Red Dead Redemption è un titolo che non ha bisogno di presentazioni, essendosi ormai cementato nella storia dei videogiochi ben due generazioni di console fa. Che siate giocatori occasionali o grandi cultori dell’industria videoludica, avrete sicuramente sentito parlare di questo gioco e dell’impatto che ha avuto e che continua ad avere sul medium, affiancandosi agli altri colossi di Rockstar Games.
Dopo un’attesa durata (quasi) quindici lunghissimi anni, Red Dead Redemption arriva finalmente su PC, presentandosi con una veste grafica leggermente aggiornata, il supporto alle nuove tecnologie di upscaling e una risoluzione e framerate sbloccati. Trattandosi sostanzialmente di un’operazione di porting diretta per un titolo già ampiamente conosciuto dalla community, non ci dilungheremo eccessivamente sulle sue qualità intrinseche, limitandoci invece a offrire una panoramica veloce per chi si avvicina per la prima volta all’esperienza, per poi passare agli aspetti più tecnici.
Siete pronti a galoppare ancora una volta alla volta di Armadillo?
Di seguito, la nostra recensione!
LA NOSTRA OPINIONE SUL GIOCO
Red Dead Redemption, un po’ come il suo “fratello maggiore” Grand Theft Auto, ha rappresentato negli anni la capacità di Rockstar Games di innovare e plasmare le tendenze dell’industria con progetti di magnitudine impressionante. Che sia per la narrativa coinvolgente, trainata da una scrittura dei dialoghi sopraffina, o per l’approccio realistico all’open world, il team ha saputo creare un’opera esemplare che merita di essere giocata anche solo per la sua rilevanza culturale.
Nel titolo vestiremo i panni di John Marston, un ex fuorilegge in cerca di redenzione, costretto ad affrontare i repentini cambiamenti di un’America di inizio Novecento. Marston, costretto a collaborare con il governo per salvare la propria famiglia, si imbarca in un viaggio che lo porterà a confrontarsi con vecchi compagni e a riflettere sulla brutalità del suo passato. Le tematiche affrontate sono molteplici, e non è raro che il gioco tocchi corde emotive profonde, evidenziando le ambiguità morali di un’epoca ormai agli sgoccioli.
Ma se buona parte del successo del gioco è dovuta alla sua rappresentazione nuda e cruda del classico spaghetti western, non possiamo certo trascurare il valore del gameplay e la sua meticolosa attenzione ai dettagli. Il livello è infatti talmente elevato da stupire ancora oggi, e non sorprende che il meraviglioso seguito, uscito nel 2018, sia stato spinto verso vette di realismo del tutto straordinarie, ancora oggi insuperate da qualsiasi altro titolo in commercio.
Da considerare è anche l’inclusione in questa versione del DLC Undead Nightmare, che ripropone la medesima ambientazione iconica ma nel panico di una devastante invasione zombie. Se l’idea vi sembra strana, datele comunque una chance, UN è un’espansione densa e ricca di contenuti di altissima qualità e vi assicuriamo che vale tutta la vostra attenzione.
Volendo essere totalmente onesti, non stiamo parlando di un titolo adatto a chiunque e neppure perfetto da un punto di vista tecnico. L’approccio realistico alla rappresentazione del west non è facile da digerire, e i tanti bug e glitch mai risolti non si legano particolarmente bene al contesto.
Ad ogni modo, se anche voi vi sentite attratti dal canto del cigno del Vecchio West, Red Dead Redemption conquisterà sicuramente un posto indelebile nel vostro cuore di giocatori.
IL PORTING
Volendo essere totalmente sinceri, il lavoro svolto da Double Eleven e Rockstar su questa riproposizione di Red Dead Redemption si piazza in quella sottile linea che separa un porting da una remastered piuttosto svogliata. Intendiamo questo nel senso che, pur non essendoci stati radicali miglioramenti rispetto alla versione originale, esiste una varietà di casistiche in cui si è fatto molto meno per titoli che si vantano di esserlo.
Red Dead Redemption per PC non si pone dichiaratamente come un’operazione di remasterizzazione, tuttavia offre vari inserimenti tecnici e miglioramenti volti a modernizzare l’esperienza e smussarla per un pubblico rinomatamente esigente.
Innanzitutto, abbiamo l’immancabile supporto al 4k e al framerate sbloccato, accompagnato da un’implementazione piuttosto basilare ma sempre ben voluta dell’HDR10.
Non mancano poi le tecnologie di upscaling come il DLSS e l’FSR3 con Frame Gen, tecnologia che rende estremamente facile girare il titolo a 60fps anche su Steam Deck.
Infine, l’introduzione del Contact-Hardening Soft Shadows (CHSS) permette una resa più morbida e realistica delle ombre.
Tutte queste novità, non particolarmente eccitanti ma comunque necessarie, si uniscono a un’ulteriore spremitura dell’engine originale con l’aumento della rendering distance e il drammatico boost nella velocità dei caricamenti. Non dimentichiamo anche il supporto completo all’input tastiera e mouse oltre che ai vari controller più diffusi in commercio.
Da un punto di vista tecnico, il porting non è meno buggato o glitchato dell’originale, e ancora oggi è possibile assistere a vari episodi di instabilità a dir poco esilaranti.
Non brillano particolarmente nemmeno le prestazioni, dal momento che sulla nostra configurazione dotata di i9 e RTX 3060 Ti in 1080p difficilmente abbiamo superato i 100 FPS, con frequenti fluttuazioni attorno ai 70.
Le impostazioni che sembrano avere un maggior effetto sulle performance sono quelle relative alla densità degli alberi e la scelta del CHSS rispetto allo standard “Alto”, il cui switch sembra far aumentare il framerate di una grossa percentuale.
Questo “problema” poteva in qualche modo essere previsto osservando i requisiti minimi e consigliati rilasciati qualche settimana prima del lancio, che per qualche motivo superano in gravosità quelli del ben più impressionante Red Dead Redemption 2. Per quanto siamo fermamente convinti che questa sia un’esagerazione fatta per cautela nei confronti dei giocatori, è impossibile non rimanere indispettiti davanti alle performance di un titolo che neppure si è posto la necessità di sostituire le texture per aderire agli standard moderni.
Insomma, quello di Red Dead Redemption è un porting generalmente funzionale e privo di fronzoli, che permette a conti fatti di godere del leggendario titolo di Rockstar nella migliore delle sue vesti ma che lascia le potenzialità per ulteriori miglioramenti a una community di appassionati molto reattiva e indipendente. Manca, ovviamente, la modalità multigiocatore, ma la cosa non stupisce particolarmente considerando gli sforzi moderati del team nel tenere a galla l’online del più recente seguito.
Fatte queste considerazioni, il problema più grave risiede forse in un fattore esterno al titolo in sé, ossia il prezzo a cui viene proposto nonostante gli oltre 15 anni dal rilascio. Parliamo infatti di 50 euro per un’edizione che comprende RDR e Undead Nightmare, un valore che non può essere rapportato solo alla qualità dell’esperienza ma che dovrebbe per forza di cose tener conto del tempo passato dalla release originale.
Consigliamo quindi agli utenti più pazienti di attendere gli sconti per recuperare questo capolavoro, che se giocato assieme al suo seguito può regalare emozioni ancora più forti e struggenti.
Ringraziamo Rockstar Games per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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