Con cortometraggi animati, DLC e eventi dedicati, un manga interamente incentrato su di lui e persino un prossimo debutto sul grande schermo con Sonic the Hedgehog 3, è evidente che Sega non scherzava affatto quando prometteva che il 2024 sarebbe stato l’anno di Shadow.
La casa di sviluppo giapponese sembra però voler fare ancora di più e, come un fulmine a ciel sereno, ha sorpreso tutti annunciando una nuova remastered di uno dei capitoli più amati del franchise: Sonic Generations.
La vera rivelazione non è stata tuttavia solo il ritorno del gioco base, pubblicato per la prima volta nel 2011, ma a stuzzicare l’interesse dei fan è stata l’inclusione di una nuovissima modalità storia inedita, interamente dedicata all’acerrimo rivale del porcospino più famoso del mondo.
Riuscirà quindi la remastered di Sonic Generations a riconquistare il cuore dei fan? E soprattutto, la tanto attesa espansione di Shadow sarà davvero all’altezza delle aspettative?
Questi e molti altri interrogativi troveranno risposta nella nostra recensione!
La Remastered di Sonic Generations
Ci troviamo quindi di fronte a quella che è essenzialmente una remastered vera e propria di Sonic Generations, offrendo la possibilità di rivivere anche su console moderne le avventure del riccio blu con una grafica migliorata e una serie di accorgimenti che arricchiscono l’esperienza complessiva.
Ma cos’è di base Sonic Generations? In sostanza, è una raccolta di livelli ispirati dagli iconici stage provenienti sia dai titoli 3D che da quelli 2D della serie, alternandoci nei panni delle due versioni di Sonic (quella moderna e quella classica) per affrontare una serie di atti, al fine di riportare ordine e stabilità nei rispettivi mondi.
Tutto ciò contornato da una storia originale che si sviluppa intorno al concetto del viaggio nel tempo, in cui Sonic dovrà affrontare alcuni dei nemici più temibili della sua carriera mentre tenta di salvare gli amici intrappolati con lui in questa strana dimensione.
Si tratta alla fine di una trama che serve principalmente da pretesto per rivisitare gli stage più amati dai fan, rendendo omaggio ai momenti chiave più iconici della saga e alternando livelli indimenticabili a scontri contro boss provenienti dalle epoche passate.
Tuttavia, non è esente da difetti: sebbene elogiato fin dal suo debutto, Sonic Generations ha ricevuto anche critiche per il design di alcuni livelli in 2D, e questa nuova versione, pur migliorata graficamente, ripropone in modo fedele anche i suoi limiti.
Nonostante ciò ci troviamo di fronte a una remastered che, senza stravolgere il passato, offre ancora una volta un’ottima esperienza soprattutto per chi non ha mai avuto modo di provare questo titolo classico all’uscita.
Modifiche e aggiunte
Nonostante il lavoro di revisione svolto sia stato piuttosto essenziale, non bisogna nemmeno considerare questa remastered un semplice porting 1:1 con unicamente un banale miglioramento grafico in aggiunta.
Infatti, oltre alla nuova espansione dedicata a Shadow, che si presenta come un’esperienza quasi autonoma e pertanto verrà esplorata in dettaglio più avanti in una sezione dedicata, abbiamo rilevato diverse modifiche sia a livello di trama che di gameplay.
Partendo dalla prima, le principali novità riguardano modifiche allo script e la riformulazione di alcune scene, ora più “in linea con la scrittura moderna della saga“.
I dialoghi, in particolare, sono stati rivisti per dare ai personaggi una consapevolezza maggiore delle situazioni, correggendo quella sorta di “amnesia” che li caratterizzava nella versione originale.
Tuttavia, questi cambiamenti a volte risultano dissonanti rispetto all’animazione facciale che è rimasta invece identica al gioco originale, creando qualche discrepanza tra il nuovo copione e l’espressività dei personaggi, con labiali non perfettamente sincronizzati e reazioni visive in contrasto con le nuove battute.
Un problema minore che ha comunque permesso di rendere alcune scene più coerenti e credibili, grazie a nuove linee di dialogo che a nostro parere hanno migliorato la narrazione complessiva, anche se non tutti i fan hanno apprezzato queste novità che considerano anzi “non necessarie”.
Passando invece ora al gameplay, ci sono principalmente due nuove aggiunte particolarmente significative in Sonic X Shadow Generations: l’introduzione del drop dash come meccanica di gioco e la possibilità di salvare dei Chao nei livelli.
Partendo con ordine, il drop dash fa il suo ritorno da Sonic Mania e aggiunge una dinamica interessante ai livelli 2D, migliorandone la fluidità dei movimenti e rendendone più scorrevole lo svolgimento. Al contrario, nei livelli 3D questa meccanica risulta decisamente superflua, con degli stage palesemente non progettati per sfruttare appieno questa funzione e pertanto limitandone ampiamente l’utilizzo.
Abbastanza autoesplicativa è invece la possibilità di salvare i Chao sparsi in giro: in ogni livello i giocatori possono trovarli e portarli in salvo, facendo di questi ormai iconici esserini una sorta di collezionabile che aggiunge un pizzico di novità per chi ha già completato il gioco in passato e vuole raggiungere nuovamente il 100%.
Questa feature, sebbene non aumenti significativamente la longevità complessiva che si aggira circa tra le 3 e 5 ore, offre una motivazione in più per esplorare ogni angolo, regalando un piccolo incentivo ai completisti e ai fan dei segreti nascosti nei livelli.
Una piccola osservazione personale riguarda l’assenza dei livelli esclusivi della versione per 3DS che, seppur tratti da un’edizione spesso trascurata e criticata del gioco, offrivano contenuti inediti mai apparsi nel titolo base e, purtroppo, neppure in questa remastered. Anche se non indispensabili, questi stage avrebbero rappresentato un’aggiunta interessante e la riteniamo un’occasione mancata che, se colta, avrebbe reso questa edizione una vera raccolta “totale” di tutto ciò che Sonic Generations ha mai avuto da offrire.
Shadow Generations
Non ci siamo certo dimenticati che questo titolo si chiama Sonic X Shadow Generations, un nome che suggerisce a pieno l’inclusione di una seconda, vera e propria avventura dedicata all’acerrimo rivale di Sonic, comparso per la prima volta in Sonic Adventure 2.
Questa non solo si affianca agli eventi della trama originale, offrendo un punto di vista inedito, ma si propone anche come un sequel spirituale per il nostalgico Shadow the Hedgehog, riprendendo e finalmente risolvendo alcuni punti di trama rimasti aperti da fin troppo tempo.
Riguardo l’aspetto narrativo, l’espansione dedicata a Shadow offre un salto di qualità rispetto alla storia del gioco base, con una narrazione decisamente più complessa oltre che curata e con un’attenzione particolare dedicata a cutscene spettacolari che si inseriscono sia nell’overworld che all’interno dei livelli stessi.
Shadow Generations si distingue infatti per una trama più profonda, matura e oscura, perfettamente in linea con il carattere solitario e introverso del riccio nero, che da sempre ci affascina proprio per questo suo lato più enigmatico.
Abbiamo davvero apprezzato questa sorprendente svolta che ha superato le nostre più rosee aspettative, ampliando finalmente la lore e la storia di Shadow con una delle narrazioni più coinvolgenti e sicuramente più intense mai realizzate all’interno della serie.
Stessa formula, esperienza diversa
La struttura di base rimane comunque pressoché identica a quanto visto in Sonic Generations: anche Shadow si ritrova catapultato in una dimensione alternativa, circondato da strutture enigmatiche che nascondono una serie di stage che omaggiano le sue avventure passate.
Questa volta, però, i livelli sono selezionati dalle storiche avventure 3D in cui Shadow ha lasciato il segno, tra cui Shadow the Hedgehog, Sonic Heroes, Sonic 06, Sonic Forces e, in una gradita sorpresa, persino uno stage ispirato a Sonic Frontiers.
Come ciliegina sulla torta, è prevista l’aggiunta anche di un livello extra dedicato al prossimo film, in uscita nelle sale italiane a gennaio!
La struttura dei vari atti si distingue per un level design tra i più riusciti e avvincenti degli ultimi anni, e il nostro primo impatto è stato di pura adrenalina.
I livelli scorrono con una fluidità incredibile e offrono molteplici percorsi, rendendo ogni partita varia e stimolante grazie anche ad una regia a dir poco spettacolare, con scene cinematografiche che riescono a trasmettere emozioni forti e a regalare momenti che, letteralmente, fanno venire i brividi.
Un vero spettacolo per gli occhi, destinato a far emozionare ogni fan di Shadow e della serie in generale.
Ma la cura e l’attenzione dedicate ai fantastici stage sorprendentemente si riflettono anche nell’hub del gioco, che rappresenta un deciso passo avanti rispetto a quanto visto nell’avventura parallela.
Pur trovandoci sempre in un mondo apparentemente vuoto e caratterizzato da un bianco surreale, punteggiato qua e là da strane strutture e volti noti pronti a offrire supporto, questa volta lo spazio è interamente 3D e liberamente esplorabile, regalando una sensazione di libertà senza precedenti all’interno del gioco.
Ci troviamo, quindi, in un ambiente aperto che sembra quasi un mini open world e che ricorda in parte l’impostazione di Sonic Frontiers, ma con una scala ridotta e pertanto maggiormente compatto e focalizzato.
Avremo l’opportunità di sbloccare nuovi percorsi, attivare shortcut per agevolare gli spostamenti e scoprire angoli nascosti pieni di segreti, arricchendo l’esperienza con un senso di libertà d’azione che si adatta perfettamente a Shadow, potenziato ulteriormente da abilità speciali che sbloccheremo avanzando nei livelli.
All’interno dell’hub troviamo anche una serie di mini-sfide simili a quelle del gioco originale, necessarie per ottenere chiavi speciali che aprono le porte verso boss spettacolari, che spesso risultano addirittura più emozionanti rispetto alle loro controparti nei giochi d’origine.
Tornando alle prove da affrontare, queste richiedono al giocatore di superare un breve percorso ispirato ai livelli già esplorati entro un limite di tempo e sotto particolari condizioni, come raccogliere ring o sconfiggere nemici specifici.
Abbiamo riscontrato un livello di sfida ben bilanciato, con percorsi non troppo complessi da risultare frustranti ma nemmeno così semplici da essere svolti senza impegno, con alcuni che richiedono precisione e velocità per ottenere il grado più alto.
L’unico aspetto meno positivo è la loro obbligatorietà che a volte può rallentare il ritmo dell’avventura, soprattutto considerando che non sono sempre facili da raggiungere e bisogna affrontarne un buon numero per proseguire con la storia.
Un altro aspetto fondamentale da sottolineare riguarda invece proprio il protagonista stesso di questa espansione, che non è affatto da considerarsi un semplice “reskin” di Sonic.
Al contrario, il riccio nero e rosso sfoggia un set di abilità uniche che attingono direttamente dalle sue apparizioni precedenti: tra queste spiccano il Chaos Control, che gli permette di fermare il tempo per qualche secondo; la capacità di lanciare attacchi a distanza per stordire i nemici; e persino il teletrasporto, utile per attraversare barriere laser altrimenti invalicabili.
Giocare con Shadow è quindi un’esperienza totalmente diversa e che oseremo definire addirittura più dinamica e appagante rispetto al controllo di Sonic, arricchita ulteriormente dai nuovi poteri Doom che si sbloccano durante i livelli.
Questi offrono azioni inedite mai viste prima che amplificano notevolmente il gameplay e si integrano perfettamente con l’estetica oscura e ribelle del personaggio.
In definitiva, questa espansione va ben oltre l’omaggio, offrendo una versione di Shadow che finalmente rende giustizia al suo potenziale in un’esperienza profonda, intensa e assolutamente indimenticabile.
COMPARTO ARTISTICO E SONORO
Pur essendo un lavoro di remasterizzazione e quindi non una ricostruzione totale di animazioni o modelli, la differenza visiva in Sonic X Shadow Generations risulta sorprendente e, se a un primo sguardo superficiale potrebbe quasi sembrare che le modifiche siano minime, basterà confrontarlo per pochi istanti con la versione del 2011 per notare il salto di qualità.
Su PS5, il titolo gira in 4K nativo in modalità qualità, regalando immagini più limpide che mai e un impatto visivo straordinario, dove ogni scena brilla con una nitidezza che nella versione originale si perdeva tra i pixel.
I menù e l’interfaccia HUD sono stati ricreati da zero, adattandosi perfettamente alla potenza della console con un look in 4K che li esalta più che mai.
Ma è davvero in Shadow Generations che l’engine brilla al massimo: i livelli sono una festa visiva, con una cura per i dettagli che li fa sembrare usciti da un film animato di altissima qualità.
Anche il comparto sonoro merita pienamente di essere elogiato in quanto, come da tradizione, SEGA si conferma maestra nel soddisfare le aspettative dei fan più affezionati, con riarrangiamenti e tracce musicali nuove che si stampano subito in testa.
È impossibile inoltre non menzionare l’eccellente doppiaggio di Claudio Moneta che, tornando a prestare la voce a Shadow, con la sua performance dona alla versione italiana del gioco una profondità e un’intensità che spiccano in ogni scena.
Ovviamente non dimentichiamo nemmeno l’ottimo lavoro dell’intero cast di doppiatori, che anche stavolta hanno dato prova del loro talento e della loro crescita professionale rispetto alla loro prima esperienza con la saga proprio con la versione originale di Sonic Generations uscita 13 anni fa.
COMPARTO TECNICO
Siamo decisamente soddisfatti della solidità tecnica di Sonic X Shadow Generations, che mette a disposizione due modalità di gioco distinte pensate per adattarsi alle preferenze del giocatore. Come detto prima, infatti, la modalità qualità offre una risoluzione nativa 4K, al prezzo di girare a 30FPS: un compromesso che personalmente sconsigliamo in quanto non sembra ideale per un gioco che punta tutto sull’azione veloce, sebbene su PS5 la stabilità risulti migliore rispetto ad altre console.
Per chi invece predilige la fluidità, la modalità prestazioni è senza dubbio la scelta consigliata, riducendo la qualità visiva per assicurare i 60FPS costanti, con solo qualche lieve e rara incertezza nei livelli di Shadow Generations.
In quest’ultimo, inoltre, è possibile attivare sia il Temporal anti-aliasing che il Dynamic Resolution Scaling (DRS), tecnologie già viste in Sonic Frontiers che consentono di mantenere una resa visiva elevata senza perdere fluidità nei frame.
Durante le nostre sessioni di prova abbiamo sperimentato una stabilità impeccabile, con performance perfette sia in Sonic Generations che in Shadow Generations e che si adattano ottimamente al gameplay dinamico che contraddistingue questi titoli (almeno nella modalità prestazioni).
Ringraziamo Cosmocover e Sega per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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