Oggi recensiremo, con discreto ritardo, uno dei titoli tripla A più importanti di quest’anno nonché seguito del già ottimo Star Wars Jedi: Fallen Order.
Se il suo predecessore impostava fra mille sbavature dei nuovi standard qualitativi per un titolo single-player ambientato nella galassia lontana lontana, Jedi Survivor ha avuto l’ambizioso compito di elevare e smussare ogni suo elemento compositivo per avvicinarsi il più possibile all’eccellenza.
Ancor più importante, con la saga degli Skywalker ormai conclusa, questo titolo ha voluto fare il possibile per aderire intelligentemente alla costruzione del futuro del brand con l’introduzione dell’Alta Repubblica, epoca che farà da base per i nuovi progetti cinematografici dei prossimi anni.
Sarà riuscito Star Wars: Jedi Survivor a superare il suo predecessore conquistando il titolo di miglior iterazione videoludica della saga?
Scopriamolo in questa recensione.
Trama
Incipit
In Star Wars Jedi Survivor riprenderemo i panni del giovane jedi Cal Kestis, sopravvissuto all’Ordine 66 e da allora in continua fuga dalle meticolose ricerche dell’impero e dei suoi inquisitori.
Gli eventi accaduti nelle fasi finali del precedente capitolo ci hanno portato a dividerci dai nostri amici e ci troveremo ben presto a vagare per lo spazio in compagnia del nostro inseparabile droide BD-1.
Divenuti una vera minaccia per l’impero, verremo arrestati su Coruscant per essere consegnati alle autorità, quando una nuova inaspettata amicizia ci permetterà di ribaltare la situazione.
Da questo momento in poi gli eventi narrati in Jedi Survivor ci porteranno a girare in lungo e in largo la galassia, ritrovando vecchie conoscenze e facendone di nuove, fra amici fidati e temibili avversari sopravvissuti all’incedere del tempo.
La trama di Jedi Survivor si è dimostrata piuttosto interessante, sfruttando intelligentemente gli strumenti a sua disposizione per introdurre le fondamenta narrative del futuro dell’intera saga, fra concetti, eventi, pianeti e persino personaggi che potranno dimostrarsi ricorrenti nei prossimi progetti.
Inoltre, approfittando degli interessanti spunti narrativi offerti dal suo essere un tramite fra episodio III e IV, il titolo ha potuto inserire senza troppa difficoltà sia il neonato Impero Galattico che i rimasugli della Federazione Separatista.
Parliamo quindi di una copertura di tematiche davvero estesa e ricca di opportunità, che di certo non sono state sprecate dal team di Respawn.
A conti fatti, la sensazione che si ha è che questo Jedi Survivor si configuri come una storia importante e corale nel senso più esteso del termine, laddove il suo predecessore si limitava a raccontare la nascita di un eroe e dei suoi compagni di avventura.
I risvolti di trama di questo titolo hanno saputo stupirci e coinvolgerci a dei livelli inaspettati, non osando mai eccessivamente ma comunque mostrandosi per nulla banali e prevedibili.
In sostanza questo comparto narrativo si adegua perfettamente al percorso del personaggio di Cal Kestis, ormai giunto alla piena maturazione dopo una fase iniziale più personale ma non per questo meno necessaria.
Gameplay
gameplay
Il gameplay di Jedi Survivor è una evoluzione su ogni fronte del sistema già presente nel suo predecessore, semplice ma efficace nell’identificarsi come un ibrido fra un’avventura action di stampo tradizionale ed un più ricercato soulslike.
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Sistema di combattimento
sistema di combattimento
Il combattimento con le spade laser, cuore della duologia nonché grande vanto degli sviluppatori, si è dimostrato di gran lunga più profondo in questa seconda iterazione.
Avremo infatti la possibilità di sfruttare un sistema basato sulle “forme”, stili di combattimento che ci garantiranno una libertà di scelta non indifferente.
Avremo quindi la possibilità di utilizzare due spade laser, quanto piuttosto un modello doppio, uno pesante o persino affiancare alla nostra arma un blaster per bersagliare i nemici a distanza fra un colpo e l’altro, volendo dare la priorità a statistiche differenti quali la velocità oppure il danno.
Un’aggiunta di questa portata permette ai combattimenti di raggiungere un livello di dinamicità semplicemente impareggiabile da altri sistemi che vedono come base l’utilizzo di spade laser.
Dinamicità che si vede particolarmente in quanto il gioco ci metterà al confronto con una varietà inaspettata di avversari, fra droidi, cloni, bestie, predoni ed una buona quantità di boss armati di spada laser.
Ad amplificare ulteriormente la complessità di questo sistema, l’albero delle abilità offre una serie di potenziamenti e sblocchi per rendere ciascuna delle forme più varie e letali contro i nostri avversari.
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Albero delle abilità e level up
albero delle abilit e level up
Accumulando esperienza durante il combattimento e l’esplorazione delle mappe, Cal sbloccherà dei punti abilità spendibili tramite l’apposito skill tree accessibile in ogni punto di meditazione.
Questo risulterà estremamente approfondito, offrendo la più grande varietà di potenziamenti fra statistiche e vere e proprie combo/mosse specifiche per ognuna delle forme di combattimento sbloccate.
Altrettanto approfondita è la sezione dedicata all’utilizzo della forza, fra trick mentali, spinte e respinte da poter sfruttare in base al tipo di avversario.
Non a caso se un clone con jetpack si dimostrerà resistente alla spinta, i droidi potranno essere abbattuti in gruppo dalla medesima abilità, aprendo la strada ad un sistema sorprendentemente profondo basato sui punti di forza e debolezza di ciascun avversario.
Considerando la semplicità del gameplay del primo capitolo, è indubbio che il team abbia fatto un grandissimo lavoro di espansione di ciascuna meccanica, costruendo un sistema appagante e ricco di sfaccettature.
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missioni ed esplorazione
missioni ed esplorazione
Come accennato in precedenza, l’ennesima avventura di Cal Kestis ci permetterà di mettere piede su diversi pianeti e location inedite per la saga, presentandole come delle grandi zone open map dotate di un sorprendente livello di interconnessione tipica dei soulslike.
Non di meno avremo la possibilità di riposare nei punti di meditazione per ripristinare le nostre cure, al costo di far respawnare l’interezza dei nemici e dover raggiungere nuovamente il luogo d’interesse, sfruttando i collegamenti qualora li avessimo sbloccati durante il tragitto.
Diversamente seppur non sia il caso di tutte le missioni, non sarà raro ritrovarci a coprire lunghe distanze con una mount ed esplorare il tragitto in cerca di segreti ed extra, componente su cui il gioco di certo non ha sembrato lesinare.
Elemento che diventa ancora più evidente durante lo svolgimento delle quest secondarie, introduzione che spinge il giocatore all’esplorazione più approfondita dei luoghi già attraversati in precedenza.
In definitiva la struttura aperta delle mappe ha permesso al titolo di sfruttare nel migliore dei modi la variegata paesaggistica dei pianeti esplorabili, rendendo possibile l’inserimento di aree opzionali ricche di segreti e contenuti opzionali di qualità.
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Personalizzazioni estetiche, extra ed hub principale
personalizzazioni estetiche ext
Fra i contenuti opzionali con i quali verremo premiati per l’impegno esplorativo, le personalizzazioni estetiche sono forse le più diffuse.
Queste ci permetteranno non solo di modificare l’aspetto e il vestiario di Cal ma anche di BD-1 e di ciascun componente della spada laser.
Altri extra comprendono delle sfide a tempo che potremo completare in cambio di punti abilità, materiali ed XP disseminati in ogni angolo della mappa.
Alcuni di questi materiali ed oggetti potranno venire utilizzati come valuta in uno dei diversi HUB che ci verranno presentati nel corso del gioco, in cambio di abilità speciali e particolari personalizzazioni altrimenti impossibili da collezionare.
Da segnalare anche la presenza di attività secondarie all’interno dell’HUB come il giardino e l’acquario, attività di collezionismo che non fanno che ampliare la già impressionante offerta contenutistica del gioco.
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Difficoltà e durata
difficolt e durata
Volendo concludere la riesamina del gameplay di Jedi Survivor non possiamo che fare riferimento al bilanciamento ed alla durata complessiva dell’avventura, più che raddoppiata per gli utenti più avvezzi al completismo.
Al fronte dei numerosi scontri abbiamo notato che la difficoltà standard del titolo risulta abbastanza semplice e difficilmente ci ritroveremo in situazioni di svantaggio nell’affrontare le unità standard ed i miniboss.
Discorso totalmente diverso per i boss principali, vere e proprie barriere narrative caratterizzate da un imponente pool di HP ed un’aggressività fuori dal comune, invitando il giocatore a far proprie le numerose abilità sbloccabili nel corso delle 30/50 ore di gioco necessarie al completamento.
Comparto artistico
comparto artistico
Senza troppi giri di parole, il comparto artistico di questo Jedi Survivor si è dimostrato degno delle sue radici, riprendendo a piene mani le componenti creative della saga ed espandendole verso nuovi orizzonti.
Ciò che ci ha maggiormente colpiti in questo senso è senza dubbio la qualità dei paesaggi, risultato di un ottimo utilizzo del FOV e dell’impatto d’insieme.
Straordinario anche il lavoro creativo applicato alla creazione delle numerose creature inedite che faranno da fauna ai pianeti che avremo modo di esplorare.
Eccellenze che non potrebbero essere state espresse con altrettanta efficacia senza un buon utilizzo dell’Unreal Engine 4, potente ed ormai maturo motore grafico che Respawn ha sfruttato nella realizzazione di questi scenari.
Altrettanto degno di lode è il lavoro svolto da Stephen Barton e Gordy Haab nella realizzazione della soundtrack per questo titolo, caratterizzata da grande dinamicità e vigore senza mai allontanarsi troppo dai toni ricorrenti che hanno reso celebre la saga.
Comparto tecnico
comparto tecnico
Nel valutare Jedi Survivor non possiamo non soffermarci sulle evidenti falle del comparto tecnico per quanto concerne le performance della versione PC.
Il nostro provato è avvenuto a 6 mesi dall’uscita del gioco e quindi dopo il rilascio delle principali patch di correzione volte a risolvere i problemi di un lancio disastroso.
Ciò che sfortunatamente abbiamo potuto notare è che il gioco rimane ancora oggi lontano dai livelli di stabilità che ci saremmo aspettati da una produzione di questo livello, fra cali di FPS, glitch e instabilità di ogni tipo.
L’introduzione del DLSS è riuscita a mitigare solo in parte le problematiche legate al framerate e l’opzione RTX non fa che appesantire un titolo che fa fatica a girare su PC di fascia molto alta (RTX 3080, i9 10th e 32GB di RAM).
Confidiamo che il team continui a lavorare su delle soluzioni, mentre la comunità si è già messa in moto per arginare le problematiche di performance attraverso patch non ufficiali.
Ringraziamo Electronic Arts per averci fornito le chiavi del gioco per realizzare questa recensione.
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