Nella recensione di oggi torneremo a parlare di Total War: Pharaoh, titolo che, dopo un lancio piuttosto polemico, vede la sua rinascita con l’uscita di un ambizioso aggiornamento gratuito destinato a sostituire l’offerta originale.
Nella recensione di Total War: Pharaoh, descrivemmo il titolo come un progetto dal soggetto piuttosto limitato, includendo soltanto la mappa dell’Egitto ed una parte della odierna Turchia nella sua modalità campagna.
In occasione del rilascio di Dynasties, non solo il team si è prodigato nella ricostruzione di alcune meccaniche mancanti, ma ha anche raddoppiato, se non triplicato, la quantità di contenuti giocabili, inserendo la Mesopotamia, la Persia e la Grecia con una buona varietà di fazioni inedite.

Riuscirà Dynasties a riconquistare l’interesse dei giocatori appassionati? Scopriamolo in questa analisi!


𓆣 𓆤 𓆥 Una base solida, tanti cambiamenti 𓂀 𓋹 𓁈

Nonostante i tantissimi cambiamenti, questa nuova edizione di Pharaoh trova solide fondamenta nel gameplay che abbiamo analizzato tempo addietro.
Lasciando intatta la struttura di gioco, il team di Creative Assembly ha saputo espandere e rifinire ogni aspetto della produzione, sia a livello di contenuti che di meccaniche.

Un aspetto chiave dell’aggiornamento è stata l’introduzione delle dinastie sotto forma di un albero genealogico migliorato, che giova non solo all’immersione, ma anche a meccaniche preesistenti come la diplomazia e le relazioni fra fazioni. Mentre nell’originale Pharaoh i comandanti di ciascuno schieramento erano a tutti gli effetti immortali, in Dynasties la morte di un leader implica l’insediamento di un sovrano successore che dovrà dimostrarsi all’altezza del compito. In questo nuovo contesto, la legittimità diventa una preziosa merce di scambio e i matrimoni diplomatici, così come l’eredità forzata, rappresentano risorse da sfruttare con strategia e parsimonia.

Questo non è l’unico aspetto che il team ha reworkato in occasione di questa re-release. Anche la formula RTS ha ricevuto modifiche, sia per quanto riguarda i contenuti che il bilanciamento.
Le battaglie appaiono infatti più rapide che mai, premiando l’intraprendenza strategica e un approccio generalmente aggressivo. Una delle modifiche principali, ad esempio, è la possibilità che i singoli attacchi risultino letali durante i combattimenti, velocizzando ulteriormente il ritmo degli scontri.
Altri cambiamenti includono l’efficacia delle unità da tiro e degli ostacoli visivi sulla mappa, ora molto più efficaci quando sfruttati tatticamente.

Graditissimo anche il rework delle orde di popoli del mare, ora meno prevedibili e frustranti da affrontare. Quello che si era rivelato un enorme fastidio per l’originale endgame delle nostre campagne è diventato un fenomeno molto più controllabile, nonché un’occasione per vedere nascere nuove fazioni straniere sulla mappa.

In sostanza, Dynasties svolge un ottimo lavoro nel porre rimedio ad alcuni dei difetti strutturali del gioco originale, cogliendo l’occasione per allargare il contesto e renderlo al contempo più realistico e storicamente accurato. Le nuove meccaniche riescono a donare un ulteriore strato di profondità strategica al gioco ed è interessante notare come il progetto si sia evoluto sulla base dei feedback della community.

Fatte queste considerazioni, non tutte le problematiche di Pharaoh sono state risolte con il rilascio di questa espansione, ed è evidente che alcune delle nuove feature non siano state implementate con il massimo del polishing. Chi trovava il gioco ripetitivo o frustrante a causa dell’evoluzione del core di gameplay probabilmente non troverà in questo aggiornamento un vero motivo per cambiare idea.


𒀑𒀁 I nuovi contenuti 𒁩

Parallelamente a queste introduzioni, l’aspetto più sorprendente della produzione risiede nella quantità di contenuti inediti. La mappa, come anticipato, è stata significativamente ampliata per includere i territori della Mesopotamia, della Persia e dell’Egeo, portando il totale a 168 nuovi insediamenti da conquistare. Hanno inoltre visto il loro debutto quattro nuove fazioni considerate principali, lasciando spazio per l’inserimento di 25 opzioni minori che garantiscono una maggiore libertà di approccio strategico alla campagna.

I nuovi volti di questo aggiornamento includono:

  • Gli Assiri di Ninurta-apal-Ekur
  • I Babilonesi di Adad-Ushuma-Usur
  • I Troiani di Paride
  • I Micenei di Agamennone


Questi inserimenti portano con sé importanti novità riguardanti sia la tradizione reale che la corte, oltre a una vasta gamma di nuove unità.
Con oltre 150 nuove aggiunte e rework, il roster di eserciti si arricchisce significativamente, affiancandosi alle nuove mappe disponibili nei territori ampliati della campagna.

Mentre il contenuto può definirsi del tutto inedito per quanto riguarda le civiltà Mesopotamiche, fra divinità e tradizioni uniche, tutto ciò che riguarda l’antica Grecia viene direttamente dal precedente titolo della saga, Total War Troy.
In questo caso, il team ha dovuto riadattare alcuni elementi per integrarli coerentemente in Pharaoh, rimuovendo la fazione delle Amazzoni e restringendo la mappa preesistente al costo di alcuni insediamenti minori.

Per i giocatori meno interessati agli aspetti mitologici o specifici della penisola greca, Pharaoh rappresenta ora una scelta preferibile rispetto a Troy, poiché questo aggiornamento sembra incorporare la maggior parte dei contenuti del titolo precedente.
Con l’integrazione dei nuovi e vecchi contenuti, Pharaoh raggiunge finalmente la maturità, offrendo a conti fatti una delle esperienze più complete e ricche tra gli ultimi capitoli della serie.

Che scegliate di guidare i saggi Babilonesi o i guerrieri Assiri, oppure di vestire i panni dell’ambizioso Agamennone o del leggendario Paride, Pharaoh offre un’esperienza profonda e altamente ripetibile, soddisfacendo sia gli appassionati di lunga data che i nuovi giocatori.


Ringraziamo Cosmocover per averci fornito una chiave ad accesso anticipato per realizzare questa recensione.
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Total War: PHARAOH DYNASTIES (PC)
In conclusione...
Total War: PHARAOH DYNASTIES rappresenta la piena maturità nonchè la redenzione di un titolo che ci aveva già conquistato ma non senza riserve. Facendosi forza di una quantità di contenuti triplicata e di meccaniche indedite e migliorate, l'ultimo capitolo di Total War merita finalmente di essere di essere considerato fra le esperienze più interessanti e profonde della serie.
Pregi
Le nuove meccaniche aggiungono profondità al gioco
Tantissimi rework e miglioramenti
Quantità di contenuti triplicata
Difetti
Permangono alcune problematiche del gioco originale
9
Voto

Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.