Il titolo di cui parleremo oggi è il figlio della volontà di ricalcare i grandi fasti di un panorama FPS appartenente all’ormai lontano passato, che riuscì per un certo periodo a monopolizzare il mercato con la semplicità delle sue meccaniche e l’efficacia della sua formula di gameplay.
Trepang2 è un titolo privo di grosse pretese che è riuscito a stupirci sotto diversi aspetti, compresi alcuni che avremmo considerato secondari all’esperienza, e siamo eccitati nel potervene parlare approfonditamente in questa recensione!
Incipit
Le vicende di Trepang2 si ambientano in un futuro fortemente militarizzato, in cui l’esistenza di potentissimi supersoldati riesce a dettare le difficili sorti del conflitto bellico fra l’enorme organizzazione Horizon e la nostra forza di resistenza situata in una base supersegreta dall’ubicazione sconosciuta.
Sin dai primi istanti verremo presentati come una macchina da guerra pronta a rispondere agli ordini del comando, seppur trattati in maniera abbastanza amichevole ed affettuosa dai nostri compagni d’armi, sempre disposti a tessere le nostre lodi ad ogni missione conclusa.
Il nostro protagonista si rivelerà infatti essere un soldato privo di ricordi, in fuga da qualcosa che stenta a ricordare ma comunque disposto a lottare con tutte le sue forze contro i nemici di coloro che ci vengono presentati come commilitoni.
Le attività del nemico saranno le più disparate e preoccupanti, fra terribili esperimenti umani, evocazioni demoniache e tentativi di accesso ad altre dimensioni ed il nostro unico compito sarà quello di fermarli ad ogni costo, o almeno questo è ciò che ci viene fatto credere.
Trama
Non esiste alcun dubbio nel sostenere che la trama di Trepang2 non rappresenta in alcun caso il piatto forte dell’esperienza, rimanendo un background a tratti fin troppo banale alle stragi che compiremo in qualità di supersoldati.
Ciò che la rende comunque stupefacente a tratti è la sua natura estremamente pop, mostrandosi come un tributo a FEAR che non si limita ad imitare i fasti del suo mentore bensì prendendo a piene mani da un glossario di interessanti leggende a sfondo horror degli ultimi anni.
Ciò che ritengo importante sottolineare è che nell’esplorare queste tematiche, Trepang2 si mantiene estremamente serio e si preoccupa di costruire in maniera coerente e convincente i collegamenti narrativi, per quanto complicato possa sembrare.
Questo aspetto come tanti altri di cui vi parleremo, contribuiscono a rendere Trepang2 una ventata di aria fresca per il genere, rendendolo ancora più divertente e convincente nella sua semplicità.
Aspetti che vengono ulteriormente esplorati dalle tantissime note collezionabili durante l’esplorazione delle mappe di ciascuna missione, pur sempre lineari e di facile navigazione.
In definitiva si tratta di un’esperienza narrativa che si consuma molto rapidamente e senza particolari intoppi, divenendo piuttosto confusionaria soltanto nelle fasi conclusive ma non senza lasciare il giocatore piacevolmente sorpreso e divertito dal rapido evolversi degli eventi.
Gameplay
Lo shooting e le abilità
Il fattore più brillante e notevole dell’esperienza di gioco offerta da Trepang2 è sicuramente il gameplay, frenetico, adrenalinico e semplicemente perfetto nell’essenzialità della sua esecuzione.
La ricetta per il successo di questa formula è la somma di vari aspetti in cui il gioco riesce ad eccellere senza particolari pecche, primo fra tutti lo shooting.
Shooting che risulta terribilmente soddisfacente, sicuramente per merito del sistema di gore che permette ai corpi di reagire in maniera sentita e decisamente esagerata ai colpi, ma anche grazie al modo in cui le due abilità a nostra disposizione permettono di sbloccarne il pieno potenziale distruttivo.
Mentre la prima ci permetterà di diventare invisibili, risorsa utile per evadere da una situazione particolarmente ingestibile o in alternativa per gestire i nemici in maniera stealth con l’utilizzo di silenziatori e corpo a corpo, l’altra sarà in grado di rallentare il tempo per permetterci di mirare con attenzione e gestire la situazione nel modo più logico e spettacolare possibile.
Il risultato è ritrovabile nell’interessante possibilità di utilizzare queste abilità come fossero anch’esse delle armi a nostra disposizione, diventando il fulcro attivo della nostra inafferrabile furia combattiva.
Armi che risultano a loro volta molto variegate, anche grazie alla presenza del sempre gradito sistema di dual wielding e delle modifiche in-game.
Quest’ultima, frutto di un lavoro di ricerca dei moduli necessari nel corso delle varie missioni, ci permetterà di trasformare l’arma a nostro piacimento, trasformandolo in uno strumento più adatto allo stealth, all’uccisione di gruppo o all’one-shot, arrivando persino a garantirci l’uso di proiettili incendiari in grado di portare il nemico all’agonia con il minimo sforzo.
Il tutto è stato accuratamente studiato per risultare il più violento, brutale e spettacolare possibile, basti pensare alla moltitudine di granate disponibili, in grado di trasformare il nemico in una nube di sangue e budella oppure in un delirio infernale di corpi carbonizzati.
In sostanza, il gameplay di Trepang è l’estrapolazione più pura di tutto ciò che rende un FPS frenetico come Doom, Quake o per l’appunto, FEAR, un’esperienza d’obbligo per qualsiasi appassionato.
Riesce a svolgere alla perfezione tutto ciò per cui è stato concepito, donando a qualsiasi giocatore disposto a farsi travolgere dalla furia cieca della battaglia, un climax suggestivo di sensazioni che difficilmente abbiamo visto replicato nella stessa intensità da altri titoli del suo genere.
Struttura a missioni, personalizzazioni ed extra
Trepang è un FPS a missioni nella più semplice interpretazione del termine, verremo infatti trasportati in una base HUB al termine di ogni incarico per poter scegliere la prossima destinazione sulla mappa e procedere con la campagna e le missioni secondarie.
Queste ultime sono strutturate in maniera non differente dalle principali, offrendo una varietà di attività piuttosto ridotta ma senza rinunciare all’esplosione creativa pop di cui parlavamo nella sezione dedicata alla trama.
Basti pensare che avremo a che fare con alieni intergalattici, radiazioni ed anomalie della zona contaminata così come con semplici hacking di dati ed informazioni top secret.
Parlando dell’HUB, quest’ultimo ci permetterà inoltre di selezionare e testare le armi prima della partenza verso la missione, di personalizzare il vestiario del nostro protagonista con particolari mimetiche sbloccabili o ancora di prendere parte ad alcune divertenti simulazioni di combattimento.
In queste ultime dovremo affrontare, con una singola vita, ben 20 orde di nemici sempre più potenti e difficili da gestire, potendo tuttavia sfruttare i rifornimenti per ottenere munizioni, armi o persino un intervento sul campo da parte di squadroni di AI alleate.
L’AI, la difficoltà e la varietà dei nemici
Uno degli aspetti che ha reso più celebre la saga di FEAR, specialmente nel caso del primo capitolo, fu senza dubbio la rivoluzione in termini di intelligenza artificiale che il gioco portò nel panorama degli FPS, stupendo i giocatori per complessità dei movimenti e delle strategie che i nemici erano in grado di mettere in campo per fronteggiarci.
Sfortunatamente, l’AI di Trepang non è altrettanto rivoluzionaria e difficilmente sarà in grado di stupirci con manovre offensive di particolare complessità, pur essendosi dimostrata capace di metterci in difficoltà numerose volte nel corso delle 10 ore necessarie a completare la campagna e le secondarie.
In particolare, avendo iniziato la campagna a difficoltà difficile (la terza di ben cinque difficoltà selezionabili all’inizio di ciascuna missione), ci siamo ritrovati a dover ritirare le nostre intenzioni e tornare a quella normale dopo esserci bloccati in un segmento particolarmente ostico per la carenza di munizioni e cure.
Il gioco offre delle particolari ricompense a chiunque sia in grado di superare le sue missioni a difficoltà difficile ed estrema e siamo sicuri che i giocatori alla ricerca di un’esperienza particolarmente complessa avranno pane per i propri denti.
Da sottolineare anche una interessante varietà nelle classi di nemici, che saranno in grado di rappresentare una minaccia laddove pesantemente corazzate oppure armate di esplosivi, fucili a pompa o semplicemente della determinazione tipica di un kamikaze.
Comparto tecnico, artistico e level design
Trepang è un’esperienza che fa della linearità una colonna portante del gameplay, offrendo missioni dallo svolgimento rapido e prive di momenti morti.
Questo si traduce in un level design abbastanza essenziale, nell’alternarsi di lunghi corridoi ed arene in cui affrontare grandi gruppi di nemici, talvolta anche sotto forma di vere e proprie ondate.
L’essenzialità viene trasmessa allo stesso modo alla componente estetica del titolo che, pur offrendo una buona varietà di ambienti fra una missione e l’altra, tende a ripetere anche eccessivamente la presenza di alcuni pattern visivi all’interno di queste ultime.
Il risultato è discreto, rimanendo comunque colpiti dalla bellezza di alcuni frangenti seppur rassegnati nel constatare l’eccessiva uniformità estetica di quest’ultimi.
Comparto sonoro
Ciò di cui un titolo come Trepang2 non può fare assolutamente a meno è un comparto sonoro di impatto, che si accompagni senza difficoltà alle sequenze adrenaliniche del gameplay, e per fortuna non possiamo davvero lamentarci.
Il lavoro svolto da Brandon McKagan nel realizzare la soundtrack merita immensa ammirazione e non possiamo che invitarvi ad ascoltare le tracce disponibili su Spotify, Youtube e gli altri siti di streaming.
Nel frattempo, ecco un piccolo assaggio di ciò che potreste aspettarvi:
Comparto tecnico e stabilità
Il team di sviluppo, nel tentativo di riportare al giocatore un’esperienza che necessita di fluidità costante per essere apprezzata al meglio, è riuscito a sfruttare in maniera ottimale l’ormai pienamente maturo Unreal Engine 4.
Il risultato è ritrovabile in un videogioco esteticamente non al top, che rimane tale pur abilitando le opzioni grafiche “folli” normalmente non consigliate al giocatore.
Ciò che si può apprezzare rimane la fluidità dell’esperienza, granitica nella sua stabilità e ben equipaggiata con espedienti utili come il DLSS 2 di Nvidia per chi desiderasse spremere al massimo le capacità di calcolo del proprio hardware.
Ringraziamo Team17 e PressEngine per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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