Nella recensione di oggi parleremo di Pacific Drive, un survival con componenti horror sviluppato da Ironwood Studios e pubblicato da Kepler Interactive. Una particolarità che rende questo titolo unico è che la nostra avventura sarà accompagnata dalla nostra fidata station wagon, elemento principale presente in questa nuova IP.
Riuscirà a sorprenderci l’opera prima di questo nuovo studio emergente?
Scopriamolo insieme in questo nuovo articolo!
Incipit narrativo
Verremo introdotti nel mondo di gioco con un incipit iniziale che ci porta nel 1947 nella Penisola Olimpica, una zona situata nel nord-ovest del Pacifico, teatro di numerosi esperimenti atti a scoprire nuove tecnologie. Purtroppo, questi test portarono alla scomparsa di diverse persone e alla nascita di esseri e fenomeni oltre natura denominati Anomalie.
L’area in questione venne chiusa dopo 8 anni dall’incidente, creando una Zona di Esclusione Olimpica che rimase ben serrata per ben 30 anni, finché nel 1998 non verremo incaricati con il semplice compito di consegnare un pacco all’interno dell’area.
Andremo quindi incontro alle anomalie ed uno di questi avvenimenti ci porterà dentro la Zona di Esclusione, senza macchina e più confusi che mai.
Durante il nostro girovagare nell’area piena d’entità verremo aiutati da due voci che ci guideranno verso un garage con a disposizione una seconda auto in grado di portarci in una zona sicura.
Si presenteranno a noi le due figure che ci hanno aiutato in precedenza, ossia Tobias e Francis, due sopravvissuti che, insieme alla scienziata Oppy che ha lavorato al progetto, ci daranno qualche informazione in più su ciò che sta accadendo.
Gameplay
Il gameplay di Pacific Drive unisce delle componenti di un simulatore di guida (un esempio può essere associato ad un My Summer Car senza la componente demenziale) ad un survival con meccaniche di crafting, in cui il nostro compito sarà quello di esplorare una zona alla ricerca di risorse per migliorare e manutenere la nostra auto.
Prima di gettarci direttamente nell’azione, il titolo ci mette a disposizione un tutorial completo sulle meccaniche di gioco, così da farci prendere dimestichezza sin da subito con le anomalie e con la gestione della vettura.
Il Garage
Durante il tutorial verremo portati dai sopravvissuti nella zona sicura che è il nostro garage, punto di partenza per tutte le nostre spedizioni. Al suo interno avremo la possibilità di scegliere il percorso per raggiungere una fetta di mappa da poter esplorare, ovviamente nei limiti predisposti dal gioco, poiché se usciremo dai limiti dovremo presto ritornare sui nostri passi.
Questo HUB ci darà la possibilità di effettuare dei potenziamenti e delle modifiche alla nostra macchina, nonché anche di curarci tramite una cassetta medica e di usare i vari armadietti per conservare e mettere al sicuro il loot da noi raccolto in precedenza, così da liberare spazio nel nostro inventario.
La nostra “DeLorean” di fiducia
L’elemento principale delle nostre esplorazioni sarà proprio la station wagon, il nostro “parafulmini” che ci protegge dalle anomalie e dai pericoli della Zona.
La nostra vettura, come abbiamo accennato, non è indistruttibile e può essere danneggiata in qualsiasi modo, sia per colpa nostra (è successo diverse volte) e sia per colpa dei fenomeni soprannaturali incontrati durante il viaggio. Ogni pezzo che compone la nostra auto sarà sostituibile e soggetto ad usura, quindi dovremmo avere sempre un componente di scorta oppure degli strumenti che ci consentano di riparare le parti compromesse.
Naturalmente, ottenere gli aggiornamenti per la nostra macchina richiederà molte risorse, quindi dovremo cercare di raccoglierne il maggior numero possibile durante le esplorazioni.
Continueremo a reperire sempre più componenti anche solo per avanzare nella storia, per quanto questa meccanica possa diventare tediosa dopo diverse ore di gioco.
Comparto artistico e tecnico
Dal punto di vista artistico, Pacific Drive presenta delle atmosfere mozzafiato molto ispirate a Stalker, riuscendo nel compito di trasportare il giocatore all’interno del pericoloso mondo che lo circonda, pieno di mistero e caos per colpa delle anomalie, dove anche la scelta di utilizzare la tecnologia futuristica figlia degli anni 80′ (prendiamo come esempio il famoso Ritorno al Futuro) è stata davvero azzeccata, sia per gli strumenti dell’auto che per quelli sparsi nel garage.
Da menzionare anche le OST che ci accompagnano nella nostra avventura attraverso la radio, di gran qualità e che rendono ancora più immersivo il nostro viaggio verso la scoperta dell’ignoto.
Per quanto riguarda invece il comparto tecnico, dobbiamo segnalare diversi cali di frame in varie zone d’interesse e nelle parti in cui ci sono molti fulmini e anomalie a schermo, un chiaro segno che il titolo necessita ancora di ottimizzazione per assicurare la totale stabilità.
Pacific Drive può essere tranquillamente giocato anche su configurazioni non troppo costose riducendo notevolmente le impostazioni grafiche, e durante le nostre ore di test non abbiamo riscontrato alcun crash improvviso o bug di alcun tipo.
Ringraziamo Cosmocover per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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