Nell’articolo di oggi andremo a parlare di “Six Days in Fallujah”, un FPS sviluppato da Highwire Game e pubblicato da Victuria dove il lavoro di squadra è fondamentale ed indispensabile per la vittoria.


INCIPIT

“Six Days in Fallujah” nasce tramite l’aiuto di oltre 100 marines che hanno combattuto realmente nella seconda battaglia di Fallujah, proponendo così uno sparatutto tattico nel quale la vittoria può essere ottenuta soltanto tramite l’utilizzo di tattiche reali in quanto anche l’intero scenario di gioco è basato proprio su fatti realmente accaduti creati grazie alle testimonianze di questi militari.


GAMEPLAY

Il gameplay di “Six Days in Fallujah” è molto particolare grazie alla sua componente tattica che caratterizza totalmente il gioco. Pur essendo un accesso anticipato sono rimasto molto soddisfatto da diverse caratteristiche che il gioco ha potuto mostrare, ma sono sorte anche diverse problematiche principalmente dal lato delle meccaniche.

Pregi e certezze

Per prima cosa vorrei fare i complimenti agli sviluppatori per avere ascoltato il feedback dei giocatori ed avere rilasciato piccoli aggiornamenti per il gioco in maniera tempestiva dopo pochissimi giorni dal lancio, questo fa capire come l’intero team di sviluppo voglia continuare a supportare e migliorare il proprio gioco anche durante il suo accesso anticipato il che dà un sacco di speranze per il futuro.

La difficoltà del gioco è parecchio elevata, infatti proprio come in un vero combattimento è molto difficile sopravvivere da soli, essendo il gioco stato pensato per essere giocato da una squadra di 4 giocatori, obbligando così ad utilizzare delle vere e proprie tattiche per evitare così di perdere all’istante la partita per far sì che il prodotto fosse realistico al 100%.

Le armi che vengono date in dotazione ai giocatori sono decenti e funzionano bene facendo risultare i gunfight piuttosto realistici e, proprio come in un vero campo di battaglia, le risorse sono limitate e se nel caso un giocatore dovesse decidere di cambiare caricatore quando quello precedente si trova a metà riserva lo si ritroverà nello zaino mezzo vuoto, a causa della componente realistica caratteristica del gioco.

Un altro aspetto che mi ha stupito molto è stata la gestione della IA dei nemici che, essendo stata progettata basandosi sulle testimonianze dei marines che hanno partecipato alla seconda battaglia di Fallujah, userà delle tattiche realistiche che daranno non pochi problemi ai giocatori che non prestano abbastanza attenzione all’intero ambiente circostante.

Problematiche note, ma risolvibili

Nonostante la componente tattica funzionante, il gioco non riesce a soddisfare le aspettative in diversi aspetti.

Una delle feature più particolari è quella del cambio di mappa, in quanto il gioco genera casualmente gli edifici e strutture nel quale il giocatore dovrà introdursi durante la sua sessione. La generazione procedurale però non funziona al massimo delle sue capacità in quanto ho notato che gli edifici vengono messi senza un pattern preciso, rischiando così di creare un ambiente non sempre giocabile al pieno delle sue capacità o addirittura uguale a quello della sessione precedente.

Six Days in Fallujah soffre un po’ di una mancanza di rigiocabilità, essendo le missioni poche e non selezionabili all’inizio della partita, che unite alla forte monotonia precedentemente descritta nel sistema di cambio mappa, rischieranno di annoiare i giocatori dopo circa 2 o 3 orette di gioco. Nonostante ciò sono fiducioso che sia solo un problema momentaneo, e che alla release ufficiale il sistema di mappa procedurale verrà sfruttato come si deve.

Un altro problema che ho notato è stato quello di non potere cambiare equipaggiamento prima dell’inizio di una missione in quanto è strettamente legato al ruolo che il giocatore riceverà sotto decisione del caposquadra, scelta a parere mio insensata in quanto dovrebbe essere lui stesso a decidere quale arma utilizzare a seconda di quella con la quale si trova meglio.

Inoltre alcuni movimenti dei personaggi e certe animazioni risultano goffi lasciando al giocatore un feeling strano e “macchinoso”, che in certe situazioni possono rendere fastidiosa l’esperienza complessiva di gioco

Tuttavia c’è anche da dire che il prodotto è ancora in accesso anticipato e che quindi si spera che la maggior parte dei problemi di gameplay vengano risolti entro il rilascio ufficiale del prodotto finito.


COMPARTO TECNICO

“Six Days in Fallujah” è un’esperienza che riesce ad imitare la realtà grazie anche al suo comparto tecnico: l’ambientazione ed i modelli che il gioco offre si adattano perfettamente alla situazione in cui il giocatore si trova in quell’esatto momento, creando così un’atmosfera caotica simulando in maniera fedele una vera e propria missione bellica.

Comparto grafico e artistico

Parlando del fattore ottimizzazione, il gioco pur essendo in accesso anticipato riesce a girare tranquillamente a dettagli medio-alti su un PC di fascia medio-bassa nonostante i requisiti consigliati.

Infatti il gioco riesce ad aggirarsi tra gli 80 ed i 100 FPS sul mio PC che monta una GTX 1660, un Ryzen 5 3600 e 16 GB di Ram sfruttando quasi al massimo la GPU senza stravolgere di lavoro l’intera CPU.

In allegato qualche screenshot delle prestazioni registrate tramite l’overlay MSI Afterburner:

Nonostante l’ottimizzazione sia buona, il gioco presenta ancora delle texture low-poly anche con il settaggio impostato al massimo, risultando così fastidiose alla vista del giocatore.

C’è anche da mettere in mezzo però il fattore accesso anticipato, di conseguenza si spera che nella release ufficiale questi problemi di texture vengano completamente risolti.

Comparto sonoro

Durante la mia sessione sono rimasto molto colpito dal sound design del gioco: l’audio viene completamente adattato al luogo in cui il giocatore si trova in quell’esatto momento, ciò significa che se il giocatore si troverà dentro un edificio allora l’audio verrà modificato affinchè possa riprodurre gli stessi effetti sonori, come per esempio eco e rimbombi, che possono essere uditi all’interno delle abitazioni.

Lo stesso discorso vale per la chat vocale di gioco, in quanto la tonalità di voce di tutti i giocatori della squadra verrà storpiata o modificata proprio come se dentro un edificio ci fossero realmente quattro persone, portando così a livelli elevati non soltanto i problemi di comunicazione che in uno scenario di guerra vero e proprio possono diventare dei problemi non da poco, ma anche l’intero scenario realistico che il gioco vuole riproporre.


SPERANZE PER IL FUTURO

“Six Days in Fallujah” si mostra come un prodotto con un enorme potenziale che dovrà essere assolutamente sfruttato al meglio durante il suo rilascio ufficiale.

è già stato annunciato che il gioco disporrà di una campagna ufficiale che probabilmente verrà rilasciata soltanto quando il gioco sarà completo. Sapendo che tutto il gioco è basato sulla testimonianza di militari che hanno partecipato veramente alla seconda guerra di Fallujah non vedo l’ora di scoprire come verranno narrati gli avvenimenti della modalità storia e da come sarà composta.

Da altro canto, il sistema di cambio mappa può essere perfezionato affinchè la rigiocabilità possa aumentare drasticamente migliorando così una delle feature che caratterizzeranno di più il gioco una volta che sarà terminato al 100%

Inoltre, grazie agli aggiornamenti che sono stati rilasciati durante questa prima settimana di gioco, è ormai certo come gli sviluppatori vogliano ascoltare i feedback degli utenti il più possibile così da implementare e migliorare non soltanto l’esperienza di gioco, ma anche l’intero “Quality Of Life” del prodotto stesso anche durante questo periodo di accesso anticipato.


Ringraziamo Victura e PressEngine per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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