Nella recensione di oggi parleremo di Planet of Lana, uno squisito adventure-platformer caratterizzato da un comparto estetico incantevole ed un gameplay semplice quanto scorrevole.

Fra le più evidenti fonti di ispirazione spicca senza dubbio The Last Guardian, di cui il gioco sembra prendere la struttura ed alcuni concetti fondamentali, senza però puntare troppo in alto ed evitando di fallire negli aspetti più discussi di quest’ultimo.

Ed è proprio la volontà di non rischiare che finisce per limitare il gioco laddove ci saremmo aspettati leggermente di più.
Non di meno vi parleremo approfonditamente dei pregi e difetti di un’avventura che ricorderemo senza dubbio con piacere.


INCIPIT

In Planet of Lana vestiremo i panni di una ragazza di nome Milo, che affiancato da una simpatica creaturina di nome Mui, andrà alla ricerca della sua amica rapita durante l’inaspettata invasione “aliena” del loro villaggio.

Devo ammettere che, avendo provato il gioco totalmente blind e senza informarmi precedentemente sugli aspetti narrativi, son rimasto piuttosto sorpreso dall’apparente entità di questo incipit.

È pur vero che gli alieni in questione sono piuttosto classificabili come delle macchine ed il mondo di gioco presenta più e più volte degli elementi che mischiano il fantasy con misteriosi elementi industriali reclamed-by-nature. È inaspettato, ma non stona affatto con il mondo misterioso che il team Wishfully è riuscito a realizzare.

Se vogliamo, come il titolo lascia intendere, l’intenzione del team è stata quella di realizzare un mondo di gioco che fosse il vero protagonista dell’opera e che narrasse in un certo senso la storia della sua rovina attraverso l’invasione di questi esseri meccanici che ne rappresentano la disarmonia dilagante.

L’avventura di Lana durerà circa sei ore e la porterà ad addentrarsi in biomi pericolosi e brulicanti di invasori ostili, senza rinunciare ad una certa varietà situazionale e di ambienti su cui torneremo più appronditamente nei prossimi paragrafi della recensione.

In definitiva, il comparto narrativo di Planet of Lana riesce ad essere delicato e toccante a tratti, pur rimanendo generalmente sottinteso al resto della struttura di gioco manifestandosi sottoforma di lore ed approfondimento.
Possiamo tranquillamente dire di esserci affezionati ai personaggi ma soprattutto al mondo di gioco, vibrante e apparentemente incontaminato ma brulicante di misteri e segreti.


GAMEPLAY

Il gameplay di Planet of Lana risulta concettualmente semplice quanto scorrevole nella pratica. Alterna sequenze platform dal ritmo piuttosto lento ad enigmi assolutamente lineari e fasi stealth.

La lentezza che abbiamo citato è derivativa, in parte, dalla lentezza nei movimenti della protagonista nella corsa e nella scalata.
Il risultato è riscontrabile in un’esperienza fluida ma che lascia spesso e volentieri spazio alla contemplazione degli ambienti di gioco o, in alternativa, alla frustrazione.

Altra componente di grande importanza è rappresentata dagli enigmi e dal ruolo di Mui in questi ultimi. Questi risulteranno in generale non troppo impegnativi, soffrendo sporadicamente di alcune falle e problematiche che potrebbero giovare di alcune future integrazioni e piccole modificazioni post-lancio.

Innanzitutto, troviamo che sarebbe corretto (ma non necessario) inserire un sistema di hint accessibile nel caso il giocatore si trovasse in difficoltà nel confrontarsi con un enigma poco chiaro.

Secondariamente, a causa della prospettiva laterale e dell’inconsistenza nei movimenti del personaggio, non sarà raro ritrovarsi a sottovalutare la capacità fisiche della piccola protagonista.
Così facendo, laddove la soluzione sarebbe stata facilmente ritrovabile in un semplice salto apparentemente impossibile, rimarremo bloccati per minuti rischiando di ricadere nella frustrazione più sentita.

Altro elemento che potrebbe venire smussato dalla patch è il sistema di salvataggio automatico, a volte generoso e soddisfacente nel suo stato attuale, altre volte più spietato e fastidioso nel costringerci a ripetere la soluzione lineare degli enigmi.

Per quanto concerne le fasi stealth, quest’ultime rappresentano probabilmente la parte più frustrante del titolo, limitandosi tuttavia alla necessità di evitare lo sguardo delle macchine attendendo che portino a termine la loro routine di movimento.


EXTRA E CONCLUSIONI

Il gameplay di Planet of Lana, per sua natura, non presenta alcun tipo di “extra” che non sia qualche brevissima e sporadica sequenza di esplorazione per la raccolta di collezionabili/frammenti d’altare.
Per le stesse ragioni, il titolo manca quasi totalmente di rigiocabilità ed è facilmente consumabile nella sua interezza in una singola run.


Tutto sommato, il gameplay di Planet of Lana si può sintetizzare in un’esperienza abbastanza leggera e priva di momenti morti.
Assolutamente lineare e precostruito, il percorso preparato dal team di sviluppo metterà saltuariamente alla prova il vostro timing e capacità di coordinazione, senza ricorrere a soluzioni creative particolarmente coraggiose ma non per questo risultando meno scorrevole ed interessante.

Non fraintendete, ci sono dei momenti in cui Planet of Lana riesce a stupire grazie a dei risvolti particolari che coinvolgono elementi di gameplay, tuttavia questi ultimi rappresentano una piccolissima parte dell’esperienza e non ne parleremo approfonditamente in quanto la discussione verterebbe all’inevitabile spoiler.


COMPARTO ESTETICO

Da un punto di vista puramente estetico, Planet of Lana è un titolo semplicemente delizioso, reminiscente di un quadro dipinto a mano e ricco di panorami mozzafiato della più varia entità.

Il gioco riesce nel compito di risultare allo stesso tempo estremamente colorato, drammaticamente scuro e persino tendente al monocromatico in alcune sequenze.

Unica nota negativa, a causa del forse eccessivo utilizzo dello stesso asset negli scenari, anche se magari colorato in un modo diverso per adattarsi al bioma di turno, costringe il titolo ad una certa sensazione di sottintesa monotonia che ci accompagnerà per gran parte dell’avventura.

È un utilizzo assolutamente legittimo degli strumenti estetici, che alla fin fine non nega nulla alla bellezza delle ambientazioni se non togliendo quel briciolo di unicità in più che sicuramente non avrebbe inficiato alla qualità del titolo.


COMPARTO SONORO

Il comparto sonoro di Planet of Lana è semplicemente meraviglioso, soprattutto grazie alla partecipazione del maestro compositore Takeshi Furukawa, già noto per aver composto la soundtrack di The Last Guardian.

Le sue composizioni guidano con efficacia i ritmi emotivi del giocatore per poi esplodere in dei climax in cui la parte vocale accompagna con grande sensibilità le melodie dell’orchestra.
La OST di Planet of Lana è una componente di enorme rilevanza all’interno dell’esperienza e pur non essendone totalmente dipendente, è fondamentale nel coinvolgere il giocatore emotivamente e spiritualmente nelle avventure di Lana.

Per quanto concerne il doppiaggio, il gioco ha la curiosa particolarità di servirsi di una lingua inventata appositamente per il suo universo narrativo. Se da un lato questa scelta è assolutamente efficace nel mantenere nel giocatore una costante sensazione di curiosità e interesse che non sarebbe stata possibile raggiungere altrimenti, l’effettiva realizzazione della lingua e la continua ripetizione di alcuni termini potrebbe infastidire.


Nel voler aprire una piccola parentesi prestazionale, non solo il gioco non ha mostrato alcun calo di FPS nel nostro provato su PC, ma siamo entusiasti di poter dire lo stesso per quanto concerne le oltre 3 ore di gioco su Steam Deck.

Nonostante la minuziosità di alcuni dettagli a schermo nel caso si decidesse di giocarlo sul pannello di Steam Deck, il titolo di natura essenzialmente platform risulta godibilissimo, forte dell’aver ricevuto l’apposita “verificazione” di Valve ancor prima del rilascio.


Ringraziamo Thunderful per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.