Quando ho deciso di scrivere una recensione di Prey mi sono chiesto: ”Cosa desidero trasmettere con questa recensione?” Personalmente credo di stare vivendo un periodo di cambiamenti nell’approcciarmi ai videogiochi, e guardandomi indietro ho provato ad isolare quei titoli che, in un modo o nell’altro, mi sono rimasti particolarmente impressi nella memoria. All’inizio pensavo che Prey non facesse per me, poi ho deciso di dargli una possibilità ed oggi mi trovo a dire che sia un titolo davvero meritevole. Come mai? Prey, sviluppato da Arkane Studios, è un immersive-sim, un che richiede di vestire totalmente i panni del protagonista decidendo il nostro percorso, a sfondo fantascientifico. Ci ritroveremo infatti su Talos I, una stazione di ricerca collocata nello spazio. Qui vengono infatti sviluppate le neuromod, degli impianti in grado di agire sul cervello umano per donargli caratteristiche molto simili a quelle dei Typhon, una razza aliena venuta in contatto con la stazione spaziale. Qualcosa però va storto. Dei typhon rinchiusi nella stazione riescono ad evadere e attaccano il personale prendedno possesso di Talos I. A noi il compito di ricostruire l’accaduto, procedendo nelle varie sezioni della stazione per scoprire cosa è successo realmente.

FINZIONE E REALTA’

I concetti di finzione e realtà sono infatti dei punti cardine di Prey, tanto nella trama quanto nel gameplay. Nel corso del gioco infatti affronteremo diversi tipi di Typhon tra i quali una specie particolare chiamata Mimic. Come suggerisce il nome, i Mimic sono in grado di agire sulla percezione umana, apparendo come oggetti di uso comune. Prey va qundi affrontato con prudenza, consapevoli che anche in una stanza apparantemente tranquilla possono nascondersi dei nemici. Chiaramente non faremo affidamento sulle nostre sole capacità. Su Talos I, infatti troveremo armi (anche sperimentali), munizioni e materiali vari da assemblare per creare nuovi armamenti. Non solo, grazie alle neuromod potremo potenziare noi stessi con capacità sovraumane. Ed è qui che, a mio parere, troviamo un secondo, affascinante, fondamentale, punto chiave di Prey.

IL CAMBIAMENTO

La necessità di cambiare è onnipresente in Prey. Evolversi, capire e adottare un punto di vista migliore sono tutte cose che richiedono dei cambiamenti. Come accennato poco fa, ci troveremo ad usare delle armi sperimentali tra le quali spicca sicuramente il Cannone GLOO. L’arma in questione spara palline di schiuma ad indurimento rapido che si espandono durante la solidificazione. L’uso principale dell’arma è abbastanza chiaro, incollare i nostri nemici per darci la possibilità di finirli o di scappare prima che si liberino. Cambiando però punto di vista ci si apre un ventaglio enorme di possibilità. Creare muri che fanno da riparo, sbarrare un’entrata, creare una piattaforma per raggiungere una zona troppo lontana e soffocare le fiamme che divampano in alcune zone sono degli esempi di un approccio creativo agli ostacoli. Il discorso si amplia notevolmente con le neuromod. A parte alcune abilità classiche, come una maggiore forza e velocità, ci verrà data la possibilità di apprendere particolarità abilità tipihe dei Typhon come la capacità di mimesi dei Mimic ad esempio.

Tutto molto bello e divertente, senza dubbio, ma non dimentichiamo che le neuromod agiscono sulle struttura del cervello. Vale allora veramente la pena usarle? Quanto della nostra umanità siamo disposti a sacrificare pur di avere una forza maggiore? Fin dove ci spingeremo a cambiare? Dilemmi del genere spingono ogni giocatore a fare le proprie valutazioni, a scegliere per se stessi il percorso da seguire. Talos I poi, in quanto stazione di ricerca, è zeppa di attrezzature ma soprattutto di documenti e testi liberamente consultabili che spaziano da discorsi puramente scientifici ad argomento filosofici e sulla natura umana. Insomma, tanti spunti di riflessione che aumenteranno la consapevolezza del mondo di gioco.

LO SPAZIO E IL SILENZIO

Dal punto di vista visivo e sonoro, è impossibile restare impassibili allo spazio immenso e buio che è possibile ammirare dalle grandi vetrate della stazione. Stazione che offre anche diverse strutture e sezioni molto ispirate. I modelli sono ben fatti così come i Typhon che sono meravigliosi da vedere (Nonostante il criticatissimo downgrade avvenuto dai primi trailer del gioco al rilascio). Il sonoro è efficace, così come i momenti di silenzio assoluto che ben sottolineano il mood ansiogeno/riflessivo del gioco. Rumori, scricchiolii e voci disturbate (Provenienti da chi non ve lo dico. Vi lascio il piacere di scoprirlo da soli) vi terranno sempre all’erta.

Alla fine di questa recensione spero di essere riuscito a trasmettervi come Prey sia un’esperienza consigliata a chiunque stia cercando un titolo in grado di far immergere completamente il giocatore per vivere una strepitosa avventura fantascientifica che non vi lascerà certo indifferenti.

Oltre a mettere un voto positivo vi chiedo di lasciare anche un commento qui sotto e di visitare Il nostro gruppo Steam di cui vi lascio il link qui sotto oltre ad altri link utili.

Gruppo Steam: https://steamcommunity.com/groups/SegaTotalWar

Sito di Arkane Studios: https://www.arkane-studios.com/en

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