Recensione Tales of Graces f Remastered – Un classico che merita di essere riscoperto

Data di uscita
Gennaio 17, 2025
Piattaforme
PC, Nintendo Switch, PS4, PS5, Xbox ONE, Xbox Series X/S
Sviluppatori
TOSE
Editore
Bandai Namco Entertainment
Il nostro Punteggio
8

Il panorama dei JRPG, che siano action o a turni, è oggi così vasto da risultare quasi travolgente, con intere saghe che da sole potrebbero occupare una vita intera per essere esplorate e completate. Questo è il risultato dell’enorme successo che il genere ha riscosso sin dai primi giorni di vita del concetto stesso di videogioco, accompagnandoci attraverso ogni generazione con una continua crescita di titoli, dai capolavori acclamati ai piccoli gioielli di nicchia.

Non è un segreto, però, che l’accoglienza di molti JRPG vari sensibilmente tra oriente e occidente, con alcune serie che hanno trovato un successo travolgente in Asia ma sono passate quasi inosservate da noi, mentre altre sono state riscoperte solo di recente.
E proprio tra queste IP maggiormente di nicchia troviamo “Tales of”, senza dubbio una delle più longeve della celebre Bandai Namco.

È pur sempre vero che, negli ultimi anni, la saga ha conquistato nuova popolarità grazie a Tales of Arise, che ha modernizzato il brand rendendolo più accessibile e conosciuto anche tra i giocatori occidentali. Tuttavia, molti capitoli precedenti, considerati dagli appassionati come tra i migliori della saga, restano ancora sconosciuti a gran parte del pubblico.
Bandai Namco sembra però determinata a colmare questa lacuna, con il suo ambizioso “Progetto Remastered”, un’iniziativa che come si può intuire è volta a riportare in vita alcuni dei titoli più iconici della serie.

Oggi parliamo quindi del primo passo di questo progetto: Tales of Graces f Remastered. Questa nuova edizione offre finalmente l’opportunità di vivere, o rivivere, le avventure di Asbel Lhant, che fino a oggi erano riservate esclusivamente ai possessori di una PS3.
Ma Bandai Namco sarà riuscita a confezionare una remastered capace di rendere giustizia al titolo originale e, al contempo, di attrarre un pubblico moderno? 

Asbel e Sophie in una scena di Tales of Graces f Remastered

Scopriamolo insieme in questa recensione!


La forza nascosta di una storia semplice

Tales of Graces f Remastered ci propone una storia semplice ma affascinante, centrata sull’amicizia tra tre giovani protagonisti che si divide in tre atti distinti: un prologo che racconta le vicende dei personaggi da bambini, una parte centrale più corposa che li segue nella loro vita adulta, e un epilogo finale ambientato sei mesi dopo gli eventi principali.
Il gioco esplora temi come i legami e i valori personali, toccando anche domande più profonde sul senso stesso della vita senza però mai addentrarsi troppo in riflessioni complesse, così da mantenere un tono accessibile a tutti.

Queste vicende personali si inseriscono in un contesto di narrativa politica che ci spinge a viaggiare attraverso un regno dilaniato da conflitti tra quattro nazioni, cercando una pace ormai perduta tra continue battaglie e negoziati diplomatici, in una trama che spazia tra i molteplici temi tipici del genere JRPG.
Tuttavia, Tales of Graces f è spesso considerato narrativamente uno dei capitoli più deboli della saga. Ma perché?

La critica principale risiede nella semplicità e linearità degli eventi e nel fatto che, sebbene il gioco tocchi argomenti anche profondi, lo fa con una superficialità che lascia poco spazio a interpretazioni o sorprese.
Quando abbiamo iniziato il gioco eravamo consapevoli della sua reputazione poco brillante ma, pur trovando conferme in alcuni limiti della trama con effettivi stereotipi narrativi e con nessun colpo di scena che riesce davvero a sorprendere, non per questo ci sentiamo di bollarla come deludente.

È vero, la narrativa di Tales of Graces f è lineare e prevedibile, e non sarà una delle trame più memorabili del genere, ma questo non ne sminuisce del tutto l’efficacia. La semplicità della storia lascia più spazio ai personaggi e il gioco riesce comunque a coinvolgere grazie a spunti narrativi che, sebbene familiari, riescono a emozionare chi sceglie di immergersi in questa avventura.
In definitiva, il giudizio rimane fortemente soggettivo: chi cerca una scrittura rivoluzionaria potrebbe rimanere deluso, ma chi è disposto ad abbracciare una storia più tradizionale potrebbe ritrovarsi con qualcosa di speciale.

Un cast che dona vita all’avventura

Un aspetto che invece abbiamo particolarmente apprezzato nel contesto narrativo di Tales of Graces f Remastered è proprio il suo cast principale, la cui alchimia riuscirebbe a rendere interessante e coinvolgente anche la più banale e noiosa delle trame.
Certo, stiamo volutamente esagerando, ma è innegabile che la caratterizzazione dei protagonisti rappresenti il vero punto di forza della storia, conquistandoci grazie al loro fascino unico e alla cura dedicata alle loro personalità.

Sebbene i personaggi rientrino nei classici stereotipi anime, non per questo meritano un’analisi superficiale o sbrigativa ma, al contrario, si distinguono per essere tutt’altro che monotematici, mostrando numerosi sviluppi e sfaccettature che li rendono immediatamente memorabili. 

La vera peculiarità di Tales of Graces f risiede però nelle interazioni tra gli stessi membri del cast. Qui, il protagonista non funge da unico centro gravitazionale per le relazioni, ma tutti i personaggi interagiscono tra loro in maniera naturale e unica, creando una sensazione di autenticità: non stiamo assistendo a un gruppo assemblato meccanicamente per fini narrativi, ma a una vera e propria famiglia i cui legami appaiono genuini, profondi e spontanei.

Un altro elemento distintivo è come il gioco gestisce il percorso dei personaggi. A differenza di molti altri JRPG, dove ogni figura riceve un breve arco narrativo prima di finire relegata a semplice comprimario, qui ogni personaggio gode di un’evoluzione costante.
Fin dal loro debutto fino alla fine del viaggio, ciascuno di loro ha sempre qualcosa da dire o nuovi spunti da aggiungere, mantenendo vivo l’interesse e arricchendo continuamente le dinamiche di gruppo.

In definitiva, se la trama può sembrare troppo semplice a una prima occhiata, il cast di Tales of Graces f vi farà ridere per le eccentricità dei suoi protagonisti, che riescono a rendere ogni momento speciale.
Tra scene leggere e momenti più intensi, è facile affezionarsi ai personaggi e vivere il viaggio con loro e, alla fine, non è forse questo che conta davvero?


Gameplay

Al contrario, Tales of Graces f è da sempre considerato uno dei migliori capitoli della saga dal punto di vista del gameplay, tanto da essere diventato successivamente la base su cui è stato costruito il sistema di combattimento di Tales of Arise.
La scelta di questo titolo come punto di partenza per il progetto di rimasterizzazione, piuttosto che di altri più celebri e apprezzati come Tales of Xillia o Tales of the Abyss, è probabilmente legata proprio a questa sua maggiore accessibilità, con un sistema di gioco più affine agli standard moderni.

La remastered ripropone fedelmente quel gameplay che, sebbene possa inizialmente confondere chi non ha mai messo mano a un titolo della saga, risulta estremamente intuitivo una volta assimilate le sue meccaniche.
Il gioco rappresenta la perfetta sintesi tra il classico gameplay da JRPG, con esplorazione di aree colme di scrigni e dungeon popolati da mostri, e un sistema di combattimento action denominato Style Shift Linear Motion Battle System.

Senza addentrarci troppo nei dettagli – trattandosi di un sistema più intuitivo da provare che da spiegare – le battaglie si svolgono in arene separate dalla mappa di gioco, dove un team di quattro personaggi affronta diversi nemici. Il combattimento si basa sull’uso di due set di abilità, arti A e arti B, ciascuna con effetti e vantaggi diversi in base alla situazione.

All’inizio il sistema potrebbe sembrare limitato, con poche combo disponibili e l’impressione che basti premere ripetutamente lo stesso tasto per vincere. Tuttavia, avanzando nel gioco si sbloccano nuove arti e diventa essenziale sfruttare le debolezze dei nemici, creando un aspetto strategico che impedisce al gameplay di diventare ripetitivo e monotono.

A questo si aggiunge la possibilità di cambiare il personaggio controllato in qualsiasi momento della battaglia, mentre gli altri agiranno in autonomia, con ogni membro del team che possiede un set di abilità unico e un proprio stile di gioco, incentivando l’apprendimento e l’adattamento alle diverse situazioni.
Sebbene personalmente non ne abbiamo sentito spesso la necessità, dobbiamo ammettere che in determinate circostanze questa opzione si è rivelata estremamente utile, salvandoci da una morte altrimenti certa.

L’altra faccia della medaglia

La scarsa popolarità di Tales of Graces f all’epoca della PS3, o ancora prima su Wii, lascia però intuire che non tutto sia perfetto nemmeno dal punto di vista del gameplay. E infatti, alcuni difetti purtroppo rimasti invariati anche nella remastered, che sotto molti aspetti si limita a essere un semplice port, emergono chiaramente.

Il primo problema evidente, riscontrabile già nelle prime ore di gioco, è l’estrema linearità delle ambientazioni, siano queste parte del mondo di gioco o dungeon.
L’esplorazione, soprattutto nella prima metà dell’avventura, è quasi del tutto assente: i percorsi si riducono spesso a piccole deviazioni che conducono a scrigni o a punti d’interesse in cui è possibile avviare dialoghi extra – piacevoli, certo, ma insufficienti a colmare la sensazione di un viaggio guidato su binari.

Anche quando le aree sembrano offrire più strade da seguire, in realtà si tratta perlopiù di lunghi labirinti formati da stretti corridoi, che non restituiscono un vero senso di esplorazione quanto piuttosto di perdita di tempo.
A rendere la situazione ancora più frustrante è l’impossibilità di fuggire dagli scontri che si incontrano in questi spazi angusti, soprattutto nelle fasi finali dell’avventura quando i combattimenti tendono a protrarsi più del necessario, trasformando certe zone in una lunga e monotona interruzione della trama principale.

Come se non bastasse, il gioco costringe spesso a tornare sui propri passi, ripercorrendo interamente quei lunghi corridoi e attraversando nuovamente sezioni già completate, con i punti di viaggio rapido presenti solo in modo sporadico.

E anche se fosse possibile evitare i nemici, non converrebbe nemmeno farlo! La curva di difficoltà è estremamente irregolare, con picchi improvvisi e ingiustificati, soprattutto negli scontri con alcuni boss.
Questo porta inevitabilmente alla necessità di grindare, sottraendo ulteriore tempo al normale proseguimento dell’avventura, senza però offrire un’adeguata ricompensa in termini di esperienza guadagnata.

Tutti questi difetti, per un fan del genere risultano comunque sopportabili e, a nostro parere, non compromettevano la validità di Tales of Graces f nemmeno al momento della sua uscita.
Tuttavia, per chi non è abituato a questo tipo di JRPG, potrebbero rappresentare un ostacolo insormontabile, rendendo il titolo meno accessibile e potenzialmente alienante per un pubblico meno avvezzo.


Un ritorno migliorato sotto ogni aspetto

Tuttavia, oggi non siamo qui per valutare la release originale del 2008, ma la remastered che, siamo lieti di confermare, corregge gran parte dei problemi sopracitati con una serie di aggiunte tanto minime quanto essenziali.
Se a una prima occhiata il lavoro svolto potrebbe in effetti sembrare quello di un semplice porting su dispositivi moderni, visto che le meccaniche di base non hanno subito particolari modifiche, in realtà c’è molto di più da dire.

Le migliorie all’aspetto Quality of Life e all’accessibilità sono numerose, a partire dall’introduzione del doppiaggio giapponese, disponibile per la prima volta anche in Occidente, fino al supporto per chi ha difficoltà nella percezione dei colori, elemento cruciale in alcuni enigmi. A questi si aggiungono i sottotitoli per i dialoghi in battaglia e molte altre piccole ma significative nuove opzioni, insieme alla disponibilità di quasi tutti i costumi DLC rilasciati originariamente.
Tra le novità più apprezzabili spicca la possibilità di attivare la corsa continua direttamente dal menu, che risulta nettamente più veloce dello scatto presente nel gioco originale, rendendo così le numerose sezioni di esplorazione molto meno lente.

Sempre sul fronte del level design, è stato introdotto un indicatore, anche questo disattivabile dal menu, che segnala la direzione per proseguire nella trama, aiutando a non perdersi nei dungeon più labirintici o quando la progressione non è del tutto chiara.
Certo, il sistema non è perfetto: talvolta suggerisce percorsi più lunghi del necessario o non tiene conto di enigmi da risolvere prima di avanzare, creando qualche momento di confusione, ma rimane tuttavia un’aggiunta utile e decisamente benvenuta.

Un altro miglioramento riguarda la comparsa di un’altra icona a forma di clessidra ogni volta che un evento a tempo limitato diventa disponibile, garantendo così che nessuna scenetta extra passi inosservata.
Infine, una delle aggiunte più importanti riguarda la possibilità di disattivare completamente gli incontri nell’overworld e nei dungeon (a meno che non siano obbligatori), così che le sezioni di backtracking risultano decisamente più scorrevoli e meno frustranti, permettendo di concentrarsi sulla storia senza interruzioni superflue.

La novità più significativa, tuttavia, riguarda l’accesso immediato al famigerato negozio dei gradi, un’aggiunta che ha suscitato diverse critiche poiché, secondo alcuni, semplificherebbe eccessivamente il gioco e dovrebbe restare disponibile solo dopo il completamento della storia.
Noi, però, non siamo d’accordo con questa visione. È vero che il negozio dei gradi facilita notevolmente il gameplay, offrendo moltiplicatori (x2, x5 o addirittura x10) per esperienza, valuta di gioco (gald) e PA (essenziali per migliorare i “titoli”), ma si tratta pur sempre di opzioni attivabili e disattivabili in qualsiasi momento.

Queste meccaniche possono essere sfruttate per ridurre le lunghe sessioni di grinding o per rendere più accessibile l’acquisto di equipaggiamenti nei negozi, facilitando la vita di chi ha poco tempo libero o di chi si avvicina al genere senza desiderare una sfida troppo elevata. Usati con criterio, questi strumenti possono persino migliorare l’esperienza di gioco, mantenendo comunque un livello di difficoltà bilanciato e soddisfacente.

Il team dietro questa remastered ha dimostrato grande attenzione nell’integrare tali aggiunte in un menu che consente di attivare o disattivare ogni opzione a piacimento.
Ciò permette ai giocatori di vivere l’avventura così come era stata concepita originariamente, ma al contempo offre a chiunque incontri difficoltà la possibilità di smussare gli angoli più spigolosi del gameplay.


Comparto artistico e tecnico

Abbiamo quindi analizzato le diverse modifiche apportate al gameplay dalla remastered di Tales of Graces f, ma come si comporta il titolo sotto il profilo tecnico e grafico?
Oltre a una risoluzione migliorata, il gioco raggiunge per la prima volta i 60 FPS stabili, senza cali di prestazioni o compromessi sulla qualità visiva, garantendo così un’esperienza di gioco fluida e reattiva.

Dal punto di vista stilistico, invece, l’aspetto rimane pressoché invariato rispetto all’originale, con solo lievi miglioramenti nell’illuminazione, al punto che a colpo d’occhio le differenze tra le due versioni risultano quasi impercettibili.
Fortunatamente, la direzione artistica di base regge ancora bene nonostante l’età, ma è innegabile che si sarebbe potuto fare di più per affinare alcuni poligoni eccessivamente spigolosi o per migliorare texture e sfondi che, agli occhi di un pubblico moderno, appaiono decisamente sgranati.

Sono inoltre presenti alcune animazioni rigide e movimenti innaturali, con occasionali compenetrazioni dei modelli nell’ambiente circostante.
Sebbene questi dettagli non compromettano direttamente l’esperienza di gioco, ricordano costantemente che, da un punto di vista tecnico, ci troviamo di fronte a un semplice lavoro di restauro piuttosto conservativo, senza reali interventi di modernizzazione.


Ringraziamo Bandai Namco per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

Seguiteci sul nostro sito per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

TALES OF GRACES F REMASTERED (PC)
IN CONCLUSIONE
Tales of Graces F Remastered è un restauro essenziale ma ben realizzato di un gioco che, fino a oggi, era rimasto intrappolato nelle console delle generazioni passate, riproponendo l’esperienza originale nella sua interezza ma arricchendola con alcune aggiunte QoL attivabili tramite un menù dedicato. Pur con un comparto tecnico che avrebbe potuto ricevere una maggiore attenzione, questa edizione rappresenta la versione definitiva del gioco, perfetta sia per chi desidera scoprire per la prima volta questa storia d’amicizia, sia per i veterani che vogliono rivivere uno dei capitoli più amati della saga.
Pregi
Storia semplice quanto coinvolgente
Un cast memorabile che arricchisce la narrativa
Gameplay profondo ma intuitivo
Numerose migliorie QoL
Accessibile sia per i veterani che per i nuovi giocatori
60 FPS stabili
Difetti
Poche migliorie sul piano tecnico
L’indicatore obiettivo non sempre preciso
Anche i difetti dell’originale sono stati riproposti fedelmente
8
Voto