Nel tentativo di cavalcare un’onda che ha dato il suo massimo mesi fa, Pyxeralia ha sviluppato e pubblicato Scarlet Tower, un Bullet-Heaven chiaramente ispirato a Vampire Survivors, non solo nel gameplay ma anche nello stile, cercando di dare un proprio tocco personale ad una formula già affermata.


IL GAMEPLAY

Il gameplay di Scarlet Tower si può tranquillamente definire in linea con quello di altri giochi del suo genere, dove il personaggio da noi controllato dovrà farsi strada tra interminabili orde di nemici fino allo scadere del tempo prestabilito, per poi affrontare un boss di fine livello che farà da “stat-check”, un’ultima prova per testare la strategia del giocatore.

Sebbene la premessa sia piuttosto semplice, lo stesso non può definirsi tale almeno durante i primi minuti di gioco, nei quali l’utente si troverà a navigare menù ricchi di opzioni ma poco intuitivi o totalmente privi di descrizioni.

Infatti, l’inizio del gioco è contraddistinto da un’interfaccia utente piuttosto travolgente, che può confondere i giocatori e richiedere del tempo per essere interpretata appieno, anche se l’esperienza di gioco si rivela lievemente più divertente una volta superata la curva di apprendimento iniziale.

Per quanto la quantità di attributi, potenziamenti, upgrade del personaggio e “meta-progression” si sia rivelata notevole, tutti questi saranno riassumibili in piccoli incrementi di statistiche, senza dare un vero senso di miglioramento visibile al giocatore.

La varietà delle armi in Scarlet Tower lascia a desiderare, risultando spesso poco originali e banali. Molte di questi sembrano trarre diretta ispirazione da titoli precedenti del genere e mancano di quel tocco distintivo che potrebbe invece arricchire l’esperienza di gioco.

Questo porterà il giocatore a sentirsi deluso, in quanto le armi uniche e potenti che possano influenzare significativamente il modo in cui affrontare il gioco risultano essere solo una piccola parte e appartenenti a concetti già ampiamente utilizzati in altri titoli.

Inoltre, il bilanciamento delle abilità passive legate alle armi è un altro punto critico. Non a caso alcune abilità risultano nettamente superiori ad altre, creando uno squilibrio che limita le possibilità strategiche dei giocatori, specialmente nelle fasi di gioco avanzate.

Questa disparità riduce la varietà e l’originalità delle esperienze di gioco, poiché alcuni giocatori si troveranno ad optare per le stesse combinazioni di armi e abilità in assenza di motivi per sperimentare, riducendo così la sfida e l’interesse nel lungo termine.

Un esempio potrebbe essere la build incentrata sul recupero della salute (che sia attraverso lifesteal o rigenerazione base del personaggio), che permette al giocatore di diventare praticamente immortale anche alle difficoltà più elevate.

Al contrario, build più varie o incentrate su altre meccaniche offensive piuttosto che difensive renderebbero il personaggio troppo poco efficace o vulnerabile contro i nemici più forti.

Un’ultima parentesi va aperta per discutere lo strano quantitativo di risorse guadagnate per partita, con il 90% di tutti i potenziamenti disponibili acquistabili in poco più di 10 partite concluse con esito positivo, mentre il restante 10% richiederà un “grind” sproporzionato, suddividendo l’intera esperienza di progressione in due estremi tra il troppo veloce ed il troppo lento.

L’inevitabile paragone

Con più di un centinaio di giochi simili usciti in meno di un anno, il genere dei survivor-like è diventato estremamente saturo, rendendo comprensibile mettere a confronto i diversi elementi che caratterizzano ciascun titolo. Tuttavia, a parte un sistema di upgrade più approfondito, giochi come Scarlet Tower non offrono praticamente nulla di nuovo al fronte della continua ricerca di esperienze di gioco innovative e stimolanti.

Pertanto, semplicemente copiare la formula di gioco esistente non è più sufficiente per garantire il successo o l’accettabilità di un titolo. Senza elementi distintivi che catturino l’attenzione e che offrano un’esperienza di gioco “fresca”, i titoli nel genere survivor-like rischiano di finire nell’anonimato, incapaci di distinguersi dalla massa.


COMPARTO TECNICO E ARTSTICO

Il comparto artistico di Scarlet Tower è semplice ma non mediocre, presentando una pixel art qualitativamente apprezzabile che riesce a creare un’atmosfera che rende bene l’intento estetico del gioco.

Ogni mappa ha diversi stili per i vari eventi meteorologici che possono accadere durante le partite, e gli effetti particellari delle abilità e delle armi sono dettagliati e soddisfacenti.

Dal punto di vista tecnico, non sono venuti a mancare diversi bug e problemi di crash che risultano piuttosto inaccettabili per un titolo di questo calibro, comportando molto spesso anche frustranti perdite di progressi.


Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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IN CONCLUSIONE:
Scarlet Tower risulta essere uno dei titoli più "deboli" nel genere Survivor-like, non riuscendo a presentare tratti distintivi che possano farlo emergere dalla massa di giochi che sfruttano questa formula, ormai trita e ritrita. Sebbene ci siano alcuni aspetti positivi, quelli negativi pesano maggiormente sull'esperienza di gioco che risulta piuttosto insipida.
PREGI
Effetti particellari soddisfacenti
Bella atmosfera gotica in pixel art
DIFETTI
Guadagno delle risorse disomogeneo
Gameplay Ripetitivo
Sbilanciamento delle armi e delle classi
Traduzione italiana completamente inattendibile
Progressione dei livelli estremamente lenta
5
voto