Dopo quasi sei anni di gestazione, durante i quali il titolo ha attraversato numerose revisioni e stravolgimenti, The Universim ha finalmente raggiunto la sua versione 1.0.
Questo interessante ibrido tra city-builder e God-game, sviluppato dal team americano di Crytivo, mira a dare nuova linfa vitale ad un accostamento di generi fin troppo stagnante, rivoluzionandone le meccaniche.
Sarà riuscito The Universim a realizzare le sue importanti ambizioni?
Scopriamolo in questa recensione!
Gameplay
Nel costruire le sue fondamenta di gameplay, The Universim non si trattiene dal prendere a piene mani dai titoli che hanno cementificato il genere nel florido mercato PC dei primi del 2000.
Una volta generato randomicamente il pianeta e personalizzati i nostri primissimi nuggets, verremo posti davanti alla sfida di proteggerne l’ascesa verso la costruzione di una comunità autonoma, influenzandone laddove necessario le scelte ed i successi.
Una segreta collaborazione fra fede e scienza
In quanto essere onniscienti e dotati di poteri mistici, faremo presto i conti con i primi limiti nella portata dei nostri interventi, la fede.
Saranno infatti i nostri seguaci a generare i punti fede necessari ad influenzare le sorti della popolazione, costringendoci continuamente a provare la nostra esistenza soddisfacendo le esigenze di un numero sempre crescente di abitanti.
Abitanti che non si riveleranno mai del tutto autonomi, richiedendo quasi sempre la nostra scelta nel posizionamento delle infrastrutture necessarie al corretto funzionamento della comunità e all’adesione al progresso tecnologico e sociale.
Questa meccanica in particolare dipenderà da un grosso albero delle tecnologie, suddiviso in epoche storiche e straripante di utili sblocchi e potenziamenti adatti a rivoluzionare ogni aspetto della vita dei nostri nuggets.
Ciascun nodo richiederà del tempo e, a volte, anche una particolare valuta per essere completato, contribuendo a dare un certo peso al percorso che decideremo di intraprendere.
Che si tratti delle prime scoperte preistoriche o dell’evoluzione dei trasporti nell’epoca moderna, le scoperte scientifiche non smetteranno mai di rivelarsi essenziali per il corretto funzionamento della società, catturando il giocatore in un gameplay loop che non perdona l’eccessiva passività.
Che si tratti di un cimitero o di un edificio atto alla produzione di vetro o mattoni, ciascun edificio sarà essenziale a garantire il corretto funzionamento degli altri.
Andando oltre la semplice funzionalità, la possibilità di collezionare e costruire meraviglie architettoniche contribuisce ad alimentare l’anima da city-builder del titolo, anch’essa espansa in lungo e largo durante il protrarsi della fase di accesso anticipato.
Non c’è dubbio che in questo senso il lavoro di Crytivo merita un particolare plauso, avendo realizzato nel tempo un sistema complesso quanto appassionante.
La triste e movimentata vita di un nugget
Piacevolmente profondo nelle sue meccaniche di microgestione, The Universim ci permette di controllare singolarmente lo stato, l’identità e l’atteggiamento di ciascuna delle nostre creazioni.
La vita di un nugget non è sempre rose e fiori, ed esattamente come la storia ci insegna, le aspettative di vita non sono che un riflesso degli avanzamenti tecnologici.
Non sarà raro infatti notare una tendenza alla malattia e all’avvelenamento dei nostri seguaci, quando per aver bevuto acqua infetta e quando semplicemente sopraffatti dalle condizioni igieniche insufficienti.
Se è vero che fra i nostri poteri c’è quello di guarire e ringiovanire una persona, si tratta pur sempre di un miracolo di cui sarà molto difficile abusare, e che spesso e volentieri dovremo mettere da parte per dare priorità alla riproduzione assistita o all’eliminazione di una minaccia incombente.
Poter controllare il singolo significa poter controllare anche la comunità, aspetto che si riflette nell’influenza della nostra decisione sull’elezione di un nuovo leader per il nostro popolo, ciascuno dotato dei propri pregi e difetti che influenzano aspetti fondamentali del gameplay.
La sfida: fra inverni, ufo e collassi sociali
Se in precedenza abbiamo parlato di come le fasi gestionali e la microgestione influenzino in egual modo il ritmo di gameplay, è altrettanto vero che la congiunzione di questi due elementi rappresenta la vera difficoltà del titolo.
Se da un lato far crescere e mantenere stabile la popolazione da un punto di vista numerico si rivelerà essere piuttosto complicato, elementi di gameplay come le stagioni pongono un ostacolo a cui è assolutamente necessario arrivare preparati se non si vuole perdere gran parte dei progressi.
In particolare l’inverno, ghiacciando la superficie del mare, impedisce ai nuggets di rifornirsi attivamente di acqua e costringe al giocatore a preparare delle sufficienti risorse per abbeverare il popolo e mantenere attivi gli edifici di produzione.
Si viene a creare quindi una sorta di ciclo in cui prepararsi ad affrontare un periodo di crisi, evitando che la popolazione inizi a soffrire di stenti o ad insorgere mettendo a ferro e fuoco il nostro operato.
Come se non bastasse, eventi casuali sovrannaturali come alberi che camminano, enormi piante carnivore e ufo saranno sempre in agguato per tentare di sopraffarci.
Unite alla presenza di un delicato rapporto in bilico fra guerra e convivenza del nostro popolo con gli altri abitanti del pianeta, la nostra sopravvivenza sarà tutt’altro che una risoluzione scontata.
L’endgame
Componente forse più interessante dell’intera esperienza, l’endgame di The Universim lo distingue dalla maggior parte dei giochi del suo genere. Solo una volta sbloccata la possibilità di solcare i limiti dell’atmosfera verso altri pianeti, capiremo la vera portata dell’esperienza offerta dal titolo.
Grazie ad un ricco sistema procedurale che coinvolge non solo l’estetica del pianeta ma anche la presenza di specie aliene di piante e animali, approdare in un nuovo mondo significherà affrontare delle sfide sempre nuove, potendo talvolta decidere di costruire delle colonie qualora ci riterremo soddisfatti dei risultati della nostra esplorazione.
Questo non solo garantisce al gioco una rigiocabiltà sorprendente, ma aumenta esponenzialmente la profondità offerta dallo scheletro di gameplay che abbiamo esaminato in precedenza.
Comparto artistico e tecnico
Realizzato in Unity, The Universim non brilla nel dettaglio quanto piuttosto nella resa d’insieme degli scenari che ci ritroveremo ad abitare ed esplorare nelle fasi più avanzate dell’esperienza.
Facendosi forza di un’estetica minimale molto piacevole, il titolo riesce a mantenere una pulizia che riteniamo apprezzabile, specialmente quando avremo a che fare con grossi insediamenti.
Pulizia che non abbiamo riscontrato nella UI, talvolta davvero confusionaria e poco intuitiva, specialmente nella conta della gestione delle risorse su schermo.
Abbiamo gradito invece l’utilizzo dei colori, molto accesi e vivaci, mentre avremmo preferito l’inserimento di un sistema di illuminazione più efficiente, necessario al fornire una sensazione di profondità degli ambienti che spesso tende a mancare.
Nota di merito anche per la soundtrack realizzata da Gleb Spitsyn, mai stagnante pur dovendosi accompagnare ad un’esperienza dalla longevità potenzialmente infinita.
Potete ascoltare la OST gratuitamente attraverso la pagina ufficiale su Soundcloud:
Da un punto di vista tecnico The Universim è stato capace di correggere nel corso del tempo la quasi totalità delle problematiche prestazionali incontrate dai suoi utenti, risultando nella release attuale in un’esperienza piuttosto stabile sotto ogni punto di vista.
Ringraziamo Keymailer per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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