cinematografica che pone il focus sui momenti giusti nei momenti giusti, facendo brillare quasi ogni singola scena.
Ogni passaggio da un livello all’altro è caratterizzato dalla presenza di un narratore, il protagonista, che compirà riflessioni su quanto abbia appena appreso rispetto al caso, ricalcando alla perfezione lo stile Noir a cui l’opera si presta. 

Tutto ciò si sviluppa anche attraverso la costruzione del mondo stesso, costituendo uno degli aspetti narrativi che ci ha più stupito, trovandoci davanti ad un world building rasentante la perfezione che trasmette costantemente la sua storia.
L’aspetto Noir rappresenta infatti uno degli elementi chiave a cui Nobody Wants to Die si rifà in toto, colpendo nel segno grazie alle musiche, ambienti e al doppiaggio, che ci fa immergere in un immaginario collettivo che sa di blues bar, whisky e puzzo di sigaro.

Il titolo ci dà anche la possibilità di operare più scelte nel corso dei dialoghi, che ci spianeranno la strada verso ulteriori decisioni più avanti qualora scegliessimo determinate linee.
Tuttavia, per quanto sulla carta sembri tutto bello, pare che le opzioni che veramente vanno ad influire sulla trama e sui diversi tipi di conclusioni raggiungibili siano solamente un paio, portando il gioco ad una regressione nella qualità che abbiamo visto investire la sua narrativa in favore forse di un impianto più stabile, ma che può risultare meno interessante e influisce negativamente sulla rigiocabilità.


GAMEPLAY

In Nobody Wants to Die seguiremo un caso in particolare che, come detto, si rivelerà essere più complesso di quanto ci si potesse aspettare all’inizio, portandoci più volte in luoghi già visitati e ad esaminare altri delitti che potranno essere ricollegati fra loro.

Il gameplay ci porterà infatti a dover analizzare tutte le scene del crimine che ci si pareranno davanti, potendo setacciare le aree che visiteremo con l’aiuto dei nostri strumenti da detective in un’avventura investigativa in cui nulla è scontato.

KIT INVESTIGATIVO

Fortunatamente, non dovremo investigare usando solo le nostre forze e il nostro ingegno, avremo infatti a disposizione il nostro già citato kit investigativo, che possiederà diversi strumenti in linea con l’ambientazione “neo-noir”, che ci faciliteranno notevolmente le indagini.

Tra questi possiamo distinguere:

  1. IL RICOSTRUTTORE Si tratta di uno speciale bracciale che permette di riavvolgere il tempo della scena di un crimine, richiedendo tuttavia che l’utilizzatore abbia una determinata coscienza dei fatti avvenuti nella scena. Con questo piccolo prodigio tecnologico potremo quindi scandagliare ogni luogo, compiendo un’analisi dettagliata delle dinamiche con maggiore accuratezza.
  2. LAMPADA A RAGGI UV Ci permetterà di osservare l’area anche laddove gli occhi non arrivano, potendo vedere sangue, fluidi non identificati o qualunque altro liquido invisibile allo sguardo umano che possa darci una traccia da seguire.
  3. RAGGI X Ci concederà di scoprire cosa si cela dietro le pareti o di calcolare traiettorie balistiche in tempo reale, permettendo una maggiore consapevolezza dei fatti avvenuti che potremo sfruttare attraverso il ricostruttore.
  4. LAVAGNA DIGITALE – Ultima ma non per importanza, avremo anche la nostra lavagna personale che ci permetterà di interconnettere tutte le più piccole parti del caso. Sebbene su carta questa possa sembrare quasi superflua o inutile, si dimostra in realtà parte integrante dell’esperienza dell’investigatore con cui aumenteremo la tridimensionalità dell’immersione, facendoci sentire dei veri detective.

L’utilizzo del nostro arsenale ci permetterà dunque di scovare molti indizi, tra i quali anche alcuni non indispensabili alla prosecuzione della trama ma che sbloccheranno ulteriori opzioni di dialogo all’interno dell’avventura.

CRITICITA’ DEL GAMEPLAY

L’opera potrebbe comunque risultare ripetitiva poiché, sebbene duri nulla più che cinque ore, si limita unicamente all’utilizzo degli strumenti citati nel capitolo precedente, ripetendo costantemente le stesse meccaniche in ogni capitolo e rischiando così di stuccare i giocatori meno abituati ad un gioco che si concentra maggiormente sulla trama che non al gameplay.

Va inoltre detto che, per quanto il gioco a livello narrativo imbastisca un’avventura investigativa in piena regola, sembra che sul piano del gameplay l’esecuzione del genere venga meno, facendoci interpretare un investigatore che non possiamo controllare liberamente: ogni azione che dovremo svolgere sarà necessariamente quella e in quel preciso ordine, senza possibilità di provare o di formulare delle proprie ipotesi.

Altra nota di demerito, il titolo non presenta alcun modo per riprendere la storia da un punto nello specifico, ancor più grave se si considera l’assurda mancanza di salvataggi manuali.
Per quanto già questo possa inficiare sull’esperienza complessiva, rendendo le sessioni di gioco una attesa costante dell’auto-salvataggio nel momento in cui vorremmo fermare la partita, diventa ancora più grave se pensiamo che se vorremo concludere la storia con un finale diverso, ci toccherà ricominciare tutto da capo.

Per concludere, Nobody Wants to Die non presenta un grado di difficoltà regolabile che, nonostante possa far titubare chi preferisce un’avventura non impegnativa in cui godersi solo la trama, dobbiamo ammettere non ha inficiato significativamente la nostra esperienza di gioco.
Abbiamo infatti trovato i diversi enigmi, per quanto cervellotici, sempre equilibrati e, qualora ci sfuggisse qualcosa, basterà la pressione del tasto quadrato per avere subito a disposizione una modalità di assistenza che ci indicherà cosa fare o dove andare, semplificando notevolmente l’esperienza. 


COMPARTO TECNICO

Il comparto tecnico di Nobody Wants to Die si mantiene stabile per tutta la sua durata, e su PS5 ci sarà la possibilità di scegliere tra la modalità prestazioni e qualità, come in ormai quasi la maggioranza dei giochi di recente uscita. 
In entrambe, tuttavia, il gioco è molto responsivo, facendo evincere come il lavoro svolto a livello di sviluppo ed ottimizzazione sia stato eccelso, con grande impegno da parte di Critical Hit Games

Per quanto riguarda il frame rate, il gioco presenta un ottimo lavoro di ottimizzazione e, a prescindere dalla modalità scelta, il titolo non presenta nessun calo, rimanendo stabile e offrendoci un’esperienza senza interruzioni o problematiche di sorta.
Critical Hit Games ha optato inoltre per l’uso dell’Unreal Engine 5, permettendo così un uso eccelso di particellari, fumo e luce dinamica per l’imbastimento della scena, che è quanto più immersiva e realistica possibile.


COMPARTO GRAFICO E ARTISTICO

Il comparto grafico di Nobody Wants To Die non è rivoluzionario, ma è senza ombra di dubbio di alta qualità, curato fin nei minimi particolari e davvero realistico, sfruttando al meglio il potenziale dell’Unreal Engine 5.
Il titolo fa infatti un uso spettacolare del motore grafico, e durante l’avventura potremo ammirare parecchi panorami definiti da una risoluzione visiva qualitativamente alta, che non traballa mai nemmeno per un secondo.

Il gioco presenta luoghi e ambientazioni caratterizzati da una tipica connotazione Cyberpunk che si fonde perfettamente con lo stile Noir che Nobody Wants to Die insegue.
I numerosi grattacieli opprimono la vista, rendendo alla perfezione la sensazione di claustrofobia, mentre lo smog imperante saluta gli ipocondriaci e le sfavillanti luci al neon la fanno da padrone in questo mondo ultra tecnologico, illuminando anche la notte più buia.

Tutti gli aspetti appena citati brillano grazie alla scelta di una storia che sta costantemente sui binari, concedendo agli sviluppatori di poter lavorare sul rifinire i modelli ed il mondo di gioco in maniera meticolosa, regalandoci un ambiente ricco, vario e sempre diverso che sarebbe stato impraticabile in un open world.
All’interno dell’avventura troveremo dei dettagli riccamente definiti: dai modelli 3D ai particellari in caso di esplosioni, finanche alla fisica dell’acqua che risalta il lavoro compiuto di Critical Hit Games. 


COMPARTO SONORO

Essendo la musica un aspetto così importante nel gioco, sapevamo di poter affidare un compito del genere solo al compositore pluripremiato Mikolai Stroinski. Il suo precedente lavoro su titoli come The Witcher 3: Wild Hunt, League of Legends, Age of Empires, lo ha reso la scelta naturale per creare il suono di una storia noir in una New York distopica.

– Critical Hit Games

Anche il comparto sonoro si fa enormemente carico dell’esperienza di gioco, presentando una colonna sonora sincopata e suggestiva che ci profonde un mood omogeneo e costante, dal ritmo sempre preciso. 
Come per tutto il resto all’interno di quest’opera, anche le sue tracce ricalcano ovviamente il genere Noir, ponendosi con i giusti ritmi e accompagnando la narrazione e l’esperienza uditiva dell’utente in maniera naturale ed ispirata. 

Per quanto riguarda i rumori ambientali, questi ci hanno sorpresi al punto che li definiremmo spacca mascella, tant’è che ad un certo punto il titolo ci ha dato la sensazione che le voci di sottofondo che sentivamo in cuffie provenissero dall’esterno! 

Parlando invece del doppiaggio, troviamo anche qui un buon lavoro di fino, con il doppiatore di James che porta in scena in maniera eccelsa il classico “sbirro in decadenza”, ricalcando alla perfezione un importante archetipo con la sola imposizione della voce. Lo stesso discorso si fa ovviamente per il resto del cast, che è riuscito senza fuor di dubbio a dare il meglio nel proprio ruolo. 


Ringraziamo Plaion per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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Nobody Wants To Die (PS5)
Conclusioni
Tirando le somme, Nobody Wants to die è un'avventura grafica che, nonostante un gameplay indeciso e forse troppo ridondante, riesce comunque ad offrire un gioco eccellente che splende in tutto il resto, che si tratti del lato tecnico o di quello artistico, con una spettacolare narrazione Noir che sarà pronta ad inghiottirvi! 
Pregi
Una narrazione coinvolgente, intrigante e ben definita
Grafica riccamente dettagliata e curata in ogni dettaglio
Caratterizzazione dei personaggi ottimamente riuscita e chiara
Difetti
Gameplay che potrebbe risultare ripetitivo per alcuni
Impossibilità di riprendere la storia da un punto specifico dell'avventura
Scelte multiple che quasi mai influenzano realmente la trama
9
Voto