La prima cosa che vi verrà in mente guardando un video di Realm of Ink sarà qualcosa come: “Ma dove l’ho già visto?”. Lo so, perché è quello che ho pensato anch’io, con una curiosità mista a scetticismo quando vidi per la prima volta il trailer.
Sono passati solo quattro anni dal rilascio di Hades, eppure il segno che ha lasciato nel mondo dei videogiochi è tanto profondo da aver dato vita a un vero e proprio sottogenere: gli Hades-like.
Per chi non avesse capito a cosa ci stiamo riferendo, il titolo in questione può essere considerato proprio uno dei suoi figli spirituali.
Realm of Ink è un videogioco early access Hack ‘n’ Slash roguelike, con una visuale isometrica in 2.5D, che però, a differenza delle sue influenze, cerca di distinguersi scavando a fondo nella mitologia cinese.
Gli sviluppatori di Leap Studio saranno riusciti nel loro intento di dare un’identità distinta alla loro creatura? Ne parleremo qui sotto, nella nostra recensione!
Premessa: abbiamo avuto il piacere di giocare una versione precedente all’Early Access, nella quale sfortunatamente mancavano la traduzione Italiana ed erano presenti alcuni errori di battitura e locuzioni non tradotte dal cinese. Ci aspettavamo che questi piccoli problemi venissero sistemati dal team di sviluppo in occasione del day one, ma così non è stato. Sono state tuttavia migliorate alcune animazioni e aggiunti alcuni dettagli grafici riguardanti gli NPC.
Incipit narrativo
La trama vede protagonista l’eroina Red, una giovane spadaccina che si ritrova catapultata in un mondo fatto interamente d’inchiostro. Ben presto scoprirà di essere stata intrappolata all’interno di un libro, chiamato proprio Realm of Ink, e a tenerla prigioniera è il Book Spirit, lo spirito del libro stesso.
Con l’aiuto di noi giocatori, dovrà attraversare le Story Relics, diversi mondi in continua evoluzione, per riuscire a liberarsi dal destino che la attende.
Ci incamminiamo dunque lungo la nostra traversata di quattro diversi Reami, ognuno con un originale (quanto pericoloso) boss conclusivo, fino ad arrivare a guadagnarci la tanto desiderata libertà dal controllo del Book Spirit.
L’intera storia si sviluppa tramite l’escamotage della fuga della nostra protagonista e attraverso le sue interazioni con il mondo di gioco: infatti, ogni volta che moriremo faremo ritorno alla Fox Inn, dove i dialoghi degli NPC che abbiamo incontrato progrediranno in base agli eventi.
Gameplay e meccaniche
“Solo un’altra run…”
In Realm of Ink abbiamo uno stile di gioco intuitivo, molto simile a quello del suo progenitore Hades.
Il combattimento si sviluppa principalmente tramite l’utilizzo di cinque tasti: un attacco leggero, uno pesante, la schivata e l’uso di due abilità principali, delle quali parleremo più avanti.
Dopo un breve tutorial che introduce rapidamente le meccaniche di base, veniamo subito catapultati nel vivo dell’azione, pronti a fare a fette i nostri nemici d’inchiostro.
Il gameplay loop è un classico del genere roguelike, capace di tenerci attaccati allo schermo per ore, con stanze ricolme di mob che attendono solo di essere ripulite da noi giocatori.
In ogni stanza potremo trovare diversi bonus o eventi, che possono essere suddivisi in:
- Silver Chest, uno scrigno contenente monete che possono essere usate per comprare cibo (utile per curarci o garantirci dei buff) e perks
- Elixir Hub, dove possiamo scegliere una tra tre pozioni in grado di modificare le nostre statistiche di base per tutta la durata della run
- Gems Abyss, dove troveremo una Ink Gem, che conferirà al nostro personaggio un potere unico
- Perk Stand, che ci darà un’abilità passiva a scelta tra tre opzioni
- Trial Valley, dove verremo messi alla prova, di solito con una challenge di sopravvivenza o una sfida nella quale dovremo difendere una torre dagli attacchi nemici, ottenendo naturalmente ricompense sopra lo standard
Fatta eccezione per la prima stanza, che al termine ci ricompenserà sempre con un’abilità chiamata Ink Gem, siamo liberi di scegliere quale percorso intraprendere per proseguire nel nostro viaggio. La scelta dovrà ovviamente essere fatta in base alle nostre necessità e intenzioni, sarà quindi nostro compito cercare di pianificare l’andamento della run (nei limiti dell’RNG). Ogni volta che l’ultimo nemico di una stanza verrà ucciso, saremo ricompensati in base al tipo di stanza scelta e potremo quindi decidere nuovamente il nostro futuro.
Il ciclo di scelte si ripete per diverse stanze e verrà interrotto solo dall’incontro dei due Boss in ciascun Reame, uno alla metà di ciascun mondo ed uno alla fine.
Purtroppo, i nemici in questione sono sempre gli stessi e non variano di volta in volta, e ci sarebbe piaciuto trovare un po’ più di varietà almeno per quanto riguarda le milestone di ogni mondo.
Fortunatamente, prima di uno scontro importante gli sviluppatori ci concedono l’occasione di rifiatare e prepararci a dovere tramite l’inserimento di uno shop, dove è possibile curarsi e potenziarsi.
Qualora il gioco dovesse avere la meglio su di noi, torneremo all’HUB principale e perderemo i nostri progressi, dovendo necessariamente ripartire dal primo Reame nella prossima run.
Alla morte perderemo tutto ciò che abbiamo accumulato, dalle abilità alle Silver Coin, conservando però alcune tipologie di oggetti che permetteranno al giocatore di personalizzare e migliorare sempre di più la build di partenza.
Nella stesura di questa recensione, ci siamo divertiti parecchio giocando questo titolo, anche solo per il desiderio di ripartire e provare a costruire una build sempre più forte e performante.
Delle abilità fatte di Inchiostro
La varietà delle build che andremo a creare dipenderà principalmente da due fattori, uno dei quali è rappresentato dalle Ink Gems, potenti pietre infuse di un potere divino che troveremo lungo il nostro cammino. Una volta raccolte, queste gemme d’inchiostro ci conferiranno abilità passive, ma soprattutto un’abilità attiva, la Ink Skill, che potremo rilasciare con un semplice tasto.
Le Ink Skills si ricaricano dopo un breve tempo di cooldown, che può essere ridotto grazie a perks o elixir, ma anche tramite il potenziamento della stessa Ink Gem.
Al momento, abbiamo a disposizione ben 22 tipi diversi di Gems, divise in 5 elementi: Metal, Wood, Earth, Fire e Water. Avendo due slot per equipaggiarle, è possibile creare diverse combinazioni per ottenere la maggiore sinergia tra le due e spremere quanto più possibile le potenzialità del nostro personaggio. Quando ci troviamo davanti a una gemma, è possibile scegliere quale delle due sostituire e quale tenere. Nel caso fossimo già soddisfatti della nostra build, possiamo sempre smantellare il power-up che abbiamo davanti per ricavare Ink Stones, con le quali possiamo successivamente potenziare le Gems grazie all’aiuto di un NPC.
Il sistema di gemme, a nostro parere, funziona bene e abbiamo apprezzato il fatto che i nomi contengano rimandi agli animali della mitologia cinese: Dragon Ink, Tiger Ink, Feather Ink sono solo alcuni degli esempi che incontrerete durante le vostre ore di gioco.
Purtroppo, una nota dolente è il fatto che alcuni bilanciamenti siano ancora necessari, poiché alcune abilità DOT (Damage over Time) risultano essere molto più forti di altre e rischiano di diventare prevalenti nella scelta. Contiamo però sul fatto che Leap Studio abbia ancora qualche mese di tempo per ottimizzare il tutto prima del lancio del gioco completo.
A ogni Forma la sua arma
La seconda variabile che contribuisce ad arricchire la varietà di questo titolo è rappresentata dalle “Forme”. Nonostante non sia possibile cambiare arma, gli sviluppatori hanno ben pensato di far cambiare direttamente forma al nostro personaggio, utilizzando così un espediente narrativo che permette l’uso di diversi equipaggiamenti.
Dopo essere morti e rinati alcune volte, nella Fox Inn incontreremo un particolare NPC che non vede l’ora di farci la pelle (letteralmente). Ossessionata dall’aspetto fisico, Violetta ci permetterà di cambiare forma, ognuna con le sue peculiarità, a partire dal moveset fino alle specifiche skill passive.
La forma stessa di Violetta, ad esempio, consentirà a Red di attaccare con delle Doppie Lame e muoversi più velocemente del normale.
Nella build attuale, è possibile sbloccare fino a nove forme diverse, ma gli sviluppatori hanno già sottolineato di volerne aggiungere altre sei con la release del gioco completo, per arrivare a un totale di quindici.
Un animaletto da compagnia
Sin dal primo minuto di gioco, siamo affiancati da Momo, un simpatico pet che ci accompagnerà in ogni momento della nostra avventura. Questo tenero animale da compagnia sarà utilissimo nel viaggio, mettendosi a nostra completa disposizione con dei buff passivi e delle abilità che potrà usare in completa autonomia.
L’aspetto di Momo non è mai uguale, e il suo tipo e le sue capacità variano in base alla combinazione delle due Ink Gem possedute da Red. Infatti, in base all’elemento e al tipo di gemme equipaggiate, il nostro companion si evolverà in una forma unica che dipende dalla coppia di elementi, per un totale di 15 varianti.
Inoltre, il suo rango seguirà di pari passo quello delle nostre gemme, e venendo potenziato insieme ad esse si sbloccheranno abilità aggiuntive sempre più forti, volte ad agevolare la nostra traversata.
Un HUB per ogni necessità
Subito dopo la nostra prima morte, veniamo teletrasportati nella Fox Inn, una Taverna costruita dal Demone Volpe al fine di creare un rifugio sicuro, non solo per noi, ma anche per gli NPC che incontreremo nel mondo di gioco.
Come accennato in precedenza, i dialoghi degli ospiti variano sempre in base a ciò che facciamo nella run precedente e, ogni volta che faremo ritorno all’HUB, saranno sempre pronti a cambiare ciò che hanno da dirci, che sia per darci indizi sulla lore o anche solo per condividere qualche battuta (alla quale Red risponderà a tono).
Abbiamo apprezzato molto la caratterizzazione di alcuni dei personaggi, differenziati per ruolo, aspetto, carattere e personalità, mentre altri purtroppo risultano piatti e meramente ornamentali.
Ma la Taverna non è solo un posto in cui parlare con gli NPC; è soprattutto un luogo dove prepararci ogni volta che vogliamo ripartire per la nostra avventura tramite i potenziamenti, utilizzando una valuta accumulata durante le run precedenti: i Foxblood Ink.
Sarà da subito disponibile una Stele dove possiamo spendere tali punti per ottenere condizioni di partenza più favorevoli, come, ad esempio, partire con più Silver Coin in tasca, con un semplice buff all’attacco o addirittura con la possibilità di tornare in vita dopo la morte, in modo da avere un’altra chance.
Comparto Artistico e Tecnico
La caratterizzazione visiva spicca subito agli occhi del giocatore, costituendo un importante punto di forza per l’intera produzione.
Le animazioni sono fluide e piacevoli da vedere, anche se a volte possono risultare confusionarie, soprattutto verso l’end game, dove i numeri, i perk e le abilità si sovrappongono continuamente.
I disegni con delle pennellate d’inchiostro nell’introduzione ai mondi e ai boss sono apprezzabili e molto originali, anche se talvolta in alcuni design appare evidente l’ispirazione da altri famosi modelli della cultura videoludica orientale.
I quattro Reami sono caratterizzati da colori saturi e vivaci, ricchi di elementi che rimandano al folklore e alla mitologia cinese. Passando dal Santuario Innevato fino ad arrivare alla calma Foresta Buddista, i diversi livelli conferiscono a questo titolo un tocco artistico peculiare, difficilmente rintracciabile in altri videogiochi.
Purtroppo, non si può dire altrettanto per il comparto sonoro. Fatta eccezione per la soundtrack orientale della Fox Inn, il resto delle tracce funge solo da accompagnamento nei quattro stage e non rimane per niente impresso nella memoria del giocatore.
Dal punto di vista tecnico, abbiamo provato il gioco su Steam Deck OLED, e grazie alle sue modeste richieste, ci ha garantito un gameplay scorrevole e stabile a 60 FPS, privo di cali di frame o di qualsiasi forma di stuttering.
Realm of Ink è disponibile in Early Access su Steam, a partire dal 27 Settembre 2024.
Ringraziamo PressEngine per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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