Il mercato indie, negli ultimi anni, ha acquisito una sempre maggiore fetta di mercato, data la quantità di ottimi titoli che puntano sul loro lato creativo, portando una ventata d’aria fresca all’attuale industria videoludica.
In molti paesi del mondo, tra cui anche l’Italia, lo sviluppo di videogiochi non è preso seriamente né finanziato doverosamente, ma nonostante ciò piccoli studi indipendenti nascono anche per dimostrare il valore dei prodotti della propria nazione. Inoltre, sviluppare un videogioco può essere un’occasione per far conoscere la cultura e la storia del tuo paese ad occhi esterni.

Questo è il caso Paper Ghost Stories: Third Eye Open, un’interessante storia che combina il genere coming of age con una tipica storia sui fantasmi. Gli sviluppatori, Cellar Vault Games, hanno sfruttato il loro titolo per istruire i giocatori sulla storia del loro paese, inserendo nella storia riferimenti a parole e tradizioni della Malesia.


Saranno quindi riusciti ad immergerci nella cultura del sud est asiatico e a catturarci con la sua storia?
Scopriamolo insieme!


Trama

Nel gioco interpretiamo Ting, una piccola bambina che, da poco trasferitasi in una nuova città, farà una conoscenza insolita. La prima persona con cui stringe amicizia, infatti, è il fantasma di una ragazzina morta anni prima, Xiu, che non ricorda nulla del suo passato.
La nostra protagonista, essendo l’unica che può vederla al di fuori degli altri spiriti, decide di aiutarla a recuperare la memoria mentre quest’ultima ci aiuterà a sua volta ad ambientarci nella nuova città e ad affrontare i vari problemi quotidiani.

Paper Ghost Stories: Third Eye Open affronta le tematiche tipiche di una storia Coming of Age, in modo tremendamente realistico ed accurato.
Uno dei temi centrali è la creazione di divergenze tra i genitori e gli altri bambini con Ting, dovute al suo rapporto con Xiu.

La sua relazione con lo spirito infatti la fa apparire strana ai suoi coetanei, che finiscono per escluderla, e dei suoi genitori, che si preoccupano soprattutto della loro reputazione con i vicini di casa.
Inoltre, la gelosia del fantasma per le sue amicizie umane, le rendono il rapporto con i suoi amici ancora più complicato.

Il rapporto con i genitori, soprattutto quello turbolento con il padre, è realizzato in maniera molto realistica: nel gioco vedremo spesso la giovane ragazza soffrire pensando di essere l’unica causa dei disagi tra i suoi genitori, mentre il padre si focalizzano sempre di più sulle stranezze della figlia invece che sul migliorarsi come marito e come figura paterna.
A questi problemi si aggiungono le difficoltà nell’ambientarsi in una nuova scuola e in una nuova città con nuove usanze, nuove persone e persino una nuova lingua.

Il titolo si sofferma in particolar modo sulla storia e le tradizioni tipiche della Malesia, paese dal quale provengono gli sviluppatori. In praticamente ogni momento del gioco avremo la possibilità di consultare approfondimenti sui modi di fare dei protagonisti ma anche sui luoghi che visiteranno, rendendolo quasi un gioco dai fini educativi.

Uno dei più grandi difetti del titolo risiede proprio nella sua trama, dove in molti capitoli si ripetono i medesimi accadimenti solo con un contesto diverso.
Ogni volta Ting scoprirà qualcosa e per via di questo si metterà nei guai, suo padre la sgriderà facendo gli stessi discorsi e la madre dovrà parlarle.
Fatta eccezione per alcuni momenti, ci saranno poche occasioni in cui vedremo i personaggi cambiare portando avanti la storia, diventando un susseguirsi di eventi ripetitivi che rischiano di annoiare facilmente il giocatore. Inoltre, alcuni elementi del plot vengono introdotti per poi essere abbandonati o messi in secondo piano.

La componente orrorifica del titolo è ben costruita, seppur sia ridotta ad essere una mera cornice nella storia della crescita della protagonista.
Infatti ci vorrà molto tempo per vedere effettivamente delle sezioni horror vere e proprie, ma quando arrivano certamente non deludono lo spettatore.


Gameplay

Il gameplay riprende il tipico schema dei giochi d’avventura, integrando alcune meccaniche tipiche delle visual novel.
Nel titolo si alterneranno momenti in cui dovremo semplicemente leggere i dialoghi e fare occasionalmente delle scelte, a sezioni di lunghe camminate al fine di raggiungere una determinata zona per andare avanti, il tutto arricchito da alcuni puzzle che ci verranno proposti nel corso del titolo.

Una delle parti centrali del gameplay è costituita dall’esplorazione delle zone che visiteremo, anche se un’osservazione più approfondita di queste non viene praticamente mai premiata, andando ad aggiungere delle aree interamente vuote che non vengono sfruttate appieno e che fanno solamente perdere tempo al giocatore.
Molto spesso, durante alcuni dialoghi, avremo l’occasione di poter completare inoltre dei piccoli minigiochi, permettendoci di staccare dal ritmo abituale del titolo e finendo per essere molto piacevoli da giocare.

Nelle sezioni horror, una delle meccaniche principali sarà quella dello stealth. Questa feature si presenta come un aspetto molto guidato e mai complesso da eseguire, ma il suo utilizzo non rompe l’atmosfera creatasi e anzi crea un ottimo elemento di tensione.


Comparto artistico e tecnico

In Paper Ghost Stories: Third Eye Open è stato dato un particolare occhio di riguardo allo stile grafico, che in un certo senso ci ha ricordato molto quello visto nella serie di Paper Mario, dove l’arte del papercraft viene sfruttata per creare un comparto artistico unico.
Anche questo aspetto del titolo si rifà ad una tradizione della Malesia, dove l’utilizzo della Joss paper, che viene utilizzata principalmente per determinati rituali di venerazione degli antenati, fa parte di alcune tradizioni cinesi e malesiane.
La soundtrack, tuttavia, non presenta lo stesso livello di cura, con poche tracce molto semplici.

Dal punto di vista tecnico, Paper Ghost Stories: Third Eye Open si presenta come un titolo molto leggero e in grado di girare su qualsiasi configurazione grazie al suo stile semplice.
In più, per tutta la sua durata è rimasto stabile senza presentare problemi di alcun tipo.


Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Recensione Paper Ghost Stories: Third Eye Open – Una storia dell’orrore dalla Malesia
In conclusione...
Paper Ghost Stories: Third Eye Open è un solido indie con delle ottime idee alla base. I problemi della protagonista Ting e dei suoi genitori sono rappresentati in maniera ottima e le sezioni horror, seppur siano presenti in minore quantita, sono rese ottimamente. Tuttavia, la ripetitività degli eventi, e la presenza di alcuni elementi di trama che vengono raramente ripresi, finiscono per renderlo facilmente noioso agli occhi del giocatore.
Pregi
Trama realistica e interessante...
Ottimo stile grafico
Espone storia e cultura della Malesia in modo molto interessante e stimolante
Difetti
... che spesso diventa ripetitiva
7
Voto

Di MariaRosaria Cozzolino

Grande appassionata di videogiochi, specialmente retro, e cinema. Moglie amorevole e mamma di molti peluche che la accompagnano nella scrittura degli articoli per questo piccolo e caldo spazio nel grande oceano di internet.