Il titolo di cui parleremo oggi è Turbo Kid, videogioco action adventure tratto dall’omonimo film cult del 2015.
Molto apprezzata da una vasta fetta di pubblico per le sue atmosfere nostalgiche e per il suo stile over the top, l’opera cinematografica si prestava per sua natura ad una reinterpretazione videoludica ed il team canadese di Outerminds ha svolto un lavoro semplicemente magistrale nel cogliere pienamente questa occasione.
Se nel titolo di riferimento si apprezzava molto la passione che traspariva senza difficoltà attraverso la pellicola, lo stesso si può dire tranquillamente del suo corrispettivo videoludico, libero, divertente e pieno di contenuti originali.
Sarete in grado di cogliere l’eredità di un vero Turbo Rider? Scopriamolo in questa recensione!
La narrazione
Partiamo dal presupposto che nel realizzare questa recensione abbiamo deciso di recuperare il film in un secondo momento, incuriositi ed incoraggiati dalla promettente trama del videogioco.
La nostra prospettiva sul titolo, per tanto, sarà contemporaneamente quella di chi non ha mai sentito parlare del film ed approccia Turbo Kid per la prima volta ed al contempo quella del conoscitore che non vede l’ora di espandere le proprie conoscenze in merito al brand.
Il videogioco di Turbo Kid si ambienta successivamente alle vicende narrate dal film, riprendendo direttamente le premesse narrative con cui veniamo lasciati sul finale di quest’ultimo.
Se l’opera del 2015 si concentrava infatti sull’introdurre il protagonista e raccontare della sua ascesa come super-eroe della Wasteland, il videogioco ci trasporterà direttamente nel deserto in cerca di nuove avventure.
Durante questo viaggio verso la parte sconosciuta di ciò che rimane della terra, Turbo Kid verrà presto a scontrarsi con dei bruti che decideranno di derubarlo e picchiarlo, venendo salvato in un ultimo momento da Naomi, una ragazza del vicino borgo di New Hope, che lo aiuta successivamente a recuperare la sua attrezzatura.
La trama nella sua essenzialità non si espande molto oltre questo punto, sicchè scopriremo di dover raccogliere 4 chiavi elettroniche necessarie a superare questa parte della Wasteland, venendo così a conoscenza delle varie situazioni e personaggi presenti nelle sezioni di quest’ultima e della grossa minaccia che regna incontrastata sull’intero territorio.
Se infatti Turbo Kid non brilla nella costruzione di una trama complessa o di significati profondi, stupisce per la creazione di un world building unico ed irresistibile, vario e ricco di sfaccettature uniche.
E’ bene specificare che, nella realizzazione del comparto narrativo, gli sviluppatori hanno collaborare direttamente con il trio di registi RKSS (Anouk Whissell, François Simard e Yoann-Karl Whissell) nonchè le menti dietro al successo del film del 2015, ed i risultati sono veramente apprezzabili.
Se avete amato Turbo Kid o se siete alla ricerca di un metroidvania dal ricercato vibe anni 80, questo gioco potrebbe essere la soluzione perfetta a soddisfare ogni vostro desiderio.
I magnifici anni 80…
Turbo Kid vede una componente estremamente importante nelle sue ambientazioni post-apocalittiche in pieno stile anni 80, caratteristica che si rende evidente dai numerosissimi richiami alla tecnologia d’epoca e dalle musiche elettroniche nostalgiche ed indimenticabili.
Il gioco si svolge infatti in un 1997 retro-futuristico in cui le gang, le organizzazioni ed i regimi teocratici hanno preso il possesso delle rimanenze di una terra distrutta dalla castrofe e trasformata nell’ombra del suo rigoglioso passato.
La sua identità nostalgica impone al titolo di seguire degli stilemi molto riconoscibili ed altamente apprezzabili in un progetto di questa tipologia come il gore esagerato, il dilagare della criminalità, le mutazioni degli animali e perchè no… un inspiegabile ritorno all’utilizzo delle biciclette come unico mezzo di trasporto e di distruzione totale.
Sì, perchè in Turbo Kid affronterete la totalità degli ostacoli letali che si pareranno sul vostro cammino a bordo della vostra inseparabile BMX, sfrecciando ad alta velocità in un mondo che sembra essere stato creato su misura per le vostre ruote.
È forse la particolarità di questa scelta narrativa e contestuale che rende Turbo Kid un progetto così unico ed al contempo così adatto ad essere trasposto in un’opera videoludica, tenendo ben presente che, come nell’opera originale, nulla impedirà al nostro protagonista di scendere dalla sella per disintegrare i nemici con l’utilizzo del Turbo Glove (un palesissimo e ancora una volta nostalgico riferimento al Power Glove di Nintendo).
Le ambientazioni caotiche e desolate, il sogno di un futuro distopico che avrebbe per sempre immortalato le mode del presente, non sono che un enorme parco giochi per il nostro protagonista che, con la giocosità di un bambino e la freddezza di uno spietato omicida, affronterà personalità fuori di testa e spesso volontariamente stereotipate.
Questi, uniti ad un gameplay che non lascia il minimo spazio alla noia, sono gli ingredienti che rendono Turbo Kid un progetto semplicemente unico del suo genere, risultando tra l’altro altamente apprezzabile da chiunque senza conoscenze pregresse.
Il gameplay
Se il world building di Turbo Kid rappresenta l’anima imperitura del progetto, il gameplay è senza dubbio il suo cuore pulsante e sempre agitato.
Adrenalinico, sfacciato e sorprendentemente violento, il titolo si appoggia su una solida base action per poi espandere gradualmente ogni sua meccanica e lasciarci totale libertà di approccio agli obiettivi principali che ci verranno assegnati.
Sfrecciando sulla nostra BMX, avremo modo di muoverci rapidamente lungo la visuale a scorrimento, approfittando della velocità per esibirci in molteplici trick e raggiungere luoghi apparentemente inaccessibili.
Le sezioni principali della Wasteland sono enormi, intricate ed interconnesse, richiedendo memoria ed ingegno per essere navigate nella loro interezza.
In base alla sezione che decideremo di affrontare per prima potremmo sfruttare alcuni utilissimi power up per il superamento di ogni ostacolo sul nostro cammino, modificando totalmente il nostro approccio all’esplorazione ma anche il modo in cui affrontiamo gli avversari.
Ad esempio, le ruote magnetiche permettono al nostro protagonista di rimanere incollato ai muri per un breve periodo di tempo, permettendoci di affrontare molto più facilmente alcune bossfight che avrebbero richiesto uno sforzo decisamente maggiore in assenza del potenziamento.
Allo stesso modo, potremo sbloccare skill relative al movimento a piedi del nostro protagonista quali il dash e i roll, con doppia utilità nel combattimento e nell’esplorazione degli spazi più angusti.
E’ infatti importante sottolineare il ruolo fondamentale degli scontri all’interno del ritmo di gioco, qualora i nemici si dimostreranno un ostacolo da non sottovalutare per la riuscita dei nostri piani.
Armati di un machete, di un Turbo Glove molto simile ai blaster di Metroid e di vari potenziamenti per quest’ultimo, ci faremo strada con violenza fra le file di bruti nemici, sfruttando le coperture a nostro vantaggio e colpendo al momento giusto.
Del resto Turbo Kid si rivelerà essere un titolo tutto fuorchè semplice, complice la buona varietà di avversari e la resilienza spietata di quest’ultimi.
Ad aiutarci in tal senso, numerosi miglioramenti passivi fra HP-up e cartucce acquistabili dagli NPC in cambio di valuto di gioco oppure ritrovabili in qualità di segreti in giro per la mappa.
Alcuni di questi ci permetteranno ad esempio di risucchiare le risorse vicine senza doverle raccogliere, rendendo anche questa una meccanica da non sottovalutare ai fini del gameplay.
Avremo dunque a disposizione un ampio arsenale di abilità ed armamenti per dominare i molteplici pericoli della Wasteland.
It’s all about fun…
Se è vero che Turbo Kid può rivelarsi un titolo impegnativo, specialmente per i neofiti del genere, bisogna sottolineare l’impegno dimostrato dagli sviluppatori nel renderlo il più accessibile possibile.
Infatti, dal menu di pausa e senza alcun tipo di penalità, potremo attivare alcuni modificatori in grado di aiutarci ad affrontare le sezioni più complesse del gioco qualora ne sentissimo il bisogno.
Del resto, e non si fa difficoltà a dirlo, Turbo Kid è un titolo creato per divertire ed ha divertito anche i creatori nella sua realizzazione.
Lo testimoniano i numerosi obiettivi secondari e collezionabili, le cassette musicali e le entries nel diario, accompagnate da disegni giovanili che riprendono con nostalgia quelli già presenti nel film.
In sostanza, il titolo sarà in grado di soddisfarvi nel caso siate in cerca di una sfida tipica del genere, ma anche nel caso vi consideriate dei novizi rispetto al folto panorama videoludico metroidvania.
Sfida che potrebbe risultare eccessiva e poco calibrata in funzione alla libertà di approccio a cui abbiamo accennato in precedenza ma che resta non di meno un difetto di cui tener conto.
Comparto artistico e tecnico
Da un punto di vista artistico, Turbo Kid potrebbe convincervi o meno in base alla vostra predisposizione all’utilizzo della pixel art nella sua identità più essenziale e meno dettagliata.
In tal senso, la vera forza comunicativa del titolo sta nell’impatto di inseme e nella sua capacità di catturare pienamente le atmosfere sognanti dell’apocalisse retro-futuristica, non risparmiando affatto il giocatore dalla rappresentazione esplicita di gore esagerato e mutazioni disgustose.
Nonostante la scarsa predisposizione al dettaglio, non manca di certo una cura apprezzabile nelle animazioni dei personaggi, specialmente nelle zone in cui la loro presenza in background diventa anch’essa parte integrante di quest’ultima, concorrendo nella realizzazione di un flow che ci abbraccia e ci immerge senza lasciarci mai.
A questo scopo anche la UI è stata realizzata con grande cura e dedizione, emulando l’interfaccia del Power Glove del protagonista qualora decidessimo di entrare nel menu.
La resa totale non potrebbe tuttavia vantare lo stesso ipnotico effetto se non fosse per la soundtrack, realizzata dalle menti esperte dei compositori già noti per la OST del film sotto lo pseudonimo di Le Matos.
Facendo un ampio utilizzo dei sintetizzatori e di ritmi ripetuti ed adrenalinici, le tracce del videogioco sono semplicemente eccezionali e non vediamo l’ora che l’album completo venga rilasciato sulle piattaforme di streaming.
Durante l’attesa, ecco un assaggino da parte dei compositori in occasione dell’uscita del gioco!
Infine, il comparto tecnico di Turbo Kid si è dimostrato semplicemente impeccabile, complice l’essenzialità del comparto estetico.
Nel nostro caso, possiamo consigliarlo anche a tutti coloro che fossero in possesso di una Steam Deck, ben consci del fatto che il titolo si presta perfettamente al form factor, alla potenza limitata e alla portabilità della console di casa Valve.
Ringraziamo Outerminds per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione!
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