Era il lontano 1972 quando il leggendario videogioco Pong venne rilasciato per la prima volta dall’Atari, e sarebbero passati quasi 50 anni dal rilascio di una versione completamente rivisitata del classico pubblicata dalla medesima azienda. Qomp si propone infatti come una reinterpretazione artistica di Pong, che, partendo dalle regole più classiche, si prefigge di inserirne moltissime altre in quella che a tutti gli effetti è un’avventura platform con assoluto protagonista la pallina.


Qomp 2, rilasciato tre anni dopo, espande ancora su questa idea nel tentativo di raggiungere una maturità maggiore rispetto al suo predecessore, proponendo un numero più elevato di livelli e di sfide complesse da affrontare con strategia e tanta… tanta pazienza.


Gameplay

Il gameplay del seguito spirituale di Pong è intuitivo e semplice come potreste immaginarlo, gli unici tasti da utilizzare saranno infatti i due input del mouse. Mentre con il tasto sinistro faremo rimbalzare la pallina secondo una traiettoria di 45 gradi, con il destro potremo caricare un dash che ci farà schizzare rapidamente verso la direzione in cui ci staremo muovendo.

Tutte le sfide proposte dal gioco non andranno mai a modificare questa base di gameplay, limitandosi invece a costruirvi attorno delle meccaniche che potremmo affrontare con ciò di cui già disponiamo. Nel succedersi dei 30 livelli vedremo quindi l’introduzione di nuovi blocchi, ostacoli, modificatori e persino nemici il cui intento sarà quello di mettere seriamente alla prova le nostre capacità di pianificazione e velocità di reazione.


Un esempio sono i livelli subacquei, all’interno dei quali il comportamento della nostra pallina muterà radicalmente costringendoci a pianificare diversamente i nostri rimbalzi con lo scenario. Non mancano neppure raggi traenti e cannoni sputafuoco, classici ostacoli del genere platform.

Sorprendentemente, il gioco include la presenza di 4 boss di fine stage dotati di rispettivi attacchi e difese, molto più simili a dei grossi puzzle capaci di ucciderci rispetto ad un tradizionale scontro di questa tipologia. Si tratta del resto di un titolo dichiaratamente molto difficile, disseminato di checkpoint nonostante la brevità delle sfide proprio perché ben conscio della tendenza dei giocatori a morire ancora e ancora negli stessi punti.

A rendere ancora più incisiva la sfida, la presenza di un collezionabile unico per ciascun livello inserito nelle posizioni più delicate e complesse da raggiungere senza morire.
Pur contando questa introduzione, Qomp 2 rimane un titolo che i giocatori più abili potranno affrontare in poco meno di un’ora, impiegando qualche minuto per il completamento di ciascun livello. Inutile dire che, nel nostro caso, il gioco è durato più di 6 ore.

Abbiamo quindi a che fare con un esperienza dai contenuti piuttosto limitati, che riusciranno ugualmente a fare la gioia degli amanti del genere ed in particolare i fan di Atari, i quali non verranno di certo delusi dalla presenza massiccia di riferimenti ed easter egg.


Comparto artistico

Il comparto artistico di Qomp 2 è senz’altro un aspetto sorprendente della produzione, basti pensare che, pur mantenendo uno stile minimale, questo riesce comunque ad evocare delle sensazioni nostalgiche e al contempo misteriose a causa della natura analogica e aulica di alcune sequenze. Lo scenario in cui la nostra pallina dovrà districarsi è un inferno di blocchi, tubi e valvole in pixel art il cui unico colore è il grigio, spezzato solo dal bianco degli ostacoli e dal blu di alcuni oggetti frammentabili.


Nello sfondo, proiezione di un infinito void digitale, potremo osservare lo spettro di un livello differente con un protagonista diverso, in una sorta di allegoria di una trappola virtuale da cui non si ha scampo. Questa sensazione di oppressione viene a sua volta smorzata ed amplificata dalla soundtrack, per nulla elaborata ma al pieno servizio dell’esperienza di gioco.


Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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Qomp2 (PC)
In conclusione...
Qomp2 è una reinterpretazione genuina e creativa di uno dei titoli fondatori dell'industria videoludica. Difficile, frustante e a tratti sorprendente per sensazioni e risvolti, il titolo offre una longevità variabile a seconda delle vostre capacità di riflesso e strategia.
Pregi
Una reinterpretazione artistica ben riuscita
Gameplay semplice ma gradualmente piú complesso da affrontare
Comparto artistico convicente
Difetti
A tratti eccessivamente frustrante
Contenutisticamente limitato
8.1
voto

Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.