Nel tentativo di recensire in maniera esaustiva un classico della nomea di The Last of Us e per inaugurare nel migliore dei modi la nostra collaborazione con Sony PlayStation, riteniamo che sia necessario parlare del titolo sotto tre diversi macro-aspetti:

  • Come esperienza di gioco, dal momento che molti utenti PC avranno l’opportunità di avvicinarsi per la prima volta all’avventura di Joel ed Ellie grazie a questa release;
  • Come Remake, in quanto si tratta di una rielaborazione del gioco originale per le console di nona generazione;
  • Come porting, esaminando approfonditamente le qualità dell’adattamento, l’ottimizzazione per i diversi sistemi e le opzioni di personalizzazione disponibili per i giocatori.

È bene far notare che questo titolo è stato recensito a partire dal giorno di rilascio, e siamo stati costretti ad attendere l’uscita di varie patch a causa di alcuni crash continui che inficiavano in maniera fin troppo pesante sulla nostra esperienza.


Per rispetto alla grande opera che giace sotterrata da questi problemi tecnici abbiamo comunque deciso di fornirvi una recensione completa ed esaustiva dell’interezza dei contenuti del gioco.


La trama

Il cuore pulsante di The Last of Us

-La storia-

Uno degli elementi chiave dell’enorme successo mediatico di The Last of Us è senza alcun dubbio la sua trama, semplice e lineare nelle vicende narrate ma complessa e forte nell’impatto e negli spunti di riflessione offerti.

In The Last of Us verremo proiettati in un mondo post apocalittico in cui la rapida diffusione di un virus fungino ha portato alla caduta dei governi ed alla diffusione dell’anarchia, costringendo i sopravvissuti a vivere in piccole comunità sotto il controllo delle rimanenze militari e le fazioni ribelli ad esse opposte.

La diffusione del fungo ha causato la trasformazione delle persone in creature aggressive e pericolose, note come “infetti” e caratterizzate dalle più varie mutazioni fisiche e comportamentali.

Il gioco si svolge principalmente negli Stati Uniti, in particolare nella zona di Boston, e segue la storia di Joel, un contrabbandiere in cerca di tranquillità, e di Ellie, una giovane ragazza miracolosamente immune all’infezione.
Insieme, devono attraversare il paese per portare la speranza di una cura al resto dell’umanità.

-I personaggi-

Nell’analizzare questo incipit appare chiara l’assoluta necessità di costruire dei personaggi profondi e sfaccettati in grado di elevarne la struttura.

La trama di Tlou è infatti costruita in modo da far emergere il legame emotivo tra Joel ed Ellie, nonché la loro lotta per la sopravvivenza in un mondo ostile e assolutamente brutale.

Trattandosi di un titolo dai ritmi notoriamente cinematografici, quest’ultimo tende a mettere in costante evidenza la componente narrativa sopra gli altri aspetti, è pertanto abbastanza semplice riconoscere gli archetipi nei suoi personaggi e negli avvenimenti della trama.

Il ruolo di Joel nella trama è assolutamente centrale e si sviluppa attraverso il graduale superamento dell’enorme trauma rappresentato dal suo passato, piccola parentesi di gioco che sarà in grado di emozionarci come difficilmente accaduto per mano del medium videoludico prima di questa release.

Messo costantemente alla prova, Joel rappresenta la volontà di non arrendersi e continuare a vivere, ma anche la brutalità della sopravvivenza in un mondo privo di regole.
La sua figura funge anche da guida per il personaggio di Ellie, una ragazza giovane e coraggiosa che diventerà presto la sua più grande ragione di vita.

Ellie, personaggio chiave del gioco, è l’elemento catalizzatore della trama.
La sua immunità alla malattia rappresenta l’ultima speranza per l’umanità, e questo fa sì che il suo viaggio diventi il motore narrativo della storia.

Il suo personaggio è un simbolo di speranza, ma anche della terribile responsabilità di Joel, che si trova ad affrontare la concreta possibilità di perdere un’altra persona cara.

Oltre i due protagonisti, The Last of Us introduce anche diversi altri personaggi con ruoli altrettanto interessanti da un punto di vista narrativo, prima fra tutti Tess, fondamentale nel sottolineare la capacità di Joel nel provare empatia ed offrire protezione nei confronti di coloro che gli stanno a cuore.

Lo sviluppo di questi personaggi e le interazioni fra di loro e con l’esterno rendono la trama di The Last of Us una composizione estremamente efficace, al punto da ispirare fumetti, novel e operazioni d’adattamento come la più recente serie TV HBO.


Il Gameplay

Violento e senza scrupoli

Il gameplay di The Last of Us mette a stretto contatto l’essenzialità di un gioco che punta totalmente al realismo, con l’estrema cura impiegata nel rendere il tutto più fluido e contemporaneamente brutale possibile.

Partiamo quindi dallo shooting, molto sentito e pesante, in grado di regalare grosse soddisfazioni una volta presa coscienza dei suoi limiti.
Questa caratteristica è ancora più evidente se si gioca con un controller DualSense collegato in modalità USB, sicché che il remake ha introdotto le vibrazioni aptiche in base all’azione compiuta in game.

È importante notare che il gioco richiede al giocatore un differente tipo di approccio a seconda del tipo di nemico che si affronta. Ad esempio, quando si combatte certi tipi di infetti, è consigliato sparare senza esitazione per rispondere alla loro rapidità.
Diversamente, l’eccellente intelligenza artificiale dei nemici umani richiede l’applicazione di strategie di ripiego e l’uso parsimonioso dell’equipaggiamento.


Avremo inoltre a che fare con alcuni tipi di nemici che non sono in grado di vedere, rendendo consigliato un approccio di tipo stealth qualora fossimo in possesso di un coltello con cui eliminarli velocemente.
Lo stealth è infatti una componente essenziale del gioco, che seppur non obblighi quasi mai il giocatore ad applicarlo, tende sempre a premiare chi si impegna nel metterlo in pratica.

Del resto, le armi che sbloccheremo nel corso dell’avventura sono numerose, permettendo al giocatore di sfuggire agilmente da qualsiasi pericolo.

Il sistema di combattimento corpo a corpo è uno dei più brutali e soddisfacenti mai visti sul mercato, grazie ad un’ottima realizzazione delle animazioni e del feeling degli impatti.

Il tutto va a mescolarsi in un gioco viscerale, spietato e violento, che offre il suo picco in tal senso nelle scene scriptate in-engine, in cui saremo costretti a divincolarci dalle prese del nemico per sfuggire alla morte.


Nonostante l’ottima regia di questi particolari scontri, è bene specificare che l’utilizzo dei quick-time event potrebbe risultare alquanto stantio nel moderno mercato dei videogiochi, discorso non altrettanto valido se si specifica che il titolo in esame ha visto il suo originale rilascio nell’ormai lontano 2013.

Ulteriore componente fondamentale del nostro arsenale sono le bombe, i medikit, i coltelli e le molotov.
Strumenti che potremo craftare attraverso la raccolta di oggetti sparsi nelle varie ambientazioni tramite una costante ma mai troppo approfondita componente esplorativa.
Sarà possibile trovare casseforti sparse per la mappa, ricche di materiali e munizioni estremamente utili in un gioco di questo genere.

E’ bene ricordare di come nonostante il gioco offra sporadicamente degli sprazzi di “Open Map”, si tratti comunque di un’esperienza assolutamente lineare e guidata da una narrativa estremamente incisiva.

Talmente incisiva che persino l’elemento esplorativo viene sfruttato spesso e volentieri per offrire al giocatore piccole parentesi di trama che arricchiscono il background narrativo dell’ambientazione e la psicologia dei personaggi.



In sostanza il titolo presenta un’esperienza viscerale e coinvolgente che combina abilmente la narrativa con il gameplay, creando un’esperienza di gioco essenziale ma indimenticabile.

– Potenziamenti e collezionabili –

Ovviamente, il team di Santa Monica non si è dimenticato di offrire una sfida a chiunque ami dilettarsi nello sblocco di contenuti extra.
Oltre ai classici achievements, Tlou offre una galleria piena di sketch grafici e modelli 3d sbloccabili con il completamento della trama.

E’ giusto sottolineare che The Last of Us offre anche la possibilità di potenziare e personalizzare le armi nel dettaglio per renderle più letali ed efficaci.
Similarmente, è possibile acquisire delle “abilità” che migliorano le prestazioni di Joel in combattimento, come la capacità di creare armi più resistenti o di recuperare rapidamente dalla stanchezza.

L’aggiunta di queste meccaniche in The Last of Us fornisce un ulteriore elemento di profondità al gioco, costringendo il giocatore a prendere decisioni strategiche su come utilizzare le risorse limitate a sua disposizione.


Comparto Estetico e Grafico

Semplicemente meraviglioso

Altro elemento fondamentale della formula di The Last of Us è senza dubbio il suo comparto estetico e grafico, stupefacente ora tanto quanto in era Playstation 3.

All’uscita, si trattava infatti di un titolo che riusciva a spremere in maniera quasi miracolosa le risorse della console Playstation di settima generazione, sfruttandole per portare su schermo uno spettacolo visivo di rara bellezza per i suoi tempi.

A tal proposito, è importante notare come un comparto grafico di questo spessore non risulterebbe altrettanto mozzafiato se non fosse accompagnato da una direzione artistica ispirata, caratteristica di cui The Last of Us può senza alcun dubbio vantare.

Il mondo post-apocalittico di questo titolo riesce ad essere al contempo verosimile ed inusuale, grazie all’utilizzo meraviglioso della troupe “reclamata dalla natura”, fino a quel momento ancora inesplorata dal medium videoludico.

Il risultato è ritrovabile in un’ambientazione che privilegia i colori accesi e il contrasto fra la devastazione della civilizzazione ormai appassita e l’esuberanza invasiva delle piante e degli animali. Facendo un sapiente uso dell'”impatto d’insieme”, The Last of Us è in grado di regalare a chi sa gustarlo alcuni dei paesaggi post-apocalittici più maestosi ed affascinanti che il medium abbia mai offerto.

E laddove ci si ritrova ad esplorare degli scenari più chiusi o ad ispezionare le zone sotterranee di Boston, la meticolosa cura per i dettagli non smette mai di meravigliare.


Comparto Sonoro

l’anima di The Last of Us

In un gioco che punta sull’immedesimazione e l’atmosfera, il comparto sonoro è un elemento chiave e il team di Santa Monica ha dimostrato di saperlo sfruttare per dare anima al suo progetto.

La colonna sonora, composta da Gustavo Santaolalla, è emozionante e malinconica, più che capace di trasmettere l’atmosfera malinconica ed oppressiva della Boston post-apocalittica.

Si tratta di una soundtrack dall’approccio piuttosto minimalista ma non per questo poco potente e significativo.
Le tracce sono perlopiù acustiche, con frequente uso di chitarre, banjo, mandolini e altri strumenti simili.

In generale, la colonna sonora di The Last of Us è una parte davvero essenziale del gioco, in grado di trasmettere emozioni profonde e di amplificare grandiosamente l’immersione emotiva del giocatore.

Non di meno, gli effetti sonori, come gli iconici rumori dei clicker, dei colpi di arma da fuoco e delle esplosioni, sono stati realizzati con grandissima cura per trasportare il giocatore nel mondo di gioco senza rinunciare ad offrire un buon vantaggio tattico a chi sa interpretarne la profondità.


Il Remake

Una costosa operazione d’amore

La decisione di Naughty Dog di realizzare un remake del titolo, precedentemente remasterizzato per Playstation 4, è stata oggetto di lunghe discussioni nella comunità di fan e di videogiocatori console.

Con questa release la software house ha deciso di dare un ritocco “finale” alla sua opera maestra, ricostruendo da zero tutti i modelli del gioco per sfruttare l’hardware di Playstation 5 ed approfittando degli ultimi avanzamenti in termini di intelligenza artificiale per revampare la difficoltà e la credibilità degli scontri, unica vera critica che il gioco ricevette ai tempi del suo lancio originale.

Le modifiche all’intelligenza artificiale si riflettono in un gameplay dai ritmi più elevati e ancor più vicino al realismo assoluto che tentava già ai tempi di replicare, così come il comparto grafico, oggettivamente migliorato da ogni punto di vista, è in grado di spiccare fra i migliori della sua generazione.

Fra le altre modifiche troviamo una lunga serie di opzioni per l’accessibilità, l’audio 3d per una migliore immersione e il supporto al feedback aptico del DualSense.

Da segnalare inoltre l’inclusione dell’unico DLC narrativo mai uscito per The Last of Us, Left Behind, mirato ad espandere la trama di Ellie con dei toccanti retroscena sul suo passato.

Si tratta di una serie di aggiornamenti che a primo acchito risultano poco necessari, specialmente considerando la già incredibile qualità tecnica del gioco già ai tempi del suo rilascio su Playstation 3 e ancor più nella sua versione Playstation 4.



Ciò che resta è comunque una buona riedizione che trasuda amore ed attaccamento per un titolo che ha trasformato irrimediabilmente il volto dell’azienda di Santa Monica e della stessa Sony Playstation, da allora sempre più fiera di inserirlo fra i più grandi traguardi raggiunti dalla sua offerta ludica.

Il tasto dolente rimane il prezzo, che pur contando di questi piccoli ma notevoli cambiamenti non può assolutamente permettersi di attestarsi attorno agli 81 euro del lancio su PS5 laddove il gioco rimane pur sempre un’opera risalente a dieci anni fa.

Seppur il prezzo di un’opera sia da considerare soggettivo o quantomeno relativo ai costi di sviluppo, rimane la necessità di tener conto di un mercato che tende generalmente al risparmio laddove possibile, e non c’è affatto da meravigliarsi se una tale decisione abbia portato tanti giocatori a rinunciare all’acquisto e ad esprimere il loro dissenso.

Si tratta quindi di un buon prodotto che va a migliorare un’opera già eccellente, penalizzato tuttavia da delle scelte di marketing forse fin troppo azzardate.


Il porting PC

Un disastro da non dimenticare

È inutile girarci intorno, il più grande fallimento di The Last of Us è unicamente da riscontrarsi nella qualità a dir poco oltraggiosa del suo porting PC al lancio.

I problemi sono molteplici ed alcuni di essi hanno gravemente penalizzato la nostra esperienza sfiorando più di una volta la totale ingiocabilità.

Primi fra tutti i crash, continui, inaccettabili e privi di qualsivoglia soluzione che non implicasse l’attesa di una patch.
Nel nostro disperato tentativo di portare al termine l’avventura per scrivere questa recensione abbiamo riscontrato questo fenomeno almeno 50 volte, trovando salvezza soltanto nel rilascio di una patch congiunta del team di sviluppo ed Nvidia quasi una settimana dopo il lancio.

Allo stesso tempo, il gioco ha mostrato uno scarso livello di ottimizzazione generale, consumando un ingiustificabile quantitativo di memoria VRAM anche in risoluzione full HD e scendendo sporadicamente sotto la soglia dei 60FPS a dettagli Ultra.

La nostra configurazione è dotata di un i9 10850k, 32GB di RAM ed una RTX 3080, che pur non essendo l’ultima novità in termini di GPU, rimane attualmente una delle schede più performanti sul mercato nonché la fascia alta della scorsa generazione di schede video.

È inammissibile che un videogioco tagli fuori dalla sua cerchia di potenziali utenti una così rilevante maggioranza di configurazioni PC e ci sentiamo di considerare questo caso come una brutta anomalia che non deve più ripetersi, specialmente con i futuri porting dei giochi Playstation sulla piattaforma PC.

E siamo ancora più amareggiati nel dover specificare che i problemi non sono affatto finiti qui, il microstuttering del gioco nel caso si decidesse di utilizzare un mouse è da considerarsi altrettanto intollerabile per un porting mirato a questo target, così come le varie istanze di glitch e bug game-breaking segnalate dai giocatori di tutto il mondo a poche ore dal rilascio.

Per quanto gravi siano tutte queste mancanze, c’è da sottolineare la dedizione di Naughty Dog nel rimediare ai suoi errori con il rilascio di patch correttive con una cadenza soddisfacente, giacché si è ripromessa più volte di offrire ai giocatori PC l’esperienza che avrebbero meritato sin dal day one.


Ringraziamo Sony Playstation per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

Seguiteci sul nostro curatore e il nostro sito web per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

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Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.