Reynatis è un nuovo titolo ARPG sviluppato da Furyu Corporation, che si è fatto notare grazie alla sua particolare ispirazione alla celebre saga “Kingdom Hearts” di Square Enix.
Pubblicato in Giappone a giugno di quest’anno, il prodotto ha visto una sua localizzazione in inglese solo tre mesi dopo, a settembre.

La somiglianza e chiara ispirazione ai titoli di casa Square non è casuale, dato che – e gli sviluppatori ci tengono a farcelo notare – vi sono due nomi che sono stati indubbiamente fondamentali per la riuscita della sopraccitata serie.
Stiamo parlando di Kazushige Nojima e della più celebre Yoko Shimomura, che hanno rispettivamente coperto il ruolo di scrittore e supervisore nel caso di Nojima, e quello di compositore musicale per Shimomura. Nonostante il budget ridotto, vedere nomi di questo calibro coinvolti nello sviluppo del gioco è stata una piacevole sorpresa.

Dunque, senza perderci in ulteriori chiacchiere, andiamo ad analizzare Reynatis più in dettaglio nella recensione di oggi.


TRAMA

Le vicende di Reynatis si ambientano nella Shibuya odierna, in un mondo permeato dalla magia.
Coloro che hanno accesso a tale potere vengono chiamati “Stregoni” e sono visti come una minaccia, tanto da dover nascondere la propria identità e vivere in reclusione.

Tra questi, si distingue il protagonista Marin Kirizumi, che, motivato dalle incoraggianti parole di suo padre, si dirige a Shibuya in cerca della propria libertà. Marin è infatti convinto che il modo per svincolarsi da tale oppressione sia opporsi a coloro che, con la forza, perseguitano gli Stregoni come lui.

Dall’altro lato, troviamo la seconda protagonista, Sari Nishijima, un’ufficiale della M.E.A. (Magic Enforcement Administration), l’organizzazione che si occupa di proteggere i cittadini eradicando una pericolosa droga che sta causando scompiglio nel paese. Nishijima si è arruolata nella M.E.A. per perseguire il suo ideale di giustizia, dopo aver misteriosamente risvegliato a sua volta poteri magici, non dissimili da quelli di Kirizumi.


L’intreccio narrativo del gioco prende dunque piede in seguito a un fortuito incontro tra i due, che si evolverà in uno scontro tra ideologie, esplorato poi nella campagna principale.
Ci troviamo costretti, però, a dire che, nonostante gli intriganti concetti presentati alla base della trama, quest’ultima non risulta essere sufficientemente accattivante da tenerci effettivamente interessati alla sua progressione.
Si tratta di un vero peccato, specialmente quando vi è un nome come quello di Nojima a ricoprire il ruolo di sceneggiatore del gioco, che ha più volte dimostrato di essere più che competente nel ruolo.


GAMEPLAY

Come già detto, Reynatis fa parte del genere Action RPG, ma c’è da dire che, nonostante la deriva action sia ben presente, il titolo si concentra molto di più su equipaggiamento, mosse speciali e statistiche del giocatore.
Seppure fosse stato pubblicizzato come un vero e proprio action game, il gioco è molto più tecnico e dà ben poche libertà al giocatore di affrontare le battaglie senza far ricorso alle sopraccitate mosse speciali e abilità passive dell’equipaggiamento.
Per quanto queste ultime compongano le vere e proprie fondamenta di qualsiasi scontro a cui prenderemo parte, non ci sarà concesso utilizzarle se saremo “soppressi”.

La “Soppressione” è una meccanica importante nel gameplay di Reynatis, tanto quanto lo sono le opzioni offensive. Si tratta di una modalità che è possibile attivare a piacimento con la pressione di un tasto, utile per difendersi dai colpi nemici e nell’esplorazione. Tuttavia, il suo svantaggio è che, una volta attivata, non permette di attaccare né usare abilità, richiedendo quindi una gestione attenta per evitare errori.

I combattimenti nel titolo sono dunque un tira e molla in cui dovremo passare dalla forma “Soppressa” a quella “Liberata”, favorendo rispettivamente tattiche di difesa e attacco, ma prestando attenzione all’uso delle abilità offensive, essenziali per vincere le battaglie. Il tutto si fonde in un ottimo sistema di combattimento che abbiamo abbastanza apprezzato, anche senza le classiche componenti del genere action.

È inoltre presente un vero e proprio fattore esplorativo nelle mappe di gioco, che però non è valorizzato quanto il resto delle feature, data la scarsa qualità del level design. Nonostante vi siano due interi mondi esplorabili, tra quello di Shibuya e l’enigmatico “Another”, una realtà parallela visibile solo agli Stregoni, i livelli che li compongono sono principalmente formati da lunghi corridoi. Le strade secondarie atte a un’esplorazione più approfondita della mappa sono poche e, sinceramente, molto superflue, facendo ben poco per arricchire l’esperienza di gioco.


COMPARTO GRAFICO E SONORO

Il comparto grafico di Reynatis svolge il suo lavoro sufficientemente bene, anche su una console come Nintendo Switch, che è dove abbiamo avuto l’occasione di giocarci. Sebbene il prodotto sia chiaramente molto vicino all’estetica degli anime giapponesi, riesce comunque a creare ambienti che tendono molto di più all’essere realistici che cartooneschi, senza risultare però fuori posto rispetto ai personaggi.

I personaggi, il cui design è, pur non così originale, accattivante e ricco di dettagli, ricordano persino i lavori di Tetsuya Nomura in Kingdom Hearts e Final Fantasy. Tuttavia, i modelli di questi ultimi e le loro animazioni sono di qualità chiaramente inferiore rispetto agli standard odierni, risultando spesso rigidi e inespressivi. D’altro canto, vi sono effetti grafici legati ai poteri dei personaggi che sono resi in maniera sorprendentemente efficace, cosa che aiuta anche nel gameplay, comunicando visivamente in modo chiaro gli attacchi.

Su Nintendo Switch però, queste ottime caratteristiche comportano una grave e significativa riduzione del framerate, già bloccato a 30 FPS sulla console, ma che potrebbe addirittura scendere a 15 FPS.

Menzione va fatta, infine, alla soundtrack di Yoko Shimomura, che con la solita maestria dimostrata nei suoi lavori in Kingdom Hearts, saga dalla quale la soundtrack di Reynatis si ispira apertamente, ha composto delle ottime OST che fungono da accompagnamento nell’avventura del titolo.


Ringraziamo Plaion per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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Reynatis (Nintendo Switch)
In conclusione
Reynatis è un titolo dalle ottime potenzialità, che a causa del budget ridotto non riesce ad esprimersi come dovrebbe. Nonostante ciò, però, il gameplay riesce comunque ad essere divertente e a stare in piedi da solo, supportando un'esperienza tutto sommato mediocre.
Pregi
Gameplay action vario e divertente
Comparto grafico niente male, anche su console di vecchia generazione
Difetti
Trama dai concetti originali, ma dalla progressione banale
L'esplorazione delle mappe è scarna e basilare
La buona grafica comporta anche problemi d'ottimizzazione
6
Voto