SAFE ROOM Dredge e Webfishing – Le due facce della pesca

È molto probabile che, almeno una volta nella vostra vita, abbiate sentito la frase: “Nessuna arma o strumento è progettato per fare del bene o del male; ma tutto dipende dall’uso che se ne fa”. Un detto spesso associato a temi complessi e profondi come per l’energia nucleare, ancora vista come se fosse intrinsecamente malvagia.

Ovviamente non siamo qui per addentrarci in simili dibattiti, sicuramente più vasti di quanto vogliamo affrontare oggi, ma non possiamo non pensare come la stessa riflessione, entro certi limiti, può essere applicata persino ai videogiochi.
Nel corso della nostra esperienza videoludica, in effetti, abbiamo spesso notato come alcuni elementi vengono spesso associati a solo un genere specifico, al punto che l’inconscio collettivo ormai fatica a immaginarli in un ambiente diverso.

Ebbene, Safe Room nasce proprio per esplorare queste connessioni e dimostrare come un singolo aspetto di gameplay possa essere declinato in due generi all’apparenza opposti, l’horror e il cozy, in un’analisi che ci porterà a scoprire come idee simili possano generare esperienze ludiche completamente diverse ma, in un certo senso, complementari.
Lasciatevi quindi trasportare in questa curiosa indagine della creatività nei videogiochi, magari anche per scoprire qualche piccola perla nascosta di cui non avevate mai sentito parlare.


Due lenze opposte nello stesso mare di idee

Dredge e Webfishing, due giochi agli antipodi per stile ed esperienza offerta e con due approcci diametralmente opposti, almeno sulla carta. Se da un lato, il primo ci cattura in un’avventura immersiva dalle sfumature lovecraftiane, ricca di mistero e un costante senso di inquietudine, il secondo punta invece tutto sulla leggerezza, offrendo un’esperienza spensierata e perfetta da condividere con gli amici in un pomeriggio di relax. 

Due titoli che, però, condividono un elemento che non solo li contraddistingue nel loro corrispettivo genere videoludico, ma che rappresenta lo stesso fulcro attorno a cui poi si sviluppa l’intero gameplay: la pesca.
In entrambi i giochi, l’attività principale consiste infatti proprio nel catturare pesci di varie dimensioni e tipologie, attraverso un minigioco che mette alla prova i riflessi del giocatore, partendo da una formula estremamente semplice ma che viene sviluppata in direzioni completamente diverse.

O almeno, questa è stata la nostra impressione iniziale. Sebbene le premesse sembrino portarli infatti su strade opposte, un’analisi più approfondita ha subito fatto emergere quanto entrambi i titoli seguono invece una struttura sorprendentemente simile sotto diversi punti di vista.
Seppur declinata in modi diversi, la progressione segue lo stesso schema: pescare, vendere il bottino, guadagnare denaro e reinvestirlo in attrezzatura migliore per catturare creature ancora più rare, in un loop di gameplay pressoché identico, al netto di differenze nelle meccaniche di movimento e nei sistemi intrinsechi di gioco.

A unire ulteriormente i due titoli c’è anche poi una forte componente collezionistica, dove l’obiettivo finale per raggiungere il 100%, in entrambi i casi (escludendo la trama laddove presente), è quello di completare il rispettivo registro di pesca con ogni specie disponibile nel gioco, incluse le varianti più elusive.


Webfishing – Immersi nella calma

Eppure, oggi non siamo qui solo per elencare tutti i punti in cui i due giochi si somigliano più di quanto si pensi. Il nostro obiettivo è piuttosto capire come queste stesse similitudini abbiano dato vita a due esperienze che, pur partendo dallo stesso concetto, finiscono per rappresentare l’antitesi l’una dell’altra.

Ma per farlo, dobbiamo prima chiederci “cosa rappresenta la pesca nell’immaginario collettivo?”.
Se provate a visualizzarla, probabilmente una delle prime scene che vi verrà in mente sarà il tipico luogo comune a cui diversi film ci hanno abituato: quello di un padre e un figlio su una barca in mezzo a un lago, immersi nella quiete del pomeriggio, oppure quella di un gruppo di pescatori in riva a un fiume, intenti ad aspettare pazientemente mentre chiacchierano tra loro.

Insomma, il concetto stesso della pesca evoca calma, un senso di connessione con ciò che ci circonda e, soprattutto, molta pazienza. Ed è proprio su questo aspetto che Webfishing costruisce la sua esperienza di gioco, tentando di ricreare quella stessa attesa rilassante e di trasformarla in un momento da condividere online con amici o con la community, dove l’obiettivo non è solo pescare ma anche stringere nuove amicizie in un ambiente sereno e spensierato.

Il vostro viaggio inizia con la creazione di un avatar personalizzato dalle sembianze feline o canine (in base alle vostre preferenze) e, senza troppi preamboli, verrete catapultati nella comunità di pescatori, fianco a fianco con coloro che diventeranno i vostri compagni d’avventura.

Notate bene che la comunicazione sarà una parte integrante dell’esperienza, grazie anche a una chat testuale e a un sistema di dialoghi sonori che ricordano molto quelli di Animal Crossing (così come lo stesso stile grafico del gioco), creando un’atmosfera leggera e accogliente. Passerete ore a caccia del pesce più raro, e quando finalmente ne catturerete uno, i vostri compagni vi applaudiranno e festeggeranno insieme a voi come se fosse una vittoria collettiva.

Anche l’esplorazione è un aspetto altrettanto centrale, potendo vagare insieme per la mappa alla ricerca di luoghi segreti, condividendo le vostre scoperte con tutti i giocatori o solo con un piccolo gruppo di amici. 
E per chi cerca un pizzico di follia, nella hub centrale del gioco potrete persino giocare d’azzardo o ubriacarvi, vedendo i vostri messaggi e movimenti diventare imprevedibili come se aveste davvero perso il controllo!

Pescando, troverete alcune creature talmente assurde da strapparvi una risata, grazie anche alle descrizione ironiche che il gioco si concede senza mai prendersi troppo sul serio, arrivando persino a pescarne di così enormi da riempire l’intero schermo. 

E se un giorno preferireste invece una sessione di gioco più tranquilla, non preoccupatevi: potrete sempre pescare in solitaria, lasciandovi cullare dal suono del vento e delle onde. Webfishing è un’esperienza cozy su misura per tutti, donando un perfetto momento di relax che vi permetterà di interagire con altri giocatori come se foste in una gigantesca chat di gruppo dove, naturalmente, si pesca tutti insieme.


Dredge – Quando la pesca diventa terrore e paranoia

Chi segue il sito da diverso tempo forse potrebbe ricordarsi che vi avevamo già parlato di Dredge, elogiandone proprio l’atmosfera lovecraftiana e l’aspetto orrorifico con cui riesce a instillare un forte senso di inquietudine. Oggi, però, vogliamo chiederci in che modo questo peculiare titolo riesce a terrorizzare i giocatori, soprattutto considerando che è privo di qualsiasi elemento tipico dell’horror videoludico, come gli stessi jumpscare. 

Ancora una volta, la risposta si cela nella sua meccanica centrale, la pesca, che qui si trasforma in uno strumento capace di generare tensione e angoscia fino a rendere impossibile dormire sonni tranquilli.
Ma come può, un’attività così intrinsecamente rilassante, far spaventare i giocatori di tutto il mondo? Questa è la domanda che dobbiamo farci e, per rispondere, dobbiamo scavare in un altro concetto chiave ineluttabilmente legato alla pratica: la pazienza.

Se con Webfishing abbiamo visto come la pazienza, scaturita dall’aspettare che la lenza iniziasse a muoversi, ci permettesse di goderci l’atmosfera che si creava e di socializzare con la nostra compagnia, in Dredge saremo completamente soli in mezzo a lunghe distese di mare. O almeno così il gioco vorrebbe farci credere, ma ne siamo davvero sicuri?
Le profondità nascondono creature sconosciute in agguato nell’oscurità marittime, pronte a emergere quando meno ce lo aspettiamo. Non possiamo mai sapere dove si trovano né quanto siano vicine, se non quando è troppo tardi.

Sia di giorno, quando l’illusione della sicurezza ci conforta, che di notte, quando la visibilità è ridotta al minimo, restiamo sempre prede facili in balia di incubi viventi pronti a divorarci in un istante.
Non c’è modo di prevedere cosa arriverà, né di prepararsi davvero: un momento stiamo navigando in apparente tranquillità, cullati dal suono delle onde, e quello dopo vediamo emergere la testa di un serpente marino gigantesco, magari anche preceduto da versi inquietanti che si mescolano al vento, insinuando nella nostra mente un senso di paranoia crescente.

Ed è proprio qui che si discosta radicalmente da Webfishing.
In Dredge non ci è concesso avere pazienza, perché ogni secondo potrebbe costarci caro, in qualsiasi momento potremmo essere attaccati e perdere tutti i progressi della giornata. Eppure, il gioco ci costringe a fermarci, a concentrarci su un minigioco di pesca che, se fallito, ci farà perdere ancora più tempo e aumenterà il rischio di un incontro letale.

Il tutto è amplificato da un comparto sonoro magistrale, che ci farà sussultare a ogni rumore. Un suono distante, un’ombra che si muove nell’acqua, e subito il dubbio si insinua: quella OST minacciosa è solo un effetto casuale o il preludio a qualcosa di molto, molto peggiore?


E voi, avevate mai sentito parlare di uno di questi giochi?
Di certo, per noi è stato incredibilmente affascinante scoprire come un concetto tanto semplice come la pesca possa trasformarsi in esperienze così diametralmente opposte, e speriamo di aver trasmesso anche a voi la stessa curiosità di immergervi in questi due titoli, ognuno a suo modo unico e ricco di sorprese!

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