Nella recensione di oggi parleremo di Timberborn, adorabile city builder sviluppato dal team polacco Mechanistry, rilasciato in early access nel settembre 2021 e da allora aggiornato con buona costanza.

Di recente, l’uscita l’aggiornamento 4 ha espanso ulteriormente i contenuti disponibili e risolto alcune importanti problematiche che affliggevano le fasi di gioco più avanzate.

Vi anticipiamo che il gioco ha completamente catturato la nostra attenzione per giorni, divenendo una delle nostre esperienze videoludiche preferite di questo 2023, e siamo davvero eccitati di potervene parlarne approfonditamente in questa recensione.


Contesto e incipit

L’incipit di Timberborn risulta semplice quanto efficace, impersoneremo infatti una comunità di castori intenta a costruire una colonia.
Per raggiungere il nostro scopo, avremo modo di sfruttare tutte le caratteristiche tipiche della nostra specie, costruendo dighe, argini, dinamiti ed altro per manipolare il terreno su cui edificare i nostri edifici.

Ancor prima di iniziare la partita verremo posti davanti alla scelta di selezionare una fazione d’appartenenza:

i Folktails, castori amanti della natura e dell’agricoltura che prediligono un approccio più verde e rispettoso dell’ambiente.
Fra le tecnologie uniche della fazione avremo la possibilità di far crescere più velocemente le colture tramite l’impiego delle api ed impiegare il vento e la forza motrice come fonte di energia.

gli Iron Teeth, una comunità di castori più industriale e tecnologica, maestri nell’utilizzo del ferro per la costruzione di macchinari più avanzati ed efficienti.
Fra le unicità della fazione abbiamo la possibilità di generare automaticamente i punti scienza, produrre energia tramite l’impiego di combustibili e costruire edifici abitativi meno ingombranti e più efficienti.

Una volta scelta la fazione, il livello di difficoltà e la mappa, non verremo messi di fronte a nessun reale scopo che non sia quello di prosperare e sopravvivere ai sempre più brutali periodi di siccità.


Gameplay

Ciò che ha reso l’offerta di gameplay così coinvolgente e divertente nella nostra esperienza è stato il perfetto bilanciamento fra la necessità di costruire un villaggio efficiente che potesse resistere alle sfide del gioco, e la creazione di qualcosa che fosse esteticamente e funzionalmente bello e sorprendente.

Se da un lato saremo costretti ad usare l’ingegno per la costruzione di dighe, canali, fiumi e laghi artificiali che possano fungere da riserva per i periodi più drammatici, dall’altro la possibilità di costruire in maniera verticale tramite l’impiego di scale e piattaforme di diverse altezze ha reso l’esperienza di city building semplicemente unica.

L’unico requisito nella costruzione di questi ambienti è che ogni singola struttura risulti collegata da una strada, compito che diventerà gradualmente più complesso ma allo stesso tempo soddisfacente.
Il tutto è reso perfettamente dalle possibilità offerte dagli strumenti a nostra disposizione, rendendo persino possibile utilizzare ponti sospesi per superare distanze particolarmente ampie.

Con queste premesse, il sistema di costruzione risulta sorprendentemente semplice nella pratica quanto complesso nel risultato, prediligendo l’impiego della creatività del giocatore nello sfruttare a pieno lo spazio disponibile.

Creatività che si rende necessaria anche nella gestione delle risorse e la pianificazione dei vari distretti che saremo costretti ad aprire con il progressivo ramificarsi del sistema stradale.
Ciascun distretto avrà infatti un certo range di influenza che rende difficile il raggiungimento delle strutture più lontane a prescindere dall’impiego dei castori trasportatori.
Saremo quindi costretti a frammentare i territori controllati, gestendo contemporaneamente più comunità di castori completamente autonome le une dalle altre.

A tal proposito è bene far notare che con l’ultimo aggiornamento è divenuto possibile scambiare risorse tra i distretti tramite appositi centri di smistamento, consentendo una gestione efficiente e flessibile dei materiali che necessita tuttavia di uno studio approfondito dell’interfaccia.

Alcuni materiali come l’acqua e i vari tipi di cibo saranno fondamentali per la sopravvivenza dei castori, ciascuno dotato di personali statistiche fisiche e mentali legate alla sazietà, al riposo e alla bellezza degli ambienti.
Non meno importante sarà l’assicurarsi una efficiente fonte di legname, materia prima di quasi la totalità delle strutture del nostro villaggio.

E’ quindi sempre consigliato tenere dei magazzini sempre riforniti di qualsiasi tipo di materiale, non solo per l’utilizzo momentaneo ma anche e soprattutto come riserva per i periodi di secca.

Questi ultimi colpiscono particolarmente la produzione del cibo nelle fattorie e della cura degli alberi nelle riserve, rendendo necessaria la costruzione di strutture per l’umidificazione del terreno che andranno costantemente rifornite.

In conclusione, avremo a che fare con un sistema apparentemente complesso di gestione delle risorse che riesce però ad appagare con estrema facilità il giocatore grazie all’immediatezza delle sue meccaniche.


Personalizzazione dell’esperienza

Come accennato nei precedenti paragrafi, Timberborn offre quattro modalità di difficoltà: facile, normale, difficile e personalizzata:

La modalità facile permette al giocatore di godere di un’esperienza rilassata ed incentrata sulla costruzione della città, con siccità poco frequenti e brevi, oltre a una maggiore disponibilità di risorse iniziali.
La modalità normale offre l’esperienza consigliata di Timberborn, con siccità sempre più lunghe al termine di ogni ciclo.
La modalità difficile introduce un livello di sfida maggiore, con quantità ridotta di risorse iniziali e siccità più frequenti e durature.
La modalità personalizzata consente invece ai giocatori di personalizzare vari parametri secondo le proprie preferenze, lasciando il massimo spazio allo stile di gioco dell’utente.

Le mappe similarmente, sono numerose e varie ed offrono anch’esse numerose opportunità e sfide in base alla nostra scelta.

Timberborn di per sé non risulta un titolo particolarmente difficile, proprio perché, come anticipato, darà al giocatore tutto il tempo necessario per curare l’aspetto estetico del villaggio una volta assicurata la fornitura dei materiali necessari alla sopravvivenza dei castori.

Ci teniamo a sottolineare quest’ultima necessità in quanto ignorarla potrebbe portare alla morte dell’intero villaggio nel giro di un singolo ciclo (possiamo testimoniare!).


Componente Tecnica e sonora

Esteticamente Timberborn è un titolo di tutto rispetto, presentandosi come una di quelle rare e piacevoli occasioni in cui il motore grafico Unity3D viene utilizzato in maniera sorprendente da quasi ogni punto di vista.

Infatti, anche grazie alle modifiche apportate nell’ultimo aggiornamento, il gioco si è mantenuto perfettamente stabile durante il nostro playtrough su PC e su Steam Deck.
In particolare su Steam Deck il gioco si è mostrato sorprendentemente giocabile, mantenendo costantemente i 60 fps a dettagli massimi e mostrando un’inaspettata comodità nei comandi nonostante la dimensione non troppo generosa dei testi della UI.

UI che purtroppo non ci ha convinto completamente e che richiederebbe un lavoro di rework quantomeno per quanto riguarda gli affari distrettuali nei centri di smistamento.

Complessivamente, si tratta di un lavoro tecnico di grande qualità che si può apprezzare nell’insieme quanto nei particolari, pur mantenendo un livello più che soddisfacente di performance.

Allo stesso modo, abbiamo apprezzato la OST di Timberborn per la sua capacità di accompagnarci nelle nostre lunghe sessioni senza mai risultare stagnante o in alcun modo fastidiosa.


Ringraziamo Terminals e Mechanistry per averci fornito una chiave del gioco per realizzare questa recensione.

Seguiteci sul nostro curatore e il nostro sito web per altre recensioni e articoli in arrivo nei prossimi giorni.

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Di Mario Ricerni

Appassionato di videogiochi, cinema e musica, ha creato STWGames per condividere il sogno di entrare in diretto contatto con l'industria che ha ammirato sin dall'infanzia.