Nella storia dei videogiochi ci sono sempre stati alcuni titoli che hanno fatto da colonna portante, da esempio perfetto additabile quando si parlava di quali fossero i capisaldi di un genere. La serie di X-Com è sicuramente tra questi. Dopo un quasi perfetto secondo capitolo non è esagerato dire che qualsiasi strategico a turni su griglia pubblicato successivamente abbia preso ispirazione da X-Com. Phoenix Point poi ha una marcia in più, in quanto figlio dello stesso creatore di X-Com, Julian Gollop. Eppure, se da una parte tutti questi fattori costituiscono di per se una garanzia, si sa che il mondo dei videogiochi è strano e Phoenix Point non ha potuto fare a meno di vivere all’ombra del suo fratello maggiore, da molti considerato insuperabile. Perchè giocare a Phoenix Point se esiste X-Com dopotutto? Perchè Phoenix Point non è un suo clone, ma anzi un gioco che, pur traendo ispirazione da esso, gode di caratteristiche uniche per il suo genere che lo rendono estremamente interessante per tutti gli appassionati di strategici.
Virus
La data di uscita e la trama di Phoenix Point sono quasi ironiche. A fine 2019 il gioco parlava di un qualcosa che allora consideravamo il più lontano possibile da noi, la diffusione di un virus. Sulla Terra di Phoenix Point infatti, le forme di vita come le conosciamo sono ormai un ricordo, mutate fino a diventare delle mostruosità a causa di un virus alieno diffusosi tra animali e esseri umani, il Pandoravirus. Sull’orlo dell’estinzione, un’organizzazione formata da scienziati e soldati, la Phoenix Point, cerca disperatamente di combattere l’avanzata dei mutanti e al contempo acquistare una maggiore consapevolezza del nemico che si trovano davanti. Chiaramente non sono i soli esseri umani sopravvissuti. Infatti il mondo si è diviso in 3 fazioni dedite a scopi diversi con le quali instaurare rapporti più o meno pacifici per ricavare risorse. E’ possibile infatti instaurare alleanze e commerci, consapevoli che le fazioni stesse non si vedono di buon occhio tra di loro e agiranno autonomamente mentre noi saremo impegnati con altro. Il fattore tempo dopotutto è fondamentale in Phoenix Point. I mutanti non staranno certo a guardare mentre cerchiamo di espandere la nostra rete di conoscenze costruendo basi in giro per il mondo.
Tra gestione e ricerca
Possiamo, già da qui, dividere il gameplay di Phoenix Point in due fasi, una fase di preparazione da gestire con tutta calma dove saremo chiamati ad assolvere diversi compiti e una fase che costituisce poi il cuore del gioco, le battaglie contro mutanti e altri soldati. La prima fase richiede in primis un’accuratissima gestione dei nostri soldati che coprono ben 7 classi, ognuna con le sue abilità e equipaggiamenti specifici. Caratteristica interessante di ogni unità è la presenza di uno zaino che permette non solo di portare con se munizioni e oggetti extra oltre agli slot principali ma anche di raccogliere equipaggiamento trovato in missione. La crescita di ogni soldato prevede, oltre all’apprendimento di nuove abilità anche la crescita delle proprie statistiche, permettendo al soldato di avere una maggiore resistenza ai danni o una velocità tale da coprire più terreno nel corso del suo turno. Diventa quindi necessario riuscire a giostrare bene i punti abilità per costruire dei soldati potenti ma allo stesso tempo capaci di stare al passo con le capacità fisiche dei nemici.
Non solo i soldati, ma anche la base stessa ha bisogno di attenzione. Tramite il pagamento di risorse infatti, diverse sono le costruzioni che ci torneranno utili nel corso della partita per velocizzare il recupero dei soldati, stoccare più materiale nel magazzino o semplicemente dare più energia alla base. Ultimo aspetto da tenere in considerazione, ma non per importanza, la ricerca scientifica. Non dimentichiamo infatti che l’umanità sa davvero poco dei mutanti ed è quindi necessario condurre ricerche volte a conoscere il nemico e magari applicare quelle conoscenze in battaglia grazie a nuovi equipaggiamenti. Tutte queste caratteristiche vanno quindi amalgamate a dovere in vista del cuore pulsante, le battaglie.
Sul campo di battaglia
Inizialmente il sistema di battaglia sembra davvero molto classico. Su una griglia trovano posto soldati e nemici che a turno consumano i propri punti azione per spostarsi sul campo e attaccare i propri avversari. Da questo punto di vista tutto funziona benissimo, ogni azione costa un certo quantitativo di punti azione che varia anche in base alla classe e alle abilità. Al momento di sparare entra però in gioco una caratteristica assolutamente spettacolare, la mira libera. Questo tipo di strategici normalmente prevede una percentuale variabile di riuscita dei colpi in base alla nostra posizione e alla copertura dell’avversario che si tramuterà poi eventualmente in un certo numero di danni. Mentre però in altri titoli non si può scegliere esattamente che parte del corpo colpire, in Phoenix Point al momento di mirare la visuale passa in prima persona e ci permette di scegliere un qualsiasi punto del corpo nemico da provare a colpire. Cosa significa questo in termini strategici? Significa che se un soldato nemico ha una pistola possiamo provare a colpirgli il braccio o la pistola stessa, come in un moderno western, per fargliela saltare via in modo da azzerare praticamente il suo potenziale di danno dalla distanza. Un nemico è particolarmente distante? Miriamo al torso che copre una parte più vasta in modo da avere una chance in più di mandare il colpo a segno. Un soldato è rimasto ferito e in balia di un nemico appostato li vicino? Mirare alle gambe si traduce in una grossa penalità di movimento per il nemico (Tutti i dati relativi ai nemici sono richiamabili in qualsiasi momento e possono, anzi devono, essere studiati per fare dei calcoli esatti e prendere la decisione migliore). Chiaro quindi che la mira libera amplia notevolmente le scelte perseguibili in qualsiasi momento della battaglia facendo la gioia di tutti i giocatori che amano pianificare accuratamente ogni mossa soppesando rischi e ricompense senza un eccessivo fattore RNG che tanto penalizza alcuni strategici.
Conclusioni
Tirando le somme credo sia ormai assodato che Phoenix Point mette tanta carne al fuoco, introducendo meccaniche interessanti, la mira libera sopra tutte, che non mancheranno di farvi scervellare su ogni singolo turno. Lo sviluppatore, Snapshot Games, sta poi lavorando alacremente per aggiungere nuovi contenuti, tra cui il prossimo DLC in uscita a fine Maggio. Il mio consiglio è quello di valutare attentamente questo promettente strategico che offre già da ora delle idee e una originalità che meritano di essere premiate. Infine vi lascio alcuni link utili tra i quali la pagina Steam del gioco e del nostro gruppo.
Sito ufficiale di Phoenix Point e profilo Twitter