Eravamo nel pubblico dell’Opening Night Live quando venne annunciato per la prima volta il progetto Secret Level, e fin da subito è apparsa evidente la reazione istintiva ed eccitata del pubblico.
Dalla mente controversa e brillante del regista Tim Miller (Deadpool, Love Death and Robots), l’antologia di Amazon Prime sembrava essere il risultato di una improbabile quanto meravigliosa collaborazione tra le più grandi aziende dell’industria videoludica. L’ovazione era dovuta, e da ogni angolo del padiglione sembravano diffondersi commenti interessati ed estasiati.
A distanza di alcuni mesi, due dei nostri redattori (che hanno scritto assieme questa recensione in occasione dell’uscita) hanno avuto il piacere di partecipare ad un’anteprima a porte chiuse durante il Lucca Comics and Games. L’evento è stato estremamente apprezzabile, avendo dato modo di incontrare il regista e sentirlo parlare con grande sincerità del progetto e del suo concepimento (trovate qui il nostro coverage).
Ma cos’è esattamente Secret Level, ed in che modo dovrebbe interessare ai videogiocatori?
Volendo optare per una descrizione breve e concisa, si tratta di un’antologia di 15 corti realizzati in computer grafica, ciascuno dedicato interamente ad un universo narrativo videoludico passato, presente o futuro.
Amazon ci ha dato la meravigliosa opportunità di vedere l’interezza della serie prima del rilascio previsto per questo 10 dicembre, e siamo finalmente qui per parlarvene, un episodio alla volta!
Dungeons & Dragons – The Queen’s Cradle
L’episodio dedicato a D&D potrebbe essere definito fuoriposto in una prima riesamina, ma merita di rientrare nell’antologia videoludica anche soltanto per l’incredibile influenza che ha avuto sui videogiochi capisaldi del genere GDR.
Come nella più classica delle iterazioni, avremo a che fare con un party variegato di eroi impegnato nella lotta contro la minaccia demoniaca della terribile Tiamat. Durante uno scontro, assisteremo alla liberazione di un prigioniero posseduto da un potere malvagio, che convincerà i nostri protagonisti ad intraprendere un viaggio verso il santuario del drago in grado di compiere l’esorcismo.
Nella sua semplicità, è un episodio piuttosto apprezzabile e leggero, che sfrutta molto bene la modularità e libertà creativa di una tipica partita a D&D.
Per quanto concerne gli aspetti più tecnici, abbiamo a che fare con una produzione di buon livello che brilla specialmente nella resa dei volti e delle creature fantastiche (magari Smaug di Lo Hobbit fosse stato così bello).
Se apprezzate il fantasy più classico o siete giocatori assidui del gioco da tavolo, questo episodio sarà una piacevole parentesi nell’attesa degli episodi più interessanti ed originali dell’antologia.
Sifu – It Takes a Life
Il videogioco Sifu, nel suo attenersi in maniera geniale ad una struttura roguelike, inserisce degli elementi narrativi semplici quanto interessanti. L’intero episodio (molto corto in verità) si incentra su queste caratteristiche, quasi seguendo l’evolversi disastroso di una singola run nel primo livello del gioco.
Il giovane protagonista, intenzionato a vendicarsi per l’uccisione del padre, decide di affrontare la minaccia della gang locale, morendo a più riprese per poi rialzarsi sempre più anziano e vissuto.
Ne sarà davvero valsa la pena?
L’episodio di Sifu nella sua semplicità è senza dubbio uno dei meglio riusciti all’interno dell’antologia, sotto ogni punto di vista. Se infatti abbiamo apprezzato molto il modo in cui il concetto di respawn è stato inserito all’interno del corto, non si può negare quanto questo sia semplicemente spettacolare da un punto di vista artistico e coreografico.
Le animazioni sono fluide e lo stile artistico è ripreso per direttissima dal videogioco, ricordando in un certo senso quello del successo creativo di Arcane. Non mancano neppure delle breve divagazioni creative che interpretano ed espandono da un punto di vista immaginifico gli elementi narrativi di Sifu.
New World – The Once and Future King
Uno dei primi episodi sarà dedicato a New World: Aeternum, MMO del 2021 e primo titolo sviluppato da Amazon Games.
La trama tratta di un re, interpretato da Arnold Schwarzenegger, naufragato inaspettatamente su un’isola in cui chiunque è immortale ed in grado di resuscitare. Vedremo immediatamente l’arrogante (e stupido) protagonista assumere l’intenzione di spodestare l’attuale sovrano in carica per mostrare la sua potenza, fallendo miseramente più e più volte.
Grazie alla sua take inusuale sugli MMO e ai suoi toni spassosi, questa sarà la puntata più leggera della serie, ma non per questo non merita di essere vista. A livello visivo riesce ottimamente a fondere il realismo con uno stile più cartoon, creando un comparto artistico interessante e piacevole da vedere.
L’unica critica effettiva sarebbe al lavoro di Schwarzenegger in qualità di doppiatore: la sua performance non è esattamente tra le migliori, ma riesce a non stonare con il carattere del protagonista e con la spiccata personalità dell’episodio.
Unreal Tournament – Xan
Unreal Tournament non è un titolo particolarmente famoso per la complessità della sua trama, facendo parte (e anche scuola) di quella tradizione di boomer shooter arena ormai giunti ad un tramonto totale.
In questo episodio seguiamo gli eventi che hanno portato un gruppo di robot ridotti in schiavitù alla rivolta. Catturati dalle corporazioni governative, i robot superstiti vengono impiegati come vittime sacrificali in uno spettacolo gladiatorio chiamato, per l’appunto, Unreal Tournament. Dopo numerose sconfitte, i robot cominciano ad organizzare delle strategie di combattimento, ribaltando la situazione e causando la preoccupazione degli organizzatori.
L’episodio scorre molto bene, principalmente grazie alle animazioni estremamente fluide degli scontri e ai ritmi elevatissimi degli eventi. La narrativa non porta nulla di particolarmente originale, ma riesce efficacemente a dare un contesto alla saga leggendaria, facendo (giustamente) l’occhiolino ai fan tramite l’inserimento costante di riferimenti e rimandi all’opera originale.
Warhammer 40k – And They Shall Know No Fear
Warhammer è un brand estremamente prolifico, e il suo apprezzamento va ricercato nella coesistenza di uno stile inconfondibilmente dark e violento con una lore estremamente profonda e sfaccettata. In questo caso si è deciso di optare per un corto che riprende il filone videoludico di Warhammer 40k Space Marine, che di recente ha ricevuto nuova linfa vitale con il rilascio di un eccellente seguito.
Vediamo quindi Titus e una squadra di Space Marines districarsi in una missione contro le forze pericolose e manipolatrici del Chaos. Nei pochi minuti entro cui la storia è costretta a contenersi, fra sequenze di combattimento al cardiopalma e silenziosi momenti di tensione, abbiamo modo di lanciare un rapido sguardo sulla costruzione del personaggio del tenente Titus, venendo a conoscenza del suo passato e di alcuni aspetti già noti della sua personalità.
Da un punto di vista tecnico, l’episodio può vantare una buona CGI, forse non la migliore della serie ma più che discreta nel suo contesto. Le atmosfere tipiche dell’universo di Games Workshop sono rese alla perfezione, così come alcuni degli stilemi registici già apprezzati in altri corti di Warhammer 40k (vedasi Astartes e l’uso dei rallenty). Unica vera nota negativa, un mixaggio audio che manca di impatto, dando fin troppo spazio alla discreta colonna sonora e mettendo totalmente in secondo piano l’azione.
Pac Man – Circle
L’episodio sicuramente più peculiare e memorabile della serie è quello dedicato a Pac-Man che, grazie alla sua storia e all’estetica più matura e opprimente, riesce a reinventare completamente il titolo leggendario donandogli una nuova luce. La storia vedrà come protagonista un creatura che, appena uscita da una capsula criogenica, farà la conoscenza di un piccolo robot. Questo gli dirà che è il prescelto e che, per uscire dalla sua condizione di progionia, non dovrà fare altro che sopravvivere e, soprattutto, mangiare.
Lo stile e i toni generali dell’episodio sono completamente diversi da quelli che normalmente associamo a Pac-Man, creando un universo alternativo davvero ispirato. La decisa singolarità dell’episodio sta nella sua forte componente gore, che genera un tripudio di violenza perfino superiore all’episodio dedicato a Warhammer 40k.
Crossfire – Good Conflict
Come visto dalla presenza di adattamenti di titoli come Pac-Man e Unreal Tournament, Secret Level si pone la non facile impresa di dare delle storie a opere che altrimenti non l’avrebbero. Oltre a quelli precedentemente citati vi è anche un episodio dedicato a Crossfire, FPS originario del 2007 sviluppato dal team di Smilegate.
La trama vedrà una squadra di marine impegnata in una missione di scorta ambientata nel mondo del gioco, dove i protagonisti tenteranno in tutti i modi di garantire la salvaguardia del VIP e della sua valigetta. L’episodio è molto avvincente, e riesce a trasmettere l’adrenalina allo spettatore grazie alle ottime animazioni dagli elementi molto realistici. Tuttavia, la sua qualità non riesce a farlo apparire allo stesso livello degli altri episodi della serie, essendo la storia non molto ispirata e colma di stereotipi tipici del genere.
Armored Core – Asset Management
L’ottavo episodio della serie racconta una storia ambientata nell’universo di Armored Core, serie action leggendaria curata da From Software, di cui l’ultimo capitolo è uscito nel 2023.
Seguiremo quindi un pilota di Armored Core, interpretato da Keanu Reeves (Matrix, John Wick), tormentato da incessanti voci nella testa e da una grave dipendenza dall’uso di alcool e droghe. Il nostro protagonista si ritroverà ben presto alle prese con una missione da mercenario, nella quale giungerà a scoprire un’importante verità.
L’episodio riesce a catturare completamente lo spettatore grazie alla sua dinamicità e alla fluidità delle animazioni, fra combattimenti aerei e primi piani drammatici. L’atmosfera e il peso narrativo di Armored Core viene trasportato con efficacia nel corso dei 10 minuti di runtime, e l’inclusione di Keanu nel cast non stona particolarmente, seppur con qualche riserva.
Outer Worlds – The Company We Keep
Il nono episodio vedrà un drastico cambio nei toni e nei temi trattati, trattandosi di un inserto narrativo dedicato all’universo di Outer Worlds, Action RPG sviluppato da Obsidian Entertainment ed uscito nel 2019.
La trama vedrà come protagonista un semplice lavoratore che deciderà di prendere parte a degli esperimenti per ricongiungersi alla sua amata, allontanatasi da tempo per rincorrere una migliore offerta lavorativa. La storia è davvero commovente e deliziosa, e saprà immediatamente farci affezionare al protagonista e alla sua causa, colpendo ancora più nel profondo lo spettatore una volta rivelato il colpo di scena.
Lo stile dell’episodio è considerabile uno dei più caratteristici. Pur mantenendo l’aspetto realistico che caratterizza quasi ogni puntata, lo migliora a tal punto da rasentare il fotorealistico, con delle scene incredibili per quantità e qualità dei dettagli. Tuttavia, questo viene anche con dei lati negativi, infatti non mancano momenti in cui i personaggi rientrano nella uncanny valley, condizione in cui il realismo estremo causa un sentimento di inquietudine nello spettatore. Nonostante ciò, riesce a riportare fedelmente la componente artistica del titolo originale, anche da un punto di vista musicale.
Mega Man – Start
Probabilmente l’episodio più corto della serie, Mega Man, non fa molto più che riportare in maniera animata il principale frammento della origin story del personaggio. Impiegato come assistente dal suo creatore e “padre” Dr. Light, il giovane Megaman sembra impaziente di combattere nonostante i divieti. Questo cambierà con l’intrusione di una creatura ostile all’interno del laboratorio, che prenderà il possesso di un enorme robot rendendolo una pericolosa minaccia per l’incolumità dell’anziano scienziato e del protagonista.
Non c’è molto da dire su questo episodio, davvero troppo corto (dura poco più di 5 minuti) per lasciare qualcosa di concreto allo spettatore. E’ sicuramente un inizio nonché una contenuta celebrazione per una delle serie chiave dell’industria videoludica, ma non possiamo negare una certa amarezza di fondo nel modo in cui l’operazione è stata trattata.
Da un punto di vista stilistico, l’episodio differisce in maniera fondamentale dagli altri utilizzi della CGI nell’antologia, facendosi carico di uno stile cartoon che può piacere o meno a seconda dei gusti personali. A prescindere da questi elementi, le animazioni sono realizzate con grande cura e fluidità, regalando qualche scena particolarmente intensa nel corso della sua breve durata.
Exodus – Odyssey
Oltre a grandi classici e titoli già usciti, all’interno della serie è stato deciso di dare anche spazio ad Exodus, gioco di ruolo di Archetype Entertainment annunciato nel 2024 ma che si trova ancora in fase di sviluppo.
Assisteremo alle vicende di Nik, un umile venditore di astronavi che si ritroverà tutto d’un tratto la vita ribaltata in seguito al rapimento della sua unica figlia. Armato di coraggio ed estrema determinazione, partirà immediatamente alla sua ricerca sfidando lo spazio e, soprattutto, l’inesorabile scorrere del tempo. La storia, che per temi trattati ricorderà molto Interstellar (2014), riuscirà facilmente a commuovere lo spettatore grazie alla potenza narrativa dei suoi risvolti, risultando in un episodio assolutamente degno di nota.
Grazie alle animazioni curate, le bellissime visual e alla altrettanto incredibile resa dello spazio, lo stile dell’episodio riesce a risaltare, nonostante la relativa difficoltà nel creare una storia dedicata ad un’opera non ancora uscita e della quale si sa poco o niente.
Spelunky – Tally
Spelunky è un altro titolo che non ci saremmo aspettati di incontrare in questa antologia, avendo trovato la sua piccola fortuna in un industria indie forse molto più ristretta di quella odierna. Da un punto di vista strutturale, l’episodio si configura in modo poco dissimile a quello di Sifu, prendendo un concetto alla base del gameplay di gioco e costruendovi attorno una piccola narrazione. Si tratta anche questo caso del respawn nella sua concezione più classica, privo di apparenti conseguenze ed anzi sollecitato dal genere di appartenenza di Spelunky.
La parola chiave in questo caso è determinazione, e non possiamo dire di non esserci sentiti un po’ colpevoli nell’evolversi della parte centrale dell’episodio. Ancora una volta abbiamo a che fare una production value ben calcolata e distribuita all’interno dell’episodio, che seppur breve si prende il giusto tempo per parlare di un argomento che trova un inizio e una fine senza subire le tempistiche.
Concord – Tale of the Implacable
Nonostante la triste storia che ha caratterizzato la breve storia del progetto di Firewalk Studio, la puntata di Concord ha visto la luce nelle stesse modalità che lo avrebbero caratterizzato prima delle controversie. L’episodio funge in un certo senso da prequel per gli eventi del titolo, permettendoci di seguire l’esodo di una ciurma spaziale alle prese con il dominio corporativo.
Nel corso dei 15 minuti che scandiscono l’intero episodio, vengono trattati a più riprese tutti quegli elementi caratterizzanti della narrativa di Concord, in particolare il gioco di squadra, la lealtà e la ribellione ai poteri forti. Permane anche la componente spiccatamente ironica, che permea quasi tutti i dialoghi indistintamente dalla loro natura all’interno della narrazione.
Da un punto di vista visivo parliamo di un vero e proprio spettacolo per gli occhi, in particolare grazie ad un utilizzo eccellente dei colori in alcune sequenze chiave. Anche in questo caso non si tratta del miglior episodio da un punto di vista strettamente tecnico, ma la CGI è di buonissimo livello e rimane coerente dall’inizio alla fine.
Ad oggi, l’episodio di Concord rimane sotto forma di uno strano, e francamente piuttosto triste, documento che narra di un progetto ambizioso stroncato alla nascita.
Honor of Kings – The Way of All Things
Fra i vari episodi della serie ne spicca uno dedicato ad Honor of Kings, Moba del 2015 sviluppato da TiMi Studio Group che ha riscosso un grande successo soprattutto in Cina. Questo tratterà della storia di Yi Xing, uno degli eroi del gioco, che dovrà affrontare un androide mutaforma che ha preso possesso della sua città natale, distruggendola lentamente. Il compito del protagonista sarà quello di battere l’androide onniscente ad una partita di Go, così da salvare il suo popolo dall’imminente rovina.
La trama è ben sviluppata e, nonostante il minutaggio esiguo, riesce a costruire al meglio i due personaggi protagonisti rendendoli interessanti e sfaccettati. Lo stile dell’episodio è molto peculiare, e sfrutta il suo comparto artistico per creare delle ambientazioni davvero incantevoli in cui l’architettura classica e gli elementi futuristici si fondono alla perfezione. Le animazioni sono fluide e curate nei minimi dettagli, restando all’altezza dell’alto livello qualitativo della serie.
Playtime – Fulfillment
Senza troppi giri di parole, l’episodio dedicato a PlayStation è probabilmente il più debole della serie.
Una vera e propria occasione mancata che si rifà quasi totalmente alla tipica pubblicità a cui l’azienda americana ci ha abituato nel corso degli anni, senza impegnarsi ad aggiungere molto altro alla sintesi.
Seguiremo quindi i movimenti di una giovane ragazza che si occupa di consegne in un contesto futuristico nel quale la realtà sembra fondersi con il videogioco. In un iniziale risvolto di trama, si ritroverà a dover consegnare un pacco contenente una creatura magica dalle forme e colore piuttosto familiari. Nel suo viaggio verso la destinazione verrà ostacolata brevemente da vari protagonisti delle esclusive PlayStation (non molti in verità), che appariranno in dei brevissimi e francamente deludenti cameo.
Purtroppo, l’episodio manca di qualsiasi tipo di significato e legante narrativo, concludendosi ed evolvendosi in maniera non diversa da un tipico spot pubblicitario privo di fantasia o qualsivoglia profondità. Per fortuna non tutto è da buttare, e l’episodio non lascia a desiderare da un punto di vista tecnico, riempiendo gli occhi dello spettatore con scenari densi di elementi e ricchi di dettaglio.
Considerazioni e speranze per il futuro
E nello stesso pomeriggio in cui la abbiamo iniziata, la prima stagione di Secret Level è terminata, lasciandoci dentro una sensazione di eccitazione e desiderio che va ben oltre la semplice passione per il medium videoludico.
C’è qualcosa di magico nel riuscire a riunire l’industria sotto un’unica intenzione creativa, e l’antologia lascia trasparire una passione e dedizione che supera la concezione competitiva del mercato.
In sostanza, Secret Level si presenta come un prodotto creato da giocatori, per giocatori, ma capace di conquistare anche un pubblico esterno grazie a una resa tecnica e scenografica impeccabile, mai banale o carente.
Non possiamo quindi che sperare in una seconda stagione, più che mai eccitati al pensiero di cosa potrebbe riservarci una futura collaborazione fra Tim Miller e le restanti software house (Wolfenstein sto guardando te).
Ringraziamo Amazon Prime per averci consentito di guardare questa serie in anteprima per realizzare questa recensione.
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