Il gioco di cui tratteremo oggi è Starship Troopers: Extermination, un FPS cooperativo a 16 giocatori che ci metterà nei panni dei Deep Space Vanguards, organizzazione militare impegnata a contrastare la minaccia degli aracnidi.
Il titolo è basato sul film cult del 1997 Starship Troopers, con cui condivide l’incipit narrativo e la quasi totalità dei concetti.

Si tratta di un gioco in Early Access, motivo per il quale molti dei fattori che andremo a trattare in questa recensione potrebbero subire variazioni con l’arrivo dei futuri update.


Incipit

Il gioco è ambientato decenni dopo gli avvenimenti del primo film, e vestiremo i panni di un soldato facente parte della nuova divisione di fanteria della United Citizen Federation, i Deep Space Guardians.

Il gioco non possiede una vera e propria componente narrativa, ci limiteremo infatti ad affrontare diverse missioni sul pianeta Valaka infestato da aracnidi, creature dalla forma di insetto, raccogliendo risorse e stazionando delle basi in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

Si tratta infatti di un titolo che necessita di essere giocato in compagnia, non lasciando spazio a nessuna modalità in giocatore singolo che non si limiti al tutorial.

Nonostante questa mancanza, il team Offworld Industries ha svolto un ottimo lavoro nel ricreare le inconfondibili atmosfere del film, dimostrando un palese e sincero affetto per l’opera originale che è respirabile in ogni aspetto della loro creazione.


Gameplay

Il gioco si presenta come un FPS PvE in cui 16 giocatori si riuniscono in gruppi da 4 per portare a termine una serie di obiettivi.
Questi ultimi varieranno leggermente in base alla mappa e consistono nel conquistare determinati territori, ottenere dei materiali e difendere le stazioni di servizio alleate dalle ondate di aracnidi.

All’inizio di ogni partita ci verrà posta la scelta di selezionare una delle 3 classi giocabili, che sono:

Hunter, milizia d’assalto dotata di jetpack e di uno sprint più veloce rispetto a quello delle altre classi;
Bastion, milizia dotata di armatura pesante, in grado di circondarsi di piccole postazioni di tiro fortificate;
Operator, milizia di supporto che ha sua disposizione uno strumento medico in grado di resuscitare i compagni di squadra morti o di curare quelli ancora in vita.

Durante le sezioni di gameplay in cui bisognerà costruire la propria base, si potrà avere accesso al piazzamento di vari edifici e strutture che serviranno a rallentare gli aracnidi e rifornire i nostri compagni di munizioni.

Questa particolare fase di costruzione risulta molto divertente ed è sinceramente stupefacente veder costruita una stazione dotata di muri, bunker, torri e torrette automatiche nel giro di pochi secondi grazie alla collaborazione del team.

Durante il corso della partita, un particolare elemento della UI rivela il “livello di infestazione”, quest’ultimo sta a sottolineare come, man a mano che la squadra prosegue negli obiettivi, gli aracnidi arriveranno in numero sempre maggiore, risultando inoltre più forti e difficili da abbattere.

Attualmente nel gioco sono presenti 5 tipi di aracnide:
Drone, Warrior, Gunner, Plasma Grenadier e Tiger Elite.

Alcuni di questi nemici, specialmente il Plasma Grenadier e il Tiger Elite risultano particolarmente ostici da abbattere ed è evidente che il team di sviluppo dovrebbe occuparsi dell’introduzione di alcune piccole modifiche al bilanciamento per rendere l’esperienza cooperativa più godibile e meno delirante in cooperativa.

È presente inoltre un sistema di avanzamento di livello per ciascuna classe, attraverso quale è possibile sbloccare nuovi armi e gadget utili per il nostro soldato.
Sarà anche possibile giocare su diversi livelli di difficoltà, dando ulteriore filo da torcere a chiunque sia abbastanza coraggioso da selezionare la modalità veterano.

E’ bene menzionare che altre due modalità, seppur molto simili alla prima, possono essere sbloccate una volta raggiunto il livello 5, dando la possibilità di passare direttamente alla costruzione della base oppure affrontando un’orda infinita di nemici.

Una pecca piuttosto evidente è ritrovabile nella varietà delle mappe.
Infatti, nonostante il ciclo giorno/notte permetta di giocarle in momenti diversi della giornata, queste ultime risultano comunque troppe poche e rischiano di annoiare dopo poche partite.


Comparto tecnico e sonoro

Il comparto tecnico è forse la parte più debole dell’opera, seppur non presenti grossi problemi.

Durante la partita, soprattutto nei momenti in cui sono presenti più nemici a schermo, è possibile riscontrare dei notevoli cali di frame anche su configurazioni notevolmente più performanti di quelle indicate nei requisiti consigliati dai dev.

Il gioco non presenta un comparto grafico eccelso o particolarmente all’avanguardia, riuscendo comunque a svolgere il suo compito grazie ad un utilizzo piuttosto accademico dell’Unreal Engine 4.
Engine che ha reso facile l’introduzione della tecnologia DLSS2 , utile ma non risolutiva nel risolvere i cali di frame citati in precedenza nel caso foste in possesso di una GPU Nvidia.

I dev hanno in piano di portare il gioco in Unreal Engine 5 in una fase successiva dello sviluppo e ci aspettiamo una serie di miglioramenti futuri sia da un punto di vista grafico che prestazionale.

La musica rappresenta un riuscitissimo omaggio all’opera di riferimento, permettendo al giocatore di immedesimarsi perfettamente nell’atmosfera di gioco (e sentirsi come un vero space marine!).

Possiamo inoltre confermare che il gioco gira con una certa tranquillità anche sull’hardware portatile di Steam Deck, offrendo una esperienza più rilassata a tutti coloro che abbiano la fortuna di possederne uno.


Ringraziamo Offworld Industries e Terminals.io per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Di MariaRosaria Cozzolino

Grande appassionata di videogiochi, specialmente retro, e cinema. Moglie amorevole e mamma di molti peluche che la accompagnano nella scrittura degli articoli per questo piccolo e caldo spazio nel grande oceano di internet.