Il Cyberpunk è un genere letterario e cinematografico che negli anni ha saputo attecchire anche nei nostri amati videogiochi come abbiamo potuto osservare in opere del calibro di Detroit Become Human, Deus Ex, Soma (al quale vi rimandiamo alla nostra recensione) e ovviamente l’immancabile Cyberpunk 2077.
Tutti questi giochi (e altri media) ci hanno mostrato le colonne portanti del genere che sono la realtà virtuale, gli impianti cibernetici e l’intelligenza artificiale. Il Cyberpunk, nato alla fine degli anni ‘70 e affermato negli anni ’80, è spesso associato ad autori come William Gibson, Philip K. Dick e Bruce Sterling.
Oggi, sempre a riconferma dell’importanza del genere, che ci pone di fronte a dilemmi etici e morali rispetto alla tecnologia, parliamo di un videogioco rinato dalle proprie ceneri: System Shock, originariamente rilasciato nel 1994, sviluppato da Looking Glass Technologies e pubblicato da Origin Systems, si dimostra fin da subito pionieristico per la sua fusione di elementi RPG, action e horror in un ambiente cyberpunk.
Nel 2023, Nightdive Studios ha rilasciato un remake che mira a portare l’esperienza di System Shock ad una nuova generazione di giocatori, con un aggiornamento grafico e miglioramenti al gameplay.
Saranno riusciti nel loro intento di riportare un grande classico in una lettura moderna riuscendo a mantenerne l’aspetto che lo ha reso tanto amato?
TRAMA
System Shock si ambienta nel 2072, dove seguiremo i passi di un hacker senza nome che sta tentando di hackerare il sistema della TriOptimum, una dei maggiori esponenti tecnologici che detiene un vero e proprio monopolio sul mercato.
Falliremo tuttavia nel nostro intento, venendo catturati dalla società stessa che ci porterà dinnanzi al suo CEO, Edward Diego, che ci proporrà un accordo a cui non potremo astenerci: accettare un incarico per conto della società che prevede di rimuovere tutti i sistemi che forniscono un’etica ed una morale a Shodan, un’intelligenza artificiale che gestisce la stazione spaziale dell’azienda.
In cambio ci verrà offerta la possibilità di sottoporci ad un’operazione che ci fornirà un impianto ottico (motivo della nostra tentata intrusione al loro sistema), portando così il nostro protagonista ad accettare la proposta con la condizione di ricevere l’intervento prima della missione.
Ciò che non potevamo aspettarci è, tuttavia, che al nostro risveglio ci saremo trovati davanti ad una situazione a dir poco disdicevole, in cui l’intera stazione stazione sembra essere diventata una sorta di città fantasma.
Trovandoci completamente da soli, dovremo ricostruire ciò che è avvenuto tramite dei nastri e dei dati registrati dall’equipaggio della stazione, finché Shodan stesso non si paleserà a noi assumendo un atteggiamento piuttosto ambiguo.
Da qui avremo un solo compito: sopravvivere, e per farlo dovremo farci strada tra le diverse insidie presenti all’interno della stazione spaziale, utilizzando l’intelligenza artificiale a nostro vantaggio.
GAMEPLAY
Il gameplay di System Shock è fluido ed essenziale: non avremo una stratificazione estremamente articolata, ma ci ritroveremo a correre addosso ai nemici per colpirli con ciò che abbiamo a disposizione, finché non avremo posto fine alle loro vite.
Trattandosi di uno sparatutto in prima persona, ovviamente non avremo a disposizione solo armi contundenti ma potremo farci valere con un arsenale degno di nota, ottenendo nel corso del gioco anche pistole ed altre armi da fuoco oltre che granate, medikit e consumabili che, aumenteranno la nostra forza e le nostre resistenze.
La gestione delle risorse si rivelerà cruciale, poiché trovare munizioni e medikit sarà un compito arduo data la loro estrema scarsità nella stazione, obbligandoci a valutare costantemente quando e se utilizzarli.
Purtroppo nel gameplay, tutta questa atmosfera di estrema tensione viene leggermente smorzata da un’intelligenza artificiale dei nemici non esattamente all’altezza, e infatti i nostri avversari non faranno altro che avventarsi su di noi senza seguire una logica o uno schema ben predefinito, per tanto che ci basterà schivare i colpi per poi passare al contrattacco e ripetere.
Il remake di System Shock rimane in ciò fedele alle meccaniche di gioco originale, ma con alcune migliorie moderne. Il gameplay combina esplorazione, risoluzione di enigmi e combattimenti in prima persona, in cui dovremo raccogliere risorse, recuperare chiavi, trovare codici, e affrontare nemici sempre più letali mentre cercheremo di capire cosa sia successo all’equipaggio.
Passeremo la maggior parte del gameplay ad esplorare l’angusta stazione Citadel, un labirinto di corridoi oscuri, stanze piene di segreti e pericoli nascosti dietro ogni angolo.
Il gioco sarà infatti condito da una costante tensione e senso di angoscia, dato che i nostri avversari saranno abilmente nascosti e sentirli prima ancora di poterli vedere sarà un ulteriore motivo di preoccupazione per noi.
Bisogna tenere in mente che System Shock è un gioco vecchio stile, con ambienti progettati come labirinti di corridoi interconnessi, stanze e porte chiuse. Questo level design, che ha resistito al passare di trent’anni, offre una sfida appagante nell’imparare ad orientarsi all’interno della stazione spaziale della TriOptimum Corporation.
Tuttavia System Shock non si ferma qui, ma porterà il giocatore a doversi affacciare ad ulteriori dungeon che non riguardano fisicamente la stazione, ma che ci permetteranno di spostarci nel mondo cibernetico grazie alle nostre abilità da hacker per sbloccare successivamente porte ed altri componenti elettronici della stazione.
Tuttavia per poter compiere quest’operazione sarà per l’appunto necessario entrare nella realtà digitale e affrontare gli avversari specifici di quella zona che, in sostanza, sono tecnicamente degli antivirus, rendendo così il gioco in una sorta di Space Invaders tridimensionale.
COMPARTO ARTISTICO E SONORO
L’ambientazione di System Shock è uno degli elementi più iconici del gioco, che non abbiamo dubbi saprà conquistarvi e farvi fermare ad ammirare i distopici quanto affascinanti paesaggi che il gioco ci propone.
Una delle caratteristiche chiave del cyberpunk è infatti l’ambientazione distopica e futuristica che il gioco riesce perfettamente a catturare: i mondi di questo genere sono spesso bui, decadenti e inquinati, con una tecnologia avanzata ma spesso dannosa per I’umanità.
Nightdive Studios ha ricreato meticolosamente questa spettacolare atmosfera già presente nel titolo originale, migliorando la grafica con texture ad alta definizione, modelli dettagliati ed un sistema di illuminazione avanzato che rendono l’ambiente ancora più immersivo e spaventoso.
Gli effetti di luce e ombra contribuiscono a creare un’atmosfera di tensione costante, con angoli bui e illuminazioni intermittenti che aumentano il senso di pericolo imminente.
Anche il comparto audio ha ricevuto un aggiornamento qualitativo significativo. La colonna sonora, composta da tracce elettroniche e ambient, si integra perfettamente con l’ambientazione futuristica e claustrofobica del gioco.
Gli effetti sonori, dal ronzio delle macchine ai suoni inquietanti delle creature mutate, contribuiscono a creare un’esperienza immersiva e spesso agghiacciante, carica di ansia e tensione.
Anche il doppiaggio, in particolare quello di Shodan, è eccellente e riesce a trasmettere la follia e la megalomania dell’intelligenza artificiale, mantenendo alto il livello di stress percepito.
COMPARTO TECNICO
System Shock usa il motore grafico Unreal Engine 4 che, nonostante possa far inizialmente dubitare visto il distacco qualitativo con il suo modello più recente, ci ha in realtà positivamente stupito con l’ottima realizzazione tecnica che il titolo porta.
Ogni cosa è al suo posto e funziona a dovere: abbiamo giocato l’avventura senza mai riscontrare bug o deficit di sorta, né tantomeno abbiamo risentito troppo della trasposizione di un gioco così datato anche nelle meccaniche.
Purtroppo dobbiamo notare che, nonostante l’ottima qualità delle texture presenti nell’ambiente, salta subito all’occhio che i modelli risultano parecchio datati e innaturali. Tuttavia ciò non reca un enorme danno all’opera o alla sua fruizione, anche se avremo apprezzato un maggiore impegno sotto questo lato, che entra in forte contrasto con il resto del lavoro svolto.
Avendo provato il titolo su PS5, dobbiamo anche riconoscere non solo l’immenso impegno dedicato nella realizzazione di questo remake che offre una rivisitazione completa di un gioco uscito da ormai tre decadi, ma anche nel lavoro di porting su console, che risulta estremamente ben realizzato e fedele alla release originale.
System Shock offre infatti una risoluzione in 4K a 60 FPS fissi, permettendo così la migliore esperienza possibile che si manterrà costante e fluida per tutta l’avventura, senza che ci sia anche solo un calo di frame.
Piccola nota a margine che ci sentiamo di dare è tuttavia quella di calibrare meglio la sensibilità dell’analogico destro per muovere la visuale, in quanto abbiamo riscontrato una precisione millimetrica nel dover dare gli input che invece sulla versione Steam, complice anche la natività del gioco su PC, risulta invece molto più semplice.
Innovazioni e Fedeltà all’Originale
Uno degli aspetti più interessanti del remake di System Shock è senza ombra di dubbio il delicato equilibrio tra innovazione e fedeltà all’originale, che rende evidente l’immenso impegno del team di sviluppo a riproporci questa perla sconosciuta in termini moderni.
Nightdive Studios ha infatti mantenuto intatti gli elementi fondamentali che hanno reso System Shock un classico, come la narrazione intricata, l’atmosfera unica e la sfida offerta dalle meccaniche di gioco, ma allo stesso tempo il remake introduce una serie di migliorie che rendono il gioco più accessibile ai nuovi giocatori senza tradire lo spirito dell’originale.
Una delle innovazioni più significative del remake è l’interfaccia utente migliorata rispetto all’originale, dove prima era complessa e a volte ingombrante, richiedendo ai giocatori di navigare tra numerosi menu per accedere agli oggetti e alle informazioni.
In questa rivisitazione, Nightdive Studios ha snellito questo processo rendendo l’HUD più intuitiva e accessibile, senza sacrificare la profondità delle opzioni disponibili.
Oltre all’interfaccia utente migliorata, vi sono anche checkpoint più frequenti che riducono la frustrazione derivante da morti improvvise e permettono una progressione più fluida. Tuttavia, il gioco rimane impegnativo e richiede attenzione e strategia.
Ringraziamo Plaion per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.
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