Il gioco di cui andremo a parlare oggi è a nostro avviso il risultato di un percorso di costante miglioramento portato avanti da Bandai Namco con i suoi titoli appartenenti al genere JRPG, sempre più caratterizzanti per l’azienda.
Tuttavia Tales of Arise non è solo questo, è molto di più, rappresentando infatti l’ultimo esponente di uno dei capisaldi del genere instauratosi ormai più di 25 anni fa e che vede ora una gloriosa rinascita in veste “next-gen”.


Con una nomea così pesante e un precedente capitolo (Tales of Berseria) molto apprezzato dall’utenza e della critica, sarà riuscito l’ultima fatica del team nipponico a convincere il suo crescente pubblico?

Il nostro team al completo

La trama

-Rispetto e tolleranza-

L’intento dei Tales, come evidente dallo stesso titolo, è sempre stato quello di raccontare una storia, un’avventura che potesse mantenere sempre alcune caratteristiche comuni con quelle degli altri capitoli ma che allo stesso tempo si rendesse sempre degna di essere raccontata grazie ad una deliziosa caratterizzazione dei personaggi e all’intensità dei ritmi narrativi non troppo comuni per il genere di riferimento.

Con una premessa del genere risulta chiara l’importanza assunta dalla trama per un qualsiasi titolo della serie e credeteci e siamo stati felici nel constatare che Bandai Namco ha saputo dare il meglio di sé in quest’ultima iterazione, riuscendo addirittura a superare qualsiasi traguardo raggiunto in precedenza.

Il tema che caratterizza tutti i Tales è quello dell’amicizia, esplorato attraverso la lenta formazione di un team di personaggi, talvolta in forte contrasto fra loro, che sono sostanzialmente i protagonisti dell’avventura al pari del singolo individuo con cui avremo modo di iniziare a giocare nei primi minuti.

Tales of Arise non fa differenza sotto questo punto di vista, offrendo un cast di personaggi estremamente vario, ricco di personalità e dalle molteplici sfaccettature. La sensazione fin dai primi minuti di gioco è quella di trovarsi di fronte ad un gioco deciso a trattare delle tematiche particolarmente forti, al costo di dare una forte strattonata alle vecchie sensazioni offerte dal brand.

Dolahim il Quaras

Ci troveremo infatti coinvolti in un’avventura con lo scopo di salvare il nostro popolo dalla schiavitù di conquistatori interplanetari, fra nuove amicizie e consensi inaspettati.
Andremo quindi a riflettere su valori del tutto inediti quale il perdono e la tolleranza, tematiche sempre più attuali e care al nostro secolo.

Il ritmo della narrazione risulta coinvolgente e privo di eccessive lungaggini, affidando le scene più importanti alle cutscenes in grafica di gioco e gli approfondimenti opzionali ai dialoghi sotto forma di vignetta similarmente in quanto visto nel recente Scarlet Nexus.

Questi ultimi sono veramente in un numero impressionante e tutti doppiati sia in inglese che in lingua originale, rendendo evidente l’enorme lavoro svolto dal team in questi anni di sviluppo.
I colpi di scena sono molti e distribuiti a ritmo incessante, riuscendo efficacemente a mantenere alto l’interesse del giocatore durante le oltre 50 ore di gioco.

L’unica vera mancanza del titolo dal punto di vista narrativo è rappresentata da alcuni piccoli dettagli che sembrano essere sfuggiti agli sceneggiatori o che potrebbero rivelarsi dei semplici errori di adattamento e che potrebbero, anche se molto raramente, infastidire il giocatore rendendo la scena a schermo poco coerente con il dialogo su schermo.

Mai sottovalutare una missione secondaria


Meno interessanti ma comunque valide sono le missioni secondarie, spesso e volentieri utilizzate come fonte di approfondimento per quanto concerne i caratteri dei personaggi grazie alle continue interazioni verbali del team durante e fuori il combattimento.

Vorremo infine lodare la capacità degli scrittori nell’aver creato dei personaggi effettivamente dinamici da ogni punto di vista, in grado di subire forti cambiamenti caratteriali ed ideologici grazie agli eventi in cui vengono coinvolti durante l’avventura.

Si ha quindi la sensazione di star gestendo un gruppo di essere umani che in quanto tali si presentano deboli e soggetti al peso delle loro colpe ed esitazioni.


Il gameplay

-il cuore pulsante di Tales of Arise-

Seppur anche in questo caso ci terremmo a ricordare come Tales of Berseria abbia rappresentato un ottimo e necessario passo avanti per la produzione in termini di gameplay, Tales of Arise è con tutta probabilità il JRPG più divertente disponibile sul mercato ad oggi.

Il team di Bandai Namco è infatti riuscito a mantenere alcuni aspetti del gameplay strategico molto caro agli amanti dei grandi classici, unendolo alla frenesia action tipica degli hack and slash di ultima generazione, senza tuttavia rinunciare ad offrire la possibilità di utilizzare una gigantesca mole di variabili con cui arricchire il proprio stile.

Anche la fase di esplorazione è stata resa molto più godibile grazie alla possibilità di correre e saltare negli ambienti, mantenendo la vecchia formula più rigida solo nel caso ci si andasse a scontrare con un nemico andando a triggerare lo scontro.

Imbattersi fisicamente con un singolo nemico durante la fase di esplorazione significa infatti essere trasportati in una piccola arena circoscritta in cui avremo modo di affrontare un gruppo di entità ostili o, in alternativa, decidere di scappare senza ricevere loot ed esperienza.

Il combattimento ci permette di tenere sul campo fino a 4 personaggi per volta, controllandone uno direttamente e lasciando gli altri alla AI che agirà sotto nostra direttiva prediligendo la difesa, l’attacco o le azioni di supporto.
Trovandosi nello scontro apparirà fin da subito evidente la necessità di concatenare in modo coerente e ragionato i nostri attacchi, spinti dai malus dello spam e dalla limitatezza dei punti azione ricaricabili in vari modi durante il flow del combattimento.

Tipica schermata di combattimento di un miniboss


Per la prima volta nel brand risulterà assolutamente fondamentale l’utilizzo delle magie di cura singole o ad area che consumeranno PC, fonte di mana di gruppo ricaricabile riposando o consumando degli specifici drop piuttosto rari.
Le statistiche del team così come il recupero dei PC al termine del combattimento possono essere influenzati dai numerosi tipi di cibo che saremo in grado di cucinare negli accampamenti o nelle locande.

Si parla quindi di un gameplay che da grande importanza al ruolo del supporto, in grado di boostare le caratteristiche degli alleati in tempo reale tramite intricate combinazioni di incantesimi.
La fase action viene ulteriormente approfondita dalla possibilità di utilizzare delle mosse speciali per ciascun partecipante al team, anche nel caso questi ultimi non fossero presenti direttamente nel campo di battaglia.

Alcune mosse sono state pensate specificamente per funzionare meglio su alcuni tipi di nemici, dandoci la possibilità di stunnare il nemico, rompere lo scudo o eseguire ingenti danni elementali o critici.
Una volta colpito il nemico abbastanza a lungo senza dargli la possibilità di controbattere avremo modo di attivare un potente attacco combinato fra due membri della nostra squadra per riuscire con tutta probabilità a completare lo scontro nell’immediato.

Ulteriori meccaniche legate al combattimento sono quelle dell’overdrive e degli attacchi critici, che vanno ad arricchire un sistema che vede per la prima volta l’introduzione del dodge e del contrattacco, entrambi decisivi negli scontri più lunghi e impegnativi.

Naturalmente, come per tradizione in ogni buon JRPG, avremo la possibilità di fermare il tempo per switchare target o per utilizzare varie pozioni sul singolo elemento o sull’intero team.

Bandai Namco non si è risparmiata per quanto concerne l’art-style degli interni e degli esterni


Il risultato dell’unione di tutti questi elementi di gameplay con il lavoro magistrale svolto sulle animazioni e sul bilanciamento rende il combattimento incredibilmente soddisfacente da giocare ma anche estremamente appagante da un punto di vista puramente coreografico ed estetico.

Non a caso sono state moltissime le volte in cui abbiamo deciso di ingaggiare battaglia per puro divertimento laddove lo scontro sarebbe stato facilmente aggirabile con il semplice movimento del personaggio in fase di esplorazione.

Per quanto riguarda nello specifico il bilanciamento non possiamo lamentarci, seppur nella seconda metà del gioco si avverta un rapido e improvviso impennarsi della curva di difficoltà, caratteristica che potrebbe gravare sull’esperienza dei giocatori che hanno messo meno impegno nel farmare livelli, preferendo optare per una run più lineare e diretta.

I livelli sono infatti piuttosto esigenti in termini di esperienza e richiederanno un impegno sicuramente non da poco per essere sbloccati insieme ai relativi bonus alle statistiche e ai punti abilità.
I punti abilità, sbloccabili anche completando le varie secondarie, permettono di sviluppare particolari caratteristiche e meccaniche aggiuntive legate ai singoli personaggi tramite enormi sezioni apposite nei menu.

Gli alberi di abilità possono essere espansi, inserendo nuove sezioni man mano che avremo modo di conoscere meglio i personaggi tramite missioni principali e secondarie.
Basta una rapida occhiata agli effetti per comprendere quanto essi siano di fondamentale importanza per il flow del gameplay, permettendo talvolta azioni normalmente impossibili ai nostri personaggi.

Shionne, contemporaneamente healer e attaccante fondamentale nel nostro team

Infine sono presenti un gran numero di achievement oltre alla possibilità di sbloccare modifiche estetiche (skin) individuando i gufi sparsi nelle varie mappe che avremo modo di navigare nel corso dell’avventura.
A tal proposito abbiamo gradito l’introduzione del viaggio rapido in più punti delle singole aree, molto utile nelle fasi di backtracking e arricchito nella comodità da specifiche icone laddove dovesse presentarsi una quest non completata.


E’ facile immaginare che in un JRPG di queste dimensioni le meccaniche non finiscano qui, e questo Tales non è da meno presentando vari sistemi riguardanti la forgiatura, la vendita, la pesca e persino l’allevamento di bestiame… tutti elementi che andranno ad incastonarsi perfettamente in un’opera di dimensioni colossali che punta ad una longevità tutt’altro che insoddisfacente.


Comparto tecnico/artistico

-la grande eredità di Tales of Arise-

Tales of ha dimostrato più volte di seguire un percorso variabile per quanto concerne le scelte estetiche ma anche di design, andando spesso ad alternare la presenza di personaggi chibi con uno stile più maturo e realistico, pur rimanendo sempre ancorato ad una determinata firma artistica ben osservabile nelle cutscenes animate da Ufotable.

Parliamo quindi di uno stile anime del tutto particolare, che può piacere o meno ma che sicuramente mostra il meglio di sé in questo ultimo capitolo.
Il lavoro artistico svolto nel realizzare personaggi e ambientazioni è assolutamente fantastico e lo stesso si può dire per quanto riguarda il comparto sonoro, dal doppiaggio inglese e giapponese alla musica che ci accompagnerà in ogni momento.


Ci troveremo infatti ad ascoltare una varietà di brani dall’epico al rilassante composti dal celebre Matoi Sakuraba, già famoso per aver lavorato a gran parte delle OST dei giochi souls.
Straordinarie anche le due opening per la prima e la seconda parte del gioco, accompagnate dalle fantastiche animazioni di Ufotable, celebre studio dietro anime del calibro di Demon Slayer e i principali Fate.

Prima opening di Tales of Arise, animata da Ufotable e cantata da Kankaku Pierrot


Tales of Arise è visivamente stupendo, straripante di paesaggi e di cinematiche in-game mozzafiato, ricco di una grande varietà di settings esplorabili che ben si amalgamano con l’incipit della trama.
Sembra infatti che Bandai Namco non si sia smentita nemmeno questa volta, offrendo un pacchetto completo di biomi completamente diversi fra loro, dal deserto, al verde dei prati alla neve e al ghiaccio di Cyslodia.


I paesaggi sono renderizzati sulla distanza tramite l’utilizzo di un sottile e delicato effetto cell shading che seppur fastidioso inizialmente, diventa godibile molto presto nell’esperienza.
Le cutscenes in grafica di gioco, seppur bloccate a 60fps, non spezzano affatto la fluidità dell’esperienza e si presentano sempre pulite e dall’ottima direzione registica.


Nella versione da noi analizzata (PC) texture e i modelli sono in altissima risoluzione e gli effetti di luce riescono a dare ulteriore spessore ad un lavoro di world building a dir poco sopraffino.


Se gli esterni appaiono incantevoli lo stesso si può dire degli interni, seppur specialmente nelle fasi conclusive si possa notare una certa ripetitività nel riproporre la stessa combinazione di stanze e texture che potrebbe stuccare al confronto con l’estrema ed inaspettata complessità geometrica degli ambienti visitati nella prima metà del gioco.
Ulteriore plauso va al lavoro svolto sugli effetti particellari ammirabili durante i combattimenti, firma stilistica di un Unreal Engine 4 ormai totalmente maturo e stabile.


Stabilità del software

E proprio di stabilità parliamo in quest’ultimo paragrafo della recensione, trattandosi di un elemento fondamentale per chi intendesse acquistare il gioco in versione PC.
Partendo dal presupposto che il gioco non ha dato alcun tipo di problema a girare in 4k ed in 2k 144hz sul nostro sistema dotato di RTX 3080 ed I9 di decima generazione, avremmo gradito qualche opzione di personalizzazione grafica aggiuntiva, così come l’implementazione di tecnologie del calibro di Nvidia DLSS ed AMD FSR, sempre più comuni nel panorama del gaming su computer.


Inutile specificare che l’Unreal Engine 4 non ha più segreti per la comunità di smanettoni e che ogni tipo di setting nascosto o limitato dal menù delle impostazioni è aggirabile tramite l’utilizzo della console, ottimo strumento per chi volesse spremere al massimo il proprio sistema o in alternativa peer chi desideri guadagnare qualche prezioso frame extra.


Per quanto concerne invece i bug siamo contenti di poter affermare che il gioco si è presentato pulito da ogni errore o glitch di sorta sin dai primi giorni dal rilascio.
Unico problema, limitato sostanzialmente al day one, è stato un errore di compatibilità del controller scaturito da un conflitto fra la beta di Steam e il gioco.


Abbiamo testato il titolo utilizzando Steam controller, Dualsense, Dualshock 4 e tastiera e siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal supporto completo per ciascuna di queste periferiche.
In conclusione possiamo definirci totalmente soddisfatti della stabilità del gioco e promuoviamo a pieni voti questa versione come la migliore disponibile sul mercato.


Tales of Arise è acquistabile su Steam al prezzo pieno di 59,99€ al seguente link:

https://store.steampowered.com/app/740130/Tales_of_Arise/

Ringraziamo Bandai Namco Italia per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

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Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.