Cosa ci rende umani? Qual è il motivo per cui veniamo definiti speciali? Sorry We’re Closed ci pone queste domande in maniera stravagante e totalmente anomala, mescolando in maniera omogenea il soprannaturale e le emozioni umane più pure e complicate, prima fra tutte l’amore.

Il titolo si presenta al giocatore come un’avventura survival horror che fonde elementi moderni con meccaniche e visual di vecchi classici della PlayStation 1, ispirandosi molto a dei capisaldi di quell’epoca come Silent Hill e Resident Evil.
Gli sviluppatori, noti come à la mode games, vogliono utilizzare il medium videoludico per toccare le corde emotive più delicate e profonde dell’animo umano, molto spesso ignorare dai grandi titoli che dominano il mercato.

Sarà riuscita la piccola casa di sviluppo a centrare il bersaglio?
Andiamo a scoprirlo nella recensione dedicata!


Narrativa

Il cuore dell’esperienza che ci propone Sorry We’re Closed va ricercano nel modo in cui il soprannaturale e la quotidianità vanno ad intrecciarsi, e lo si vede da subito dando uno sguardo all’universo in cui è ambientato. Sin dai primi istanti verremo catapultati in una Londra totalmente onirica e alternativa, dove il confine tra entità ultraterrene e quelle reali si assottiglia fino a svanire.

La storia del gioco segue la nostra protagonista Michelle, una giovane donna che vive una vita apparentemente semplice come una commessa in un negozio di alimentari. Il mondo della ragazza cambia da un momento all’altro quando viene maledetta in sogno da un’entità molto potente nota come La Duchessa.
La maledizione esercitata dal demone impone a Michelle una scelta parecchio opprimente, costringendola a diventare la sua anima gemella o ad affrontare le drammatiche conseguenze di un rifiuto.

Dopo questo avvenimento, la narrativa prende una piega diversa; in una disperata corsa contro il tempo, Michelle esplora il suo quartiere incontrando diversi personaggi alquanto eccentrici, cercando aiuto nel tentativo di liberarsi dalla maledizione che la affligge.
Gli abitanti della piccola frazione di quella Londra così diversa dalla realtà, sebbene siano apparentemente persone normali, nascondono storie complicate e intrecciate tra loro, nelle quali ognuno affronta i propri demoni, metaforicamente e letteralmente, prendendo in esame i temi delicati che il gioco vuole farci affrontare, fra l’amore, la perdita e l’accettazione della propria identità.

Ma non è tutto, il giocatore ha infatti la libertà di aiutare questi personaggi intrecciando le loro vite con quella della protagonista, oppure semplicemente di ignorarli, lasciandoli al proprio destino e alla mercè dei loro problemi. Queste interazioni, seppur secondarie, non risultano mai banali, poiché ogni scelta ha un peso morale e andrà ad influenzare non solo sul corso della storia, ma anche sul finale ottenuto.

La narrativa di Sorry We’re Closed si distingue quindi per una direzione precisa, ovvero quella di portare il giocatore ad affrontare le proprie paure e a riflettere su come confrontarsi con i propri demoni e sconfiggerli, che siano reali o metaforici.


Gameplay

Il gameplay di Sorry We’re Closed si incentra attraverso una peculiare combinazione di esplorazione, sezioni di shooting e risoluzione di puzzle, il tutto in un contesto assolutamente non lineare.
Al giocatore viene infatti data la scelta su quali aree della mappa esplorare e con quali personaggi interagire, creando così un percorso unico quantomeno nell’ordine degli eventi.
La Londra alternativa e onirica in cui ci muoviamo propone un ambiente colmo di piccoli dettagli, invitandoci ad esplorare ogni singola diramazione, ogni negozio o appartamento in cerca di approfondimenti narrativi posizionati con maestria.

Ovviamente, l’esplorazione non esiste per un fine unicamente narrativo, ma permette anche di trovare artefatti da collezionare ed utili risorse.
Vien da sé che questi premi non arrivano senza un minimo di rischio, poiché i nemici si nascondono dietro ogni angolo, costringendoci ad assumere un approccio molto più cauto e ragionato.

Il cuore pulsante del gameplay di Sorry We’re Closed è sicuramente il sistema di combattimento, che si distanzia dalla frenesia e dall’adrenalina degli action più blasonati, abbracciando un ritmo più cauto e controllato. La nostra protagonista è dotata di un arsenale di tutto rispetto ma non privo di limiti importanti, che varia dalle armi classiche come la pistola e il fucile a pompa, fino ad una capacità sovrannaturale scaturita dalla maledizione, ovvero il Terzo Occhio.

L’abilità nello specifico ci permette di osservare l’ambientazione da un nuovo punto di vista: quando siamo nel reame demoniaco riusciremo a vedere la controparte reale, e viceversa.
La scelta di inserire questo tipo di meccanica è interessante e azzeccata, permettendoci di far luce sulla dualità dei personaggi che incontriamo nel nostro cammino; ma non è l’unico utilizzo che il Terzo occhio può offrire, poiché lo utilizzeremo più volte per la risoluzione degli enigmi sparsi per la mappa.

I puzzle proposti in Sorry We’re Closed sono ben integrati nel mondo di gioco, ma purtroppo non offrono un coefficiente di difficoltà adeguato ai titoli appartenenti al genere.

Riprendendo la componente di combattimento del titolo, se l’esplorazione viene affrontata con una telecamera fissa alla Silent Hill, la parte di shooting prende un’altra forma dopo aver premuto il tasto di mira, quella del classico FPS.
In questo contesto, Il terzo occhio non serve solamente a rivelare il mondo per come è realmente, ma anche ad esporre i punti deboli dei nemici da colpire per un danno maggiorato.

Seppur personalmente abbiamo gradito questa inusuale fusione di generi definibili opposti, è possibile che la cosa non soddisfi i giocatori più esigenti, specialmente se consideriamo la resa piuttosto legnosa dello shooting e della mira.


Comparto Artistico e Tecnico

Il comparto artistico di Sorry We’re Closed si ispira ai vecchi titoli usciti nell’era PSX, utilizzando magistralmente il max fra i colori vibranti e lo stile neon-punk, che conferisce un’identità unica ed inimitabile sia all’ambiente che ai personaggi.
Un particolare plauso va sicuramente allo stile artistico con cui sono stati realizzati i personaggi, sfacciati e queer, carichi di personalità e originalità.

Il comparto sonoro è generalmente ben realizzato, anche se a volte manca di impatto e rischia di rompere l’immersione in un’avventura altrimenti estremamente carismatica.
Quello che non riesce a dare il comparto sonoro, è tuttavia ampiamente compensato dalla colonna sonora brillante ed originale.

Per quanto riguarda il comparto tecnico, si denota una certa capacità di spremere al massimo tutte le limitazioni dovute ad un budget limitato, e sebbene le texture e gli effetti visivi siano realizzati in maniera impeccabile, sono presenti diversi bug di poco conto che non vanno ad intralciare in maniera significativa l’esperienza del titolo.


Ringraziamo AkuparaGames per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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Sorry We're Closed
SORRY WE'RE CLOSED (PC)
In conclusione
Sorry We're Closed è un'avventura che riesce a distinguersi per la sua fusione tra elementi classici e innovazione, catturando appieno l'essenza del survival horror. È un titolo che punta a offrire molto più di una semplice esperienza spaventosa, proponendo un viaggio introspettivo che invita il giocatore a riflettere e confrontarsi con i propri demoni e difficoltà personali.Nonostante alcuni difetti tecnici e il cambio tra camera fissa e visuale in prima persona che può risultare poco intuitivo per alcuni, il gioco brilla per la sua straripante personalità. La sua forza sta nella capacità di trasmettere emozioni profonde, proponendo un'esperienza unica e dal forte impatto narrativo.
PREGI
Scrittura eccellente
Gameplay innovativo che unisce due generi
Colonna sonora di buon livello
DIFETTI
Bug tecnici occasionali
Enigmi troppo semplici
Sistema di combattimento che potrebbe non piacere a tutti
8
VOTO